Le vecchie cartoline hanno sempre qualcosa da comunicare ai posteri. Ci mostrano com’erano una volta i luoghi raffigurati, e come sono stati cambiati dal tempo che è trascorso. La magia delle antiche fotografie viene esaltata dall’applicazione dell’intelligenza artificiale, a dimostrazione del fatto che, se opportunamente utilizzati, anche i freddi algoritmi possono diventare strumenti utili a farci capire meglio il nostro passato, la nostra storia.
E’ il caso di questo stupendo panorama di Vieste, che risale più o meno ad un secolo fa. Come scriveva giustamente il grande sociologo Sabino Acquaviva, che sarebbe poi diventato il promotore e il padre del Parco Nazionale del Gargano, allora la Montagna del Sole era ancora un’isola. Non contaminata dal turismo e dall’incontro con altre civiltà. A guardare la splendida foto scattata da un anonimo autore più o meno nel 1925, Vieste pare proprio un’isola, completamente diversa da quella di oggi, capitale indiscussa del turismo pugliese, pullulante di turisti e di strutture per la loro accoglienza.
Il castello non era completamente circondato dalle case. Il paese cominciava ad estendersi verso est, lasciando quasi presagire la futura crescita esponenziale. Poche sparute barche a Marina Piccola lasciano intendere che l’attività prevalente della comunità fosse quella agro-pastorale. C’è tanta poesia, in questa immagine che regaliamo ad amici e lettori del blog in questa puntata di Memorie Meridiane, la rubrica che offre in omaggio gadget digitali che riguarda il nostro passato e la nostra identità.
(Lettere meridiane-Geppe Inserra)