L’Associazione Avis comunica il 24 gennaio prossimo ci sarà la prima donazione sangue del 2016. La sede del prelievo è quella del Poliambulatorio sanitario vicino alla stazione.
NUOVA TASSA EUROPEA SULLA BENZINA A SOSTEGNO DEI MIGRANTI: GLI ITALIANI DICONO NO
Potrebbe essere approvata tra pochi giorni la nuova imposta sulla benzina avanzata dal ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble di inserire una nuova tassa europea sulla benzina per fronteggiare i costi dei migranti che negli ultimi mesi stanno gravando sull’economia di molti paesi della comunità. Tale notizia non ha fatto gioire i cittadini italiani già in difficoltà per l’alta pressione fiscale a cui sono sottoposti, e per la grande quantità di accise presenti nel prezzo finale della nostra benzina. Di sicuro è giusto cercare una soluzione ai vari problemi che sorgono di natura economica come quello dei migranti che oggi ci affligge, ma non si può approvare l’ennesima tassa che andrebbe a pesare sulle fasce deboli del popolo già gravemente in difficoltà. Molti a questo punto sono gli interrogativi che ci si pone, come per esempio: perché il prezzo del petrolio a barile scende mentre la benzina venduta presso i distributori rimane invariata o aumenta? Perché si devono ancora pagare le accise riguardanti la guerra in Abissinia (1935), la crisi di Suez (1956),il terremoto del Belice (1968) e tante altre? Perché il governo cerca di fare cassa prelevando dal popolo come se fosse un bancomat invece di trovare soluzioni alternative che non gravino sui cittadini?
Una domanda che tutti ci dovremmo chiedere è: quali pensieri e conseguenze avrebbe l’introduzione di tale imposta in Italia? Cominciamo a specificare che mentre in molti paesi dell’UE il prezzo della benzina va di pari passo con quello del petrolio e quindi tale tassa non inciderebbe più di tanto, in Italia non è cosi, per via delle numerose accise che già sono presenti. Inoltre il classico cittadino italiano che vede il lavoro diminuire per via di immigrati che lavorano per un salario misero, bombardato da informazioni in cui si parla di violenze, rapine, stupri e tanti altri fatti rimasti impuniti dalla legge, ora dovrà sopportare pure la beffa di doverli mantenere. Purtroppo come sempre, assistiamo all’ennesimo caso in cui per il governo la soluzione più facile a tutti i problemi economici è l’istituzione di una nuova tassa senza pensare alle conseguenze che ne possono derivare come l’insorgere di movimenti anti-europeistio contro gli immigrati.
ALLARME PER LA “PROCESSIONARIA DEL PINO” NELLA ZONA DEL PARCO DEL GARGANO
Sembrerebbe di sì. Infatti sono giunte segnalazioni in tal senso in cui moltissimi alberi di pini rischiano di morire proprio a causa del “Thaumetopoea pityocampa” che il lepidottero killer della pianta.
Già nel 2013 il nostro concittadino Nazario Palmieri, funzionario del Corpo Forestale dello Stato, sul suo libro “Le Pinete del Gargano”, scriveva delle insidie delle pinete d’aleppo “Senza dubbi la processionaria del pino o thaumetopoea pityocampa è una di queste. Le larve nascono intorno alle foglie dei pini, generalmente nelle parti più soleggiate, scegliendo di preferenza le piante ai bordi dei boschi, nei punti più aperti e di altezza limitata. Le larve appena nate rodono le foglie vicino ai corion avvolgendole con fili di seta bianchi. In seguito si spostano su un altro punto della chioma e costruiscono un nido formato da un tessuto lasso che viene via via infittito e aumentato di dimensioni al sopraggiungere della cattiva stagione. A primavera viene ripresa la normale attività e le larve quando escono dal nido, si pongono in fila indiana formando cordoni interrotti, talvolta lunghissimi sparpagliandosi sulle piante per poi ritornare nel nido guidate dal filo sericeo che avevano disteso all’andata. La voracità di queste larve è notevolissima: esse possono defogliare intere piante.
La lotta a questa malattia del pino d’aleppo consiste nel taglio e nella distruzione dei nidi durante la stagione invernale o anche nell’uccisione delle larve mediante l’iniezione con particolari attrezzature, di insetticidi cloroderivati organici nell’interno del nido. Contro le larve di processionaria si sta attualmente sperimentando, con successo, anche la lotta biologica con preparati a base di bacillus thuringiensis, un batterio che una volta ingerito dall’insetto libera un’endotossina che provoca la paralisi dell’intestino e la morte del lepidottero per setticemia”. Quindi il problema esiste, ma può essere debellato con alcuni accorgimenti se non si vuole che questo straordinario orto botanico naturale venga insidiato anche da patie da insetti oltre che dagli incendi e dalle avversità atmosferiche.
L’ASSENZA DEL COMUNE DI SAN NICANDRO ALLA MANIFESTAZIONE NOTRIV
Egregio Direttore, vi scrivo solo per una questione di appartenenza alla comunità sannicandrese. Infatti sono di San Nicandro ma abito in un paese del Gargano. Ho appreso la notizia che alla manifestazione di Monfredonia contro le trivellazione del mare vicino alle Tremiti era assente la delegazione della mia città, cioè di San Nicandro. Lo so che il nostro comune ha solo qualche chilometro di costa e che ormai il mestiere di pescatore ormai è quasi tramontato. Però siamo sempre un paese con più di quindici mila abitanti, che ha Torre Mileto e che si sente quasi proprietario dell’istmo dello Schiapparo. Se non altro per questioni di vicinanza agli altri comuni e per essere solidale contro la vicenda delle trivelle a Tremiti, una delegazione doveva essere presente a Manfredonia. Oltre che aver dato occasione per farsi criticare da parte della opposizione, ha avuto il demerito di essere poco considerato nelle istituzioni. Se siamo assenti negli altri tavoli programmatici come siamo stati assenti a Mafredonia, allora sì che conteremo sempre poco in qualsiasi richiesta che si fa e nelle aspettative per San Nicandro. Mi auguro che quest’anno ci sia un cambio di rotta nel senso di essere Più attivi e presenti ovunque altrimenti non dobbiamo meravigliarci più di tanto se San Nicandro andrà sempre più alla deriva.
