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A.P.S. GARGANO SOLIDALE SI RACCONTA…

In una splendida giornata di maggio percorrendo le vie del centro un bambino gioviale chiese alla madre che lo accompagnava ai giardini pubblici: “Mamma, Mamma perché quel vecchietto è seduto a terra, tutto sporco?”. La madre girò lo sguardo, vide un clochard e, con affare disinvolto, disse al figlio: “Dai cammina più in fretta, sta riposando è solo stanco tesoro”. Allora il bimbo, che non era soddisfatto della risposta della madre, riprese chiedendo questa volta: “Si, ma allora perché mi tende la mano sorridendomi?”. Questa volta la madre scocciata gli rispose: “Smettila e pensa a camminare”. Alle domande di quel bambino noi, l’A.P.S. Gargano Solidale, vogliamo dare delle risposte, mai scontate, perché vogliamo che cresca non voltando la faccia da tutt’altra parte quando crescendo vedrà le ingiustizie di cui il mondo è pieno.

Siamo nati nel febbraio 2015 con il desiderio di dare ascolto alle esigenze di una Comunità più volte vilipesa e maltrattata che come quel clochard tende la mano con la speranza di essere aiutata. Per dare risposta a parte di quelle esigenze abbiamo creato un Centro aperto Polivalente per Minori che ci sta permettendo di aiutare molti bambini con attività di supporto a scuola. Nell’espletare tali attività stiamo imparando anche a conoscere meglio noi stessi, le nostre debolezze, le nostre disattenzioni e l’umanità che si nasconde dietro l’abitudine. Abbiamo scoperto quanti benefici si ricevono facendo volontariato. Dedicare tempo agli altri riduce ansia e depressione, aumenta il benessere e la soddisfazione di sé, aiuta a conoscere nuove persone, permette di acquisire fiducia in se stessi, e non in ultimo, tra l’altro, migliorano il proprio “curriculum vitae” in quanto le esperienze di volontariato dimostrano competenze umane importanti, quale l’empatia, capacità di gestione, capacità di lavorare in squadra che possono essere documentate. L’attività che stiamo portando avanti con passione ed allegria è aperta alla partecipazione di chiunque crede, come noi, nell’importanza del volontariato. Per tale motivo, se qualcuno avrà voglia di aiutarci ad afferrare quella mano tesa sarà il ben accetto e potrà venire a trovarci dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19, presso la sede del Centro aperto Polivalente per Minori sito in Viale Vittorio Veneto, 52 oppure inviandoci una mail per informazioni all’indirizzo garganosolidale@gmail.com . Con il vostro aiuto non vogliamo solo tendere la mano a questa comunità bensì sogniamo di poterla risollevare!!!

ILPRESIDENTE

dott. Nazario Tancredi

MILLE DEFIBRILLATORI PER SCUOLE E CENTRI SPORTIVI PUBBLICI

Dopo la tragedia di Trinitapoli in cui un ragazzo di 13 anni è morto dopo una partita di calcio in una struttura sportiva sprovvista di defibrillatore, la Regione Puglia tramite l’assessore al Walfere Salvatore Negro, lancia un’idea: “Mille defibrillatori da assegnare a scuole, centri sportivi e di aggregazione pubblici per salvare un’infinità di vite umane”. L’idea dell’assessore e del consigliere regionale, Ruggiero Mennea presidente del comitato permanente di Protezione civile, sta per diventare realtà e diventa drammaticamente d’attualità dopo la morte del 13enne di Trinitapoli, che due giorni fa si è sentito male in un centro sportivo della sua città non dotato di questo strumento di soccorso. In attesa che la magistratura chiarisca eventuali responsabilità nella triste vicenda, dalla Regione Puglia parte comunque un impegno concreto, che segue quello andato in porto già nell’ottobre 2013 con l’acquisto di 200 defibrillatori. “Credo che sia dovere di un ente pubblico rispondere con immediatezza alle criticità del territorio, soprattutto  se c’è in gioco la vita delle persone”, dice Mennea. “E’ impensabile solo l’idea di accettare casi di morti improvvise che, forse, potevano essere evitate. Peraltro, le nuove politiche di delocalizzazione dell’assistenza sanitaria si basano anche sulla prevenzione”. “La Regione Puglia – precisa l’assessore Negro – intende dotare di defibrillatori tutti i luoghi di aggregazione pubblici, come scuole e centri sportivi, ma anche provvedere alla formazione di chi dovrà utilizzarli. Questa operazione sarà attivata in un periodo di massimo due anni e che sarà finanziata attraverso il Fesr”.

ATTENZIONE A CHI CHIEDE SOLDI PER CONTO DELLE CHIESE

Don Giancarlo, Parroco della Chiesa del Carmine ha fatto una comunicazione importante che interessa tutti i sannicandresi: “Ho saputo che alcune ragazze di 17-18 anni chiedono soldi per le case a nome della Parrocchia del Carmine, dicendo di essere state inviate da me. È assolutamente falso. Io non ho mai inviato persone a chiedere soldi per le case e mai lo farò. Vi prego di informare la gente e di metterla in guardia da queste tuffatrici e bugiarde. Grazie”.

Attenzione, quindi, a queste truffatrici. Non date niente a chi chiede denaro per conto di altri.

NASCE IL SITO INTERNET DEDICATO ALLE FRACCHIE

E’ on line un sito dedicato alle “fracchie” di San Marco in Lamis realizzato dagli alunni dell’Istituto comprensivo “Balilla – Compagnone – Rignano”. Ecco il progetto.

Con questo progetto, riconosciuto e patrocinato dall’UNESCO, si intende far conoscere, conservare e perpetuare nel tempo la più bella e antica tradizione del nostro paese: le fracchie. La realizzazione di queste grandi fiaccole coniche, sistemate orizzontalmente su ruote e trainate accese durante la processione del Venerdì Santo, esprime da secoli l’identità del nostro popolo e costituisce un patrimonio che accomuna ed unisce tutti i ceti sociali.  San Marco in Lamis, paese inserito nel Parco Nazionale del Gargano, rappresenta il patrimonio culturale, ambientale e tradizionale dell’ambiente agro-silvo-pastorale mediterraneo. In questo contesto storico, culturale e ambientale si svolge la processione.  Nei panni di giornalisti in erba, gli alunni andranno alla scoperta delle fonti sulle origini della tradizione delle fracchie, entreranno nel loro mondo incontrando maestri fracchisti, associazioni, comitati, confraternite, Pro Loco, Amministrazione Comunale e enti vari, e cercheranno di capire il valore sociale e religioso che esse assumono all’interno della nostra comunità. Non solo studieranno il mondo della fracchia, ma diventeranno loro stessi fracchisti. Difatti il progetto prevede la costruzione di una fracchia da parte dei bambini guidati da un maestro fracchista, Matteo Nardella, per immergersi realmente nell’atmosfera che si respira in quei giorni, vivendo la fatica del lavoro manuale, l’allegria dello stare insieme e la soddisfazione di vedere realizzata la propria fracchia.
E non è finita qui! I giovani reporter, degni nativi digitali, per far conoscere il loro lavoro, condivideranno tutto  tramite una sorta di diario di bordo su una pagina facebook, imparando anche con questa esperienza a utilizzare al meglio queste forme di comunicazione. Oltre alla pagina facebook, è stato realizzato un sito internet, un importante contenitore mediatico ricco di notizie, informazioni, foto e video, che vuole porsi come info point turistico per chiunque voglia inoltrarsi nel nostro meraviglioso mondo delle Fracchie.
Il progetto è dedicato alla memoria di Gabriele Tardio, poliedrica figura di uomo: scout, tecnico agricolo, storico locale, francescano secolare, scrittore, poeta, pellegrino, nonchè instancabile ricercatore sulle fracchie, sulle quali ha lasciato una importante eredità di scritti e studi, prodigandosi, unitamente a Nicola Maria Spagnoli e altri, per il riconoscimento di questa tradizione come bene culturale immateriale dell’umanità presso l’Unesco.

