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LA PROCURA DI FOGGIA APRE ALTRO SPIRAGLIO SU LEGALITA’ E ABUSIVISMO COMMERCIALE

Il provvedimento della Magistratura oltre che ovviamente sul piano legale è pienamente condividibile nella valutazione che se la cosa pubblica viene danneggiata o occupata illegalmente e chi dovrebbe intervenire se ne astiene, legittimando di fatto le condotte illegittime, la comunità abbandona gli spazi pubblici e gli stessi saranno occupati dalla criminalità. Le dichiarazioni del Procuratore Aggiunto d.ssa Francesca Romana Pirrelli, che la illegalità diffusa genera criminalità sembra un invito ai cittadini ed alle istituzioni ad intervenire in merito. L’abusivismo commerciale con occupazione delle aree pubbliche era già stato oggetto di intervento della magistratura e della Polizia Municipale, a seguito del quale un operatore venne fatto segno di colpi di arma da fuoco mentre rientrava presso la propria abitazione. Successivamente, data la gravità del fenomeno, nell’aprile 2014 in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si concordò che la Polizia Municipale avrebbe provveduto in quanto settore di specifica competenza, il Questore avrebbe assicurato il sostegno della Forza Pubblica ed il Comune avrebbe messo a disposizione i mezzi necessari per procedere alle rimozioni.

Il D. Lsvo nr 114/1998 prevede, per il commercio abusivo su area pubblica non solo una sanzione amministrativa di importo elevato ma anche la confisca delle attrezzature e della merce; confisca che ha più valenza della eventuale contestazione di un illecito penale.  Siamo fiduciosi che il Comune di Foggia, nelle sue articolazioni, non si asterrà dagli interventi di competenza, continuando l’opera sinergica già iniziata nel 2015 e bloccata poi da valutazioni illegittime. E, in particolare, non verrà consentito l’esercizio di attività abusive in prossimità dei luoghi già oggetto d’intervento da parte della Magistratura e dell’Arma dei Carabinieri, vanificandone di fatto l’attività. Così come siamo certi che in tale attività la Polizia Municipale, data la riconosciuta gravità della situazione, avrà il necessario supporto delle forze dell’ordine.

CONVOCATO PER GIORNO 17 FEBBRAIO IL CONSIGLIO COMUNALE

E’ stata disposta la convocazione del Consiglio Comunale in sessione straordinaria urgente, in seduta di prima convocazione, per il giorno 17.02.2016 alle ore 18,00 e in seconda convocazione alle ore 18,00 del giorno 18.02.2016 presso l’aula magna dell’istituto di Piazza IV Novembre con il seguente ordine del giorno:

  1. Conferimento alla Provincia di Foggia della delega ad operare in qualità di Stazione Appaltante per l’espletamento della gara inerente l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale in forma associata ai sensi dell’art. 2, comma 1, del DM del 12/11/2011 n. 226.
  2. Adesione al Patto dei Sindaci.
  3. Adesione all’Associazione “Borghi Autentici d’Italia”, per il recepimento del “Manifesto dei Borghi Autentici”, del “Codice Etico e di Responsabilità Sociale” e per l’adozione dello Statuto Sociale e del Regolamento Associativo Interno (R.A.I).
  4. Interrogazioni e interpellanze. Il

ISTMO SCHIAPPARO: ABBATTIMENTI, LESINA SOTTOSCRIVE PROTOCOLLO CON LA PROCURA

E’ stato licenziato all’unanimità dalla Giunta comunale, un Protocollo d’Intesa tra il Comune di Lesina e la Procura della Repubblica di Foggia, che ha l’obbiettivo di avviare, con la Procura, azioni di controllo e monitoraggio del fenomeno abusivo e per “disciplinare le modalità tecniche ed operative per l’abbattimento di manufatti abusivi realizzati nel territorio comunale”. L’amministrazione comunale di Lesina, questa volta, sembra intenzionata a fare sul serio, e ciò che è scritto nella delibera approvata dalla Giunta non lascia spazio a dubbi: “l’abusivismo in genere, e quello in area protetta in particolare, costituisce un enorme piaga sociale da debellare e reprimere con tutti i mezzi che la legge mette a disposizione delle istituzioni”.  Il Comune di Lesina, pertanto, fornirà ogni supporto alla Procura della Repubblica, e procederà all’espletamento delle operazioni di abbattimento, mettendo a disposizione i propri uffici, le strutture tecniche e gli organi di polizia comunali. La decisione presa dal Comune di Lesina non è nuova. Infatti, lo scorso anno, il Parco Nazionale del Gargano aveva stipulato un Protocollo con la Procura di Foggia per procedere proprio alla demolizione di costruzioni abusive che sorgono nel territorio del Parco del Gargano. In Procura, infatti, è stato istituito un vero e proprio Ufficio Demolizioni, coordinato da due magistrati e alcuni agenti della polizia municipale e del Corpo Forestale dello Stato, che ha già provveduto alla demolizione di circa 50 immobili nel giro di un anno disseminati sul territorio dell’area Parco. (istmoschiapparo.blog)

IL BANDO PER I CARNEVALI STORICI DEL MINISTERO BENI CULTURALI

Il Carnevale di questo anno è ormai consegnato agli archivi della storia sannicandrese. Per il prossimo anno una novità importantissima per gli organizzatori dell’evento e per l’amministrazione comunale. La novità consiste nella possibilità di contributi da parte del Ministero dei Beni Culturali. Infatti, già nel 2015, era possibile accedere alla concessione dei contributi per la promozione dei Carnevali storici nei territori ma il bando forse non è stato molto pubblicizzato e, pertanto, solo pochissimi ne hanno avuto conoscenza. Le condizioni perr la partecipazione erano il riconoscimento del valore storico e culturale nell’ambito della “Tradizione Italiana” e la capacità di implementare le condizioni di attrattività e competitività turistica territoriale. Si è certi che il carnevale di San Nicandro abbia i requisiti per l’accesso ai contributi per la specificità dell’evento e per i suoi trascorsi storici (non deve essere dimenticato che la coppia “Pastor e Pacchiana” ha vinto il primo premio a Roma durante il periodo fascista). Per il 2015 la scadenza della presentazione della domanda alla Direzione Generale Turismo era fissata alle ore 12:00 del 7 dicembre. Una data che è meglio annotarla in rosso sul calendario da parte degli organizzatori e dell’assessorato al turismo per intercettare la pubblicazione del bando già da qualche mese prima di dicembre e predisporre la documentazione necessaria. Civico93 è a disposizione per qualunque forma di collaborazione al fine dell’ottenimento contributi per la nostra manifestazione carnevalesca.