NASCE IL COMITATO POPOLARI PER IL “NO”, C’E’ ANCHE MARINACCI
Oggi, in conferenza stampa alle ore 12 al Senato, in sala Nassiriya, i senatori Luigi Compagna, Carlo Giovanardi, Mario Mauro, Maurizio Eufemi e gli onorevoli Giuseppe Gargani, Nino Gemelli, Nicandro Marinacci e Mario Tassone spiegheranno le ragioni dell’iniziativa.. “L’Italia- scrivono in una nota- è di fronte ad un passaggio delicato della sua storia. Le riforme apportate e il significato che il presidente del consiglio attribuisce ad esse, costituiscono una pericolosa e irreversibile inversione di tendenza nel processo di espansione della democrazia. I fautori del Si alle riforme cercheranno di far leva sulla diffusa sfiducia nella politica. Si parlerà dei costi della politica, delle lungaggini parlamentari, delle inutilità degli estenuanti dibattiti. Tutto ciò che costituisce ricchezza di democrazia e di controllo sull’operato del governo e della pubblica amministrazione, scompare. Chi sorveglierà le gestioni di enti pubblici, chi porrà freni ad atti che attentano ai diritti? Il Parlamento perde la centralità e il cittadino privato dalla sua rappresentanza non ha le dovute garanzie. Il Comitato Popolare per il NO aggrega i cittadini che al referendum difenderanno quei valori e principi che attraverso la Costituzione hanno fatto dell’Italia uno dei paesi più importanti al mondo”.
IL M5S PROTOCOLLA AL COMUNE L’INTRODUZIONE DEL “BARATTO AMMINISTRATIVO”
Oggi, presso il Comune di San Nicandro, è stato protocollato da parte di Marialuisa Faro e della consigliera regionale del Movimento 5 stelle Rosa Barone, la richiesta di definizione di un Regolamento Comunale che introduca la possibilità del ” Baratto Amministrativo”. Il baratto amministrativo è previsto dalla legge dello stato n° 164 del 2014 all’art. 24. Cosa definisce? Definisce le misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio”, in poche parole l’amministrazione potrà agevolare coloro che sono impossibilitati a pagare i propri debiti attraverso una collaborazione che prevede lo svolgimento di lavori socialmente utili per estinguere il proprio debito, creando così una sinergia tra cittadini e amministrazione, nonché una maggiore sensibilizzazione dei cittadini alla tutela e al rispetto del proprio territorio. Il M5S è certo che l’amministrazione accoglierà positivamente la richiesta.
CONCORSO INAIL 2016, 20 ASSUNZIONI, REQUISITI E DOMANDE
L’Inail ha di recente pubblicato in Gazzetta Ufficiale i requisiti necessari per la ricerca di 20 posizioni, di cui dieci inerenti l’area tecnica ortopedica mentre altre cinque riguardano personale impiegatizio tecnico – ingegneristico. Infine, le ultime cinque posizioni riguardano altri quattro costruttori ortopedici e un verniciatore / resinista. Ibandi di lavoro sono indetti tramite concorso pubblico, che selezionerà i candidati in base ai titoli in possesso e al superamento degli esami, fino a garantire la completa copertura delle posizioni aperte. Per quanto concerne invece l’inserimento, le persone saranno collocate alla quinta categoria del contratto nazionale riguardante gli addetti del settore metalmeccanico.
Presentazione della domanda. Per prima cosa, è necessario predisporre il proprio curriculum secondo il formato europeo: bisognerà quindi inserire data e firma, mentre il tutto dovrà essere inviato in posta raccomandata con ricevuta di ritorno alla Direzione Risorse Umane dell’Inail, indicando sulla busta la dicitura “domanda di partecipazione al concorso pubblico Inail tecnico Ortopedico – Costruttore ortopedico a banco e a macchina (CP01)”. In alternativa, è possibile effettuare la candidatura tramite posta elettronica certificata all’indirizzo dcrisorseumane(AT)postacert.inail.it. La scadenza perentoria per l’invio è fissata al 4/02/2016. Tra i requisiti di partecipazione: la cittadinanza italiana, il possesso della patente B, il non aver avuto pregressi penali ed una comprovata esperienza nel settore di riferimento di almeno 2 anni. Si consiglia di consultare il sito.
ALLA MAISON D’ALTA MODA FOGGIANA SAMANTA RUSSO IL PREMIO “GIOCONDA 2016”
Grande cornice di pubblico allo Showroom “IN” di Montelupo Fiorentino (Firenze), venerdì 15 Gennaio 2016, per la Cerimonia di consegna del “Premio Gioconda 2016”, all’interno della serata conclusiva della tre giorni “Fuori Pitti”, organizzata dalla Camera Regionale della Moda Italiana, ed in contemporanea al prestigioso “Pitti Immagine Uomo 89”. Quest’anno il Premio è stato consegnato durante la presentazione dell’iniziativa “Art in Fashion”, Evento con gli importanti Patrocini di Padiglione Italia Expo Milano 2015 e Regione Toscana, quale “Evento Culturale di Qualità”, un Patrocinio concesso solo a pochissime Manifestazioni di carattere Regionale e Nazionale, ed è stato assegnato a nomi illustri del palcoscenico della Moda Italiana: Samanta Russo, Erasmo Fiorentino, Nyom Roma e Frida Querida Firenze.
La Maison d’Alta Moda foggiana Samanta Russo, vincitrice del “Premio Gioconda 2016” per chi “opera e promuove al meglio, in Italia e nel mondo, l’eccellenza italiana”, ha impreziosito ulteriormente la serata con un’affascinante Sfilata di Creazioni Haute-Couture Donna, eleganti ed esclusive, creando atmosfere fiabesche, seguita a ruota dalle Creazioni degli altri Brand premiati. Molte anche le Artiste, del mondo dello Spettacolo e della Musica, che amano indossare un Abito Samanta Russo, e ne diventano sempre testimonial entusiaste; numerose e selezionate Creazioni Samanta Russo accompagnano, inoltre, l’allestimento stesso dello Showroom “IN”, in pianta stabile da numerose settimane.
