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DA OGGI IN VIGORE LE DEPENALIZZAZIONI, CANCELLATI OLTRE 40 REATI

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Diventa operativa da oggi la monolitica opera di depenalizzazione approvata dal governo Renzi, che porta fuori dal codice penale oltre 40 illeciti. Dalle ore 00.00 di questa notte, dunque, non sono più puniti come reati comportamenti come la guida senza patente, l’ingiuria, gli atti osceni in luogo pubblico, gli atti contrari alla pubblica decenza, il danneggiamento, i piccoli e grandi dispetti condominiali, la falsità in scrittura privata, l’appropriazione di cose smarrite. Non sarà più reato neanche il furto da parte di un comproprietario: per cui, se Tizio e Caio sono cointestatari della stessa auto e l’uno dei due la sottrae all’altro non potrà più essere punito con il codice penale. Allo stesso modo, chi troverà su una panchina un cellulare smarrito dal proprietario e lo terrà per sé non commetterà più alcun reato. Alcuni di questi reati vengono trasformati in semplici illeciti amministrativi (al pari delle multe o dell’emissione di assegni senza provvista) e, per essi, scatterà una sanzione fino a 30mila euro (gli importi sono nettamente più elevati di quelli previsti precedentemente dal codice penale); gli altri reati, invece, vengono trasformati in illeciti civili: per cui, in tal caso, sarà la vittima a dover citare il colpevole in un giudizio di risarcimento del danno e, al termine, il giudice dovrà comminare un’ulteriore multa (si pensi al caso emblematico della ingiuria). Per conoscere l’elenco dettagliato delle vecchie e delle nuove sanzioni, leggi la nostra scheda sulle depenalizzazioni. Il principio del favor rei e la retroattività delle nuove regole più favorevoli ai colpevoli comporterà che non potranno essere puniti neanche coloro che hanno posto tali reati prima della approvazione della riforma ma che ancora non hanno subìto una sentenza irrevocabile: i procedimenti in corso si chiuderanno (per gli illeciti amministrativi, gli atti passeranno dalla Procura della Repubblica alla competente autorità amministrativa) mentre quelli definiti con sentenza ancora non definitiva potranno essere oggetto di impugnazione ai fini dell’assoluzione perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”.
Ecco i principali reati previsti dai due decreti legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri.
I PRINCIPALI REATI DEPENALIZZATI. REATI CONTRO LA FEDE PUBBLICA: Falsità in scrittura privata, Falsità in foglio firmato in bianco. Atto privato, Falsità su un foglio firmato in bianco diverse da quelle previste dall’articolo 486. Atto privato (Art. 488), Uso di atto falso. Atto privato (Art. 489, co. 2), Soppressione, distruzione e occultamento di scritture private vere (Art. 490)
REATI CONTRO LA MORALITÀ E BUON COSTUME: Atti osceni, Pubblicazioni e spettacoli osceni
REATI CONTRO LA PERSONA: Ingiuria
REATI CONTRO IL PATRIMONIO: Sottrazione di cose comuni (Art. 627), Danneggiamento semplice (Art. 635, co. 1), Appropriazione di cose smarrite, del tesoro o di cose avute per errore o caso fortuito (Art. 647)
CONTRAVVENZIONI DI POLIZIA: Rifiuto di prestare la propria opera in occasione di un tumulto, Abuso della credulità popolare (Art. 661), Rappresentazioni teatrali o cinematografiche abusive, Atti contrari alla pubblica decenza. Turpiloquio
REATI IN MATERIA DI STUPEFACENTI: Mancato rispetto dell’autorizzazione alla coltivazione di stupefacenti per uso terapeutico
REATI IN MATERI DI PREVIDENZA: Omesso versamento delle ritenute previdenziali e assistenziali
REATI IN MATERI DI CIRCOLAZIONE STRADALE: Guida senza patente
REATI IN MATERI DI RICICLAGGIO: Omessa identificazione, Omessa registrazione
REATI IN MATERI DI DIRITTO SOCIETARIO: Impedito controllo ai revisori
REATI IN MATERI DI DIRITTO FALLIMENTARE: Omessa trasmissione dell’elenco dei protesti cambiari da parte del pubblico ufficiale
REATI IN MATERI DI ASSEGNO BANCARIO: Emissione di assegno da parte dell’Istituto non autorizzato o con autorizzazione revocata
INTERRUZIONE DELLA GRAVIDANZA: Interruzione volontaria della propria gravidanza senza l’osservanza delle modalità indicate dalla legge
REATI IN MATERI DI PUBBLICA SICUREZZA: Violazione delle norme per l’impianto e l’uso di apparecchi radioelettrici privati
REATI IN MATERI DI DIRITTO D’AUTORE: Abusiva concessione in noleggio
REATI IN MATERIA DI GUERRA: Omissione di denuncia di beni
REATI IN MATERI DI MACCHINE UTENSILI: Alterazione del contrassegno di macchine
REATI IN MATERI DI COMMERCIO; Installazione o esercizio di impianti in mancanza di concessione

REATI IN MATERI DI CONTRABBANDO – VIOLAZIONI DOGANALI: Contrabbando nel movimento delle merci attraverso i confini di terra e gli spazi doganali, Contrabbando nel movimento delle merci nei laghi di confine, Contrabbando nel movimento marittimo delle merci, Contrabbando nel movimento delle merci per via aerea, Contrabbando nelle zone extra-doganali, Contrabbando per indebito uso di merci importate con agevolazioni doganali, Contrabbando nei depositi doganali, Contrabbando nel cabotaggio e nella circolazione, Contrabbando nell’esportazione di merci ammesse a restituzione di diritti, Contrabbando nell’importazione od esportazione temporanea, Altri casi di contrabbando. (laleggepertutti)

