(carrellata di alcuni detti, che spesso citiamo senza sapere il perché)
PARLA ACCÓM’ MAMM’TA T’À NZ’NGAT’
(Parla come tua madre ti ha insegnato)
Si tratta di un modo di dire che richiama alla realtà delle cose coloro i quali, pur non avendo l’istruzione e la preparazione necessaria vogliono parlare da persone altolocate, un linguaggio elevato e difficile, e così dicono delle solenni corbellerie. Per questo, qualcuno che capisce e che gli è vicino, per parentela o per affetto, richiama costoro alla realtà delle cose avvertendoli bonariamente che la gente ride del loro modo di parlare sofisticato, dal momento che non ne hanno acquisito la necessaria cognizione, e dice chiaro e tondo a qualcuno di questi: “Parla accóm’ mamm’ta t’à nz’ngate!”, cioè il genuino linguaggio casalingo di cui nessuno ha il diritto di ridere, perché ogni paese e quindi ogni uomo ha il suo vernacolo.
UNA GAFFE MADORNALE
Al precedente detto si addice anche quest’altro. Molto spesso chi, durante una conversazione, vuol sempre “tenere banco”, pretendendo dagli altri la massima attenzione, finisce per non sapere cosa dice, incappando inevitabilmente in memorabili gaffe. All’ignoranza poi si aggiunge l’esibizionismo maldestro, se parole ed espressioni straniere vengono dette a sproposito! Famosa la gaffe di una insegnante che disse: “Sono stanchissima, vado a gettarmi nelle braccia di Orfeo!”, anziché Morfeo. Emanuele Petrucci