Il Premio, nel 2014, fu consegnato alle giovani Stiliste Asia Neri e Silvia Costa (Asia Neri Couture), per il loro talento, con due collezioni di abiti realizzati tramite la loro ricerca sui materiali ecosostenibili; a Lucia Boni, per l’imprenditoria femminile artigianale, riconosciuta anche nel cinema (realizzazione di costumi per Amleto di Franco Zeffirelli); un’ennesima Targa, per la sensibilità e l’eleganza nell’esprimere la Moda attraverso il Cinema, è stata consegnata ad Alessio Marzi, A.D. della Marzi Firenze; Marzi ha infatti contribuito ai Costumi della pellicola “La Grande Bellezza” del regista Paolo Sorrentino, vincitrice del Premio Oscar 2014 ed altri numerosi Premi; l’ultima Targa del “Premio Gioconda 2014”, per l’espressione dell’imprenditoria femminile internazionale, è stata assegnata ad Antonella Rossi, Maestra dell’Arte Sartoriale e promotrice dell’Eccellenza del Made in Italy.
“Art in Fashion” è un Progetto di promozione per il Turismo Industriale ed Artigiano, che promuove itinerari ideali per la scoperta di Brand d’Eccellenza di ogni settore, senza contare la Cultura e il Turismo. Promosso lo scorso anno dalla “Camera Regionale della Moda Italiana – Toscana”, e svolto nella regione Toscana, è stato invece, in questa Edizione 2016, ampliato anche nelle varie Regioni dove il CRMI è presente con le sue Sedi: Lazio, Puglia, Marche, Veneto, Sicilia e Toscana.
Il “Premio Gioconda 2016” assegnato alla Maison pugliese è stato ritirato in prima persona da Madame Samanta Russo, CEO & Founder della Casa d’Alta Moda foggiana, al termine della Sfilata del Brand, suscitando emozioni, e scroscianti applausi, del numeroso pubblico presente.
MOBILITAZIONE 23 GENNAIO UNIONE DEGLI STUDENTI E LINK
“Nessuno escluso! 23 gennaio in piazza in tutta Italia con le associazioni Lgbt” Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario aderiscono alla mobilitazione lanciata dalle associazioni lgbt per i diritti delle coppie omosessuali e l’uguaglianza: il 23 gennaio con tante piazze in tutto il Paese per raccontare l’uguaglianza e il 26 gennaio in presidio presso il Senato in concomitanza con la discussione parlamentare sul Ddl Cirinnà. “Saremo in piazza il 23 gennaio perché per noi è fondamentale garantire il riconoscimento dei diritti civili di tutte e di tutti, contro ogni discriminazione. Questa data rappresenta un fatto politico molto importante, in un contesto in cui è ancora forte l’oppressione e la disinformazione di associazioni e forze omofobe, oscurantiste e neo-fasciste che con le loro iniziative, a partire dalla campagna contro la fantomatica Teoria Gender nelle scuole, vogliono impedire qualsiasi forma di riconoscimento dei diritti per le coppie omosessuali. Abbiamo dunque bisogno di una vera e propria risposta popolare che, oltre al supporto della libertà di orientamento sessuale e della volontà di autodeterminazione affettiva, pratichi una battaglia di tutte e tutti contro la subalternità” -Dichiara Sara Nazzaro, portavoce di UDS Foggia “Il ddl Cirinnà non rappresenta il punto di arrivo dalle nostre battaglie in quanto non incarna un modello che affermi appieno l’uguaglianza delle famiglie e dei diritti degli individui: ancora una volta il Governo gioca al ribasso con i diritti, durante la discussione parlamentare si rischia di mutilare ulteriormente il testo di legge, come nel caso della stepchild adoption.
Saremo in piazza per ribadire anche questo, affinché il 23 si compia il primo passo verso l’istituzione e il riconoscimento di altri diritti per le persone omosessuali, come quello al matrimonio e all’adozione, in nome di una politica di welfare che va rivista e ripensata, volta a debellare le diseguaglianze attraverso una libera promozione dei saperi. In quanto soggetti in formazione questo appuntamento è imprescindibile, vogliamo essere parte attiva di una società nella quale nessuno possa sentirsi escluso, dove vi siano pari diritti per tutti. “-Dichiara Valerio L’Arab, portavoce di LINK Foggia “Ci impegniamo sui territori con le associazioni che hanno promosso la mobilitazione e con le tante realtà che hanno aderito alla costruzione di piazze partecipate, attraverso l’ulteriore coinvolgimento dei soggetti impegnati quotidianamente in battaglie per l’affermazione dei diritti civili, delle protezioni sociali e dell’uguaglianza” – concludono gli studenti nella nota – “Anche da questa capacità di allargamento e di tracciare connessioni programmatiche può derivare a nostro avviso la definizione di un orizzonte di nuove mobilitazioni per i diritti di tutti e l’uguaglianza sostanziale, contro la recrudescenza dell’oscurantismo, delle discriminazioni e dell’omotransfobia”.
UNIVERSITA’ FOGGIA: SOCIAL LAB, IL LAVORO COME PROGETTO SOCIALE
Gli anglosassoni lo chiamano “self placement”, ovvero l’arte di fare in proprio (o per se stessi) quello che invece i più si aspettano “arrivi dall’alto” o “fosse già pronto”. Si tratta di una disciplina che sta diventando sempre più scientifica, nonostante si tratti – in buona sostanza – del vecchio adagio che risponde al principio mai fuori tempo del “darsi da fare”. Ma l’applicazione pratica a teorie socio-economiche, di psicologia e management ha sdoganato le cosiddette lauree deboli, ovvero quelle con poca possibilità di assorbimento da parte del mondo del lavoro una volta venuti in possesso del titolo di studio, e reso queste pratiche una vera e propria materia di stringente attualità. In tutti gli Atenei del mondo.
