In molti siti di viaggio e di opinion leaders del turismo citano anche San Nicandro come meta da visitare. Lo fa anche il Parco del Gargano sul suo sito che mette in evidenza per tutti i comuni del parco i beni tutto ciò che può essere oggetto di turismo. Solo la Regione Puglia non è molto presente nella pubblicizzazione della nostra cittadina. Allora che fare? Quello che fanno altri comuni e cioè una programmazione a livello culturale e turistico per tutto il territorio di San Nicandro. Un’operazione che interessa un ampio ventaglio di operatori del commercio, dell’artigianato, dell’edilizia, dell’agricoltura ed altro ancora. Può sembrare un percorso lungo ma, se ci si crede e con una progettualità valida, nel giro di un triennio molte cose possono essere realizzate con una ricaduta economica importante per la nostra cittadina.
Solo per un dovere di informazione, continuiamo oggi a presentare una serie di pezzi del nostro patrimonio che possono essere artefici di uno sviluppo turistico tutt’altro che marginale.
Mozzarelle di bufala
La mozzarella di bufala del Gargano, che gode del riconoscimento della “Dop Campana”, si produce dal latte delle mandrie che si alimentano esclusivamente nei pascoli naturali presenti nei dintorni della palude di Frattarolo e attorno alla laguna di Lesina. Altre aziende zootecniche che allevano bufale si trovano in agro di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Apricena, San Nicandro e Cagnano Varano. La Puglia conta circa 1700 capi di bufale, gran parte delle quali dislocate nel Gargano. Le testimonianze storiche riferiscono della presenza di bufale in Capitanata sin dal Medioevo. Non è difficile incontrare le file di questi grandi animali tra le distese di giunchi e gli acquitrini. Negli stessi luoghi sono presenti caseifici per la vendita al dettaglio dei latticini. Il prodotto si presenta come un eccellente formaggio morbido nel quale prevalgono le sensazioni del dolce, della panna, con una piacevole nota di muschiato.
Poperati
I poperati o pupurat sono grossi taralli dolci speziati di origine albanese. Il nome deriva da una espressione dialettale propria di quella lingua e la loro acquisizione al patrimonio culturale garganico è comprensibile se si ricorda il lungo dominio degli Skandemberg nel Gargano. Oggi sono usati soprattutto nel periodo di carnevale, infilati al braccio destro, ma anticamente erano preparati in occasione di fidanzamenti e sposalizi, quando ciascun invitato riceveva “na cocchia d’ pupurat”, cioè due piccoli taralli da conservare in un ampio fazzoletto. La preparazione notturna era occasione di canti augurali e di grandi bevute. Gli ingredienti sono farina di frumento, zucchero, miele, vin cotto, strutto, cannella, chiodi di garofano, scorza di limone e di arancia. La ricetta prevede che si mescoli la farina con il miele (un chilo di miele su cinque di farina), oppure con mosto cotto e un po’ di lievito, chiodi di garofano, cannella. Con l’impasto ottenute si forma un cilindro dello spessore di 3-4 centimetri, lungo sessanta. Si sovrappongono le estremità del cilindro e le si blocca con un chiodo di garofano, formando così una ciambella di circa venti centimetri di diametro.
I poperati sono dolci semplici ma dal piacevole gusto inaspettato grazie all’uso delle spezie, ideale spuntino per le escursioni in giro per questa terra
Vacca podolica
Gli estesi pascoli del Gargano ospitano circa 21.000 bovini alcuni dei quali utilizzano anche il bosco in alcuni periodi dell’anno. Tra le razze bovine un posto di primo piano spetta ai bovini podolici. Si tratta di animali caratteristici con profilo rettilineo, larghe corna e un caratteristico mantello grigio. Le podoliche sono mucche rustiche, capaci di adattarsi a condizioni ambientali anche molto difficili, pascolando su suoli poveri o negli arbusteti. La vacca podalica è una razza allevata allo stato brado e quindi offre non solo un latte particolarmente aromatico (vedi scheda sul caciocavallo podolico), ma anche carni sapide, sane, ricche di sali minerali. La sua limitata capacità di produrre latte rispetto ad altre razze ha però decretato il declino della specie: oggi si contano solo 25 mila capi, presenti soprattutto nelle regioni meridionali italiane.
La maggior parte delle razze bovine italiane nasce attorno alla metà del XIX secolo.
Sul Gargano la vacca podolica si trova allo stato brado sulle alture di Rignano Garganico, Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Mattinata, Carpino e nella tenuta di Santa Tecla a Vieste. Attualmente nel Parco Nazionale del Gargano sono 350 i capi iscritti al Libro Genealogico, e altri 300 capi sono in via di registrazione. La carne del bovino podolico ha elevate caratteristiche organolettiche, la caratteristica dell’allevamento brado gli conferisce inoltre il carattere di elevata sapidità e salubrità. Nello stesso tempo le carni si presentano più tenaci, fibrose, con colori più forti (il grasso è giallo) e sapore più deciso. I macellai esperti sano dosare queste caratteristiche con una adeguata frollatura e tagli adeguati alle cotture. La carne di podolica può essere reperita durante tutto l’anno. I prodotti derivati dalle vacche podoliche (carne, formaggi, latte) sono presidio del gusto riconosciuto dall’associazione nazionale Slow Food.