SAN FAUSTINO 2016: ORIGINI DEL PROTETTORE DEI SINGLE CHE SI CELEBRA IL 15 FEBBRAIO

Avete trascorso un San Valentino guardando le coppie festeggiare romanticamente insieme? Siete un po’ invidiosi perché non avete ancora incontrato l’anima gemella o perché avete appena chiuso una storia? Niente paura, il calendario dà anche a voi la possibilità di trascorrere una piacevole giornata rigorosamente dedicata ai single, siano essi per scelta o purtroppo per necessità. Ecco dunque che potrete approfittare della ricorrenza di San Faustino che cade il 15 febbraio, proprio il giorno dopo San Valentino. San Faustino era un nobile bresciano vissuto nel II secolo d.C., nato da famiglia pagana, fu convertito al cristianesimo dal vescovo Apollonio durante l’Impero di Adriano. Proprio per questo fu decapitato, dopo anni di torture insieme al fratello Giovita, il 15 febbraio di un anno compreso tra il 120 e il 134. Il due fratelli, divenuti Santi, furono nominati anche i protettori di Brescia, dove ancora oggi si ricordano con un’importante fiera. Il 15 febbraio, data del loro martirio, è diventato il giorno del calendario nel quale si ricordano. Trattandosi della data immediatamente successiva a San Valentino, Faustino è quindi diventato il protettore dei single.

Frasi San Faustino: pensieri e dediche originali e divertenti

La ricorrenza di San Faustino è quindi il giorno perfetto per scambiare una frase d’auguri con amici e parenti che non abbiano legami sentimentali. La propria condizione di single è considerata sinonimo di gioia e libertà, in contrapposizione con le catene del matrimonio e del fidanzamento. Ecco per voi una selezione di dediche originali e spiritose per il giorno dedicato alle persone che ancora non hanno incontrato l’amore:

  • Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine e altre che rimangano single per un colpo di genio.
  • Meglio soli che male accompagnati!
  • Sono single per evitarvi mia madre come suocera. Dovete solo ringraziarmi.
  • Oggi è San Faustino, giornata mondiale delle porzioni singole e del forno a microonde.
  • L’essere single mi ha fatto capire quanto sia importante questo giorno: buon San Faustino a tutti voi!
  • Zitello è bello, auguri di buon San Faustino.
  • Certo che sono single per scelta. Di un altro però!
  • Ricordati che la vera libertà è dei single, non distruggerla.

Annalisa Dorigo

PUBBLICA ILLUMINAZIONE, LA GIUNTA GUALANO REVOCA LA GARA. PROCEDURA DA RIFARE, MA CHI PAGHERA’?

Le autorità pubbliche sempre più spesso hanno fatto ricorso da svariati anni a varie forme di partenariato con il settore privato (PPP) anche per garantire l’erogazione di servizi pubblici, in particolare ciò è avvenuto a livello locale. Infatti, servizi pubblici incentrati sulla gestione dei rifiuti o sulla distribuzione idrica o elettrica vengono sempre più spesso affidati ad imprese, sia pubbliche che private o miste. La gestione di uno di questi servizi ad un terzo, può però avvenire solo nel pieno rispetto del diritto sancito oltre che dal Codice degli appalti pubblici e delle concessioni dalle norme di diritto Comunitario, anche se questo servizio è considerato di interesse generale. Dico questo perché le norme cambiano sostanzialmente specialmente in termini di “revocazione” degli atti di gara pubblica adottati più o meno legittimamente dalle stazioni appaltanti nel complesso settore costituito dagli appalti pubblici. D’altra parte, se è sicuramente vero che la cooperazione tra pubblico e privato può determinare vantaggi microeconomici, consentendo di realizzare un progetto con il miglior rapporto “qualità-prezzo”. Pur tuttavia, non deve essere considerata una soluzione “miracolosa”, specialmente in tempi di difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese e di palese rescissione economica. D’altronde per la realizzazione di opere pubbliche la possibilità di vederle realizzate dall’Ente Pubblico, non può essere attribuita al “gratta e vinci”, ma occorre valutare attentamente se l’opzione del partenariato comporti un plusvalore reale rispetto ad altre opzioni come la stipulazione di un contratto d’appalto di tipo più classico.  La convenienza di tale operazione deve essere valutata concretamente, caso per caso, attraverso l costruzione di un parametro, così detto Comparatore del Settore Pubblico (CSP), che non è altro che il costo ipotetico in cui incorrerebbe il soggetto pubblico nel realizzare il progetto nelle varie fasi, fino all’esecutivo. La normativa tutt’ora in costante sviluppo doveva portare al “PRIP“ ( Piano Regolatore Illuminazione Pubblica),  in base alle  linee guida  GAB/DEC/2010/153 del 05/08/2010  sull’inquinamento  luminoso, entrata  in pieno regime a far data dal 15.04.2015, con il divieto assoluto di uso di determinate tipologie di  lampade ormai cadute in desuetudine .

Per quel che ricordo sintetizzo che,  la Giunta Comunale con  delibera n° 63 del 31.07.2007,  incaricava  l’allora Responsabile del Servizio  (e che risulta ora lo stesso  individuato dalla Giunta in data  21.01.2016),   di predisporre tutti gli atti progettuali e di gara  per la “ messa a norma ed  efficienza energetica nella riduzione dei consumi energetici dell’illuminazione pubblica”, poi affidato in  appalto  alla società SPIM srl di Manfredonia  che stipulava  con il Comune  il contratto d’appalto n° 777 del  07/06/2010, poi rescisso con delibera di G.C. n° 26 del 7.03.2012, con la quale si ricaricava il responsabile del servizio di riprendere in consegna l’impianto e di predisporre gli atti per una nuova gara, stante l’inadempienza del Comune  nei pagamenti degli stati d’avanzamento dei lavori. Il Comune su successiva determina n° 58 del 6.6.2013 del nuovo responsabile del servizio, pubblicava in data 12.06.2013 un bando di gara finalizzato sempre alla   “messa a norma ed efficienza energetica nella riduzione dei consumi energetici dell‘illuminazione pubblica”  cittadina,  in  un periodo  di  5 anni, con la spesa complessiva di circa  1 milione di euro. E, con successiva determina n° 87 del 20.08.2013, si approvava il verbale di gara del 17.07.2013, mentre con altra determina n° 58 del 12.02.2014, veniva disposta l’aggiudicazione definitiva alla società Menowatt srl di Grottammare (AP). In tutti questi anni la gestione è avvenuta con affidamenti saltuari ed a ditte diverse lasciando l’intera rete, realizzata attraverso diversi appalti spezzatati, affidati a ditte diverse, con costi dei consumi in continua ascesa. In circa 10 anni di sporadici interventi, non è dato sapere  cosa sia  stato effettivamente realizzato attraverso la spesa che doveva portare al raggiungimento degli obiettivi programmati, stante i diversi pareri rassegnati al sindaco Gualano dagli organi di controllo interni ed esterni al Comune e resi pubblici dall’adozione in data 21.06.2016 della  delibera di G.C. che prende in esame gli atti amministrativi   che hanno portato all’aggiudicazione della gara ed alla  decisione reiterata di  annullamento in autotutela  dopo la delibera di G.C. n° 119 del 31.10.2015.

