TASSA DI SOGGIORNO PER TUTTI I COMUNI, MA SU BASE VOLONTARIA

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Intesa tra Anci e i Ministeri del Turismo e dell’Economia: l’obiettivo è uniformare e semplificare la disciplina su tutto il territorio nazionale. Federalberghi: “serve equilibrio”.

La tassa di soggiorno potrà essere applicata da tutti i Comuni su base volontaria. È l’accordo trovato il 12 settembre scorso nell’incontro tra il ministro del Turismo Daniela Santanché, il viceministro all’Economia Maurizio Leo e il presidente dell’Anci Roberto Pella, da cui è appunto emerso l’obiettivo di uniformare e semplificare la disciplina su tutto il territorio nazionale. Al centro del confronto il tentativo di far diventare l’imposta di soggiorno imposta di scopo per restituire soldi al settore del turismo, garantendo nel contempo la possibilità, come richiesto dall’Associazione dei comuni italiani, di destinarla anche a decoro urbano e sicurezza. Anche a questo scopo sarà convocato la prossima settimana un tavolo tecnico, che studierà anche le fasce di prezzo per rendere l’imposta proporzionale al costo della stanza e pagabile a persona.

“L’intenzione è quella razionalizzare gli oneri dichiarativi a carico degli albergatori e allo stesso tempo permettere ai Comuni di effettuare i controlli sulla componente finanziaria. Sono necessarie regole uniformi su tutto il territorio nazionale”, ha commentato il viceministro Leo. 

“L’industria del turismo è importante per il Pil e per i Comuni, i soldi vanno quindi rilasciati sul settore. Non dobbiamo far vivere ai residenti il turismo come una minaccia ma come un’opportunità. Non dobbiamo essere ideologici quando ci sediamo al tavolo per trovare soluzioni. Noi cerchiamo di distribuire meglio questa imposta”, ha aggiunto il ministro Santanché.

“Apprezziamo la decisione di ampliare la platea a tutti i Comuni perché è giusto dare opportunità a tutti. Condividiamo il tema della semplificazione e l’obiettivo di trovare garanzie per tutelare gli albergatori e i sindaci”, ha concluso Pella.

Per le imprese “serve equilibrio”

“Durante l’incontro che abbiamo avuto con il Ministero del Turismo e con il Ministero dell’Economia e delle Finanze erano state formulate delle rassicurazioni sul fatto che non ci saranno aumenti, che gli adempimenti saranno semplificati e che l’imposta sarà destinata al turismo, ma il resoconto dell’incontro tra i due Ministeri e l’Anci non sembra muoversi in questa direzione”. Così Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel, le organizzazioni nazionali maggiormente rappresentative delle imprese turistico-ricettive, che ribadiscono la loro contrarietà “all’adozione di meccanismi che favoriscano l’aumento della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese e prevedano l’applicazione dell’imposta di soggiorno anche nei Comuni non turistici” suggerendo invece di concentrare l’attenzione sulla messa a punto di quegli aspetti della normativa attuale che non funzionano o funzionano male. In particolare propongono di:

– stabilire che l’imposta sia contenuta entro un tetto massimo, in misura ragionevole, che non ecceda il livello attuale;

– definire un meccanismo semplice da comunicare al cliente e facile da applicare per il gestore, riducendo al minimo gli adempimenti formali;

– adottare un regolamento quadro, per assicurare uniformità sul territorio nazionale;

– garantire la trasparenza sull’utilizzo del gettito, che dovrà essere restituito al turismo.

“Abbiamo apprezzato – concludono le tre organizzazioni – la disponibilità al dialogo del Ministero del Turismo e del Ministero delle Finanze su questi e sugli altri aspetti rilevanti per una completa revisione dell’imposta. Confidiamo che il percorso continui con lo stesso metodo, dedicando adeguata considerazione alle istanze delle imprese turistico ricettive e alle esigenze dei turisti”. (confcommercio)