SAN NICANDRO: “TROPP’ CANNEL’ APPICC’N LA CHIESA”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “Tropp’ cannel’ appicc’n la chiesa” cioè “Troppe candele incendiamo la chiesa”.

Ciascuno di noi può accettare un qualunque credo pedagogico, può condividere una fede religiosa o una ideologia politica senza scadere nell‘ esasperato fanatismo che quai sempre finisce per ritorcersi a danno della stessa idrologia politica o socio-culturale professate o della stessa confessione religiosa praticata. La fede cieca è irrazionale può nuocere allo spirito religioso, allo stesso modo l‘eccessivo entusiasmo per una qualunque idea.

La nostra tesi popolare fa riferimento solo alla dimensione religiosa perché fino al secolo scorso la fede costituisce la speranza, il conforto e il rifugio della povera gente. E bisogna precisare che a volte le fede era talmente cieca è irrazionale che essa si ritorce a discredito dello stesso spirito religioso sotto forma di disinteresse per la stessa religione. In questo senso bisogna considerare l‘espressione “incendiano la chiesa‘ cioè come compromissione degli stessi principi informativi della fede religiosa professata. Questo significa che l‘eccessivo entusiasmo per chicchessia o il fanatismo di qualunque idea possono pregiudicare e compromettere gli stessi principi ai quali crediamo. Dunque, fede sì, ma fede controllata e partecipata.

Alla luce di queste convinzioni, i nostri padri hanno elaborato per noi un proverbio che dovrebbe spingerci a “misurare” l‘esercizio delle nostre pratiche religiose. Non dimentichiamo che il fanatismo è parente prossimo alla superstizione. Probabilmente, un pizzico di cultura in più varrebbe a “temperare” certe manifestazioni di fede che la comune ragione umana non riesce proprio a capire nè a giustificare.