Sito internet: www.lefracchie.it

Facebook: www.facebook.com/lefracchie

PIANO SANITARIO COINVOLGE ANCHE SAN NICANDRO

Un piano di investimenti da Fondi FESR 2014/2020, per un totale di 404 milioni di euro, che cambierà la sanità nella Regione Puglia. E’ quanto annuncia il Partito Democratico di San Nicandro Garganico, all’indomani della conferenza stampa in cui il presidente Michele Emiliano ha presentato i cardini della riorganizzazione della sanità in Puglia.

“Si tratta dell’orientamento raggiunto dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro, l’assessore al Bilancio Raffaele Piemontese e il direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Foggia Vito Piazzolla – fa sapere il segretario del PD di San Nicandro Garganico Matteo Vocale – che partendo da quanto previsto dapprima dal piano di rientro dl 2010 e dal Patto della Salute 2014-2016, hanno avviato già a fine dicembre una prima fase per la ricognizione dei fabbisogni, in sintonia con gli organi tecnici dell’Assessorato al Welfare e del Dipartimento Salute, le Direzioni generali delle Asl e le are tecniche, individuando 139 progetti, di cui 66 con priorità alta.

Tra questi ultimi – spiega Vocale – è stato confermato il finanziamento di quasi 2 milioni e mezzo di euro per il Piano Territoriale di Assistenza di San Nicandro Garganico, la cui istituzione era prevista già nel riordino regionale 2014, mai attuato, poi reinserito dalla giunta regionale nel marzo 2015 e confermato ieri grazie allo stanziamento dei nuovi fondi”.

I PTA sono strutture nate dalla riconversione degli ospedali che sono stati dismessi, tra il 2010 e il 2013, a seguito del Piano di rientro e saranno ora i centri nevralgici dell’assistenza sanitaria territoriale consentendo la concentrazione di molti servizi distrettuali, sia per la diagnostica specialistica che per le cure ambulatoriali, allo scopo di realizzare una copertura assistenziale nell’arco delle 12 e delle 24 ore. Prevedono ospedali di comunità (gestiti dai medici di famiglia per ricoveri di 24 ore), attività medica di base (dottori che riuniscono i propri studi in un unico luogo), assistenza specialistica di base e di diagnostica (per specialisti dell’Asl o macchine per radiografie, eco, tac, eccetera), punti di primo intervento (postazione 118), consultori, attività di riabilitazione, attività di prevenzione (vaccinazioni, medicina legale e fiscale), servizi a gestione ospedaliera (posti rene), accesso unico alle cure (CUP, accesso unico al sistema, gestione e presa in carico delle dimissioni protette, UVM), attività amministrativa distrettuale. Previsti anche a San Nicandro aumenti nei posti letto per i servizi socio-assistenziali.

“Un piano di riordino – conclude Vocale – per fare in modo che la maggior parte delle prestazioni assistenziali sanitarie non gravi più sugli ospedali, già di per se ingolfati in un sistema lento e costosissimo, mentre ora tali servizi si avvicineranno territorialmente ai cittadini, secondo una chiara visione di parità territoriale propria di questa giunta regionale”.

Stando alle indicazioni che la Regione Puglia ha conferito alle ASL, la cantierizzazzione delle opere dovrà partire entro 60-120 giorni.

Segreteria PD San Nicandro

SAN NICANDRO, SCIPPATORE INCASTRATO DALLE TELECAMERE

Prima pedina la vittima nascondendosi tra le auto in sosta, poi approfittando di una via isolata, scatta verso la signora, le strappa la borsa e fugge.  E’ accaduto a San Nicandro Garganico dove i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura dauna per Nazario Gallo di 23 anni, di San Marco in Lamis.  Il 23enne ha ottenuto gli arresti domiciliari. Il giovane è stato riconosciuto attraverso alcuni fotogrammi delle immagini dei sistemi di video sorveglianza delle vie limitrofe al luogo dove è avvenuto lo scippo: grazie a questa immagini i carabinieri sono riusciti a ricostruire tutte le fasi del delitto, appurando appunto che l’uomo aveva dapprima seguito la sua vittima, nascondendosi anche tra le auto in sosta prima di portare a termine l’atto predatorio. Attraverso le immagini i Carabinieri sono risaliti con certezza all’identità dell’individuo, raccogliendo i gravi indizi di colpevolezza idonei all’emissione dell’odierno provvedimento restrittivo. (teleradioerre)

SINDACATO SFIDA, COMUNICATO STAMPA

L’intera Giunta Regionale pugliese capeggiata dal Presidente Emiliano sottrae 6 mensilità dell’Assegno di Cura alle persone con gravissima disabilità per risanare “eventuali” contenziosi. Alcune famiglie hanno interessato questo Sindacato in merito alla sospensione dell’Assegno di Cura, derivante dall’applicazione della DGR. Nr. 2128 del 30.11.2015. In questo atto, poiché sono sorti contenziosi in merito all’applicazione dell’Assegno di Cura, si è preferito sospendere i benefici economici a far data dal 18° mese (invece che continuare ad erogarli fino alla scadenza naturale del 24° mese) per accantonare le somme necessarie a saldare i danni da eventuali Sentenze contrarie. In un Paese dove prima scappano i buoi e poi si chiudono le stalle, è sicuramente degno di lode il voler preventivamente assicurarsi di poter onorare i debiti con la giustizia contabile. Peccato che per saldare gli ipotetici debiti (forse a maturazione tra una ventina di anni, vista la velocità delle pronunce giurisdizionali) si sia preferito tagliare senza se e senza ma, anzi in anticipo, quella che forse era l’unica fonte di reddito idonea ad assicurare un minimo di cura a pazienti affetti da SLA\SMA e per pazienti non autosufficienti gravissimi. Ma si sa……le persone con disabilità non hanno voce, non votano, mentre gli avvocati fanno paura. Forse vale più la parcella di un avvocato che la dignità o la vita di una persona malata?

Il Segretario Nazionale

Dino DI TULLIO

POLIAMBULATORIO, FINALMENTE LA TERZA PALAZZINA

Esprimo grande soddisfazione per il lavoro di concertazione fra la nostra Amministrazione Comunale, l’ASL di Foggia nella persona del Direttore Generale Dott. Piazzola e l’Amministrazione Regionale nella persona del presidente Michele Emiliano, per il riconoscimento del nostro Comune come P.T.A. (Presidio Sanitario di Assistenza) che comporterà un intervento di circa due milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione delle palazzine già esistenti e la costruzione della tanto decantata terza palazzina, fra l’altro con riferimento all’alta priorità dell’intervento, con conseguente implementazione dei servizi socio-sanitari.