Infatti, la  nuova Giunta del  sindaco P. P. Gualano, con l’adozione della  delibera n° 4  in data 21.01.2016  (e    che modifica ed integra in maniera  “inequivocabile e decisiva “  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015), dispone la revoca immediata in autotutela attraverso la nomina del nuovo responsabile del servizio  ravvisando “concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna, o anche solo sconsigliabile, la prosecuzione della stessa”, già prima della stipula del nuovo contratto .  Quello che resta di certo è, dopo la spesa del Comune di circa 2 milioni di euro, sia il contenzioso in atto con la precedente ditta SPIM srl su contratto del 2010, sia quello possibile e derivante dall’annullamento della gara aggiudicata alla ditta Menowatt srl nel 2013, nonch la prosecuzione provvisoria del servizio in assenza di dati riguardante i collaudi e la predisposizione di un nuovo progetto interamente da finanziare. E, soprattutto, chi pagherà i danni economici prodotti alle casse comunali ed in termini di ricaduta sulla qualità del servizio (inquinamento luminoso, maggiori consumi, adeguamento degli impianti e messa in sicurezza normativa)? Non sarà forse questa ostacolata decisione, fra le altre, la causa reale del rimpasto avvenuto di tutta fretta nella Giunta Gualano, se proprio in calce al documento politico di “Forza Italia”, allegato all’approvazione del bilancio 2016, si parla in maniera esplicita di questo appalto ritenuto forse non tutto legittimamente da “rinegoziare“?

  1. B. Della Torre

PENSIONE DI RIVERSIBILITÀ, SINDACATI: ‘RAPINA LEGALIZZATA’ DA PARTE DEL GOVERNO RENZI

É il tema riforma pensioni a tenere banco e, di giorno in giorno, arrivano sempre nuove indiscrezioni. Questa volta si parla della pensione di reversibilità che, secondo i sindacati, sarebbe messa in seria discussione da parte del Governo Renzi. “Il Governo vuole far cassa sulla pelle delle vedove, andando a toccare la pensione di reversibilità”, è questo l’annuncio lanciato dal segretario generale Spi CGIL Ivan Pedretti, secondo il quale, alla Commissione Lavoro della Camera sarebbe arrivato un disegno di legge delega del Governo Renzi, contenente un punto molto controverso relativo proprio al diritto alla pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità, cosa contiene il ddl del Governo Renzi?

In sostanza, questo disegno di legge propone una considerazione diversa da quella che era finora della pensione di reversibilità. Fino a questo momento, infatti, tale prestazione era considerata previdenziale. Adesso, si vorrebbe trasformarle in prestazioni assistenziali. Tutto ciò cosa significa? Significa che tale prestazione sarà legata al reddito Isee e, di conseguenza, al reddito familiari e non più quello individuale. Di conseguenza, coloro i quali potranno accedere alla pensione di reversibilità saranno sicuramente di meno.

Per Ivan Pedretti è una “rapina legalizzata” quella che sta mettendo in atto il Governo Renzi nei confronti dei cittadini. La pensione di reversibilità, afferma, è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti ed è un danno soprattutto alle donne in quanto l’età media dell’uomo è sicuramente più bassa e tale trattamento viene percepito soprattutto da loro. Tra l’altro, le donne verrebbero colpite doppiamente in quanto, come ben sappiamo, godono di una pensione che in media è inferiore rispetto a quella degli uomini.

Cis Giordania

QUELLO CHE E’ MANCATO NEI PRIMI #VENTIQUATTRO MESI DI RENZI

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Con un leggero anticipo rispetto alla scadenza (così vogliono le leggi della comunicazione), il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha tracciato un sintetico bilancio dei suoi primi ventiquattro mesi di governo attraverso il consueto file di slide scaricabile dal sito di Palazzo Chigi. E ha coniato per l’occasione un nuovo hashtag: #ventiquattro. Dalle slide di #ventiquattro emerge un quadro di successi, a cominciare dal ritorno a una crescita positiva e alla riduzione del tasso di disoccupazione (anche di quello giovanile).  Le slide non considerano quanto di questi successi possa essere ascritto a circostanze esterne (ad esempio al basso prezzo del petrolio e alle politiche della Bce). Sono però elencati altri sintomi di miglioramento nelle tante disfunzioni e nei mali atavici che opprimono l’Italia da decenni (cause civili pendenti, mancata digitalizzazione, evasione fiscale) che sono più probabilmente da ascrivere all’azione del governo. Anche su questo fronte si segnalano progressi, anche significativi. Dalla lista dei #ventiquattro compaiono “segni più” anche in aree finora dimenticate dalla politica: dal numero di visitatori nei musei ai ragazzi che fanno il servizio civile. Esce insomma un efficace riassunto della filosofia del premier, che vuole ridare fiato all’Italia con un misto di riforme approvate (Jobs act, abolizione delle province, riforma costituzionale) e di altre spesso impantanate sulla via crucis dei decreti attuativi (ad esempio, quelle della pubblica amministrazione e della giustizia). Di fianco alle riforme, iniezioni di fiducia a piene mani, anche con l’uso di denaro pubblico: per gli 80 euro, per azzerare l’imposta sulla prima casa, per dare 500 euro ai diciottenni e per gli agenti di polizia. Misure adottate perlopiù in deficit rinviando sistematicamente al futuro l’attuazione della spending review, ormai diventata l’araba fenice dei giorni nostri. Riforme e iniezioni di fiducia con denaro pubblico hanno l’obiettivo di modernizzare il paese preservando il consenso, oltre che di seppellire gli eccessi di auto-flagellazione del governo dei tecnici e l’indecisionismo dell’esecutivo di Enrico Letta.