 

IN DIRITTURA D’ARRIVO IL CANILE COMUNALE

La giunta comunale del comune di San Nicandro ha deliberato l’approvazione del progetto preliminare dell’immobile da ristrutturare e dell’area da destinare alla accoglienza del canile rifugio in località San Giuseppe. Un passo importante in quanto ora verrà chiesta all’Asl, Dipartimento Prevenzione Servizi Veterinari, l’autorizzazione alla apertura. Insomma l’iter burocratico sembra proprio in dirittura d’arrivo e, speriamo al più presto, verrà istituito il canile nell’area ad oggi adibita a parcheggio pubblico adiacente all’immobile oggi adibito a sede del custode. Il progetto preliminare prevede un costo di quasi 74 mila euro ma le disponibilità dell’ente sono solo di 15 mila euro già pronti per la destinazione, ma si ritiene certo il finanziamento della parte restante da parte degli organi competenti. Soddisfatta Costanza Di Vieste, assessore al commercio, che ha fortemente voluto l’istituzione della nuova struttura e, dopo tanti intoppi, finalmente sembra prossima l’apertura. Intanto Di Vieste assicura che con la disponibilità attuale è possibile iniziare i lavori che prevedono l’adeguamento del locale esistente da utilizzare come laboratorio veterinario per le sterilizzazioni, la recinzione dell’area e la predisposizione delle cucce per i cani.

CALL CENTER, STOP ALLE TELEFONATE COMMERCIALI SUI CELLULARI

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Rivoluzione nel mondo del telemarketing: le telefonate fatte a fini commerciali dagli operatori dei call center non potranno mai più avvenire sui cellulari degli italiani se questi non hanno prima fornito il proprio esplicito consenso. È questa la straordinaria sentenza (n. 2196/16 del 4.02.2016) la Cassazione ha emesso in difesa dei consumatori ossessionati dagli squilli degli operatori pubblicitari. Una rivoluzione perché, almeno per quanto riguarda il mondo della telefonia mobile, viene capovolto il principio dell’opt-out introdotto nel 2009 (e che già all’epoca era stato fonte di numerose critiche), principio in base al quale la telefonata è sempre lecita, salvo diniego dell’utente. L’opt-out vale, però, secondo la Suprema Corte, solo quando l’operatore di telemarketing chiama sulla linea fissa e sempre che non utilizzi i sistemi di selezione automatica delle chiamate, sistemi che portano al deprecabile fenomeno delle “telefonate mute”. Molte aziende usano un sistema che, per aumentare la produttività del call center, fa partire in automatico un numero di chiamate superiore a quello dei centralinisti, presupponendo che alcune vadano a vuoto; se la quota di destinatari che rispondono supera quella presunta dal sistema, alcune telefonate sono interrotte. Tuttavia, per l’utente che risponde alla cornetta, si presenta un fastidiosissimo effetto: subito dopo il “pronto chi parla?” non c’è nessuno a rispondere immediatamente; il telefonista, infatti, non fa in tempo all’immediata replica e, quindi, l’utente – già infastidito – deve attendere qualche secondo. Il che a volte porta anche a credere che, dall’altro lato del telefono, vi possa essere qualche malintenzionato.
Ebbene, secondo la Cassazione l’opt-out (“ti chiamo salvo tua contraria richiesta”) è possibile solo nelle chiamate fatte da operatore, senza ausilio di sistemi automatici. E il fatto che l’opt-out riguardi solo chi compare negli elenchi telefonici esclude che si possa chiamare a fini commerciali una persona sul cellulare senza il suo consenso. Dunque, tutte le volte in cui l’operatore chiama su linee di telefono mobili oppure utilizzi, anche sulle linee fisse, gli strumenti di selezione automatica dei numeri da chiamare (con le conseguenti “telefonate mute”), vale l’opposto sistema dell’opt-in (“ti chiamo solo se hai dato il previo consenso alle telefonate commerciali”). In sintesi, da oggi in poi, tutte le volte in cui riceverete una telefonata sul cellulare da un soggetto che vuole vendervi un nuovo contratto telefonico o una migliore offerta per la luce di casa, oppure tutte le volte in cui sulla vostra linea fissa, dopo aver risposto, dovrete attendere qualche secondo prima di sentire parlare qualcuno, saprete che potrete denunciare la società di call center al Garante della Privacy o al giudice se, prima di tale telefonata, non avete mai dato il consenso al trattamento dei vostri dati per fini commerciali.

APPROVATO IL BILANCIO DI PREVISIONE DELLA REGIONE PUGLIA

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sul “Bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2016 e pluriennale 2016-2018”. Hanno votato a favore 30 consiglieri, 19 i contrari. Bene la provincia di Foggia che vede l’Ente Fiera salva con lo stanziamento di 2 milioni. Prevista la valorizzazione dei trabucchi del Gargano, più di 30mila euro destinati a progetti di bonifica dei laghi di Lesina e Varano, 200 mila euro per la tutela delle minoranze linguistiche della nostra provincia (il franco-provenzale di Faeto) oltre altri provvedimenti di carattere generali che riguardano la sanità, l’agricoltura. Per la traslazione delle spoglie di Padre Pio a Roma in occasione del Giubileo un ulteriore stanziamento di 100 mila euro.