Giovedì prossimo – 21 gennaio, dalle ore 09.30 in poi, nell’aula conferenze del Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione in via Arpi 155 – si terrà il seminario di studi intitolato Social lab, Social Work: il lavoro come progetto sociale – Studio di un caso di eccellenza di placement con “lauree deboli”: un breve percorso scientifico e didattico per illustrare come effettivamente «esistano giovani che il lavoro non lo cercano: lo creano; anche al Sud, ti mostriamo chi e come» prendendo spunto dal sottotitolo dell’iniziativa organizzata dalla prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio della cattedra di Progettazione e valutazione dei sistemi educativi e formativi presso il Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione dell’Università di Foggia. “Cerchiamo di coniugare creatività e lavoro, self-leadership e impegno sociale – spiega la prof.ssa Antonia Chiara Scardicchio – ma soprattutto di focalizzare competenze e percorsi ideali per poterci arrivare il più in fretta e il meglio possibile. Quelle che sembrano nuove tendenze, in realtà sono strategie socio-economiche e psicologiche validate scientificamente da molti anni e che evidenziano il ruolo della “visione” nella realizzazione di ogni progetto. Sia di vita che di lavoro. Come Ateneo abbiamo a cuore che i nostri laureati sviluppino dunque non soltanto conoscenze ma anche visioni, ovvero le cosiddette “metacompetenze” oggi sempre più richieste nel mercato del lavoro: per questo offriamo percorsi che rappresentano un modello evoluto rispecchio al vecchio placement che consisteva nel fornire informazioni relative alle aziende che assumono. Già da molti anni l’Università di Foggia offre proprio in questa direzione percorsi innovativi, si pensi alle consulenze gratuite offerte dai ricercatori del Bilancio di competenze a tutti gli studenti di tutti i Dipartimenti. In questo seminario, come già in passato su questa linea, non ci limiteremo a presentare teorie e ricerche ma ospiteremo giovani che “ce l’hanno fatta” , per offrire ai nostri studenti testimonianze reali e vere e proprie spinte per la creatività e la “non resa” di fronte alla crisi”.
A intervenire al seminario di studi saranno prof.ssa Lucia Maddalena (delegato rettorale all’Orientamento, Tutorato e Job Placement), prof. Marcello Marin (direttore del Dipartimento di Studi umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della formazione dell’Università di Foggia), dott. Tommaso Vasco (responsabile dell’Area Orientamento, tutorato e diritto allo studio dell’Università di Foggia), dott.ssa Rita Saraò (responsabile Settore Orientamento, tutorato e diritto allo studio), prof.ssa Daniela Dato (delegato del Dipartimento di Studi umanistici all’Orientamento, Tutorato e Placement), Andrea Mori (direttore culturale Coop. Soc. Progetto Città, Bari, innovatore sociale, esperto di animazione sociale e pedagogia del gioco e dell’immaginario) e il gruppo di giovani «inventori del proprio lavoro nonostante la laurea debole». Di particolare interesse le loro testimonianze dirette:Davide Annichiarico, Rosanna Mastrogiacomo, Ivan Di Mauro, Valeria Zoli – cioè quelli che ce l’hanno già fatta, a concretizzare le proprie idee – mostreranno ai nostri studenti che “la cultura non è mai debole”.
LA CROAZIA CANCELLA IL DEBITO DEI SUOI CITTADINI E RIFIUTA L’EURO
La Croazia ha cancellato il debito dei suoi cittadini e, nonostante sia membro dell’Unione europea dal 1º luglio 2013, continua ancora ad usare la sua valuta nazionale, la kuna croata, rifiutando l’euro. Il Governo così si propone di aiutare alcuni dei 317.000 croati i cui conti bancari sono stati congelati a causa dei loro debiti. Precisamente saranno 60.000 i cittadini che potranno beneficiare di questa misura che è fattibile senza la moneta unica e che costerà tra i 31 milioni di dollari e i 300 milioni.
REQUISITI . Il debito deve essere inferiore a 35.000 kune (circa 5000 dollari), e il reddito mensile non deve essere superiore a 1.250 kune (138 dollari). Una manovra senza precedenti per gli economisti.
NOMINA DEL PRESIDENTE DELL’ASP ZACCAGNINO, QUESTIONE DI ORE
Sembra proprio arrivare al traguardo la nomina del Presidente dell’Asp Zaccagnino. Infatti in una delle prossime giunte regionali la questione sarà definitivamente risolta. Oltre alla riconferma di Nicandro Di Salvia, si continua a parlare di una donna che potrebbe essere nominata al vertice dell’ente. Si è parlato tanto di “sannicandresità” di nomina nel senso che il Presidente deve essere espressione della comunità sannicandrese che ha professionisti capaci e competenti per assolvere quel ruolo dirigenziale. Si dice che l’Asp sia un patrimonio “di San Nicandro” e come tale dovrebbe essere gestita da questa cittadina. Per alcuni è impensabile affidare l’ente a professionalità esterne. Anche la politica, all’unanimità, si è espressa in tal senso con una delibera consiliare in cui si precisava proprio questo. Qualcuno ha chiesto a Civico93 se ci sia stato un intervento della nostra amministrazione presso Emiliano per garantire la “sannicandresità” della nomina proprio in virtù di quella delibera del consiglio comunale. Forse sarebbe auspicabile che lo facesse inviando copia della delibera.
Insomma tanta attenzione al problema dell’Asp che sicuramente a giorni avrà una nuova governance e si conoscerà chi guiderà l’ente senza percepire nessun emolumento per l’opera prestata.
