Sannicandro Garganico: capitelli ionici a grandi volute, fusti a rocchi sovrapposti, basi attiche.
Ho già accennato al carattere eolico dei loggiati che nobilitavano le case contadine di questo antico centro rurale; loggiati che ormai vanno scomparendo.
Una volta se ne contavano a decine, nell’originario borgo della Terravecchia. Oggi non sono riuscito a rintracciarne più di quattro, dei quali uno con una sola colonna superstite.
Non so se questi loggiati siano stati segnalati alla Soprintendenza ai monumenti di Puglia, ma credo di no
Si legge, negli autori di storia locale, che la Terra Vecchia di Sannicandro Garganico presenta solo una paurosa situazione di miseria e di arretratezza, nell’affollarsi di case anguste e fatiscenti
Nessun accenno viene fatto ai motivi di architettura greca, non rilevati da studiosi, meritevoli per altri aspetti, ma che di fronte ad uno spettacolo unico tra i paesi del Gargano, non hanno sentito stimoli di curiosità o esaltazione di fantasia.
Le testimonianze di un’antica civiltà cadono sotto il piccone o per incuria; ben presto il passato non avrà più storia e l’uomo perderà l’orgoglio di una sua originario nobiltà.
A me basta ritrovare le tracce di un’antica presenza greca a San Nicandro Garganico. Questa presenza, rilevabile solo attraverso l’analisi di vicende storiche legate all’origine della città, è scarsamente documentabile alla stregua di atti e testimonianze cartacee dirette. Ma, in mancanza di pergamene, registri regole e protocolli, i documenti litoidi non hanno minore importanza storica, perché sono altrettanto eloquenti e forse più validi per la conferma di ipotesi e per dimostrazioni concrete e razionali.
Oltre ai capitelli ionici, per Sannicandro si deve considerare anche il ricordo di resti murari di “greca fattura” ai quali si sovrapponevano i ruderi romani della strada di Maletta: strada che non ha avuto sempre questo nome, perché anticamente di chiamava “tratturo dei greci”.
D’altra parte, la cultura greca ha resistito a lungo nelle tradizioni locali, attraverso una tipologia edilizia costantemente rispettata, nelle case povere e nelle ricche; tipologia che spesso si è rinnovata fino a creare motivi originali, come nella variante di Largo Incoronata. In questo loggiato è facile rilevare un tentativo di sintesi che vorrebbe fondere i motivi settecenteschi, derivati dall’estranea fuga degli archivolti inseriti a coronamento della porta settentrionale del vicino castello, con gli originari motivi spaziali di carattere greco.
Da poco consolidato, pur non rappresentando l’esempio più nobile della città, questo loggiato è l’unico veramente ben conservato.
La mania distruttrice in Sannicandro è furente; né si può molto sperare sull’operato dei “restauratori” locali, che vanno sopraelevando loggiati e sostituendo colonne con pilastri in cemento armato. Ad essi si deve anche la rovina della più ariose e snella composizione antica che, in piazza Fioritti, ha perduto la leggiadra decorazione ionica della primitiva spartitura esastila. Le colonne in pietra sono state sostituite con fusti a getto, coronati da capitelli tuscanici, di sapore vagamente borbonico.
Il danno ammonta ad trentennio fa ma ancora oggi, salvo pochi, gli operatori delle nuove leve, con false convinzioni parlano di esigenze moderne, di rinnovamento e non necessari reinvestimenti, come se tutto questo non fosse possibile anche nel rispetto della cultura, delle tradizioni e dell’ambiente
Ugo Jarussi