CARNEVALE, CHIUSURA TRAFFICO PIAZZA DOMENICO FIORITTO E CORSO UMBERTO I°

Si avvisa la cittadinanza che dalle ore 16:00 alle ore 21:00 di domenica 7 febbraio, è stata disposta la chiusura al traffico veicolare, con i relativi divieti di transito e sosta, di Piazza Domenico Fioritto, dalle ore 16,00 alle ore 21,00 e, conseguentemente di Corso Umberto I e Via San Matteo. La chiusura, come si evince, è motivata dalle manifestazioni del Carnevale Sannicandrese 2016.

C’E’ POSTA PER TE, UN VICHESE DA MARIA DE FILIPPI

Ci è giunta oggi la notizia che un vichese parteciperà al programma di grande successo in onda in prima serata su Canale 5 : ”C’è posta per te”, condotto da Maria de Filippi.
Si tratta di Pietro del Conte, ragazzo di 28 anni originario di Vico del Gargano ma residente da un anno a Pescara dove lavora come barista in un noto bar del centro. A mandargli l’invito è stata la sua ex ragazza Laura, una studentessa di Milano con cui Pietro ha avuto una relazione clandestina per circa un anno, relazione poi troncata dalla stessa ragazza che ha deciso di restare con il suo fidanzato con cui era in crisi….Non vogliamo svelarvi tutta la vicenda che vedrete in prima serata su Canale 5 sabato 13 Febbraio, vi lasciamo con la curiosità che abbiamo tutti: ”Pietro alla fine aprirà la busta?” (vicoinfoeventi)

PARCO DEL GARGANO E FACOLTA’ DI AGRARIA CONTRO LA “PROCESSIONARIA”

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Dopo l’ordinanza presidenziale notificata ai suoi 18 Comuni, il Parco Nazionale del Gargano sigla un’intesa con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Foggia per intervenire concretamente e contrastare il fenomeno della Processionaria del Pino che sta pericolosamente attaccando un ricco patrimonio di biodiversità rappresentato dalle pinete del Gargano.
“E’ un problema da affrontare in tempi rapidi e con il giusto supporto tecnico-scientifico –spiega il presidente del Parco del Gargano Stefano Pecorella- ecco perché ci siamo rivolti all’Università con la quale abbiamo più volte lavorato per importanti progetti di ricerca, come quello recente sui funghi”.
Sarà proprio il Dipartimento di Agraria, diretto da Agostino Sevi, a fornire al Parco le linee guida che stabiliranno i criteri di intervento sugli alberi infestati presenti all’interno del Parco Nazionale del Gargano. Nel contempo la stessa Università effettuerà un monitoraggio nell’arco dell’anno per studiare l’evoluzione del fenomeno.
“E’ opportuno identificare e circoscrivere le aree attualmente attaccate – dichiara Salvatore Germinara, il ricercatore UniFG direttamente coinvolto nella valutazione di questo preoccupante fenomeno- predisporre gli interventi immediati più adeguati ed al contempo monitorare la dinamica della popolazione del lepidottero, da qui alla fine della prossima estate, in modo da rendere più efficace il complesso delle azioni di contrasto e contenerne la diffusione. Trattandosi di un’area Parco, i mezzi da adottare debbono essere di tipo biologico, ovvero del tutto compatibili con la salvaguardia della biodiversità e della salute dell’uomo. La prontezza di un’azione rapida e pressoché immediata potrà costituire un fattore chiave per attenuare la pericolosità dell’attacco”.
“Quest’anno l’infestazione da Processionaria – aggiunge Pecorella- si sta presentando in forma più aggressiva per via delle temperature miti. Il nostro obiettivo è quello di intervenire entro la fine del mese di febbraio prima che le larve scendano in processione (di qui il nome) fino al terreno per trasformarsi in crisalide. Intendiamo, inoltre, fornire delle linee guida agli enti locali, perché possano realizzare i loro interventi coerentemente con i principi dell’area protetta, evitando metodi o processi inutili o addirittura potenzialmente dannosi per la salute umana”.
Ottenute le linee guida dall’Università, il Parco interverrà immediatamente nei Comuni più colpiti che hanno risposto tempestivamente all’ordinanza fornendo dettagli sull’entità del fenomeno. Dall’interazione fra Ente Parco ed Università di Foggia si profila un’altra importante collaborazione estremamente utile al territorio.

LA PACCHIANA E IL PASTORE: LA NOSTRA TRADIZIONE IN UN MAGNETE

Chi l’ha detto che non si può coniugare la tradizione con il progresso tecnologico? Se poi ci aggiungete la maestria di un architetto, la sua fervida fantasia mescolata all’amore per gli antichi costumi del suo paese, allora il gioco è fatto! Nell’era del 2.0 anche la Pacchiana e il Pastore si rifanno il trucco! Perché non siano solo il retaggio dei nostri avi ma ne rappresentino la memoria delle generazioni future.
Ecco dunque l’idea che ha ispirato Antonio Pastucci, un nostro giovane concittadino, che ha curato il disegno e la realizzazione di questo progetto. Si tratta di un magnete, con l’immagine stilizzata e raffinata dei nostri costumi tradizionali: la Pacchiana e il Pastore. L’artista vuole rendere omaggio al nostro paese e alle sue tradizioni ricordando infatti i costumi tipici che proprio in questi giorni andranno a colorare le nostre strade. Un progetto, quello di Antonio Pastucci, in itinere, nel senso che la sua idea è quella di racchiudere in un magnete il bello del nostro paese, dalle tradizioni più antiche agli scorci più belli della cittadina.
Il magnete della Pacchiana e il Pastore, in edizione limitata, è disponibile presso il caffè letterario Mood Bookstore Cafè in Via D. Galasso,18.