La lista di successi del premier presenta però almeno altre due rilevanti dimenticanze e variabili omesse. La prima è la produzione industriale che ristagna ai livelli del 2013 (poco sopra ai minimi del 2009). La non ripartenza dell’industria dice che le riforme a metà, le iniezioni di fiducia e di denaro pubblico non bastano a ristabilire la convenienza a produrre in Italia per la generalità delle aziende italiane. Tra le #ventiquattro slide il premier sbandiera con orgoglio il recupero della produzione di autoveicoli e fa bene a sottolinearlo. Potrebbe anche aggiungere il successo del farmaceutico, fatto di penetrazione nei mercati esteri anche lontani e insieme della capacità di attrarre multinazionali a produrre in Italia. Ma la lista dei successi è troppo breve per alimentare una crescita più sostenuta della produzione industriale e quindi del Pil. E senza crescita più rapida del prodotto interno lordo i redditi familiari non aumentano abbastanza e così – il secondo elemento dimenticato nella lista del premier – le vendite al dettaglio stagnano anch’esse di poco sotto al livello del 2013. Con produzione industriale e vendite al dettaglio al palo, di quale crescita si parla? Certo, ristabilire le condizioni per rendere conveniente la localizzazione di impianti in Italia non è una missione facile. Come si fa ad aprire impianti in Italia se in Serbia il costo del lavoro è un quinto di quello italiano, se il costo dell’energia è il 40 per cento di quello italiano e se un’impresa che va lì a produrre sa di poter contare su sconti fiscali pluriennali? Senza dimenticare che producendo in Serbia si può poi esportare in Russia con un dazio dell’1 per cento, in barba alle sanzioni. A cambiare questo stato di cose non riuscì Silvio Berlusconi che, pur presentandosi con un programma nominalmente rivolto a liberare l’Italia dai lacci e laccioli della burocrazia e dello Stato, poi finì per concentrarsi sulla risoluzione dei suoi problemi personali lasciando le sue idee in buona parte intentate e comunque inattuate. Non ci riuscirono nemmeno i governi del centro-sinistra soffocati nel loro desiderio di innovare dai vincoli posti da un troppo stretto abbraccio sindacale. Oggi Matteo Renzi si è liberato – anche rudemente – dell’abbraccio del sindacato e delle liturgie della contrattazione. Ha anche infilato in un recente decreto lo snellimento di uno dei dinosauri del passato, la conferenza Stato-regioni. Ma se l’energia rottamatrice non si traduce in passi concreti per ridurre il costo dell’energia e il peso della tassazione su famiglie e imprese, il rischio è che si perda di vista il senso di tanto attivismo e che le belle slide rimangano efficaci strumenti comunicativi, colpevolmente mute però sulle difficoltà incontrate da troppe aziende italiane nel sopravvivere alle sfide della globalizzazione.

Francesco Daveri

IL DONO PER SAN VALENTINO CONSIGLIATO DAL CONTADINO

Un giovane professionista affermato, elegante, profumato, abbronzato con i raggi ultra-violetti e molto ambito dalle donne, incontra suo padre, anziano contadino, e gli rivolge oltre al saluto una battuta provocatoria: “Beato te che hai vissuto in campagna senza pensieri per la testa, io invece per questa festa mi arrovello per acquistare il dono alla mia compagna. Due anni fa ho donato gli stivali da sballo provocandole un callo. L’anno scorso le ho regalato il telefonino con internet incorporato e mega-byte maggiorato, non tanto apprezzato per il consumo esagerato. Quest’anno per San Valentino, per dimostrarle quanto ne sia innamorato l’accontenterò con un ricco dono inaspettato. Perché non fai altrettanto con tua moglie?”

Più che un consiglio, è stata una battuta sfottente per spiazzare l’incompetente; invece il padre così gli rispose: “Quello che regalo a tua madre è il solito dono che soddisfa a pieno i suoi desideri.” Riprese il figlio: “Di quale dono parli tu, incallito risparmiatore, io, non ti ho mai visto portarle un fiore? Comunque sono curioso di sapere dove l’acquisti e quanto costa.” Il contadino con tono pacato ma convincente, rispose: “In un piccolo emporio di nome Onestà. Davanti all’ingresso è posto un cestino di rifiuti per buttare: sospetti, egoismo, stupido orgoglio e vanità. All’interno dei diversi reparti regalano: entusiasmo, pazienza, allegria e sincerità. Di solito prendo un po’ di tutto e consegno alla cassa dove la signorina, di nome Felicità, confeziona il pacchettino allegandomi un bigliettino su cui scrivo: << Il cuore amico dona la sua chiara coscienza simile all’acqua di una sorgente limpida e trasparente dove puoi serenamente specchiare e spegnere ogni Tua arsura d’Amore. >> Il figlio frastornato disse: ”Bellissima dedica, però non ho individuato il nome del dono contenuto nel pacchetto”. Il padre rispose con penetrante tranquillità: “Il nome del dono che ogni persona amata gradirebbe ricevere sempre, però è sconosciuto alla modernità, si chiama Fedeltà “.

Il cuore del contadino innamorato

brama col pensiero garbato

il contatto dell’unica amante

anche se ella è distante.

Il lavoro soltanto

l’allontana dal suo fianco

per procurare i bisogni primari

utili a tutti i familiari.

Il regalo del paesano

è l’esempio quotidiano

donato con semplicità infinita

per gustare Amore, essenza della vita.

Antonio Monte

LA QUARANTANA A SAN NICANDRO

La Quarantana: il simbolo che scandiva il tempo penitenziale della Quaresima. Secondo una tradizione comunale alle popolazioni garganiche (ma non solo ad esse), la Quarantana è la pupattola realizzata con materiali poveri: un involucro di stoffa grezza riempito di paglia e vestita con l’abito della popolana, generalmente uno dismesso e malridotto. La pupattola poggia i piedi su una patata nella quale sono infilate sette penne di gallina. La Quarantana è poi appesa all’architrave della porta mediante una corda agganciata ad un anello infisso nella testa. Il capo stesso è costituito da un volto sommariamente pitturato sulla stoffa ed è sormontato da una chioma realizzata con stoppa. La parola Quarantana si collega direttamente alla Quaresima o meglio al quarantena (quaranta giorni). Infatti la Quarantana veniva esposta durante l’intero periodo della Quaresima, corrispondente approssimativamente a sei settimane. Le sette penne stavano proprio a scandire le settimane. La prima di essa infatti veniva tolta il giorno stesso dell’esposizione, la prima domenica di Quaresima. La conta delle penne residue consentiva agli osservatori di calcolare con grande immediatezza il numero delle domeniche che rimanevano prima dell’arrivo della Pasqua.