Assessore ai servizi sociali

Giordano Leonardo

ANCORA EMERGENZA RANDAGISMO A SAN NICANDRO

In attesa dell’inizio dei lavori del nuovo canile comunale non cessa l’emergenza randagismo a San Nicandro. I luoghi dove viene avvertito di più il fenomeno e, quindi, il pericolo sono la sede centrale delle Poste e la zona all’interno del Poliambulatorio della stazione. Già da tempo la dirigenza dell’ufficio postale ha segnalato al comune la presenza di un vero e proprio “canile” nella zona vicina al Postamat in quanto sono ancora in molti a lamentarsi che non possono effettuare prelevamenti dalla cassa contanti per la presenza di cani che non fanno avvicinale nessuno o per la paura delle stesse persone. Per il Poliambulatorio stessa storia che si verifica soprattutto nelle ore serali. Il problema si aggrava ancora di più in quanto ci sono persone che in entrambi i posti citati portano da mangiare ai cani sempre nelle ore serali. Insomma una situazione che continua a creare disagi e che, a tutt’oggi, sembra complicato risolverla.

LE CENTO CANDELINE DEL CANTORE SECOLARE DI CARPINO, ANTONIO PICCININNO

Temperamento forte, amore per la vita, per la famiglia, per i compagni e un forte attaccamento al paese che gli ha dato i natali un secolo fa, Antonio Piccininno (Pecceninne), il cantore con le nacchere, è nato il 18 febbraio 1916 a Carpino, in provincia di Foggia. All’età di due anni perde entrambi i genitori a causa dell’influenza spagnola e viene affidato ai nonni materni. A otto anni deve già contribuire al mantenimento della famiglia ed è mandato a guardare le pecore. Nei boschi di quello che oggi è il Parco Nazionale del Gargano i pastori adulti gli tramandano i canti popolari che lui ripete ossessivamente guardando le pecore. Diventato adulto lascia il mestiere del pastore e si dedica alla coltura dei campi. Pastore e, contadino, con le sue 100 primavere rappresenta una delle “personalità più interessanti, autentiche e complesse della tradizione musicale del Gargano. Cantatore eccellente, tra i più anziani del paese, porta con sé un bagaglio di conoscenze che lascia quale eredità culturale alle nuove generazioni. La sua testimonianza di vita, la sua interpretazione canora e la sua raccolta di canti sono punti di riferimento imprescindibili per un’adeguata comprensione della sua unicità. Il suo percorso si colloca in un ambito intermedio tra oralità e scrittura, frutto di stratificazioni in progress di apprendimento, dalla fase mnemotecnica orale del periodo giovanile, alla fase della partecipazione diretta ai riti collettivi delle serenate e dei balli (quando non ancora defunzionalizzati), alla fase dell’appropriazione autodidattica della scrittura per la raccolta dei canti popolari (Villani S., 2008)”.

In occasione dei festeggiamenti per i suoi cent’anni, giovedì pomeriggio 18 febbraio ore 17 nel palazzo baronale di Carpino si svolgerà un incontro organizzato dal Carpino Folk Festival insieme al Comune di Carpino e al Parco Nazionale del Gargano con gli studiosi e gli artisti che hanno attinto dal suo bagaglio di conoscenze popolari per narrarne la vita artistica attraverso il repertorio, le esperienze, le preferenze, gli atteggiamenti, le abilità, in una parola l’identità del cantore che instancabilmente continua a tramandare quella che fu la sua cultura: tra gli altri, son attesi lo studioso Francesco NASUTI, l’etnomusicologo Salvatore VILLANI, l’attrice Caterina PONTRANDOLFO, Eugenio BENNATO e Teresa De SIO.

A seguire la presentazione di “Chi sona e canta no nmore maje”, il nuovo CD dei Cantori di Carpino con la voce di Pecceninne. In serata in Piazza del Popolo la famiglia ha organizzato il taglio della torta e successivamente il live gratuito dei Cantori di Carpino e degli amici di Pecceninne che coriaceo ha già stabilito che canterà a sua volta per i presenti. Quindi, tutti ancora una volta ad aspettare il momento quando si alzerà e si recherà sul palco per esibirsi in colorite e applaudite introduzione alla personalità del Cantore. Inizierà con la descrizione delle origini del canto popolare carpinese e racconterà la sua storia personale come esempio di quelle di altri cantori. Verseggerà le strofe che andrà poi a cantare intercalandole con curiose spiegazione della vita di una volta e quando ormai col suo parlare schietto avrà accattivato le simpatie e gli animi, trascinerà il suo pubblico in una vertiginosa tarantella in modalità rudianella.

Non esistono parole per significare la realtà di un nonno che canta la ninna nanna ad un pubblico in religioso silenzio e non esiste cantore in attività più anziano. Per questa ragione il 18 febbraio 2016 sul Gargano avverrà qualcosa di unico con quest’artista particolare che a 100anni, con un vigore sorprendente ed una serenità contagiosa, va ancora in giro a cantare sonetti d’amore. Sempre presente sul palco del Carpino Folk Festival, Piccininno come tutti i Cantori di Carpino è oggetto di studi sulle tradizioni musicali italiane; Antonio in particolare viene interessato per la prima volta da tali studi nei primi anni 80 da Roberto Lèydi, considerato tra i fondatori dell’etnomusicologia scientifica in Italia, ed è portato alla ribalta nazionale dai cantautori e musicisti Eugenio Bennato (la prima esibizione fuori dai contesti tradizionali risale all’8 aprile 1980 presso il Teatro San Ferdinando di Napoli) e Teresa De Sio.

BENNATO, LA MAGIA DELLA MUSICA DI ZE’NDONJO PECCENINNE NON HA EGUALI NEI CINQUE CONTINENTI

Antonio Piccininno compie 100 anni. 100 anni di un artista, un compleanno che ci fa tutti felici, ma un artista non ha età, come non ha età l’arte che si trasmette alle generazioni e lascia un segno indelebile.

Piccininno ripete sempre affettuosamente che mi è grato per averlo portato in giro per il mondo. Ma sono io grato a lui, come a Sacco e a Maccarone, per avermi concesso di far conoscere la forza poetica del sud, la magia della musica di Carpino che non ha eguali nei cinque continenti. Auguri caro zio Antonio, e non smettere di guidarci per i prossimi anni. EUGENIO BENNATO

RINALDI,  ANTONIO PICCININNO UN PATRIMONIO MUSICALE INSCINDIBILE DALLA SUA VITA

Come è mia consuetudine, privilegio l’ascolto all’esposizione e alla retorica, perciò sono andato a cercare diverse interviste che zio Antonio ha rilasciato, per il piacere di ascoltarlo, come se fossi io a intervistarlo (cosa che non ho mai avuto il piacere di fare).  Mi sono segnato solo alcune sue parole, che mi sembrano una bella sintesi di quello che la sua vita e la sua passione hanno rappresentato, anche nei confronti della trasmissione nel tempo di un patrimonio secolare di cui lui e gli altri grandi vecchi sono stati il medium migliore (più della televisione, della radio e degli altri mezzi di comunicazione).  Perché loro ci hanno trasmesso il patrimonio musicale non come cultura separata dalla vita, ma come parte inscindibile della loro vita stessa, che era anche fatica, isolamento, solidarietà e amore per la terra e l’ambiente che sapevano rispettare, più di noi.