CERA: INIZIATIVE URGENTI A TUTELA DELLA SALUTE DEI CITTADINI
“Servono accertamenti urgenti, verifiche ed analisi appropriate per capire le ragioni che determinano l’elevato numero di casi di malattie tumorali ed altre gravi patologie. Ci riferiamo alle manifestazioni di morbosità e alle situazioni riscontrate nella popolazione della Capitanata e in particolar modo del Gargano e dei Monti Dauni” Queste le motivazioni che hanno spinto il Presidente del Gruppo POPOLARI, Napoleone Cera, all’inoltro di una interrogazione urgente al Presidente della Giunta, nonché all’Assessore all’Ambiente della Regione Puglia. “L”interrogazione, prosegue Cera, serve perché si proceda con urgenza a controlli e analisi specifiche sul territorio per monitorare adeguatamente sia la qualità dell’aria, sia le falde acquifere e di superficie, utilizzando le competenze di ARPA Puglia e delle ASL territorialmente competenti”.
TRIVELLE, SI’ DELLA CONSULTA AL REFERENDUM
Chiunque vinca il referendum, non ci sarà alcuna nuova trivellazione. Questa, secondo fonti di governo, la posizione dell’esecutivo dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato ammissibile solo uno dei sei quesiti presentati in materia di estrazione di idrocarburi. Da Palazzo Chigi ritengono sbagliato impostare il quesito come “trivelle sì o trivelle no”. Il governo difende tuttavia l’attuale norma della legge di stabilità che “dice che la concessione dura finché dura il giacimento. Il che significa garantire la manutenzione degli impianti, l’impatto ambientale degli stessi e anche circa cinquemila posti di lavoro”. Il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono stati nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione.
“Per festeggiare – ha commentato il governatore della Puglia, Michele Emiliano – organizzerei un corteo con le automobili”. Il presidente Renzi “dev’essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito democratico dev’essere contento per definizione”, ha continuato Emiliano, “la campagna referendaria contro le trivelle, comincia subito”. I quesiti referendari proposti erano in tutto sei. In un primo tempo l’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti. Ma il governo ha introdotto una serie di norme nella legge di Stabilità che hanno messo mano alla materia, ribadendo il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare. (repubblica)
CERCASI “BIA”
Ci è giunta una richiesta di pubblicazione della scomparsa un cane di nome “Bia”. La zona interessata dovrebbe essere quella dell’ospedaletto e della stazione, ma è interessato tutto il nostro territorio. Chiunque può fornire informazioni e notizie su “Bia” è pregato di mettersi in contatto con questo numero: 327-4663654.
PRESIDENZA ASP ZACCAGNINO E DIRITTO DI “SANNICANDRESITA’”
Carissimo Direttore, permettimi un commento sulla pubblicata nota del presidente Nicandro Di Salvia (SEL) e di Loredana Di Salvia ( Forza Italia), finalizzate alla riconferma solo e soltanto di un “sannicandrese” alla presidenza dell’ASP Zaccagnino per i prossimi 5 anni. Risultando finora la nuova nomina da parte del presidente della Regione Puglia, evidentemente ostacolata da diverse indicazioni della politica già a livello locale che incuranti del tiro di corda, hanno sottovalutato la possibilità che una persona “ terza ” (e non residente in San Nicandro Garganico o addirittura una donna), potesse risolvere l’insorta controversia tra le correnti di partito. Ben sapendo lo scrivente che, in questo specifico settore “socio sanitario” la Regione Puglia paga decenni di arretratezza legislativa, non adeguatamente supportata da specifiche professionalità acquisite nel tempo e dalla carenza di investimenti, pur già presenti da anni in altre e ben note realtà regionali. Infatti nell’Emilia Romagna da anni (e più o meno gratuitamente dal reddito) vengono offerti svariati servizi alle persone disagiate e che non corrispondono minimamente agli “standard qualitativi” tutt’ora in atto a livello locale e regionale con l’apporto continuativo di tutti i Comuni direttamente interessati dalle aree d’ ambito. La stessa costituzione giuridica delle ASP presenti sul territorio nazionale hanno caratteristiche strutturali diverse dalla nostra, per l’apporto di capitale privato e di “fondazioni” particolarmente sensibili alla ricerca di personalità dotate di particolari sensibilità e capacità, non certamente in uso a soggetti rigeneratisi dopo anni di abbandono dalla politica attiva e dal confronto pubblico e di piazza.
Ed ora, quasi a cose fatte (e svanita la possibilità di una riconferma dell’ex presidente Di Salvia ) la politica locale vorrebbe dettare le ulteriori condizioni sul presunto diritto e “presupposto popolare “ di poter essere nominato solo un “ sannicandrese “ alla presidenza dell’ASP – Zaccagnino. E quindi, perché non augurarci la nomina a breve di un Presidente “esterno“ agli ambiti dei territori di proprietà dell’ASP – Zaccagnino (ed ancora meglio se donna), qualora dotato di conoscenze, caratteristiche di piena “ autonomia e professionalità “ ? Infatti solo così ci potrà essere un diverso impulso alle attività ed alla gestione amministrativa e funzionale dell’Ente, che provvederà anche alla successiva nomina di un nuovo “direttore generale“ ed un Vice Presidente, per portare avanti con “ discontinuità “ la programmazione dei prossimi 5 o 10 anni ?
Con questo non voglio dilungarmi sugli aspetti gestionali ed operativi dei servizi finora avviati e non portati a termine in questi 5 anni ed 8 messi, con i relativi “ costi – benefici “, riguardanti :
a) la realizzazione in località S. Nazario di una struttura entrata solo di recente in funzione ed un’altra in fase di ristrutturazione al corso Garibaldi, rimasta ferma con le “quattro frecce accese“ alla sola sostituzione del tetto di copertura, realizzate entrambe e con il progetto denominato “Dopo di noi”, su vecchie progettazioni preliminari fatte redigere dall’ex Commissario Straordinario , dr. Michele Di Bari in servizio presso la Prefettura di Foggia. E, divenute l’oggetto di altre e diverse progettazioni dichiarate dal presidente Di Salvia come esecutive (???), per le nuove imposte destinazioni d’uso attribuite al so fine di ricercare, attraverso “riscaldate minestre “ da offrire in pasto alla stampa, i necessari consensi e finanziamenti di competenza Regionale.
b) il possibile quanto evidente contenzioso che deriverà anche nel caso di finanziamento Regionale dei progetti dichiarati già come “esecutivi ” ed affidati inizialmente senza gara pubblica a noti “compagni di merende”, nonché dagli evidenti ritardi nell’esecuzione delle opere di ristrutturazione degli immobili di corso Garibaldi, rigenerati in dipendenza di improvvisati stralci finanziari, non definiti preventivamente nel tempo da un progetto generale, non condiviso inizialmente e funzionalmente dalla stessa Regione Puglia.