Prof. Michele Grana

 

L’ULTIMO CD DEI “CANTORI DI CARPINO” DEDICATO AL MAESTRO PICCININNO

 

“Chi sona e canta no nmore maje” è il nuovo CD dei Cantori di Carpino, dedicato al maestro Antonio Piccininno, che verrà presentato nel centro garganico in occasione dei suoi 100 anni il prossimo 18 febbraio 2016 durante le manifestazioni organizzate per festeggiare l’anziano artista. L’album, registrato e mixato da Peppe Totaro (leader dei “Tarantula Garganica”) presso STUDIOUNO di Monte Sant’Angelo che in questo lavoro ha svolto anche il ruolo di produttore artistico, è il terzo CD prodotto dall’Associazione culturale “I Cantori di Carpino”: dopo il primo, “Tarantella del Gargano” realizzato nel 2001 da Eugenio Bennato, nel 2006 seguì “I Cantori di Carpino – Stile, storia e musica alla carpinese”. Il nuovo CD, auto prodotto dall’Associazione “I Cantori di Carpino” e da STUDIOUNO con il patrocinio del Comune di Carpino, del Carpino Folk Festival e del Parco Nazionale del Gargano, contiene dodici tracce, di cui ben sei con la voce del maestro Piccininno che esegue i tre stili della tradizione carpinese: “rodianella”, “viestesana” e “montanara”. «E’ il più bel regalo per il mio compleanno – commenta l’anziano cantore – perché racconta e scrive la mia vita. La mia musica non muore mai, perché è la vita della nostra terra». «Un momento importante per il percorso artistico dei “Cantori” – aggiunge Nicola Gentile – che si avvale della forte presenza del maestro Piccininno che esegue la metà dei brani contenuti nel CD. Un tributo dovuto a colui che resta il custode delle nostre tradizioni e antesignano pioniere della riscoperta e valorizzazione della musica popolare garganica».

Un lavoro lungo e delicato che ha reso necessario l’impegno di più persone e ricercatori. «La voce del maestro Piccininno – racconta Totaro – è stata registrata in diversi step, a partire dal 2006 fino al 2012. Ho iniziato a incidere questa sapienza orale, prima che fosse troppo tardi, perché Piccininno è il guardiano e il principale depositario di una tradizione che continua e continuerà a diffondersi anche attraverso questo CD». Un lavoro lungo e interessante reso possibile dallo sforzo culturale di tutto il gruppo composto dal maestro Antonio Picininno, Nicola Gentile (tammorra e voce), Giuseppe Pio Di Mauro (chitarra classica e voce), Rocco Di Lorenzo (chitarra battente e voce), Marco Di Mauro (chitarra acustica e voce), Gennaro Di Lella (chitarra acustica), Antonio Rignanese (chitarra battente) e Rosa Menonna (castagnole o nacchere).

Un ulteriore tassello per l’attività dei “Cantori di Carpino”. Gruppo di musica etnica che rappresenta la pietra miliare della cultura popolare del Gargano grazie alle proposte musicali che hanno permesso al grande pubblico di conoscere e apprezzare il valore e l’intensità artistica della “tarantella carpinese”.

Info e Contatti: Nicola Gentile 3384508854 o nicolinocantori@tiscali.it

DAL 14 AL 16 FEBBRAIO L’OSTENSIONE DI PADRE PIO IN CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA

Oggi, domenica 14 febbraio, alle ore 20, le spoglie mortali di San Pio da Pietrelcina giungeranno in processione nella Casa Sollievo della Sofferenza, l’Opera da lui fortemente voluta e inaugurata il 5 maggio del 1956. Vi rimarranno in ostensione fino al pomeriggio di martedì 16 febbraio. L’ultima volta che Padre Pio mise piede in Ospedale risale al 5 maggio del 1966 in occasione del decennale dell’inaugurazione. In questa occasione, nel messaggio rivolto alla platea, sottolineò l’importanza della preghiera: «É la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la “Casa”, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza». L’ostensione di San Pio in Casa Sollievo «sarà un’occasione per rinsaldare le nostre preghiere – ha spiegato monsignor Michele Castoro, Arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovani Rotondo e presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza -, per implorare il dono della guarigione e del sollievo della sofferenza per tutti i nostri ammalati e, per i nostri Gruppi di Preghiera, sarà il segno dell’amore che Padre Pio nutre per la sua Opera».

Domenica 14 febbraio, il corteo processionale, che partirà alle 19 circa da Piazza Europa a San Giovanni Rotondo, si concluderà in Casa Sollievo e sarà accolto sul pronao da monsignor Michele Castoro, dagli ammalati, dal personale religioso, sanitario e amministrativo dell’Ospedale. Successivamente le reliquie del Santo entreranno in Casa Sollievo e saranno portate in processione nella Cappella maggiore. Per ragioni igienico-sanitarie e per motivi di sicurezza, il corteo processionale sarà composto esclusivamente dagli ammalati, dal personale religioso, sanitario e amministrativo dell’Ospedale. Alle 20.30 ci sarà un momento di preghiera e la recita della compieta. Per consentire agli ammalati e agli operatori di venerare le spoglie del Santo, la chiesa resterà aperta anche durante la notte.

Il programma di lunedì 15 febbraio si aprirà con la Celebrazione Eucaristica alle ore 6.10, alla quale seguirà la recita delle lodi e la Concelebrazione Eucaristica delle ore 8. Alle 9 gli operatori delle varie unità operative si alterneranno in chiesa per venerare le spoglie del Santo e animare dei momenti di preghiera. Dopo la recita dei vespri e del rosario alle 18.30, la giornata si chiuderà con la Celebrazione Eucaristica delle 19.30, prima della Veglia di Preghiera animata dalle suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù e dal Gruppo di Preghiera di Padre Pio dell’Ospedale. Anche nella notte di lunedì 15 febbraio la chiesa rimarrà aperta tutta la notte.

Martedì 16 febbraio, ultimo giorno di ostensione in Ospedale, dopo la Santa Messa delle 6.10 e la recita delle lodi, monsignor Michele Castoro presiederà la Concelebrazione Eucaristica delle 8. Alle 9 gli operatori delle varie unità operative torneranno ad alternarsi in chiesa per raccogliersi in preghiera. Alle 16, dopo la recita della coroncina della Divina Misericordia, le reliquie del Santo torneranno nella chiesa a lui intitolata.

TRA STORIA&LEGGENDA: “VICO DEL GARGANO E IL…DITO DI SAN VALENTINO”

A Vico il martire, patrono per contratto, protegge gli agrumi dalle calamità naturali. Ad imporre il “martire” alla popolazione fu il marchese Spinelli che, nell’occasione donò alla cittadinanza le reliquie e un mezzobusto ligneo raffigurante il santo latino. Fino a quell’anno il patrono era San Norberto di Xanten (fondatore dei canonici regolari di Prémontré ed evangelizzatore di slavi), festeggiato l’11 giugno. “E’ un caso singolare di preferenza di un santo invernale a un santo estivo in funzione dell’economia più redditizia del paese, ovvero la coltura degli agrumi” argomenta il professor Giovanni Battista Bronzini.

L’adozione in loco di San Valentino, infatti, discende da una motivazione squisitamente politica: il bisogno dei ceti emergenti di un maggior controllo sulla rinnovata situazione economica e sociale. Anche l’antropologia, però, fa la sua parte. San Norberto non riusciva a suscitare l’indispensabile devozione popolare nel momento del bisogno che esigeva l’appello propiziatorio al santo d’inverno, quando le gelate mettevano in forse il raccolto agrumario. Il sistema calendariale stabilito da Papa Gregorio XII nel 1582, rivela una trama attraverso la quale le classi dominanti regolavano le attività e le energie umane delle plebi.

