SAN NICANDRO, LA “GROTTA DELLE STREGHE”

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Dalla S.S. Garganica n. 89 poco prima del km 33, in località Lampione, si stacca ima carrareccia che, superati i binari della Ferrovia Garganica, si inoltra nella direzione Nord-Est per circa un chilometro. Poco prima del termine della Carrareccia, sulla sinistra a pochi metri dalla stessa, si apre la grotta il cui ingresso, pur evidente, è in parte nascosto da un folto sviluppo di sterpi e di arbusti. La grotta non è segnata sulla carta. Inizialmente la grotta si apriva con una imboccatura di tipo “a grava”. Alfine di sfruttare il vaso salone come ricovero per gli animali l’imbocco della cavità, diversi anni addietro, fu fatto parzialmente saltare e venne ricavata una scala in pietra terminante con un breve pendio detritico che porta proprio al centro della grande sala superiore.

La cavità, conosciuta come grotta delle “Striare” (Streghe) mi era stata segnalata come di scarso interesse forse perché facilmente accessibile e composta di un’unica sala sufficientemente rischiarata dalla luce esterna.

In realtà anche a voler considerare la sala parte superiore, che era l’unica conosciuta, la grotta è senz’altro la più vasta di quelle visitate e in definitiva è stata quella che ha riservato, come spesso accade, le sorprese maggiori.

Dopo aver infatti a lungo minuziosamente esaminata e rilevata la parte nota con la collaborazione del prof. Antonio Manduzio di San Nicandro, proprio al termine del lavoro si scopriva per puro caso un cunicolo e quindi la prosecuzione della cavità.

Il cunicolo, di difficile reperimento, si trova sul lato opposto all’ingresso sulla stessa direttrice al limite estremo della parete tra alcuni grandi massi vicino ad un altro cunicolo più evidente che ne distrae l’attenzione. Dopo alcuni metri s’apre un pozzetto di m. 5 che porta ad una piccola saletta riccamente concrezionata che immette a sua volta su un’altra grande sala.

La convinzione che questa seconda parte della grotta non fosse stata mai esplorata prima, deriva dal fatto che le numerose concrezioni attraverso le quali si apre lo stretto passaggio erano tutte perfettamente intatte e che il terreno argilloso non presentava alcuna impronta.

Nessuno inoltre tra coloro che s’erano serviti della grotta come rifugio per gli animali erano a conoscenza della prosecuzione della cavità. La grotta consta di due tratti pianeggianti e sviluppantisi con identica direzione Sud-Est su più piani diversi ed affiancati relativamente superficiali. Il piano inferiore è riccamente decorato, come detto, da concrezioni mentre il pavimento, ricoperto da notevole deposito di limo argilloso, nel quale si affonda per una ventina di centimetri, fa pensare ad una fase almeno temporaneamente attiva della cavità.

(Antonio Pagliano – Note sul fenomeno carsico nel comune di Sa Nicandro Garganico – ottobre 1971)