CONTRO LA POVERTA’ SI RECITA ANCORA A SOGGETTO

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Sembra una buona notizia. Il Consiglio dei ministri ha varato il piano nazionale di contrasto alla povertà, mettendo a regime un provvedimento di sostegno al reddito integrato da misure di attivazione. L’Italia sembrerebbe finalmente entrata nel novero dei paesi civili che offrono ai propri cittadini una rete di protezione di ultima istanza. Peccato che si tratti di una rete piccolissima, sia in termini di copertura, sia in termini di capacità di sostegno. Gli 800 milioni di euro stanziati per il 2016, per altro suddivisi in due diverse misure (assegno di disoccupazione – Asdi; e sostegno per l’inclusione attiva – Sia) che fanno riferimento a criteri diversi per individuare i potenziali beneficiari, sono solo una piccola frazione dei 7 miliardi circa che le stime più conservative valutano necessari per venire incontro alle famiglie e agli individui in povertà assoluta. E infatti il governo pensa di poter dare un sussidio solo a 280mila di quel 1.470.000 famiglie stimate essere in povertà assoluta. Ovvero ne beneficeranno un milione circa di persone (la metà dei quali minori) rispetto ai quattro milioni di poveri assoluti, di cui un milione di minori. Nonostante la platea dei potenziali beneficiari sia costituita da famiglie con almeno un figlio minore – sono escluse quindi le famiglie di soli adulti -, circa la metà dei minori in povertà assoluta non riceverà nessun sostegno dalla misura. Per operare la drastica riduzione dei potenziali beneficiari, il governo ha definito una soglia di Isee bassissima: 3mila euro. Anche con questa restrizione, l’importo medio del sussidio sarà molto esiguo, non arrivando in molti casi a coprire la distanza tra il reddito famigliare disponibile e la pur bassissima soglia individuata. Certo, c’è la questione delle risorse. Ma è innanzitutto una questione di priorità. È stato deciso di eliminare la Tasi sulla prima casa, una scelta che porterà pochi o nessun vantaggio ai poveri assoluti, mentre drena importanti fondi che avrebbero potuto essere loro destinati (l’anno in cui il governo Letta sospese l’Imu sulla prima casa andarono in fumo 4 miliardi). Gli 80 euro di detrazione fiscale per i lavoratori dipendenti a basso reddito, ma fiscalmente capienti, costano più del doppio di quanto stimato necessario per coprire tutta la platea dei poveri assoluti. Altri interventi a pioggia più o meno di facciata e di utilità scarsa o nulla, come i 500 euro per i diciottenni, avrebbero potuto essere spesi in modo più efficace per contrastare quella povertà minorile che diventa anche indebolimento delle capacità individuali. L’elenco potrebbe continuare.
Sul provvedimento del governo manca ancora il decreto attuativo, che dovrà individuare sia i beneficiari, sia come calcolare l’importo da erogare: potrebbe essere in somma fissa, o, come sarebbe più giusto e senza creare ulteriori disparità, una somma commisurata alla distanza del reddito famigliare rispetto alla soglia dei 3mila euro Isee. Stante l’insufficienza dei fondi messi a disposizione, il decreto dovrà purtroppo individuare anche criteri per la definizione di una graduatoria tra i potenziali aventi diritto, quindi restringendo ulteriormente il carattere universalistico della misura. Come è già successo con la sperimentazione della nuova carta acquisti, di cui questo provvedimento rappresenta la messa a regime, c’è il rischio che, di restrizione in restrizione pensata a tavolino, alla fine gli “aventi diritto” diventeranno un numero esiguo, dando ragione a chi dice che i poveri in realtà sono “finti tali” e perciò non dobbiamo preoccuparcene.
C’è anche un altro rischio, connesso alla esiguità delle risorse: accanto alle graduatorie del bisogno, potrebbe valere anche il principio che a venire assistiti siano solo coloro che sono sufficientemente “fortunati” da trovarsi nelle condizioni richieste per essere inseriti in graduatoria nel momento in cui si aprono gli sportelli. Chi, pur avendone i requisiti, fa domanda in ritardo o matura i requisiti necessari in un periodo successivo, rimarrà a bocca asciutta, perché i fondi saranno finiti. A meno che a qualcuno non venga in mente di far “ruotare” periodicamente i beneficiari, con buona pace dell’universalismo, sia pure selettivo, e del sostegno strutturale. Insomma, aspetterei a dire che finalmente in Italia abbiamo una misura strutturale di sostegno al reddito per chi si trova in povertà.
Chiara Saraceno

