Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Puglia, formalmente adottato dalla Commissione Europea il 24 novembre 2015, delinea le priorità per l’utilizzo di 1.637.880.991,74 di euro di finanziamento pubblico, dei quali 991 milioni di euro a valere sul bilancio UE e 647 milioni di euro di cofinanziamento nazionale (Stato e Regione) ed è in grado di generare investimenti per oltre 2,1 miliardi di euro. Il PSR della Puglia finanzierà azioni nell’ambito di tutte le sei priorità dello sviluppo rurale, con particolare attenzione alla preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura, nonché al potenziamento della competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme della redditività delle aziende agricole. Per garantire, comunque, il rilancio del settore agricolo, assicurando un equo reddito ai nostri produttori, occorre necessariamente definire il ruolo, l’organizzazione e gli obiettivi dell’agroalimentare pugliese. Numerose le sfide con le quali dovrà cimentarsi l’agroalimentare pugliese dei prossimi anni: produttività, sostenibilità economica, ambientale e sociale, innovazione, reti e territori, ricambio generazionale, nuovi modelli di organizzazione economica dei produttori sia nella fase primaria che in quella di trasformazione dei prodotti agricoli, internazionalizzazione, utilizzazione delle bioenergie rinnovabili, diversificazione in attività non agricole e accesso al credito.
I prodotti della nostra agricoltura sono espressione di un patrimonio di conoscenze, di una cultura millenaria radicata nei territori, che appartiene a tutta la filiera produttiva; poi però essi devono trovare le “strade” del mondo per far conoscere e apprezzare il “Made in Puglia”. Per fare questo dobbiamo necessariamente modernizzare la nostra agricoltura e le nostre filiere. I mercati globali si presidiano con la competitività, passando anche attraverso l’innovazione che migliora i processi, i prodotti e, in ultima analisi, la redditività degli operatori. Per questo dobbiamo puntare sulle imprese, sia singole che associate, che abbiano una valenza economica, che siano in grado di stare sul mercato perché, solo incrementando la loro attività e quindi in prima battuta la produzione e la produttività, si potrà conseguire l’obiettivo di favorire uno sviluppo del settore che garantisca crescita ed occupazione a vantaggio di tutti e che allo stesso tempo sia sostenibile. In tale ottica non c’è contrapposizione tra filiere “corte” e “lunghe”: il vero tema dell’agricoltura pugliese riguarda l’organizzazione per imporsi sui mercati, quello interno e quello globale.
Occorre, quindi, fare sistema e creare stretti collegamenti fra ricerca scientifica, imprese, finanza e Istituzioni, così da assecondare più efficacemente l’innovazione, indispensabile per la valorizzazione e competitività dell’agroalimentare sui mercati internazionali. Difendere l’agricoltura vuol dire preservare una ricchezza formidabile che altre Regioni europee cercano di valorizzare e utilizzare per far crescere la propria economia e per il miglioramento della qualità della vita.