Forse solo pochissimi erano a conoscenza che nei succhi di frutta al contenuto di arancio solo il 12 per cento era arancio. Da pochissimi giorni la dose è cambiata in quanto la percentuale di succo di arancia passa al 20 per cento. Tale aumento va nella direzione di una maggior tutale per il consumatore e per una alimentazione che possa, in qualche modo, soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C.
La Coldiretti si è spesa molto per tale battaglia. Infatti, come sottolinea il suo Presidente: “L’innalzamento della percentuale di succo di frutta nelle bibite va a migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione e a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all’obesità in forte aumento. Il prossimo passo verso la trasparenza è quello di rendere obbligatoria l’indicazione di origine in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande per impedire di spacciare succhi concentrati importati da Paesi lontani come Made in Italy”.
Il consiglio della Coldiretti è quello di verificare nelle etichette delle aranciate l’effettiva presenza di un contenuto in succo minimo del 20% poiché la norma prevede che le bevande prodotte anteriormente alla data di inizio dell’efficacia delle disposizioni possano essere commercializzate fino ad esaurimento delle scorte.