PADRE PIO, BUSINNES DELLE STATUE RELIGIOSE. SPUNTANO ANCHE I BISCOTTI

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Il business delle statue religiose al centro di un focus redatto da Repubblica. Protagonista Padre Pio, in questi giorni sulle prime pagine di tutti i giornali per la traslazione della salma da San Giovanni Rotondo a Roma per il Giubileo della Misericordia. E puntualmente si rilanciano gli affari dei venditori di statue e statuette, quadri e cornici dedicati al santo di Pietrelcina. Le statue appaiono da un giorno all’altro e non a caso. Dietro di loro ci sono infatti la fede e il business. Sono esattamente 2.600, – scrive Repubblica -, i gruppi di preghiera sparsi in Italia, ispirati al carisma di Padre Pio. E quasi tutti riescono a costruire un luogo di culto in suolo pubblico. “Certo – racconta Maria Pia, che dal 1977 lavora all’ufficio centrale dei gruppi di preghiera aSan Giovanni Rotondo – ci sono già le chiese e i conventi. Ma chi non li frequenta, può avere beneficio dall’incontro casuale con la statua del Santo. Magari si avvicina alla fede”. Il business è nato a San Giovanni Rotondo e Pietrelcina quando Padre Pio era ancora in vita e si è propagato anche al nord, cambiando stampi e catalogo in aziende che producevano i leoni di marmo o i sette nani. “Nella mia fabbrica – dice Francesco Bisceglia, titolare della pregiata Resin’Art a San Giovanni Rotondo – produco statue di Padre Pio alte da 30 centimetri a 5 metri. I prezzi? Dai 10 euro per le più piccole – ne produco 2.000 al giorno – ai 40.000 euro di quelle più grandi (ne vendo 70 all’anno), in resina e fibra di vetro. Ma se si vuole San Pio alto 6 metri in bronzo fuso, si sale a 120.000 euro. Ormai Padre Pio è in ogni piazza e giardino, soprattutto al Sud. È come un amico di famiglia, bisogna tenerlo vicino. Quante sono le sue statue oggi in Italia? Lei dice 1.000, 10.000, 20.000? Di più, di più. Centomila? Di più, di più”. Un San Pio in bronzo ha trovato casa anche in piazzale Salvo D’Acquisto, a Parma, accanto al monumento al carabiniere martire. A Podenzano nel piacentino c’è chi ha chiesto se la statua del santo paghi l’occupazione del suolo pubblico. “Perché, Garibaldi la paga?”, ha risposto Manfredi Saginario, neurologo e psichiatra di Parma, pronipote di Padre Pio e organizzatore di pellegrinaggi. “Io sono favorevole alle statue. Padre Pio è un Santo vicino alla sofferenza, al dolore, al disagio. La presenza della statua può alimentare sentimenti di umanità, bontà e onestà”. In cielo, in terra, in ogni luogo. Già nel 1998 un Padre Pio di 3 metri (12,5 quintali più 110 quintali di basamento) – ricorda la testata nazionale – è stato immerso a 10 metri di profondità nel mare di Capraia alle Isole Tremiti. “Si possono fare immersioni in apnea”. A Ogliastro Cilento si vuole invece portare la statua (quasi) in cielo. “Sarà alta – racconta il sindaco, Michele Apolito – 55 metri e con la base arriverà a 70 metri. Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con un Comune vicino, Prignano. Siamo a 370 metri di altezza e con i 70 metri in più della statua potremo vedere il golfo di Napoli. Vogliamo il turismo religioso, e con i soldi che guadagneremo apriremo un centro di ricerca sulle malattie tumorali. Insomma, nessuna speculazione affaristica, anche se puntiamo a creare posti di lavoro. Per questo abbiamo chiesto un finanziamento all’Ue, con i fondi per il turismo e la ricerca”.
E non è tutto. Ora Padre Pio c’è anche a colazione. Ecco “gli invitantissimi biscotti di Padre Pio – scrive Selvaggia Lucarelli su Facebook -. Mmmmm ho l’acquolina santa in bocca”. (limmediato)

BANDA ULTRA LARGA, PER LA PUGLIA RISORZE ZERO

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Rinvio e nuova istruttoria per l’Accordo di Programma finalizzato allo sviluppo della Banda ultralarga sul territorio nazionale. L’approvazione è stata rinviata oggi dalla Conferenza Stato Regioni. Dovrà prima essere espletata una nuova istruttoria, in seduta straordinaria, dalla Commissione speciale per l’Agenda Digitale, incontro convocato a Roma per il 10 febbraio (ore 10,30). La decisione dopo la ferma opposizione della Regione Puglia alla sottrazione delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc, l’ex Fas) destinate alla banda ultralarga nelle Regioni del Sud. Un danno che per la Puglia vale 639 milioni di euro. Le risorse cioè sarebbero pari a zero per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, le Regioni dell’obiettivo convergenza, per le quali il fondo dovrebbe invece ridurre la forbice tra Sud e Nord. Le risorse invece andranno interamente divise tra le Regioni del Centro e quelle del Nord Italia. La situazione è attentamente seguita dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha partecipato alla Conferenza Stato-Regioni, e dall’assessore allo sviluppo economico Loredana Capone. “Stiamo lavorando con tutte le nostre forze per sventare la sottrazione dei fondi. Il nostro fabbisogno deve essere garantito”, fanno sapere Emiliano e Capone. “La nuova istruttoria sarà fondamentale perché le risorse a disposizione del governo con il fondo Fsc non escludano le Regioni del Sud oggi penalizzate per aver speso i fondi europei sulla strategia Banda larga e ultralarga a differenza delle Regioni del Nord che con i fondi pubblici non hanno coperto le cosiddette “aree bianche” quelle cioè dove non ci sono investimenti privati”. “Aver ottenuto la nuova istruttoria – spiega Loredana Capone – è un passo fondamentale. Era inaccettabile per tutte noi Regioni del Sud la proposta passata in Commissione. Insostenibile il principio che le Regioni meridionali debbano usare solo i fondi Fesr, mentre quelle del Nord, oltre ai loro maggiori bilanci, possano contare sul 100% del Fsc, che invece per norma in quei territori non dovrebbe superare il 20%. L’80% infatti, secondo la stessa norma, deve essere interamente destinato alle sole Regioni del Sud”. “Per Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia – continua l’assessore – sarebbe un doppio schiaffo: significherebbe mantenere i gap e allo stesso tempo prestare il consenso a cedere ad altre regioni più sviluppate le risorse destinate proprio a superare quel gap”. “La nuova istruttoria sarà funzionale ad ottenere garanzie per il presente e soprattutto per il futuro. Sono infatti stati programmati dallo Stato altri 3,4 miliardi di euro per la Banda ultralarga. Sulla ripartizione di queste risorse che hanno obiettivo 2020 è importante discutere ora perché ciascuno si attrezzi. La Puglia, che ha un fabbisogno al 2020 di 639 milioni di euro, per raggiungere l’obiettivo programmato dall’Unione europea, ha a disposizione sui fondi comunitari del Po (Fesr e Feasr) 86 milioni di euro, il resto dovrà essere integrato dallo Stato e su questo, essendo il 2020 alle porte, bisogna accordarsi adesso”. Nel frattempo è arrivata in assessorato la relazione sull’incontro di ieri che contiene la tabella relativa alla spartizione del Fondo Fsc tra le Regioni. Su una somma complessiva di oltre 1,5 miliardi, la porzione più cospicua va alla Lombardia che si aggiudica 381,7 milioni di euro, segue il Veneto con 315,8 milioni, il Piemonte con 193,8 e l’Emilia Romagna con 180,7 milioni. Ultima la Sardegna con 306mila euro. Zero euro per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Ripartizione fra le Regioni italiane del Fondo Sviluppo e Coesione
Abruzzo 69.948.879
Basilicata – 0
Calabria – 0
Campania – 0
Emilia Romagna 180.758.862
Fiuli Venezia Giulia 86.412.642
Lazio 28.417.849
Liguria 41.851.216
Lombardia 381.700.459
Marche 72.052.277
Molise 10.136.953
Piemonte 193.824.685
Puglia – 0
Sardegna 306.485 Sicilia – 0
Toscana 132.966.792 Bolzano – 0
Trento 47.691.697 Umbria 3.791.764 Valle d’Aosta 2.175.687 Veneto 315.810.955
Totale 1.567.847.202