D’altronde leggendo la nota pubblicata solo qualche giorno addietro, che si dice essere stata inviata al Presidente della Regione Puglia e che riporto solo per comodità di consultazione e stralcio nel virgolettato, ci si può rendere conto personalmente in quali mani siamo finiti nella gestione della “cosa pubblica “ sottoposta ai controlli interni dell’ASP e del Comune : “ Nei mesi scorsi ti inviai, unitamente ad una relazione finale dell’attività svolta, una nota, nella quale, fra l’altro, ti chiedevo di confermarmi nella guida di questa Asp. Quella richiesta te la feci con molta riluttanza. Mi spinse una motivazione semplice: cinque anni non sono stati sufficienti per portare a termine l’ambizioso programma e, quindi, per il bene dell’Asp Zaccagnino, sarebbe stato utile assicurare una continuità amministrativa. Quando dico che quella richiesta la feci con riluttanza, ti prego di credermi. Purtroppo ho una formazione particolare, che mi deriva da una lunga militanza nel P.C.I.. I compiti che mi vengono affidati li svolgo con eccessiva passione: in questi cinque anni, la guida di questa Asp ha assorbito ogni spazio della mia vita. Una dedizione totale. Ho versato sudore e sangue. Prima di salutarti, vorrei trasmetterti una riflessione: la storia della Fondazione Zaccagnino si intreccia in maniera forte con la storia della mia città”.
A quanto scritto , a firma dell’ex presidente Di Salvia (ed ex sindaco della città), non voglio aggiungere alcun ulteriore giudizio personale, se non quello che la città di San Nicandro Garganico, per responsabilità diretta di passate amministrazioni giudicate dal Sindaco C. Squeo come “scellerate”, per aver procurato alle casse del Comune, debiti poi definiti o definibili come “ fuori bilancio” dalla Commissione Ministeriale, per oltre a 20 milioni di euro , circa 40 miliardi delle vecchie lire, risulta ancora in procedura di dissesto finanziario con limitazione ed aggravio economico dei servizi, dopo la delibera del C. S. n° 01/2012, le cui responsabilità personali sono tutt’ora in fase di accertamento e quantificazione da parte della Procura della Corte dei Conti di Bari.
Un ultimo invito, del tutto personale, ritengo utile ed auspicabile rivolgere con la presente al direttore di questo giornale di informazione “on – line” e riguarda la possibile organizzazione e mediazione sull’avvio di un dibattito pubblico sul tema “di cosa si occupa il servizio sociale”, da organizzare nei locali abbandonati dell’ ASP Zaccagnino, non appena ci sarà la presentazione del nuovo presidente dell’ASP Zaccagnino e la programmazione ed il bilancio triennale 2016/2019, al quale non mancherà certamente la mia diretta e fattiva partecipazione su questi ed altri argomenti d’ambito intercomunale, dopo l’udienza del 17.12.2015 presso il Tribunale di Foggia, per le note inchieste avviate e riportate a mezzo stampa, di cui si avrà in seguito occasione di trattare separatamente.
COMUNICATO CONGIUNTO IN DIFESA DELL’ADRIATICO E DELLE ISOLE TREMITI
Lunedì 18 gennaio 2016, presso l’Aula consiliare della Città di Manfredonia, si è tenuto il previsto incontro, promosso dalla Rete NoTriv, per ribadire il NO alla ricerca del petrolio nel mare Adriatico al largo delle Isole Tremiti, autorizzata il 22 dicembre scorso dal Ministero dello Sviluppo economico alla Petroceltic Italia srl.
L’Adriatico, mare chiuso e dagli equilibri ambientali fragili, già gravato da 78 concessioni funzionanti per l’estrazione di gas e di petrolio, 17 permessi di ricerca già rilasciati nell’area italiana e 29 in fase di rilascio in quella croata, cui si aggiungono 24 ulteriori richieste, non può sopportare altri carichi.
Ribadiamo, ancora una volta, la nostra ferma contrarietà alla ricerca di idrocarburi nell’Adriatico poiché rappresenta un’offesa alla bellezza e alla biodiversità del mare, un danno per altri settori strategici della nostra economia, come il turismo, la pesca e la blu economy. La scelta petrolifera è un rischio senza benefici per le comunità costiere e per tutto il Paese: il greggio presente nel sottosuolo marino italiano, stimato in circa 10 milioni di tonnellate, di scarsa qualità, soddisferebbe il fabbisogno energetico nazionale per appena due mesi con scarsi effetti sull’indipendenza energetica dell’Italia.
In cambio, alla scarsità dei vantaggi corrisponde la grande preoccupazione che desta l’estrazione degli idrocarburi in mare per le possibili perdite sia normali, sia per incidenti, con i danni che deriverebbero per le zone costiere che vivono di turismo e di pesca.
A tale rischio si aggiungono, nell’attuale fase, i danni alla fauna ittica causati dalla tecnica utilizzata per l’individuazione dei giacimenti di idrocarburi, attraverso il cosiddetto airgun. Tale pratica di ricerca, che il Governo ha autorizzato in prossimità delle Tremiti, può avere effetti a decine di chilometri di distanza, almeno 50 (rapporto ISPRA del Maggio 2012) in quanto le esplosioni delle prospezioni sismiche producono fortissimo rumore che investe l’ambiente marino. Le Isole Tremiti sono a 24 km dalla area in cui è stata autorizzata, da parte Ministero dello Sviluppo economico, la ricerca della Petroceltic in un ambiente delicato come quello dell’Adriatico e in prossimità di una delle più belle aree protette marine del Pianeta.