La ricorrenza celebrativa vichese di San Valentino rientra a pieno titolo nel processo economico sotteso alla formazione dei patronati e al traffico di reliquie. Fenomeni che preannunciavano la grande guerra contadina: nel regno napoletano scosse gli ordinamenti feudali nel 1647-48 e finì repressa nel sangue. L’adozione pubblica – mediante strumento notarile (caso unico in Italia)- conta quattro secoli. A quel tempo in paese dimoravano poco meno di tremila anime e ben 60 ecclesiastici. Oggi i residenti sono circa 8 mila. La festa ha un arcaico sapore pagano e affonda le sue radici nelle culture agrarie indo-europee. I gesuiti plasmarono la festa pre-cristiana invernale di morte e rinascita dei campi: atteggiamento che induceva le moltitudini a cercare sicurezza e speranza nell’accettazione di un potere sovrannaturale.

Culto popolare – Economia, politica ed antropologia a braccetto: il movimento ascensionale per le vie del borgo -ricolmo di arance- è solcato da processioni laiche di confraternite che avanzano con il santo verso la “coppa” (collina) del Carmine. Qui viene impartita la benedizione religiosa ai sottostanti giardini d’agrumi e agli alberi d’alloro della “Vascianza (luoghi vicini al mare).

Il dito di san Valentino è un indice meteorologico: rivolto in basso indica rovinosi presagi per gli alberi dalle foglie lucenti. La processione del santo protettore -adornato nella chiesa madre di arance- ripete l’arcaico schema simbolico-rituale del primaverile matrimonio degli alberi che si ri-generano. Un tempo l’intermediario divino regolamentava perfino i contratti di vendita degli agrumi. Annotava un secolo fa lo storico vichese Giuseppe del Viscio: «se la valutazione si fa prima del 14 febbraio il proprietario è obbligato ad abbonare al negoziante il 10 per cento sulla quantità della frutta risultante dalla stima; se dopo quel giorno non si dà percentuale di sorta». (vicoinfoeventi)

BILANCIO COMUNALE PIU’ COMPRENSIBILE…PER I CITTADINI

Il processo di armonizzazione contabile normato dal decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 ha ridefinito l’assetto e il funzionamento dei sistemi contabili degli enti territoriali: ha modificato i concetti di competenza finanziaria, residui, avanzo di amministrazione e ha introdotto nuovi elementi quali, ad esempio, il fondo pluriennale vincolato e il bilancio consolidato. La riforma ha previsto anche l’obbligo di redigere un rendiconto semplificato per il cittadino, strumento contabile con finalità parzialmente sovrapponibili a quelle del bilancio sociale. Il rendiconto semplificato per il cittadino deve essere divulgato sul sito internet dell’ente e contenere una esposizione sintetica dei dati di bilancio, con evidenziazione delle risorse finanziarie umane e strumentali utilizzate nel perseguimento delle diverse finalità istituzionali, dei risultati conseguiti con riferimento al livello di copertura e alla qualità dei servizi pubblici forniti ai cittadini. Il decreto 118/11, tuttavia, non chiarisce le modalità con le quali debba essere redatto. Comunque sia, se l’attuale situazione della finanza pubblica sovente fornisce prova di inefficienza e scarsa chiarezza a causa degli strumenti che gli enti locali utilizzano per controllare i livelli di spesa, il Dlgs 118/2011 si pone come la risposta al problema. Il quadro di riferimento è poi stato completato dal decreto legislativo 126/2014 e negli ultimi mesi è partita la corsa all’adeguamento dei sistemi contabili e delle procedure organizzative da parte delle migliaia di enti coinvolti dalla riforma. Da inizio del 2016, a eccezione di alcuni adempimenti secondari, il nuovo sistema contabile degli enti locali è infatti pienamente operativo. D’altra parte, negli ultimi anni, seppur in ritardo rispetto a quanto avvenuto nel mondo privato, anche nella pubblica amministrazione si è progressivamente affermato il paradigma dell’accountability, ovvero della necessità di rendere conto del proprio operato. Nei comuni la spinta è arrivata in particolare: a) dall’avvicinamento dei governi locali alle comunità, generato da una serie di riforme normative che hanno trasferito risorse e competenze agli enti territoriali più vicini ai cittadini; (b) dai limiti di comprensibilità e della relativa efficacia dei documenti previsti dal sistema della contabilità degli enti locali; (c) dalla pressione sulla qualità dei servizi da parte dei cittadini. Nelle intenzioni del legislatore, la riforma della contabilità pubblica mira dunque sia a un’armonizzazione della contabilità pubblica, sia a migliorare il grado di trasparenza della pubblica amministrazione. Sarà la volta buona?

Per vedere le prime esperienze di accountability nel settore pubblico in Italia bisogna arrivare agli anni Novanta ed è solo dai primi anni del decennio 2000-2010 che la rendicontazione sociale e, in particolare, il bilancio sociale divengono uno dei principali temi di interesse e di sperimentazione negli enti locali. Nonostante la crescita dell’interesse e delle esperienze e la proliferazione della letteratura in merito, ancora poche sono le ricerche empiriche realizzate su base nazionale e finalizzate a rilevarne il grado di diffusione tra gli enti locali italiani. Per questo motivo, abbiamo effettuato una rilevazione coinvolgendo oltre 1.300 comuni e ottenendo 240 risposte, l’anno preso a riferimento è il 2013. Dall’analisi dei dati, unita a precedenti ricerche in materia, emerge con evidenza come “l’effetto moda” del bilancio sociale sia calato, portando a una sua sostanziale scomparsa nei piccoli comuni e a un poco convinto mantenimento in quelli di grandi dimensioni.

Nella nuova normativa sono due gli elementi di novità che spingono verso una maggiore trasparenza dei bilanci comunali: l’obbligatorietà del rendiconto semplificato e l’adozione di indicatori comuni. Appare, quindi, ancora più decisivo un collegamento sempre più stretto tra sistema contabile e rendicontazione sociale. Percorrere questa strada di integrazione tra documenti significherà diminuire la mole di lavoro che era richiesta per la predisposizione del bilancio sociale, in particolare per ciò che concerne i piccoli comuni. In conclusione, quindi, è da considerarsi positivamente uno spostamento di priorità e attenzione dal bilancio sociale al rendiconto semplificato che miri a: (a) un migliore allineamento con i nuovi strumenti contabili previsti dal Dlgs 118/2011 e provvedimenti collegati; (b) un utilizzo sempre maggiore di indicatori sintetici oggettivi e comparabili, chiaramente rappresentati e opportunamente pubblicizzati. Tutto ciò porterà a un livello minimo oggettivo e imprescindibile di trasparenza, rappresentato dal rendiconto semplificato, e a un ulteriore livello, più approfondito, personalizzato e facoltativo costituito dal bilancio sociale, adatto soprattutto agli enti di maggiori dimensioni.