VIRUS ZYKA: NESSUN ALLARME, MA ATTENZIONE

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Nessun allarme, ma solo attenzione. In Italia il rischio è limitato ai viaggiatori internazionali diretti o provenienti dai Paesi nei quali si è diffuso il virus: Brasile, Capo Verde, Colombia, El Salvador, Guiana francese, Honduras, Martinica, Messico, Panama, Suriname e Venezuela. Particolare attenzione è richiesta alle donne in gravidanza per le quali è consigliato, se possibile, il differimento del viaggio: l’infezione nelle donne gravide è potenzialmente associata a casi di microcefalia. Le raccomandazioni per coloro che si recano nei posti dove il virus si è diffuso sono molto semplici: usare prodotti repellenti per insetti, indossare abiti di colore chiaro e che coprano la maggior parte del corpo, dormire il luoghi protetti da zanzariere. Ai donatori di sangue e delle banche del seme è richiesta la sospensione temporanea di 28 giorni. Eventuali sintomi che dovessero comparire a tre settimana dal ritorno vanno comunicati al proprio medico di famiglia.
La maggior parte delle infezioni è asintomatica e la malattia si risolve spontaneamente dopo 2-7 giorni mentre il periodo di incubazione va dai 3 ai 12 giorni. Le infezioni sintomatiche sono caratterizzate da febbre lieve, artrite e artralgie, rush maculo-papulare, congiuntivite bilaterale e sintoni generali aspecifici.
“Non c’è nessun allarme – dice Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia – l’Osservatorio Epidemiologico ha redatto una circolare che abbiamo diffuso a tutte le Asl e agli Enti del territorio per avere una comunicazione uniforme, diretta e immediata. I cittadini che hanno dubbi o che devono recarci o provengono da uno dei paesi nei quali il virus risulta diffuso, possono fare riferimento al proprio medico di famiglia o al Dipartimento di prevenzione della propria Asl di appartenenza”.
“In questo momento ci limitiamo ad alzare il livello di attenzione – dice Cinzia Germinario, Direttore dell’Osservatorio Epidemiologico regionale – i casi sospetti vanno comunicati al proprio medico mentre la diagnosi di conferma deve essere effettuata dal Centro Regionale di riferimento per le Arbovirosi. Tuttavia è bene sottolineare che in Italia non sono mai stati segnalati casi autoctoni, ma solo casi importanti: nel marzo del 2015 sono stati registrati su viaggiatori provenienti dal Brasile (3 a Roma e 1 a Firenze), risolti positivamente”.