Non possiamo permettere che avvenga tale violazione del mare. Dobbiamo assumerci il compito e la responsabilità di proteggere l’Adriatico per difendere un patrimonio naturalistico unico, un ecosistema importantissimo per l’economia dell’Italia e degli altri Paesi ionio-adriatici e dell’Europa: le bellezze naturali dei luoghi, la cultura, la storia, le attività economiche che sostengono queste comunità costiere.
A questa scelta di ulteriori sacrifici ambientali e rischi, l’Assemblea chiede di poter istituire un tavolo di confronto al Governo Nazionale e alla Regione Puglia sui temi centrali della politica energetica e sui nuovi indirizzi mondiali sui cambiamenti climatici. A questo proposito, la Regione Puglia ha già avviato politiche importanti di conversione energetica.
Ritiene, inoltre, che un tavolo di confronto e di condivisione per ulteriori scelte sul piano energetico potrebbe favorire gli stessi indirizzi e investimenti delle imprese del settore.
Chiede, quindi, di condividere le scelte con le popolazioni locali perché ciò può rigettare proposte incompatibili ed insostenibili dal territorio e favorire soluzioni coerenti e importanti per lo sviluppo locale; d’istituire, inoltre, un tavolo di confronto sui temi della blu economy e della direttiva Eusair-Macroregione Ionio-Adriatica, sui temi della pesca sostenibile, della qualità ambientale e sulla sostenibilità del turismo e dei trasporti nei nostri mari, di straordinaria importanza ecologica.
L’Assemblea, fermamente convinta a condurre la lotta con ogni mezzo democratico, chiede al Governo di REVOCARE L’AUTORIZZAZIONE alla Petroceltic Italia srl.
Qualora i ministeri dovessero perseverare nell’assurda politica energetica cui condannare l’Adriatico e che espone l’Italia ad eventuale procedura d’infrazione del diritto comunitario, impugneremo l’autorizzazione alla Petroceltic innanzi al TAR del Lazio.
L’Assemblea, infine, prosegue l’impegno della battaglia referendaria.
Il presidente della Regione Puglia,
il presidente della Provincia di Foggia,
il presidente del Parco Nazionale del Gargano,
i sindaci dei Comuni pugliesi,
le associazioni ambientaliste,
la rete NOTRIV
CHI AFFONDA QUANDO LE BANCHE VENGONO SALVATE
Bail-in: questa parola sta entrando nel nostro vocabolario, come accadde qualche anno fa allospread, e diventa motivo di preoccupazione per i risparmiatori italiani, dopo il caso delle quattro banche (Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti) che sono state “salvate” dal governo nel novembre 2015, imponendo allo stesso tempo pesanti perdite agli azionisti e ai detentori di obbligazioni subordinate. La domanda che molti si fanno è: ma se quelle banche sono state salvate, come è possibile che i risparmiatori abbiano dovuto subire tali perdite? La sorpresa e lo scontento sono stati così forti che il governo è intervenuto con un secondo provvedimento, volto a risarcire i risparmiatori più colpiti. La risposta alla domanda è abbastanza semplice: in Europa, le regole che riguardano i salvataggi bancari sono cambiate. A partire dall’inizio di quest’anno, è in vigore una nuova direttiva europea (Bank Recovery and Resolution Directive), i cui effetti erano stati in parte anticipati al 2013 dalla Commissione UE. La direttiva impone che, prima di utilizzare fondi pubblici per salvare una banca, una quota consistente delle perdite accumulate nella passata gestione venga addossata agli azionisti e ai creditori. Questi soggetti non sono tutti sullo stesso piano, anzi c’è un ordine preciso. I primi a essere colpiti sono gli azionisti. Se ciò non basta, si passa alle obbligazioni subordinate. Poi viene il turno delle obbligazioni ordinarie. Infine, potrebbero essere chiamati in causa anche i depositanti, per le somme che eccedono i 100mila euro: fino a questo limite i depositi sono protetti dalla assicurazione e sono esenti dal bail-in. La ragione delle novità sta nelle ingenti somme spese da alcuni governi europei per salvare le banche dei loro paesi durante gli anni più neri della crisi finanziaria, dal 2008 al 2013. Quelli che hanno speso di più sono stati Germania e Regno Unito, seguiti da Irlanda, Spagna, Grecia, Belgio e Francia. La reazione dei governi, e dei loro elettorati, è stata: d’ora in poi, non si può addossare tutto il costo dei salvataggi bancari ai contribuenti. Per questo è stato introdotto ilbail-in, che obbliga azionisti e creditori a contribuire al salvataggio di una banca in crisi. La parola stessa, bail-in, si contrappone al termine inglese bail-out, con il quale venivano chiamati i salvataggi vecchio stile, completamente a carico dello Stato.
L’Italia era stata finora ai margini della vicenda. Negli anni bui della crisi finanziaria, il governo italiano ha speso somme insignificanti rispetto a quelle impiegate da altri paesi europei per sostenere il sistema bancario. Ciò è avvenuto grazie al fatto che le nostre banche erano molto meno esposte ai prodotti della cosiddetta finanza “tossica”, come i titoli derivati. Tuttavia, la crisi dell’economia reale si è poi fatta sentire anche sui bilanci delle banche italiane, che hanno accumulato una mole consistente di “sofferenze”, cioè di prestiti che (in parte) non verranno restituiti. Ora questo si riflette nella crisi di alcuni istituti di dimensione medio-piccola, che hanno la necessità di essere salvati con il contributo pubblico, dove “pubblico” vuole dire a carico del sistema bancario nel suo complesso ed eventualmente dello Stato. E qui interviene il bail-in: per ridurre al minimo possibile il contributo pubblico, gli azionisti e i creditori della banca “salvata” devono fare qualche sacrificio. Si dirà: prima gli altri governi europei hanno aiutato le loro banche, proteggendo completamente i risparmiatori; adesso che tocca a noi fare interventi di sostegno a qualche piccolo istituto, ci dicono che le regole sono cambiate e che i risparmiatori devono contribuire. È vero, però bisogna ricordare che le nuove regole europee le abbiamo approvate anche noi, o meglio i nostri rappresentanti nelle istituzioni europee: Commissione, Parlamento, Consiglio dei ministri. Le regole relative ai salvataggi bancari fanno parte del più ampio progetto di Unione bancaria, che ha avuto il pieno appoggio dell’Italia nelle trattative internazionali. Quindi i casi sono due: o i nostri rappresentanti non sapevano cosa stavano approvando, oppure lo sapevano, ma non hanno avuto la forza per opporsi all’introduzione di regole destinate ad avere pesanti ripercussioni sui risparmiatori italiani.