Dalla voce di zio Antonio, che vecchio davvero non sembra essere diventato mai:

Sono nato nel 1916, non c’era niente, né luce né acqua né televisione.

Avevamo questi canti.

Non li ho fatti io, ce li hanno dati i nostri antenati e noi li abbiamo portati avanti.

Poi è arrivata la televisione, con i canti moderni, e la popolazione li ha abbandonati.

E’ arrivata la modernità!

Però noi, gli altri canti li abbiamo sempre mantenuti attivi, grazie anche ai ricercatori, che dal dopoguerra sono venuti e ci hanno istradato.

I giovani oggi rispondono bene, ma se c’hann’ambarà… sono ‘tosti’.

Non hanno la passione di imparare.

Piuttosto le donne, imparano qualche cosa.

I miei auguri di buon compleanno al nostro magnifico vecchio.

GIOVANNI RINALDI (storico e ricercatore)

MARENGO, UN ONORE AVER CONOSCIUTO LA PASSIONE DI ZE’NDONJO PECCENINNE

“Che bella notizia, sono davvero felice per il grande ze Pecceninne! Non posso che unirmi alla gioia di questo importante avvenimento”: lo afferma DAVIDE MARENGO il regista di Craj il film documentario sulla musica popolare pugliese, tratto dall’omonimo spettacolo-concerto di Teresa De Sio con Giovanni Lindo Ferretti, Matteo Salvatore, i Cantori di Carpino e Uccio Aloisi, presentato al Festival di Venezia 2005 nella sezione “Giornate degli Autori”, vincendo allo stesso festival il premio “Lino Micciché” Miglior opera prima. “Il messaggio sincero – prosegue Marengo – che mi sento di dare è che grazie a Teresa De Sio e al film Craj, che ho avuto l’onore di dirigere, ho avuto il privilegio di conoscere la potente musica dei Cantori di Carpino e in particolare la dolcezza e la passione di Antonio Piccininno, portatore di una musica che viene da lontano e che continuerà ad andare lontano. Un grande abbraccio e tantissimi auguri”.

Associazione Culturale Carpino Folk Festival

ESCE DOMANI IL FILM “ONDA SU ONDA” CON IL SANNICANDRESE ALBERTO MONTE DIRETTORE DI PRODUZIONE

 

Dopo “Sole a catinelle” con Zalone, “Un posto sicuro” nelle sale dal 3 dicembre scorso, ecco un altro film in cui il sannicandrese Alberto Monte ha collaborato come Direttore della Produzione. Si tratta del film “Onda su onda” che esce oggi nelle sale italiane girato interamente nella capitale sudamericana di Montevideo in Uruguay. Ruggero (Alessandro Gassmann) è un cuoco solitario e Gegè (Rocco Papaleo) un esuberante cantante che deve raggiungere Montevideo per un concerto, occasione imperdibile per il suo rilancio. All’inizio tra i due non corre buon sangue, ma un evento inaspettato li costringerà ad una amicizia forzata. Nella capitale uruguagia li accoglierà una donna, Gilda Mandarino (Luz Cipriota), l’organizzatrice dell’evento. Ma non tutto andrà come previsto…

Un altro traguardo di sicuro successo nella carriera di Alberto Monte che ormai, nell’ambiente della cinematografia, è già un nome affermato visto anche la qualità del prodotto ottenuto ed i nomi dei notissimi attori con cui ha lavorato. Ad Alberto Civico93 gli augura di raggiungere traguardi sempre prestigiosi in modo che nei tanti film di cui ancora si dovrà occupare ci sia un pezzo di anima sannicandrese di cui la nostra comunità potrebbe essere veramente orgogliosa.

404 MILIONI PER LA SANITA’. EMILIANO: “DA OSPEDALE A TERRITORIO, VERA SVOLTA”

“Siamo ad una vera svolta che non ci consente alcun altro tipo di ragionamento, né di campanile né di altra natura, se non quello ispirato a criteri di territorialità, solidarietà ed economicità. Con l’ultimo piano di riordino sono state chiuse in Puglia molte strutture ospedaliere con l’intesa, con i territori, che sarebbero state riaperte con funzioni non ospedaliere ma sociosanitarie, soprattutto medicina del territorio. Molte cose di straordinaria importanza che prima venivano scaricate sugli ospedali, ad altissimo costo, ora potranno essere gestite in modo diverso, direttamente sul territorio”. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano presentando in conferenza stampa questa mattina, presso il Consiglio regionale, il piano di investimenti (programmazione 2014/2020) di Fondi europei (FESR), per un totale di 404 milioni di euro, che permetterà alla Regione Puglia di sostenere il miglioramento e il potenziamento dei servizi di assistenza e cura extraospedalieri. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche l’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro, il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia Giovanni Gorgoni e i direttori generali delle sei Asl pugliesi. La prima fase, avviata già a fine dicembre per una ricognizione dei fabbisogni, in sintonia con gli organi tecnici dell’Assessorato al Welfare e del Dipartimento Salute, le Direzioni generali delle Asl e le are tecniche, ha consentito l’individuazione di 139 progetti, di cui 66 hanno una priorità alta e ammontano a più di 230 milioni di euro, 52 sono stati definiti con una priorità media e ammontano a circa 200 milioni di euro e 21 hanno una priorità bassa e si assestano sui 60 milioni di euro.

“Quello che presentiamo oggi dunque, in connessione con il piano di riordino ospedaliero – ha aggiunto Emiliano – è il vero punto di svolta della sanità pugliese che consiste nel riequilibrare il sistema, in molti casi ancora molto ospedalocentrico, sul territorio. Ciò si rende necessario non solo perchè questa è una regola che deriva da un migliore trattamento delle patologie, e quindi dall’interesse del cittadino, ma soprattutto perchè questo ci consente di abbassare la nostra spesa sanitaria. Noi spendiamo di più per un cittadino malato che non per un cittadino sano. Quando accade questo, vuol dire che sei organizzato male. E non solo in Puglia, ma in Italia. Il Servizio Sanitario Nazionale infatti negli anni è diventato il più potente meccanismo, distorto, di spesa pubblica. Tornare indietro e disincrostare questo sistema è un obiettivo che si può realizzare, dal nostro punto di vista, con questo processo cui stiamo lavorando e che comprende, tra le altre cose, investimenti in tecnologia, per esempio poter curare le persone da casa e monitorarle, o avere la possibilità di prevenire le malattie cardiologiche e gestire gli scompensi cardiaci”. Per Emiliano è necessario dunque che nel piano di riordino ci sia una inversione di tendenza con una vocazione al sociosanitario e al territorio molto più spiccata rispetto al passato. “E questo perché evidentemente – ha concluso il Presidente – il processo è giunto a maturazione e le regole che ci sono imposte sono molto particolari. Ad esempio, il costo del personale ha dei limiti fortissimi in sanità. Noi dovremmo decidere venerdì prossimo (a Roma in commissione sanità ndr) cosa fare della quota eccedente la cifra che dobbiamo pagare come stipendi e che ammonta a circa 242 milioni di euro. Dovremmo decidere cioè quale parte di questa somma andrà in deroghe sulle assunzioni del personale e quale invece andrà sul rinforzo del sistema del quale stiamo parlando oggi con l’utilizzo di altre fonti di finanziamento quali i fondi europei. Stiamo cercando di recuperare il tempo perduto e credo che a breve potranno partire i cantieri che doteranno molti comuni di queste strutture delle quali c’è una vera e propria fame”.

