PIEMONTESE, TRATTURI: PROPOSTA LEGGE PER SDEMANIALIZZARE TERRENI COSTRUITI

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Una norma che consente ai proprietari di acquisire liberamente la quota di superficie collegata ai loro singoli appartamenti, grazie alla generale sdemanializzazione delle aree che erano attraversate da tratturi e su cui sorgono condomini. È l’intervento legislativo elaborato dall’assessore regionale al Bilancio, Raffaele Piemontese, il cui contenuto è stato Illustrato e confrontato, mercoledì scorso, con il Consiglio notarile di Foggia. La riforma sarà proposta al Consiglio regionale pugliese nel corpo del disegno di legge di assestamento del bilancio di previsione, la cui discussione si avvierà nelle prossime settimane.

Il provvedimento risolve le criticità che si riflettono sulla trasferibilità delle singole unità immobiliari come, ad esempio, quelle che, in caso di compravendita, stanno accusando i soggetti acquirenti per accedere al credito poiché le banche non erogano mutui per gli immobili che sorgono su suolo appartenente al Demanio regionale.

“Finalmente andiamo a sbloccare una situazione di enorme impatto sociale ed economico – osserva Piemontese – che tocca il bene casa di migliaia di famiglie, proprietarie finora dimezzate dei propri appartamenti che non riuscivano a vendere, né a trasferire ai propri figli perché formalmente proprietari solo della superficie”.

La questione riguarda i fabbricati realizzati sugli antichi tratturi, trasferiti dallo Stato al patrimonio delle Regioni nel 1970, nell’anno della loro istituzione. Nei condomini con diversi appartamenti e diversi proprietari, il suolo costituisce parte comune dell’edificio. Essendo di natura demaniale, pur alienabile secondo il Testo Unico sul demanio armentizio, il suolo tratturale su cui sorge il condominio non era divisibile ma doveva essere acquistato in blocco con il consenso unanime di tutti i condomini. Infatti, “a distanza di cinque anni dall’entrata in vigore del Testo Unico, non è stato sdemanializzato alcun suolo tratturale costituente il sedime di fabbricati con più unità immobiliari”, si legge nella relazione che accompagnerà la proposta di modifica dell’articolo 7, comma 3, della Legge regionale 5 febbraio 2013, n. 4 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di demanio armentizio e beni della soppressa Opera nazionale combattenti”.

Le criticità si sono registrate in modo particolare a Foggia, nucleo politico ed economico nell’amministrazione della Dogana della Mena delle pecore di Puglia fin dai tempi di Federico II, nodo terminale dei più importanti tratturi. Su quelle aree, sono sorti i quartieri della Foggia moderna: dalla grande arteria di Viale Ofanto sull’antico tracciato del Tratturello Foggia-Camporeale, a Viale degli Aviatori sul Tratturello Foggia-Ascoli-Lavello, ma anche Corso Roma dove sorgono grandi condomini, via Capozzi, via Galiani, via Scillitani, via Conte Appiano, via della Repubblica.

Non a caso, mercoledì scorso, nella sede foggiana degli uffici regionali di via Rosati, l’assessore Piemontese, insieme al Dirigente della Sezione Demanio e Patrimonio, Giovanni Vitofrancesco, e alla Dirigente del Servizio amministrazione dei beni del demanio armentizio, ONC e riforma fondiaria, Costanza Moreo, ha ospitato il presidente Antonio Pepe e i componenti del Consiglio notarile dei distretti riuniti di Foggia e Lucera, illustrando loro i contenuti dell’intervento legislativo.

La modifica proposta prevede “la sdemanializzazione delle aree tratturali classificate alienabili sulle quali insistono costruzioni, legittime dal punto di vista edilizio, in modo da consentire anche la vendita del suolo pro quota in relazione ai millesimi posseduti dalla proprietà superficiaria interessata al trasferimento”.

Resta confermato che il prezzo della vendita di quei suoli resterà a valore pressoché simbolico, essendo “scontato” del 90 per cento, se sono abitazioni, rispetto alle stime elaborate dalla Sezione Demanio e Patrimonio della Regione Puglia.