Davide Giacomini e Laura Rocca

SAN NICANDRO, RUBATO BANCOMAT ALLA FILIALE DEL BANCO DI NAPOLI

Rubato il bancomat della filiale del Banco di Napoli di San Nicandro. Questa notte, alle ore 3:30, tre esplosioni si sono susseguite l’una dietro l’altra con notevoli danni alla struttura. Sull’accaduto indagano i carabinieri del Comando Compagnia di San Severo. Tanto spavento e tanta paura per le esplosioni che sono state avvertite anche a distanza notevole. Molto probabilmente ci saranno dei lavori immediati di ripristino per poter continuare l’attività creditizia e dare ai clienti i servizi necessari.

CARNEVALE, “PASSIONE VIVENTE” E SETTIMANA SANTA: UNA OPPORTUNITA’ PER IL TURISMO DEL TERRITORIO

Carnevale potrebbe essere l’inizio di un itinerario turistico-culturale che termini fino alla rappresentazione della Settimana Santa di Pasqua con una serie di eventi che possono richiamare l’attenzione di flussi turistici in un periodo di destagionalizzazione del settore. E’ noto come il Carnevale di San Nicandro abbia una sua specificità che lo rendono sul piano culturale ed antropologico molto interessante ed unico che potrebbe essere proposto al grande pubblico garganico e della Capitanata. San Nicandro è l’unica cittadina che conserva ancora (fortunatamente!!!) sia i costumi tradizionali del Pastore e dalla Pacchiana sia l’utilizzo del “Cunc’rtin” per la musica tradizionale. Con una regia attenta alla intera manifestazione carnevalesca, l’evento potrebbe coordinare varie iniziative che comprendono non solo la tradizione, ma anche nuovi modelli e proposte per un pubblico più diversificato. Oltre ai “campanacci” (altra tipicità nostrana) il nostro Carnevale si festeggia fino alla domenica successiva e quindi una serie di manifestazioni da proporre in un periodo in cui dappertutto è già quaresima. Poi c’è la “Quarantana”, altra usanza tipica che può essere offerta al turismo di massa. Queste manifestazioni folkloristiche sono una opportunità di crescita e di richiamo di flussi turistici i quali mettono in moto l’economia locale e la vendita di prodotti tipici ed alimentario. E dopo il Carnevale i riti della Settimana Santa con la nostra processione solenne e la “Passione Vivente” organizzata dalla Chiesa del Convento.

E’ possibile dare un’immagine nuova di San Nicandro in grado di fare turismo sul territorio con un progetto specifico relativo al periodo interessato, con la partecipazione allargata a tutti, con un coinvolgimento degli operatori del settore per la riscoperta delle peculiarità culturali del nostro territorio e porle in rilievo con un’azione sinergica che veda impegnata il settore cultura e agricoltura del nostro comune. Può essere questa un’azione innovativa basata sulla nostra storia locale, sulle tradizioni e sulle novità da proporre per offrirle al turismo ed iniziare un percorso strategico comune che possa dare risultati attesi e vantaggi alla comunità.

AL TEATRO “VERDI” DI SAN SEVERO ARRIVA LA “MAS TANGO COMPANY”

Prosegue con successo la 47.ma stagione concertistica dell’Associazione “Amici della Musica”, presieduta da Gabriella Orlando. Prossimo ospite del Teatro comunale “Verdi” di San Severo sarà la Compagnia di tango argentino “Mas Tango Company”. Lo spettacolo è in programma sabato 20 febbraio 2016, alle ore 20 (porta ore 19.30). I “Mas Tango” si propongono all’attenzione del pubblico come il naturale incontro tra musicisti di estrazione classica che, negli ultimi quindici anni, hanno contribuito attivamente alla diffusione del tango, della musica di Astor Piazzola, celebre compositore e arrangiatore argentino di origine pugliese, e in generale della cultura argentina in Italia.  A salire sul prestigioso palcoscenico del “Verdi” il quintetto composto dai musicisti Massimiliano Pitocco, Dario Flammini (bandoneòn), Angelo Di Ianni (violino), Massimiliano Caporale (pianoforte), Roberto Della Vecchia (contrabbasso), mentre le sensuali danze saranno eseguite dai tangueros Grazia e Carmine Mummolo, Simona Gentile e Raffaele Ferrante.

L’evento è patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale Spettacolo dal Vivo (Roma), dalla Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale e dal Comune di San Severo – Assessorato alla Cultura. Per informazioni chiamare il numero 348.6628775

UNA VOLTA SI PARLAVA DEL PORTO TURISTICO DI TORRE MILETO

Del porto turistico di Torre Mileto se ne è parlato 15 anni. La società Modimar fu interessata per la progettazione della struttura. Non se ne fece niente ma nel sito della società risulta ancora la descrizione dell’opera: “Progetto del nuovo porto turistico (300 posti) di Torre Mileto in Puglia comprendente: studio dell’inserimento ambientale e paesaggistico; progetto preliminare architettonico del centro commerciale con parti interrate ed a raso, ristorante bar, yachting club, servizi del porto, torre di controllo e uffici amministrazione portuale e terminal traghetti. Progetto preliminare (in collaborazione). Importo presunto dei lavori L. 22.000.000.000. Committente: Comune di San Nicandro”.

Così, in breve, la descrizione progettuale: “Il porto turistico di Torre Mileto ricade nel territorio comunale di San Nicandro Garganico, in corrispondenza del promontorio roccioso che divide le due falcate sabbiose costituenti i cordoni litoranei dei laghi costieri di Varano e di Lesina. La zona prescelta per la localizzazione del porto è particolarmente indicata per la bellezza dei luoghi e per la ridotta distanza dalla isole Tremiti, che risulta di sole 13 miglia nautiche, ben inferiore quindi a quella fra le stesse isole e le altre località più vicine, quali Termoli e Rodi Garganico. Un accurato studio delle potenzialità del porto ha mostrato che la capacità ricettiva prescelta, pari a circa 350 imbarcazioni di lunghezza compresa fra 6,5 e 25 metri, è soddisfatta dal solo bacino di utenza locale, senza considerare i potenziali utenti stranieri ed italiani. Data la particolare delicatezza dell’ambiente circostante si è progettato un intervento che ingenerasse la minima perturbazione, sia nei riguardi dei fondali, sia del panorama costiero, dominato dalla strutture della torre medioevale e di una vecchia masseria. L’opera di difesa principale, dalla caratteristica forma ad arco di cerchio, è isolata in mare e collegata con la terraferma per mezzo di un ponte pedonale in legno. Il molo di sottoflutto è radicato a terra in corrispondenza della strada di collegamento con la viabilità principale; al molo stesso si intesta un largo pontile all’incirca parallelo alla linea di riva e che termina con un piazzale circondato dall’acqua, sul quale sono collocati gli edifici indispensabili per la vita del porto. Dal pontile principale si distaccano quattro pontili secondari che accolgono la maggior parte della flotta turistica. Esternamente al molo di sottoflutto è stato collocato un ulteriore molo più corto che delimita un bacino destinata ad accogliere il cantiere nautico. Nell’avamporto posto immediatamente dopo l’imboccatura portuale sono ubicati due attracchi per traghetti o aliscafi di collegamento con le isole Tremiti e con gli altri porti del promontorio garganico”.