“Con questa importante dotazione finanziaria – ha aggiunto Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare – tendiamo ad implementare soprattutto i servizi sul territorio, i servizi sociosanitari, ma cerchiamo anche di dare attuazione a quanto previsto dal piano di rientro già nel 2010, cioè la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse. E’ un impegno preso da questo governo e dal Presidente Emiliano che oggi mostra la sua concretezza. Abbiamo detto ai direttori generali che nei prossimi 90/120 giorni dovranno essere avviati i cantieri”. “Quella garantita dai finanziamenti Fesr è una opportunità che coglieremo pienamente – ha sottolineato infine Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento Salute – e in questa fase di avvio del nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera diventa una occasione preziosa di sostegno al potenziamento della sanità territoriale. Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con tutti gli organi tecnici delle Asl che conoscono i territori e le esigenze, a loro chiederemo il sostegno continuo alla realizzazione delle progettualità nel rispetto dei termini previsti. Insieme a loro e ai tecnici dell’Assessorato e del Dipartimento abbiamo definito priorità e cronoprogrammi in un’ottica di multidisciplinarietà che è l’unica possibile quando l’obiettivo unico è il miglioramento dello stato di salute e benessere dei cittadini”. (s.n.)

I progetti finanziati con fondi Fesr dovranno essere funzionali al completamento del piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e saranno quindi utilizzati per la realizzazione di nuove strutture sanitarie territoriali, poliambulatori specialistici, consultori, strutture dei dipartimenti territoriali (prevenzione, salute mentale, dipendenze patologiche e riabilitazione). Tra le direttive strategiche ci sono inoltre il sostegno alla interventi di riconversione di immobili per la realizzazione di strutture extraospedaliere per le cure intensive per anziani gravemente insufficienti, per le cure palliative a pazienti oncologici e malati terminali, per la riabilitazione. I progetti finanziati con fondi Fesr prevedono anche il potenziamento delle dotazioni tecnologiche dei distretti socio-sanitari per il sostegno alla specialistica ambulatoriale e includono obiettivi di sviluppo della telemedicina per l’integrazione dei servizi ospedale-territorio. Nella fase di ricognizione dei fabbisogni e di individuazione delle progettualità da cantierizzare è stata prevista una scala di priorità (alta, media e bassa) che consentirà di avviare subito gli interventi immediatamente cantierabili (entro 90 giorni) e in fasi successive quelli che necessitano di una fase di progettazione.  In particolare, sulla base della ricognizione effettuata fino a questo momento e che potrà subire lievi modifiche, i progetti a priorità alta sono così distribuiti: 20 nella Asl Foggia, 15 nella Asl Bari, 5 nella Asl Taranto, 9 nella Asl Brindisi, 7 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.  I progetti a priorità media invece sono così distribuiti: 8 nella Al Foggia, 16 nella Asl Bari, 2 nella Asl Taranto, 6 nella Asl Brindisi, 10 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.

LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI COMUNALI DI SAN NICANDRO, SI PARLA DI METANO MA NON TUTTI SANNO CHE…

All’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, previsto per il 18 c.m., è stata posta l’indizione di una  nuova  gara di appalto per  la fornitura e distribuzione del  gas  metano negli ambiti territoriali dei  24  Comuni di  “Foggia Nord” , di cui 9 sono montani come il nostro. La distribuzione interessa una popolazione di 295.241 abitanti, con una rete complessiva di km. 948 ed un consumo di circa mc. 65 mila (rif.to al 2012). La tipologia di gara è prevista dal D.Leg.vo del 01.06.2011 e da svarianti altri decreti Ministeriali, nonché dalla delibera n° 407/R/GAS dell’Autorità per l’Energia. Il  regolamentato  ha stabilito, “ sia gli aspetti organizzativi fra gli Enti locali appartenenti all’ambito per l’emissione dei documenti di gara e per la gestione del servizio, gli obblighi informativi del gestore uscente agli Enti locali e al gestore subentrante, i provvedimenti applicativi del calcolo del valore di rimborso in conformità con la normativa primaria vigente, il bando di gara tipo e il disciplinare di gara tipo, includenti i criteri di valutazione dell’offerta, a cui la stazione appaltante deve attenersi, le disposizioni per la verifica di offerte anomali e gli oneri, una tantum e annuali, che il gestore deve riconoscere agli Enti locali ,    sia   i criteri per la definizione del corrispettivo una tantum per la copertura degli oneri di gara per l’affidamento del servizio di distribuzione”.

La storia del “metano“, per quanto è possibile sintetizzare agli attuali e giovani amministratori, riguarda oltre  un  ventennio  di problematiche  insorte dopo l’aggiudicazione alla società MUCAFER srl in ATI (associazione temporanea di imprese),  dalla quale sarebbe poi scaturito il successivo contratto intercorso con il Comune, senza una reale copertura finanziaria. I progetti di massima allegati all’offerta ed al contratto rimasero pressoché abbandonati dal Comune per circa un decennio, tanto da essere diventati, tra i tanti progetti rimasti inutilizzati, gli “scheletri negli armadi”, di cui spesso si sparla nei passaggi tra un’amministrazione ed un’altra, a spunto di accuse reciproche di “mala amministrazione”. Il contratto, in assenza di finanziatori privati, ovverossia di finanziamenti pubblici che si sperava dovessero miracolosamente cadere dal cielo (o per grazia ricevuta dai santi padroni), è stato rescisso   dall’amministrazione Marinacci divenendo ancora oggi il tormentone delle amministrazioni successive a seguito di pronunciamento del Consiglio di Stato. Pure rischia di diventare un tormentone il “collaudo tombale” redatto da una commissione di esperti, sulla concessione della rete metanifera affidata a “trattativa privata “alla società PITTA gas, rimasto da sempre chiuso (e tenuto gelosamente nascosto), nel cassetto di qualche improvvido funzionario, senza una stima del valore residuale attribuito agli impianti. Collaudo che ha ignorato, sia le modifiche arbitrariamente introdotte nella realizzazione ridotta   delle reti metanifere, per circa 2 milioni di euro, sia le somme poste inizialmente a carico del privato a giustificazione dell’affidamento a “trattativa privata”, nonché l’importo annuale del 10% sugli utili di gestione che non risultano essere mai stati versati al Comune per la concessione e gestione del servizio in regime di “qualità” e di manutenzioni  programmate.

Detto ciò, per fare una doverosa informazione di quanto è avvenuto in passato, restando da sempre disponibile al confronto pubblico su queste ed altre problematiche che interessano, per senso civico, tutta la nostra cittadina in stato di “dissesto” finanziario.  Anche perché, per quanto è dato di sapere, le somme riconosciute alla società MUCAFER, non vengono ancora interamente saldate, su un importo di circa un milione di euro, oltre ad interessi e spese legali. Voglio augurami che, in occasione del prossimo Consiglio Comunale, si voglia avviare una seria discussione, per la tutela degli interessi generali del Comune, in presenza di contenzioso ancora in atto con le società subentrate alla Pitta gas nelle gestione dal 2010 del servizio e che dovranno ancora ricevere il pagamento degli indennizzi sullo stato di consistenza delle reti esistenti, se giammai redatto ed approvato compiutamente.