IL PD PER LA DOPPIA PREFERENZA E OBBLIGO CANDIDATURA DONNE

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Ecco la nota dei deputati pugliesi del PD Colomba Mongiello, Elisa Mariano, Liliana Ventricelli, Dario Ginefra, Michele Bordo, Gero Grassi, Alberto Losacco, Salvatore Capone e Ludovico Vico.
”Mai più Consigli regionali senza donne. Il Partito Democratico ha promosso, sostenuto e votato, questa mattina alla Camera, la riforma elettorale delle Assemblee regionali per favorire l’effettiva applicazione della parità di genere introducendo due importanti novità: doppia preferenza e obbligo della candidatura di almeno il 40% di un genere. La nuova legge elettorale è coerente con quella degli Enti locali, pur nel rispetto dell’autonomia statutaria delle Regioni, e promuove la più ampia attuazione dell’articolo 51 della Costituzione. Con il voto dei questa mattina alla Camera, il Partito Democratico conferma di essere il promotore del cambiamento istituzionale, indirizzato a costruire una democrazia effettivamente paritaria ed a meglio rappresentare l’evoluzione della società italiana. A Roma siamo riusciti a realizzare quanto chiesto da migliaia di cittadine e cittadini pugliesi che sottoscrissero la proposta di legge ’50&50′. Un processo positivo a cui hanno deciso di opporsi i deputati dei gruppi di M5S, Lega e ALA, evidentemente incapaci di cogliere la necessità di offrire alle donne l’opportunità di essere rappresentate e di influenzare positivamente l’agenda di governo dei territori. Alle chiacchiere propagandistiche il PD oppone la forza e l’evidenza dell’impegno per un’Italia migliore”.

NUOVO LOOK PER LA POLIZIA LOCALE

Civico93 ha già dato notizia di una fornitura vestiario alla Polizia locale e, finalmente, per i vigili di San Nicandro c’è un nuovo look. Infatti, come si vede dalle foto, la divisa di ordinanza scompare per fare posto ad un nuovo modo di vestire più consono alla dinamicità del servizio. La fornitura del nuovo vestiario è riservata solo agli agenti che fanno servizio all’esterno, mentre per gli altri la fornitura è quella tradizionale. Insomma un nuovo look grazie soprattutto all’impegno del Comandante Bortone per una bella novità che, a detta di coloro che hanno già avuto modo di ammirarla, ha riscontrato un positivo riscontro da parte di tutti.

I SANNICANDRESI E IL RISPETTO DEL DECORO URBANO

Ecco l’ennesima foto di come si usano le nostre periferie e di come si tiene in considerazione il decoro urbano della nostra cittadina. Fortunatamente i sannicandresi non sono tutti così ma certamente qualcuno, o più di uno, hanno confuso quel tratto della curva di Tarantone con una discarica legalizzata. Eppure qualcuno è già stato multato per aver depositato materiale di risulta proprio in quel luogo, ma questo non ha fermato chi vuole danneggiare ancora di più l’immagine di San Nicandro. E’ stato ribadito tante volte che il centro raccolta della Teknoservice è a disposizione di tutti per la consegna di immondizia di vario genere durante le ore di lavoro e perciò la domanda è semplice: “Perché buttare ai bordi delle strade ciò che può essere legittimamente consegnato agli operatori del servizio raccolta?”. Si vuole per forza continuare con questi comportamenti irresponsabili e non se ne capisce la ragione vera. Potremmo dare a San Nicandro una immagine più decorosa facendo il nostro dovere di cittadini rispettando le regole della comune convivenza. Chi non ama e non rispetta il proprio territorio non gliene importa niente degli altri ma non si accorge che, in fondo, non ama e non rispetta nemmeno se stesso.

CARNEVALE, “L’ALLEGRA CUMPAGNIJA” IN PIAZZA

Patrocinato da “Dettaglio Moda” di Natina Pienabarca e famiglia sin dal Carnevale del 1990, il gruppo folkloristico sannicandrese denominato “L’allegra Cumpagnija” organizza per i giorni 7, 8 e 9 febbraio una “Mascherata libera”. Appuntamento alle ore 17:00 presso l’esposizione “Dettagli di Moda” in Piazza Enzo Fioritto. Si avvisa la cittadinanza che verrà conferito un riconoscimento speciale ad un personaggio che per vari ventenni ha mantenuto vivo il Carnevale sannicandrese. Tale evento avverrà lunedì 8 febbraio, alle ore 18:00, sul sagrato della Chiesa dell’Addolorata. Intervenite numerosi.

UNIONI CIVILI: COSA PREVEDE IL DDL CIRINNÀ?