LUNEDI’ 15 FEBBRAIO PRESENTAZIONE NUOVO INDIRIZZO SCOLASTICO “PROFESSIONALE –LAPIDEO”

Lunedì 15 febbraio alle ore 18:00, presso l’auditorium “Studenti per Sempre” dell’IISS “Federico II” in via Pozzo Salso ad Apricena, verrà presentato ai ragazzi delle classi terze della Scuola Superiore di primo grado (ex scuola media) il nuovo indirizzo “Professionale – Lapideo” attivo dal prossimo anno scolastico presso la stessa scuola. “Si tratta di una iniziativa storica – sottolinea il Sindaco Antonio Potenza – per mettere a conoscenza ragazzi e genitori di questa nuova importante occasione che siamo riusciti ad avere qui ad Apricena”. Saranno presenti anche i rappresentanti delle aziende del bacino estrattivo.

“Nei giorni scorsi – sottolinea il Sindaco – abbiamo inviato una lettera a firma mia e del Dirigente Scolastico, il professor Cristoforo Modugno, ai ragazzi che si apprestano a fare una scelta importante per la loro formazione: la scelta della scuola superiore da frequentare”. “Come Amministrazione e come territorio vogliamo far conoscere loro questa nuova opportunità e auspichiamo che già da quest’anno si possa avviare il corso con la formazione della prima classe”, afferma l’Assessore alla Cultura Anna Maria Torelli. “Apricena da decenni attendeva l’apertura di un indirizzo scolastico che andasse a dialogare con l’economia del nostro territorio. Infatti questa è una scuola che interessa non solo Apricena, ma il territorio dell’Alto Tavoliere. E oggi, grazie all’impegno congiunto dell’Amministrazione, della Scuola e della Direzione Scolastica provinciale e regionale apriamo la prima scuola tecnica dedicata completamente al settore lapideo”.

“Quello che partirà a settembre – rimarca l’Assessore ai lavori Pubblici Paolo Dell’Erba  – è un corso completo che, come si evince da piano di studi, darà gli strumenti per poter entrare direttamente a contatto con il mondo del lavoro, ma anche di avere una adeguata preparazione per proseguire gli studi all’Università. Per la prima volta avremo la possibilità di formare ragazzi che andranno da subito  a confrontarsi con le aziende del territorio, con le quali saranno attivate convenzioni per tirocini formativi. Si tratta di una bella opportunità anche dal punto di vista lavorativo, perché le aziende, al termine dei cinque anni di studio, avranno professionalità già formate e preparate da contattare per occasioni di lavoro”.

“Per Apricena era una grave mancanza non avere, sul territorio, una scuola tecnica che formasse professionalità da inserire nel comparto lapideo”, riprende Potenza. “L’apertura di questo nuovo indirizzo, per il quale ci battiamo da anni, è una vittoria di tutta la Città. Una scuola che valorizza le specificità del luogo in cui si trova fa crescere ragazzi ai quali si possono dare opportunità concrete. Ecco perché – conclude Potenza – rinnovo l’invito agli alunni delle terze medie e ai loro genitori ad essere presenti il prossimo lunedì 15 febbraio alle ore 18 presso l’auditorium “Studenti per sempre” del “Federico II” di Apricena”.

OLIO, ARRIVA IL CONTRASSEGNO PER L’EXTRAVERGINE 100% ITALIANO

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Il nuovo contrassegno promosso da Cno, Cia e Zecca dello Stato per certificare l’olio extravergine 100% italiano ROMA – Mentre i prezzi dell’olio di oliva salgono in tutta Europa e l’esecutivo Ue propone un incremento del contingente di olio di oliva a dazio zero dalla Tunisia, da noi i piccoli produttori (oltre 700mila aziende attive) lanciano una nuova iniziativa per difendere l’extravergine di qualità made in Italy. Si tratta di un “super contrassegno” che si aggiunge alle indicazioni obbligatorie già in etichetta e certifica l’olio extravergine 100 per cento italiano. Uno strumento in più per i consumatori per mettersi al riparo dalle frodi, che colpiscono sempre più di frequente questo prodotto e sottraggono al settore 1,5 miliardi di euro all’anno.
L’annuncio arriva dal Cno (Consorzio nazionale degli olivicoltori) che, con l’appoggio di Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Poligrafico e Zecca dello Stato, ha messo a punto il bollo speciale. Il contrassegno, però, non ha ancora ricevuto il sostegno né del ministero delle Politiche Agricole né di quello dello Sviluppo economico. Il sistema del nuovo contrassegno si basa su tre pilastri: Stampa di sicurezza per il riconoscimento del prodotto a tutela dalla contraffazione; tracciabilità mediante sistema informativo (ossia il QR code tramite il quale, con un semplice smartphone, il consumatore può avere tutte le informazioni sull’origine del prodotto, ndr); numerazione univoca presente sui contrassegni che, unita al codice di controllo, consente di conservare traccia della storia del prodotto etichettato.

Tutto questo avviene in un mercato che si complica sempre di più, anche sul fronte dei prezzi che, in Europa sono aumentati del 20% nel 2015 a causa del batterio xylella, comparso nel 2013 in Italia colpendo soprattutto la Puglia, e dello scarso raccolto in Spagna, dove il calo della produzione è iniziato nel 2014 e si è aggravato l’anno scorso a causa della siccità. Lo afferma uno studio pubblicato da Information resources inc (Iri), la società che opera a livello globale nelle ricerche di mercato. L’analisi si basa su rilevamenti in sette paesi dell’Europa occidentale: Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi bassi, Regno Unito e Spagna.In dettaglio l’aumento dei prezzi ha colpito maggiormente i Paesi che utilizzano il prodotto come ingrediente principale nelle loro cucine toccando +27% in Spagna, +21% in Italia e +17% in Grecia, mentre in Francia era +8,5%.
Il tema dell’aumento dei prezzi si incrocia, poi, con quello della proposta della Commissione europea di incrementare di 35mila tonnellate l’anno per il 2016 e il 2017 l’import extra di olio di oliva a dazio zero proveniente dalla Tunisia.