  1. B. Della Torre

AUMENTA IL POSTO DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO, MA E’ BOOM VOUCHER

Nel 2015 il numero complessivo delle assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) è risultato di 5.408.804 segnando una netta crescita rispetto agli anni precedenti (+11% sul 2014 e + 15% sul 2013). Tale crescita è stata determinata essenzialmente dai contratti a tempo indeterminato: le relative assunzioni sono risultate quasi 1,9 milioni segnando un incremento del 47% rispetto al 2014. Quelle a full time sono meno del 60%, una percentuale in linea con gli anni precedenti. E’ rimasto sostanzialmente stabile il numero di assunzioni con contratti a tempo determinato, mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-20%). Per le cessazioni si registra una modesta riduzione: -2%. Un rilevante dato di flusso è relativo alle trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato. Quelle che hanno interessato i contratti a tempo determinato sono risultate circa 500.000: rispetto al 2014 la crescita è risultata appena inferiore al 50%. Anche i rapporti di lavoro già regolati da contratto di apprendistato e divenuti rapporti normali a tempo indeterminato, essendo concluso il periodo formativo, sono aumentati (+23%). In virtù di queste dinamiche, la percentuale dei nuovi rapporti di lavoro attivati/variati a tempo indeterminato sul totale dei rapporti attivati/variati è stata del 41% rispetto al 32% del 2014. Per i giovani fino a 29 anni, questa quota è passata dal 24,5% al 33,6%.

Le dinamiche descritte consentono di registrare, a fine 2015, un saldo – per l’universo osservato – tra assunzioni e cessazioni pari a 606.000 posizioni di lavoro: questo saldo misura l’incremento dello stock di posizioni di lavoro intervenuto rispetto alla situazione di fine 2014. E’ presumibile che a questo incremento nel numero di posti di lavoro corrisponda un analogo incremento nel numero di occupati dipendenti regolari.

La crescita delle posizioni di lavoro dipendente è stata trainata dall’incremento dei contratti a tempo indeterminato (+764.000 rispetto a fine 2014). A determinare tale incremento hanno concorso sia le assunzioni che le trasformazioni.

Per quanto riguarda l’insieme delle posizioni di lavoro con contratti diversi dal tempo indeterminato (tempo determinato, intermittente, apprendistato, somministrazione) si registra, sempre nel confronto con la situazione a fine 2014, una modesta contrazione (-158.000 posizioni di lavoro). Tale dinamica risulta dovuta non ad una flessione della complessiva domanda per tipologie contrattuali diverse dai contratti a tempo indeterminato quanto alla crescita delle trasformazioni verso il tempo indeterminato. Sul totale delle attivazioni di posizioni di lavoro con contratto a tempo indeterminato (oltre 2,4 milioni sommando assunzioni e trasformazioni) quelle che risultano beneficiarie dell’esonero sono pari a 1,44 ml. (61% del totale). Le attivazioni con esonero sono perciò quasi il doppio dell’incremento sul 2014 registrato da assunzioni e trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato una crescita delle retribuzioni intermedie (tra 1.250 euro e 2.250) con una diminuzione della quota sia di quelle inferiori che di quelle superiori. Per i contratti a termine si evidenzia un leggero slittamento verso retribuzioni maggiori, con una riduzione della quota di quelle inferiori a 1.500 euro.

Per quanto riguarda i buoni lavoro, nel 2015 risultano venduti 114.921.574 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (69.172.879), pari al 66%. In presenza di un utilizzo corretto dello strumento, se ad ogni voucher corrisponde effettivamente un’ora di lavoro, il volume di ore remunerate dai voucher venduti nel 2015 corrisponde a circa 57.000 unità di lavoro equivalenti.

CAPITANATA, LETTERA-APPELLO ALLE ISTITUZIONI PER LA CRIMINALITA’ IN AGRICOLTURA

Il “Comitato per la Legalità e la sicurezza in agricoltura” ha inviato alle più alte istituzioni nazionali, provinciali e alle Forze dell’Ordine una lettera in cui si propone una serie di misure concrete per contrastare con più vigore l’escalation della criminalità in provincia di Foggia. La Missiva è stata inviata nello specifico al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al ministro degli Interni, al Prefetto di Foggia, al Procuratore della Repubblica di Foggia, al Questore di Foggia e al Comandante dei Carabinieri di Foggia. Ecco il contenuto della lettera.

