SAN NICANDRO: “N’ T’ F’DANN MANCH’ D’ LA CAMICIA CA TI’ N’GODD”

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Continua una nuova serie di articoli che parlano sui modi di dire e degli aforismi locali per capire e analizzare la quo ed offrire una visione chiara, lucida e trasparente della condizione umana in cui ognuno di noi può legittimamente dedurre o trarre da ciascuno di essi le considerazioni che gli sembrano più ovvie in riferimento ai tempi, alle usanze, ai problemi, ai comportamenti e agli altalenanti rivolgimenti che la società sta attualmente vivendo. Gli articoli sono tratti dal libro “Voci di Capitanata” di Donato D’Amico.

Il detto di oggi è: “N’ t’ f’dann manch’ d’ la camicia ca t’ì n’godd”” cioè “Non ti fidare nemmeno della camicia che hai addosso.”.

Viviamo certamente tempi difficili. Oggi non esistono più promesse nè certezze che tengano più di tanto. Tutto questo, in parte imputabile anche all‘uomo, è dovuto a tali e tante circostanze che parlarne significherebbe indagare minuziosamente all‘interno della stessa struttura sociale, ivi compreso il comportamento dell‘uomo. E tutte verrebbe sicuramente posto in discussione. Ma tant‘è! L‘economia del nostro lavoro non ce lo consente. Non solo, ma noi preferiamo, fra l‘altro, non derogare dal modesto impegno che ci siamo assunto e che consiste unicamente nel cercare di capire il profondo significato delle nostre tesi. Così, diciamo che la solennità del monito in questione è la sua indiscussa attualità non lasciano dubbi di sorta all‘uomo sulla scrupolosa osservanza di un suggerimento sto a proteggere l‘umanità da macchinazioni. Imbrogli d‘ogni genere. Sicchè, noi consigliamo cautela, accortezza ed estrema prudenza perché nella vita, oggi più di ieri, rischi e pericoli sono sempre in agguato, con quale danno per l‘ingenuo è facile immaginare.

Potrebbe sembrare una esagerazione, ma oggi la sfiducia e la diffidenza regnano sovrane, visto che autorità e istituzioni non garantiscono più niente a nessuno. Abbiamo già detto che viviamo in una società per tanti versi corrotta per cui è d‘obbligo diffidare di chicchessia e comportarsi di conseguenza. Vogliamo dire che è tempo ormai di guardarsi attorno con occhio vigile, di prestare molta attenzione a proposte e progetti allettanti, di non cedere alla lusinga del facile guadagno, di porre in discussione anche la verità manifesta perché potrebbe essere proprio preparata e presentata ad arte per finalità fraudolenti. Non c‘è che dire: per un quinto della sua vita, come qualcuno ha scritto, l‘uomo oggi vive solo per salvaguardarsi dalle insidie del mondo.

Fra l‘altro, recentemente, è stato anche scritto che l‘umanità vive su un piano di probabilità. Ciò significa che il dubbio è l‘incertezza costituiscono ormai i tornanti della nostra vita. Allora è il caso di raccomandare a tutti diligenza e riflessione per non cadere nella trappola degli imbroglioni. Dei truffatori. Siamo attenti perché l‘imbroglione è tale per professione. Egli è sempre in agguato perché, per sopravvivere, ha necessità di lavorare come tuti gli altri. E come tutti i lavoratori scrupolosi anche il truffatore si aggiorna, sicchè noi, senza accorgercene, possiamo restare facilmente vittima di sofisticate tecniche furfantesche. Convinciamoci che il ladro non recede mai dai suoi propositi perché non ha nient‘altro da professare se non l‘arte della manipolazione di cui ha diretta e quotidiana esperienza. Questo non è il suo lavoro. E poiché oggi le imprese truffaldine sono un po’ all‘ordine del giorno, a noi non resta che difenderci dagli imbroglioni e dai ciarlatani con un comportamento vigile e attento. Sarebbe proprio da stolti procedere senza cautela alcuna.