Che fare adesso? Ormai la frittata è fatta, e lanciare invettive contro l’Europa non serve a nulla, se non a screditare le istituzioni europee. Il principio del bail-in è stato incorporato nelle nostre leggi, e come tale va rispettato. Quello che bisogna fare è informare i risparmiatori del nuovo regime e dei rischi che comporta. Ciò deve avvenire senza fare allarmismi, perché la maggior parte delle banche italiane sono solide e con tutta probabilità non avranno bisogno di essere “salvate”. Però, una dose maggiore di trasparenza è senz’altro necessaria. Nel caso delle quattro banche salite all’onore delle cronache, la trasparenza è stata davvero scarsa. La Commissione europea, in una sua comunicazione del luglio 2013, aveva sostanzialmente anticipato il principio del bail-in, limitatamente alle azioni e alle obbligazioni subordinate. Per capire cosa sono queste ultime bisogna ricordare che, in caso di fallimento di una banca, i detentori di obbligazioni subordinate vengono rimborsati solo dopo che le attività della banca stessa sono state usate per rimborsare tutti gli altri creditori. In altre parole, le obbligazioni subordinate sono una via di mezzo tra le azioni e i normali debiti di una banca. Ma soprattutto, dall’agosto del 2013, sono aggredibili in una procedure di salvataggio bancario. Quanti investitori tra quelli colpiti dal salvataggio delle quattro banche sapevano cosa sono le obbligazioni subordinate? Quanti sapevano dei rischi che comportano, non solo in caso di fallimento, ma anche di salvataggio? Individuare le responsabilità delle banche e delle autorità in questi casi specifici è doveroso. Tuttavia, per il futuro è ancora più importante che ci sia l’impegno a migliorare l’informazione che viene data ai clienti. Speriamo in bene.
MACROREGIONE, FIRMATO L’ACCORDO: LA CAPITANATA DEVE SVEGLIARSI
Sempre attento e vigile sui problemi che riguarda lo sviluppo ed il futuro della Capitanata, Franco Antonucci scrive a me e ai lettori ed amici di Lettere Meridiane per informarci che “ieri, 15 ottobre 2015, presso l’Aurum di Pescara è stato siglato il Patto della Macroregione adriatica per l’interconnessione comunitaria con l’Est Adriatico.”
“Era presente – aggiunge Antonucci – il Governatore della Puglia, Michele Emiliano. L’obiettivo è quello di rendere più veloce e flessibile l’intero Corridoio Adriatico (da Nord a Sud), nei confronti delle relazioni trans-balcaniche nel “lago” dell’Adriatico, che avvicina sempre più le sponde frontaliere.” Secondo Antonucci, “problema primario e prioritario è quello della eliminazione delle strozzature che al Sud e nella provincia di Foggia in particolare, non sono poche. Ma quali sono le altre e più generali prerogative essenziali che la Capitanata deve “difendere”, per assicurare una propria presenza strategica in un contesto regionale, che non sempre equilibra le situazioni di una Regione troppo lunga, facilitando certe “marginalità”, volute o determinate da disattenzioni interne? E come? E Quando? Capitanata Cerniera strategica nord-orientale del Meridione. Capitanata Raggiera lunga Inter-Territoriale. Capitanata nodo di intersezione mediana tra Dorsale adriatica e Trasversale Tirreno-Adriatica. Polo logistico integrato di Incoronata (Scalo ferroviario intermodale). Porto Alti Fondali di Manfredonia, grande struttura dalla stessa Regione dimenticata… Come vegliare sulla vicenda?”
Vegliare sulla vicenda prima di tutto rialzando la soglia dell’attenzione verso i grandi temi dello sviluppo, che sembrano finiti nel dimenticatoio. Gli interrogativi che si pone il tecnico foggiano sono pesantissimi, e riguardano temi nevralgici per il futuro della Capitanata. In buona sostanza, la provincia di Foggia dovrebbe (deve) decidere quali delle opzioni indicate da Antonucci scegliere e praticare. Ma per scegliere occorrerebbe una politica pensante, veramente pensosa del futuro. Il disegno che illustra il post è tratta dalla presentazione di un seminario che si è svolto qualche settimana fa sul tema “come comunicare la macroregione”.
L’immagine mostra come il Gargano venga del tutto tagliato fuori dal corridoio, compreso quel porto di Manfredonia che potrebbe diventare, invece, un tassello decisivo nelle politiche di interconessione. La sfida è importante, forse decisiva. La capacità di veglia invocata da Antonucci pare però, ahoinoi, oltremodo bassa. (letteremeridiane)
SAN NICANDRO: RACCOLTA DIFFERENZIATA, ECOTASSA 2016 PIU’ BASSA DELL’ARO FG5
Con l’approvazione definitiva delle aliquote relative all’ecotassa per il deposito in discarica dei rifiuti relativa al corrente anno 2016, San Nicandro e Cagnano Varano sono i più virtuosi. Infatti queste le aliquote per ogni singolo comune del nostro Aro: Cagnano 11,62 euro per tonnellata, San Nicandro Garganico 11,62 euro per tonnellata; segue poi Ischitella 19,77 euro per tonnellata e poi gli altri comuni Carpino, Ischitella, Isole Tremiti, Peschici, Rodi Garganico, San Marco in Lamis e Vico del Gargano che pagheranno 25,82 euro per tonnellata.