SAN NICANDRO: PUBBLICA ILLUMINAZIONE, E’ GUERRA APERTA IN COMUNE

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Dicevo in un precedente articolo  che,   la  nuova  Giunta   del  sindaco    avv. P. P. Gualano,  con l’adozione della  delibera n° 4  in data 21.01.2016  ( e che modifica ed integra in maniera  “inequivocabile e decisiva“  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015),  disponeva la revoca immediata  in  autotutela“ degli atti  inerenti la gara aggiudicata in via definitiva alla società Menowatt srl  nel  2013, attraverso la nomina del nuovo responsabile del servizio di pubblica illuminazione, arch. A. Marrocchella. Con ciò  ravvisandosi  nel  provvedimento giuntale  “concreti motivi di interesse pubblico  violati  e comunque  tali da rendere inopportuna, o anche solo sconsigliabile, la  stipula di un  nuovo contratto”,  nonostante l’intercorsa corrispondenza intercorsa tra il Comune e la società Menowatt, resasi disponibile ad una consistente riduzione dell’importo contrattuale solo dopo l’aggiudicazione definitiva  effettuata con determina del 2013, rimasta   sospesa dell’efficacia giuridica in assenza di impegno di spesa. Pure dicevo, dopo la spesa improduttiva di un qualsiasi risultato di “efficienza e risparmio energetico” per il Comune, di  oltre a  2 milioni di euro  in 10 anni, che di certo  vi  era ed è solo il contenzioso aperto con la precedente ditta  SPIM srl, che aveva stipulato analogo contratto nel 2010 e  la prosecuzione  provvisoria del servizio  attraverso una miriade di determine  di dubbia legittimità e convenienza  stessa per il Comune,   in presenza di  affidamenti  diretti e senza gara. E, soprattutto senza dati riguardanti l’effettuazione dei collaudi tecnici ed amministrativi, nonché la predisposizione per tempo di  un nuovo progetto esecutivo e  di un capitolato d’appalto d’oneri aggiornato nella normativa, ma interamente da  rifinanziare con i soldi del Comune.

Per i curiosi,  basta  leggere la delibera di Giunta Comunale n° 04 del 21.01.2016, per rendersi conto delle erroneità manifeste,  sia  dei  conti  economici per qualche centinaia di mila euro, sia del danno procurato o procurabile  ancora  alle casse comunali, ma  soprattutto  in termini di ricaduta sulla qualità  del  servizio oggetto di reiterate denunce  di disservizi che non tengono ancora in conto dell’ inquinamento luminoso prodottosi nel tempo (6 anni)  e dei maggiori consumi di circa il 30%, attribuiti alla mancata sostituzione delle lampade esistenti  con quelle  al  “led” ed al flusso luminoso disperso con immissione nell’atmosfera di CO2. Oltre al fatto che, l’adeguamento strutturale al codice della strada degli impianti e messa in sicurezza  normativa di settore, seppure sia  stato avviato dalla SPIM srl, non risulta poi portato  a termine, dopo la rescissione anticipata del contratto n° 777/2010 e la liquidazione di ben 18 stati d’avanzamento dei lavori effettuati  (e non pagati  interamente dal Comune) nel  periodo tra il 2010 ed il  2012. La possibilità di una rinegoziazione dell’offerta economica “post gara”, risulta esclusa dai pareri legittimamente espressi successivamente alla gara del 2013 con motivazioni agli atti, dagli Organi di controllo interni ed esterni al Comune, ma non riconosciute proprio dall’allora  responsabile del servizio  tant’ è che il Sindaco, avv. P.  P. Gualano, per la prima volta nella storia amministrativa del Comune, ha dovuto far ricorso ad  un nuovo  decreto,  dopo  il  n° 2 del 19.01.2016, per  dare esecuzione al procedimento di “revoca“ della gara  disposto  d’urgenza con la delibera di G.C.  n° 4  in data  21.01.2016 (e    che modifica   ed integra in maniera  “ inequivocabile e decisiva “  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015), per  ingiungere la consegna di  tutta  la documentazione amministrativa, entro il termine di gg. 3,  dalla notifica del decreto n° 5 del 25.02.2016, perché ?  Nel frattempo, risulta però scaduto l’ennesimo affidamento temporaneo  del servizio  e l’impianto  in precarie condizioni  di funzionamento  e peculiarità delle aree da illuminare  presenta  stranamente  reti  in  diverse  zone dell’abitato allacciate ai contatori di privati, che si  sono sostituiti  da svariati anni al  Comune,   che per  tempo non ha controllato la  buona esecuzione delle opere  affidate  agli  stessi lottizzanti e costruttori di immobili, poi finiti miseramente in procedure di fallimento, perché? L’obiettivo primario ancora da raggiungere resta quello di “efficientamento energetico”, realizzato tramite   la riqualificazione degli impianti, il loro miglioramento prestazionale, il potenziamento dei servizi offerti e l’aumento delle capacità gestionali di coloro ai quali sono affidati, diventa, in nome della sostenibilità ambientale, un vero e proprio motore di sviluppo economico, tecnologico, sociale e solidale.

La Direttiva 2006/32 all’art. 3 definisce “il rapporto tra i risultati in termini di rendimento, servizi, merci o energia e l’immissione di energia”. In altre parole l’efficienza energetica rappresenta la capacità di un sistema, fornitore di un servizio, prodotto e/o prestazione, di utilizzare al meglio l’energia che gli viene fornita anche attraverso l’utilizzo diverso di fonti energetiche (pannelli solari, pale eoliche, ecc.) per ottenere il risultato voluto. A parità di prestazione, quanto meno consumo nel fornirla, tanto più sono “energeticamente efficiente” e quanto più promuovo l’efficienza energetica negli usi finali dell’energia tanto più ne risparmio. La nostra  rete di pubblica illuminazione, difatti,  solo  una volta riqualificata e resa  efficiente, diventerà struttura portante ed aggregante di una nuova classe  di  tecnologie,  quelle  che in nome del progresso e della salvaguardia del territorio e dell’ambiente,  trasformerà anche il  nostro   Comune,  come  già  avvenuto da anni  nelle altre  Città Intelligenti del futuro. Quelle “città“ confezionate su misura dell’esigenze dei cittadini che le abitano  e che combattono con il   Sindaco gli sprechi  in  qualsiasi forma  anche di risorse umane, diversamente  utilizzabili anche per la pulizia delle strade, o no ? Intanto non si spiegano  le ragioni   effettive   della  così detta   “guerra“,   ormai apertasi all’interno del  Comune per la gestione di questo importante servizio, fonte  di “inquinamento luminoso ”  e  di maggiori consumi  derivanti ( circa il  30%),  sia dalla  mancate sostituzione delle lampade  con  quelle al  “led”,  sia  della  dispersione dei flussi luminosi (requisiti fotometrici) in dipendenza diretta delle caratteristiche delle strade rispetto  al nuovo “codice”  ed  indirizzata a garantire la sicurezza attraverso l’esigenza  visiva  degli  utenti   e  dell’ambiente, che  non mancherà di  nuovi risvolti  in altre sedi,  per  le attribuite competenze all’ANAC  di Cantone e  delle Procure, non esclusa quella della Corte dei Conti. Per dovere di informazione e di cittadinanza attiva.

G.B. Della Torre

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