Il sottoscritto Di Mola Pietro in qualità di Presidente del “Comitato per la Legalità e la sicurezza in agricoltura”, con sede in Lucera (FG), Le scrive per portarla a conoscenza che in data 23/09/2015 si è costituito un gruppo di cittadini, circa 200 titolari di aziende agricole, molti altri vi stanno aderendo, con atto pubblico a mezzo del notaio A. Maria Lembo. Il suddetto Comitato, ha per oggetto lo scopo e la cultura della legalità e della democrazia. In Assemblea generale, tenutasi in data 29/01/2016, dopo aver constatato, a malincuore, l’assenza delle Cariche Istituzionali Pubbliche, preposte alla sicurezza del territorio Foggiano, tempestivamente invitate a partecipare alla seduta, si è ampiamente trattato, dando la parola a tutti i richiedenti, il tema della sicurezza nelle aree rurali del foggiano messa quotidianamente in pericolo dal dilagare di bande criminali; di come fronteggiarle insieme alle FF.OO. e di come sconfiggerle. Nei vari interventi gli associati hanno portato ciascuno la propria esperienza quotidianamente vissuta in campagna e si è potuto delineare così un quadro estremamente preoccupante circa la sicurezza nelle campagne. Negli ultimi 3-4 anni vi è stato un aumento esponenziale dei furti di trattori, di mezzi agricoli, di gasolio, senza contare il flagello dei furti di rame a carico delle linee elettriche che stanno mettendo in ginocchio il sistema agricolo del nostro territorio. Purtroppo si registra una totale assenza delle FF.OO. , forse per carenza di organico e di mezzi, che ha consegnato di fatto il territorio nelle mani di bande criminali che nottetempo agiscono indisturbate. Per noi del Comitato l’investimento sulla sicurezza è una priorità alla pari di altre riforme alle quali si sta lavorando. La situazione che vive il nostro territorio non solo non consente nuovi investimenti ma sta mandando in fumo investimenti già effettuati ed in gran parte finanziati con il PSR 2007/2014 da poco concluso. A tal proposito vogliamo evidenziare che la situazione attuale determina un circolo vizioso attraverso il quale la CE finanzia l’acquisto di mezzi agricoli per migliorare la competitività delle aziende agricole, ma in realtà tali finanziamenti finiscono nelle tasche della malavita. Possiamo tranquillamente affermare quindi, che nel desolante vuoto istituzionale in cui versa il nostro territorio, ad oggi la principale beneficiaria dei fondi pubblici è la criminalità e considerato che il PSR 2014/2020 sarà a breve operativo, auspichiamo che lo Stato prenda provvedimenti urgenti al fine di evitare il perdurare di una situazione aberrante come quella descritta. L’assemblea, pertanto, è venuta nella determinazione di avanzare delle proposte agli Organi dello Stato responsabili della sicurezza dei cittadini, anche di quelli che sono costretti a vivere in campagna, come segue: 1) Tornare ad assumere uomini e donne nelle Forze dell’Ordine, bandendo un maxi concorso per assumere almeno 10.000 unità, cosa che non si fa da molti anni e che ha creato un deficit nelle FF. OO. di almeno 40.000/45.000 unità in un momento storico che vede il dilagare della criminalità. 2) In attesa di tali provvedimenti, è doveroso l’impiego dell’esercito, così come già avviene in altre città d’Italia, in base a quanto previsto dalla Legge 125/2008 che ha convertito il d.l. 92/2008, recante misure urgenti in materia di pubblica sicurezza, la quale ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze Armate. La nostra provincia meritava già da tempo tale intervento ma purtroppo le nostre autorità locali non hanno mai provveduto in tal senso. Chiediamo con forza l’impiego di tale contingente per arginare una situazione di emergenza che rischia di mettere in ginocchio le nostre aziende ed un territorio che vive prevalentemente di agricoltura. Si vuole ricordare che in alcune città (vedi Padova) tale provvedimento è stato già adottato ed è operativo da diversi anni. Lungi dal voler fare paragoni con altre realtà non comprendiamo perché le nostre Autorità locali, al solo sentire la parola Esercito inorridiscano, quando in una situazione di emergenza come la nostra bisognerebbe mettere in campo tutti i mezzi a disposizione per fronteggiarla. 3) Formare un pool di inquirenti, appartenenti alla P.G., presso il Tribunale di Foggia con un P.M. che coordini il lavoro, tenti di individuare i componenti delle varie bande facendo ricorso ai vari sistemi di indagine (intercettazioni telefoniche ed ambientali, sollecitazione di fonti informative e collaborazione con le forze dell’ordine locali) al fine di assicurarli alla giustizia; 4) Preparare la creazione di un nuovo titolo di reato, quello di “furto di attrezzi agricoli” con pena prevista da 8 a 12 anni di reclusione (tanti nuovi reati il Legislatore ha creato in questi ultimi tempi per arginare fenomeni che il comune sentire ha evidenziato: il reato di stalking, omicidio stradale, femminicidio, ecc.); 5) Modificare l’art. 52 codice penale – legittima difesa – nei termini che riguardano il comma 2 lettera b, con l’eliminazione delle parole “quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione”. Tale modifica appare opportuna perché l’agricoltore se nottetempo, accortosi di un furto in atto nella propria azienda, esplode un colpo di fucile a scopo intimidatorio ed inavvertitamente colpisce uno dei ladri in azione, ad oggi ne risponde penalmente. Tale evenienza è inaccettabile e ingiustificabile per noi onesti cittadini. Il ladro che volutamente si pone in una situazione di illegalità, introducendosi in un’azienda agricola, al fine di depredarla dei sui beni strumentali, sa di correre rischi minimi essendo tutelato da una legge, che nella peggiore delle ipotesi, gli garantisce un risarcimento danni (per se o per i suoi familiari) attraverso un processo civile. La modifica della norma sulla legittima difesa, tra l’altro, è auspicata da più parti d’Italia e ciò in seguito ai numerosi fatti di cronaca che non lasciano indenne nemmeno il Nord Italia. Uno Stato, degno di questo nome, deve garantire la sicurezza a tutti i suoi cittadini e non ricordarsi di loro solo quando devono pagare le tasse. Non è più ammissibile lasciare interi territori abbandonati a se stessi e poi accanirsi contro il cittadino onesto che, suo malgrado, ha difeso un suo diritto. Un illustre Magistrato di recente ha dichiarato quanto segue: ”attualmente la domanda che si pone lo Stato è sino a che punto il cittadino abbia il diritto di agire, cioè a difendersi quando viene aggredito.Passati questi limiti lo Stato lo punisce, mentre un ordinamento liberale dovrebbe capovolgere questo concetto e domandarsi fino a che punto lo Stato ha il diritto di punire una persona che si difende da un’aggressione che lo stesso Stato non è riuscito ad impedire. Il patto sociale che il cittadino fa con lo Stato risiede proprio nel devolvere l’esercizio dei suoi diritti naturali allo Stato e se lo Stato è inadempiente il cittadino si riprende questi diritti: il cittadino non ha firmato una cambiale in bianco irreversibile.” Noi abbracciamo in toto quanto affermato dal Procuratore aggiunto Carlo Nordio, in quanto ad oggi noi residenti nelle campagne e, non vogliamo che si dimentichi, “custodi del territorio”, viviamo nella costante paura di perdere tutto da un momento all’altro ma, non meno importante, nella costante certezza di non essere protetti e di non poterci difendere. Il Comitato e tutti gli aderenti sono convinti che se si darà luogo all’attuazione delle su estese proposte, semmai migliorandole, lo Stato potrà riappropriarsi di un territorio che ad oggi gli appartiene solo sulla carta. Distinti saluti Il Presidente del Comitato

A TRINITAPOLI MUORE UN 13ENNE DOPO LA PARTITA, IN CAMPO SENZA DEFIBRILLATORE

Ancora un’altra morte in campo dopo una partita di calcetto. E’ accaduto a Trinitapoli nello spogliatoio. La struttura era sprovvista di defibrillatore. Secondo quanto racconta uno zio del 13enne non vi era il defibrillatore neppure nell’ambulanza che è intervenuta sul posto e il mezzo non era medicalizzato. E’ arrivata poi un’altra ambulanza con defibrillatore e con il medico a bordo ma, purtroppo, non c’era più niente da fare.

Si fa un ulteriore appello alle associazioni sportive di San Nicandro di attenersi alle disposizioni sanitarie previste e, quindi, con la disponibilità del defibrillatore in campo per tutti i tipi di avvenimenti sportivi per evitare situazioni critiche nella speranza che tali aventi non abbiano più a verificarsi.

LA LEGGENDA DI URIA E IL SACRIFICIO DI NUNZIA

Al lago di Varano è legata una leggenda molto suggestiva. Si racconta che tanti anni fa, al posto delle acque del lago, esisteva una città, “Uria”, governata da re Tauro. Un popolo dai comportamenti violenti e scellerati che scatenarono l’ira di Dio. Dio, infastidito dalla loro cattiveria, riversò sulla città un diluvio che distrusse quasi tutto. Una sola persona si salvò: una ragazza del nume “Nunzia”, una fanciulla dal cuore semplice che trascorreva le sue giornate all’insegna della preghiera, del lavoro e del suo innamorato. Nunzia, rendendosi conto della catastrofe che si stava riversando sul suo paese e soprattutto vedendo il suo innamorato in pericolo, lanciò un gomitolo di lana tra le acque per salvare il suo promesso sposo; purtroppo il suo tentativo fu invano: non riuscì a salvarlo, ma quel gesto fermò il diluvio.  Una sola abitazione si salvò: la casa di Nunzia.  Si dice ancora che l’anima della ragazza continui ad aleggiare tra le acque del lago Varano e che in certe notti si sente il suo canto straziante che ancora canta all’Amore perduto.  Così nasce la Chiesa dell’Annunziata del Crocifisso di Varano, meglio conosciuto come la Chiesa del Santissimo Crocifisso di Varano. (vicodelgarganoinfoeventi)

