UNA COMMISSIONE PIU’ UNICA CHE SPECIALE

0
522

Tutti sanno che la parlamentare del M5s di San Nicandro, Marialuisa Faro, fa parte della Commissione Speciale della Camera. Ma cos’è questa Commissione? Ce la spiega in un articolo Paolo Balduzzi.

Istituzione, formazione e lavori della Commissione speciale. Dura da circa due mesi lo stallo per la formazione del nuovo governo. L’impasse ha effetti anche sui lavori del Parlamento, dove, in attesa di stabilire chi sarà maggioranza e chi minoranza parlamentare, si rinvia la formazione delle Commissioni permanenti (14 alla Camera e 12 al Senato). Tuttavia, proprio per gestire una fase importante, delicata e a questo punto anche piuttosto lunga, il Parlamento stesso ha deliberato di istituire una “Commissione speciale per l’esame degli atti (urgenti) del governo” (la parola “urgenti” caratterizza solo quella costituita al Senato).

Di che cosa si occupa e come sta lavorando questa Commissione? Ai sensi degli articoli 22 e 24 dei rispettivi regolamenti, Camera e Senato possono disporre la nomina di commissioni speciali, la cui composizione deve rispettare il criterio della proporzionalità dei gruppi parlamentari.

Per quanto riguarda il Senato, la Commissione speciale è stata istituita all’unanimità dalla conferenza dei capigruppo alla fine di marzo. Presieduta dal senatore del Movimento 5 stelle Vito Crimi, la Commissione si è riunita per la prima volta il 4 aprile ed è composta da 27 membri in rappresentanza proporzionale dei gruppi parlamentari. Oltre a occuparsi di quanto stabilito nel suo stesso nome, la Commissione ne sostituisce ogni altra in sede consultiva, anche per quanto riguarda gli eventuali pareri obbligatori che devono essere forniti. Si tratta dunque di un organismo particolarmente importante e centrale, che di fatto riassume in sé in questo momento tutte le altre commissioni e che garantisce la continuità dei lavori nel passaggio tra XVII e XVIII legislatura. È poi la Commissione stessa che può decidere di quali atti occuparsi e di quali no (per esempio, per mancanza di competenze specifiche dei suoi membri).

Per quanto riguarda la Camera, invece, la Commissione si è costituita il 12 di aprile, è composta da 40 membri ed è presieduta dal deputato leghista Nicola Molteni. Le due Commissioni hanno lavorato in maniera disgiunta su una serie di atti del governo. Si tratta, a mero titolo di esempio, di provvedimenti come l’attuazione della direttiva 2014/50/UE relativa ai requisiti minimi per accrescere la mobilità dei lavoratori tra stati membri migliorando l’acquisizione e la salvaguardia di diritti pensionistici complementari, oppure l’attuazione della direttiva (UE) 2016/2284 concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici. Tuttavia, per quanto riguarda il Documento di economia e finanza, approvato dal governo il 26 aprile, le Commissioni hanno deciso di procedere con un esame congiunto.

Il Def e l’attesa di un nuovo governo. Il Def presentato dal dimissionario governo Gentiloni si limita alla “descrizione dell’evoluzione economico-finanziaria internazionale, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l’Italia e del quadro di finanza pubblica tendenziale che ne consegue”. In altre parole, si limita a tracciare l’evoluzione delle finanze pubbliche a legislazione vigente, mentre ben più interessante – ma spetterà al nuovo esecutivo – sarà l’illustrazione del nuovo quadro programmatico, vale a dire degli obiettivi macroeconomici, di finanza e di riforme che di fatto costituiranno il programma su cui chiederà la fiducia il prossimo governo.

L’esame del Def potrebbe essere la cartina di tornasole per capire la reale efficacia ma soprattutto utilità (politica) della Commissione: la discussione potrebbe infatti evidenziare tanto gli eventuali punti di vicinanza quanto le distanze tra le forze politiche. Nell’attesa del governo “neutrale”, la Commissione potrebbe anticipare la possibile maggioranza o affossare definitivamente le residue speranze che una coalizione si formi. D’altro canto, se invece la discussione dovesse rimanere totalmente di facciata, la Commissione avrebbe avuto almeno il merito di rendere più trasparente il processo di formazione del Def. Resta infine la curiosità di capire se la Commissione resterà solo “speciale” o sarà davvero l’unica formatasi in questa apparentemente brevissima legislatura.

Paolo Balduzzi