Il ricordo di quella gioiosa giornata
Sono trascorsi vent’anni da quando Giovanni Paolo II, in una Piazza San Pietro gremita di fedeli provenienti da tutto il Mondo, pronunciò la formula di Canonizzazione grazie alla quale Padre Pio da Pietrelcina venne iscritto per sempre nell’Albo dei Santi.
Nell’omelia, il Santo Padre affermò «la vita e la missione di Padre Pio testimoniano che difficoltà e dolori, se accettati per amore, si trasformano in un cammino privilegiato di santità, che apre verso prospettive di un bene più grande, noto soltanto al Signore».
Al termine della Celebrazione Eucaristica, al momento dell’Angelus, il Papa annunciò la memoria liturgica di San Pio da Pietrelcina con il grado di “obbligatoria” inserendola nel calendario romano il 23 settembre, giorno della sua nascita al cielo.
Nella terra di adozione del Padre, la Santa Messa fu celebrata in contemporanea a quella di Roma ai piedi della via crucis monumentale.
«Sono cominciati ad affluire fin dalla notte, da tutte le strade convergenti al santuario, provenienti da vari Paesi. – è scritto nel numero della rivista La Casa Sollievo della Sofferenza dedicato interamente alla canonizzazione (15-30 giugno 2002) – All’alba il sagrato era già tutto pieno. La folla si ammassava sempre più numerosa anche nei piazzali e in tutti gli spazi circostanti, e davanti alla “Casa Sollievo della Sofferenza”».
Al momento della proclamazione centinaia di palloncini volarono verso il cielo e l’ospedale voluto dal nuovo Santo totalmente “imbandierato” per il grande evento, accoglieva sulle sue terrazze un gran numero di pazienti ricoverati e personale.
Monsignor Riccardo Ruotolo, all’epoca presidente di Casa Sollievo della Sofferenza e direttore generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, scrisse: «la gioia del Papa e di tutti noi nella solenne celebrazione di piazza San Pietro dovrà durare tanto a lungo nelle nostre anime per confortarci dopo tanti anni di attesa di questo grande evento che ha avuto una grande risonanza nella Chiesa per la persona di Padre Pio, che ha riempito di sé il secolo scorso con una testimonianza di vita unica, come hanno avuto modo di rilevare tutti i mezzi di comunicazione sociale per molti decenni dagli anni Venti alla fine del secolo scorso».
E rivolgendosi ai Gruppi di Preghiera aggiunse «con l’approvazione dello Statuto da parte della Santa Sede, i Gruppi di Preghiera hanno un motivo in più per sentirsi Chiesa soprattutto quando, uniti in preghiera, diventano gruppi operosi di carità concreta verso i bisognosi e sofferenti, attuando così la carità di Cristo che ci spinge in ogni circostanza della vita.
I Gruppi di Preghiera sono chiamati a dare testimonianza della loro vocazione alla santità, con una formazione adeguata, perseguendo così il primo e fondamentale obiettivo, e cioè la personale santificazione, con una spiritualità incentrata sull’Eucarestia e devozione filiale alla Madonna, secondo l’esempio del Fondatore, Padre Pio da Pietrelcina.
È così che i Gruppi di Preghiera diventano i fari di luce destinati ad illuminare la comunità ecclesiale, guardando a quel modello che Giovanni Paolo II ha proposto al mondo intero il 16 giugno scorso: PADRE PIO SANTO».