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Il ddl Cirinnà è da ieri al Senato per esser discusso. I temi trattati dal ddl ribattezzato sulle Unioni Civili sono essenzialmente due: il riconoscimento della convivenza di fatto anche tra due persone dello stesso sesso e la possibilità per le coppie omosessuali di adottare i figli minori del partner, la così detta Stepchild Adoption (dall’inglese adozione del figliastro). La delicatezza e l’importanza dei temi trattati è tale da aver spinto il premier Matteo Renzi a lasciare piena e totale libertà di coscienza a tutti i senatori, a prescindere dal loro schieramento politico (infatti il voto a Montecitorio sarà segreto). Il Ddl sulle Unioni Civili ha peraltro dato vita anche ad alcune manifestazioni a Roma nella settimana appena conclusasi, in cui hanno sfilato due opposti schieramenti in campo. Da una parte il popolo ” viola” favorevole al d.d.l. Cirinnà, dall’altra i cattolici contrari al ddl che hanno dato vita al ‘Family day’ al Circo Massimo.
Cosa dice il ddl Cirinnà sull’adozione dei minori?
Il 1° capo del d.d.l. Cirinnà permetterebbe alle coppie omosessuali di poter adottare un minore, fornendogli il cosiddetto “diritto al figlio”. Il disegno di legge comunque non dà accesso all’adozione di bambini che non sono figli di uno dei due coniugi, né alla gestazione per altri. Le reazioni degli ambienti cattolici non sono tardate ad arrivare: secondo questi ultimi va garantito “un diritto alla vita” del minore e non un diritto ad essere “merce di scambio” tra il genitore naturale ed una coppia omosessuale. In tal senso non esisterebbe dunque un “diritto al figlio”, ma solo un “diritto alla vita”. L’orientamento opposto invece ritiene che si dovrebbe capire che riconoscere diritti a qualcuno non equivale a toglierne ad altri e che la famiglia tradizionale continua comunque ad essere l’emblema della società italiana. Ecco perché bisogna valutare le situazioni caso per caso, andando al di là di pregiudizi dettati da una fede politica o dalla morale cattolica.
Cosa viene previsto riguardo la convivenza di fatto?
Il ddl, per quanto invece riguarda il punto relativo al riconoscimento della convivenza di fatto tra due persone sia etero che omosessuali, cui consegue il riconoscimento di alcuni diritti che spettano ai coniugi, ad esempio in caso di malattia, introduce un argomento piuttosto delicato. ll ddl ha dato vita innanzitutto un istituto specifico per le coppie omosessuali, chiamandolo ‘Unione Civile’. Viene quindi prevista la possibilità di garantire alcuni diritti e doveri uguali a quelli previsti nel matrimonio anche alle coppie di fatto. La coppia di fatto dovrà quindi scegliere anche il regime patrimoniale. Il ddl Cirinnà prevede inoltre che l’Unione civile si sottoscrive dinnanzi ad un ufficiale di stato civile e alla presenza di 2 testimoni e viene iscritta in un registro comunale. Il testo non prevede comunque una indiscriminata possibilità di realizzare l’unione civile ma fissa dei paletti ben precisi: essere maggiorenni, convivere sotto lo stesso tetto ed il non aver contratto matrimonio o un’altra unione civile. A coloro che fanno parte della coppia di fatto saranno riconosciuti diritti di natura ereditaria ma non solo: interessante è il contratto di convivenza grazie al quale essi regolerebbero sin da subito i rapporti patrimoniali tra di loro, avvicinando tale “regime giuridico” ai rapporti patrimoniali propri del sistema matrimoniale statunitense. Il testo Cirinnà riconosce alla coppia di fatto diritti di assistenza sanitaria e la reversibilità pensionistica.
Andrea Verri

SAN NICANDRO, TAGLI ABUSIVI NEL BOSCO SPINAPULCI

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Ambiente: tagli abusivi nel Parco nazionale del Gargano. Sorpreso in flagranza nel bosco “Spinapulci” di Sannicandro Garganico, viene fermato e denunciato per furto. Coordinamento territoriale per l’ambiente – Monte Sant’Angelo (FG) I Forestali del Comando Stazione parco di Sannicandro Garganico (FG), con una attenta e tenace attività fatta di osservazioni e appostamenti, ieri hanno sorpreso e fermato una persona evidentemente dedita a rifornirsi di legna da ardere abbattendo e trafugando, senza alcuna autorizzazione, piante di quercia nel bosco comunale Spinapulci”, ricompreso nell’area del Parco nazionale del Gargano. Infatti, nei pressi della pianta appena tagliata e successivamente fatta a pezzi e caricata sul proprio veicolo, sono state rinvenute alcune ceppaie, peraltro ben occultate, di altrettanti alberi abbattuti di recente. L’autore del reato è stato denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria, la legna affidata in custodia al Comune, legittimo proprietario, e la motosega utilizzata, sottoposta a sequestro penale. L’attività svolta è da inquadrarsi nell’intensificazione dell’attività di prevenzione e repressione dei tagli abusivi avviata da tempo all’interno dell’area protetta del parco nazionale. (spaziofoggia)

IN PUGLIA IL DEPOSITO NAZIONALE DI SCORIE NUCLEARI

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Ecco svelato il segreto: in cambio di un pò di spiccioli pubblici, la promessa dei soliti posti di lavoro, nonché di una fermata del Frecciarossa a Lecce. Il 16 ottobre 2015 ho inviato al presidente della regione Puglia una richiesta di informazioni su eventuali trattative in corso da Palazzo Chigi, per l’ubicazione proprio nella regione levantina del cimitero unico di scorie radioattive del Belpaese. A tutt’oggi, il governatore Michele Emiliano non mi ha risposto. In democrazia contano le domande, mentre i silenzi istituzionali nascondono sempre qualcosa di indicibile. O no? La trasparenza amministrativa non è un optional, oppure un nebuloso favore, bensì un obbligo normativo a livello comunitario e nazionale.
In palese violazione della convenzione europea di Aarhus, ratificata dalla legge statale numero 108 del 2001 l’ineletto Matteo Renzi ha già deciso dove ubicare l’ennesima discarica nucleare. In Puglia, esattamente a confine di altre due regioni del Sud: Campania e Basilicata.
Gianni Lannes

SAN BIAGIO, L’ULTIMO FALO’ DELL’INVERNO

L’ultimo falò dell’inverno è quello di San Biagio, protettore dei malati di gola ma anche dei cardatori e filatori di lana, patrono dei suonatori di strumenti a fiato e delle coppie di fidanzati.
La Parrocchia omonima, per una consuetudine antica, festeggia il Santo tra devozione e tradizione: falò davanti alla chiesa, distribuzione ai fedeli del pane benedetto e dei ceci alla marina. Una parte del pane viene consumata dopo aver recitato alcune preghiere e la parte restante viene conservata per la famiglia, amici e parenti.
Al termine della messa pomeridiana, c’è il rito della benedizione della gola che il parroco dà appoggiando due candele benedette vicino al collo dei fedeli. E’ un momento coinvolgente a cui i sannicandresi non si sottraggono, soprattutto coloro che soffrono di disturbi legati al mal di gola e di coloro più esposti proprio alle malattie della gola.