LA NUOVA FICTION DI RAI1 “BACIATO DAL SOLE” GIRATA NEL GARGANO

Ancora tanto Gargano su Rai1. Infatti, dopo “Questo è il mio paese” girato a Vico del Gargano, arriva, lunedì 22 febbraio, “Baciato dal sole”, una coproduzione Rai Fiction e Pepito Produzioni girato nel nostro Gargano. La fiction, diretta da Antonello Grimaldi, si articolerà in 12 puntate suddivise in sei serate. “Baciato dal sole” racconta la storia di Elio Sorrentino, un ragazzo pugliese che si trasferisce a Roma per partecipare a un talent show. Pare però che i risultati siano truccati, e anche quando le cose sembrano andare per il meglio Elio dovrà fare i conti con un passato doloroso e con amicizie pericolose. “Baciato dal sole” vanta un cast d’eccezione: Elio Sorrentino è Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, alla sua prima esperienza come protagonista in una serie tv. Ritroviamo anche Giuseppe Zeno e Lorena Cacciatore, che abbiamo avuto modo di apprezzare ne Il paradiso delle signore nei panni rispettivamente del direttore Pietro Mori e della “venere” Lucia. Presenti anche Nina Torresi, da I Cesaroni, Luigi Di Fiore che ha già partecipato a numerose fiction tra cui Un posto al sole e Distretto di polizia, Antonella Attili e Pietro Bontempo nei panni di genitori di Elio, e una splendida Barbara Bobulova. Alla fiction parteciperà anche la cantante Noemi nei panni di se stessa.

SAN NICANDRO, QUALCHE LEGGENDA IN PIU’

Una leggenda fa derivare il nome e quindi le stesse origini di San Nicandro dall’ antenato popolo che viveva sul Monte Devio. Essendo spesso assalito, saccheggiato dai nemici slavi, turchi e saraceni che rapirono le più belle ragazze, gli abitanti di Monte Devio decisero di trasferirsi in un posto più tranquillo, nel canale “ LO TURCHIO”, formando un piccolo villaggio. Tuttavia i nemici li trovarono e li assalirono nuovamente.
Il popolo cambiò ancora zona e decisero di trasferirsi su un piccolo monte chiamato “ Terra Vecchia”, dove costruirono un villaggio circondato da un grande muro. La popolazione si scelse un capo e lo nominarono PRINCIPE, che però si rivelò scellerato e tiranno. La popolazione cominciò a soffrire, alcuni si riunirono formando una banda di Briganti per combattere le leggi disumane del Principe. Uno dei capi dei Briganti fu condannato a morte, anche se i soldati del Principe non riuscivano a catturarlo, mentre il villaggio continuava ad essere saccheggiato dai turchi, slavi e saraceni. Il capo dei briganti decise di fare una proposta al Principe: se cancelli la condanna a morte contro di me, i nemici li affronto io. Il Principe accettò e il Brigante e i suoi fedeli uomini riuscirono a circondare e vincere i nemici e se ne erano liberati per sempre. Il Brigante, come promesso, venne assolto dalla sua condanna e divenne il liberatore del paese. Gli abitanti lo chiamarono “uomo guerriero”, che a quel tempo NIC che significava uomo e ANDRO che significava guerriero.

Sviluppatosi quindi in epoca medievale intorno all’attuale centro storico, oggi è reso visibile dagli stretti archi bianchi di calce, il corteo di ripide scalinate di calcare create per collegare le case costruite su vari piani.
E’ inoltre disteso su una luminosa collina, tra secolari ulivi a dalla spiaggia di Torre Mileto frazione balneare di Sannicandro Garganico, dove la leggenda narra del naufragio di Diomede, reduce dalle guerre di Troia, intorno al 1100 a.c. Sulla prima collina del promontorio del Gargano che si affaccia sul mare, troviamo l’antica chiesa di S. Maria del Monte D’Elio, intorno alla quale, pare, sia nato il primo nucleo della futura Sannicandro avvenuto intorno al 663 d.c. Poco distante dalla chiesa, scendendo verso il mare, si può visitare la “Grotta dell’Angelo”, che riveste una notevole importanza per quanto concerne lo studio del fenomeno carsico.
Si narra che nella preistoria i cacciatori del paleolitico vi si stabilirono lavorando utensili in selce con i quali incidevano graffiti lineari e serpeggianti.  Proseguendo si può ammirare la selvaggia bellezza di Torre Mileto, le dimore fortificate, localmente dette “casini”, nei dintorni di Sannicandro sono rilevanti elementi paesaggistici, in particolare quello di Palmieri e di Caruso costruzioni particolarmente importanti per la loro struttura architettonica. Nell’antico borgo di Sannicandro Garganico si può visitare il castello di Federico II risalente al 1238. All’interno del borgo vi è la chiesa di S. Giorgio. Adiacente al castello si trova la Chiesa Matrice dedicata a S. Maria del Borgo cosiddetta per via di un grande spazio murato e abitato, munito di porte e bastioni comunicanti con il castello attraverso una via sotterranea. Altri scrigni d’arte, cultura, fede e tradizione sono rappresentati dalle chiese di S. Giovanni, SS. Maria delle Grazie, Pietà o Morte, dei Morticelli. Sulla collina che sovrasta Sannicandro Garganico c’è la chiesa di S. Giuseppe (un tempo dimora di eremiti). (cartolinedatuttoilmondo)

SCUOLA, CONSIGLI DI CLASSE, QUANDO DEVE ESSERE PAGATO LO STRAORDINARIO

Le ore di lavoro eccedenti il consentito, svolte dai docenti nei consigli di classe, devono essere pagate con lo straordinario: lo ha stabilito il Tribunale di Torino con la sentenza numero 164 del 29 gennaio scorso con la quale ha condannato l’amministrazione ad indennizzare tre insegnanti di quanto dovuto, oltre al pagamento degli interessi e delle spese legali. I tre docenti avevano dovuto prestare servizio per un numero notevole di consigli di classe, nonostante il tetto stabilito dal contratto che fissa le riunioni nel numero massimo delle quaranta ore annuali. Tra l’altro, il contratto stesso obbliga i dirigenti scolastici a tener presente, nella predisposizione delle attività, del fatto che molti insegnanti hanno consigli in più classi, con il risultato di sforare, spesso, le 40 ore annuali previste dal contratto. Il problema non è nuovo. Ogni anno, infatti, si ripropone puntualmente la prassi delle ore eccessive dei consigli di classe con molti docenti che si rassegnano a lavorare gratuitamente, anche se la legge lo vieta. Infatti, l’articolo 29 del contratto di lavoro stabilisce che il numero massimo di ore annuali per i consigli di classe è fissato in quaranta, più altrettante ore per le riunioni del collegio degli insegnanti e per le riunioni collegiali scuola-famiglia. Andare oltre alle quaranta ore, sia nel primo che nel secondo caso, comporta il pagamento dello straordinario di 17 euro e 50 centesimi lordi all’ora, secondo le tariffe stabilite dalla tabella numero cinque del contratto di lavoro. Sulla base di questi importi, il Tribunale di Torino ha fissato l’indennizzo dei tre insegnanti ricorrenti, rispettivamente, in 1.063,12, 315 e 705,77 euro. Andare oltre le ore fissate per i consigli di classe accade spesso nelle scuole italiane, nonostante il rischio al quale vanno incontro gli stessi presidi. Infatti, pur di portare a termine le attività, i dirigenti scolastici si espongono al rischio di azioni legali in quanto, in caso di disfatta dell’amministrazione, come nel caso dei tre docenti che hanno presentato ricorso, la Corte dei Conti potrebbe agire con diritto di rivalsa nei confronti dei presidi, oltre ad azioni di natura disciplinare.

C.L.