Martedì 11 Agosto, alle ore 21.30, a Lesina, nella piazzetta San Clemente (lungolago) avrà luogo la presentazione del libro di Salvatore Primiano Cavallo dal titolo “La bonifica idraulica del comprensorio lagunare”.
La bonifica del Lago di Lesina ha compreso un piano impostato su basi di bonificamento fino ad allora sconosciute e mai realizzate in zona. Costituito da bassi fondali, da gronde basse e dalla forma allungata che corre parallelamente al mare Adriatico, il lago è separato da questo attraverso una duna naturale e sabbiosa. Il dislivello tra le sue acque e quelle del mare, se da un lato favoriva la pescosità del bacino, dall’altro era causa dell’insalubrità del comprensorio. Infatti, quando, durante i mesi estivi, le acque lacustri si ritiravano, i terreni adiacenti restavano umidi per diverso tempo e, per i forti calori estivi, le materie organiche si decomponevano producendo malsane esalazioni.
Il problema della bonifica ispirata a concetti di pubblica salute fu affrontato sin dal 1874, ma i lavori in seguito eseguiti non portarono nessun miglioramento in merito. Solo nel gennaio del 1927 si dette materialmente inizio al nuovo piano di bonifica, i cui canoni fondamentali erano quelli consistenti in lavori di colmata delle zone paludose, canalizzazioni per la raccolta delle acque, realizzazione di canali sublacuali, apertura di canali di comunicazione tra il mare e il lago e la conservazione di quest’ultimo come bacino di pesca. Questo programma comportò diversi provvedimenti tecnici e richiese molte opere complementari e accessorie tra cui la sistemazione dei corsi d’acqua delle pendici del Gargano, la realizzazione di reti stradali, di linee elettriche e altro ancora. L’Impresa Pietro Cidonio di Roma eseguì tutti i lavori dei tre lotti e l’opera, oltremodo laboriosa e difficoltosa, fu portata a termine nel 1937, ma non definitivamente perché tutti i lavori di bonifica del Lago di Lesina, protrattisi per un quarantennio attraverso difficoltà di ogni genere, non esclusi gli eventi bellici, si sono conclusi con pieno successo. La malaria è scomparsa e i terreni dell’intero comprensorio sono stati maggiormente valorizzati con le opere irrigue degli anni Sessanta e Settanta.