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POLIAMBULATORIO, FINALMENTE LA TERZA PALAZZINA

Esprimo grande soddisfazione per il lavoro di concertazione fra la nostra Amministrazione Comunale, l’ASL di Foggia nella persona del Direttore Generale Dott. Piazzola e l’Amministrazione Regionale nella persona del presidente Michele Emiliano, per il riconoscimento del nostro Comune come P.T.A. (Presidio Sanitario di Assistenza) che comporterà un intervento di circa due milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione delle palazzine già esistenti e la costruzione della tanto decantata terza palazzina, fra l’altro con riferimento all’alta priorità dell’intervento, con conseguente implementazione dei servizi socio-sanitari.

Assessore ai servizi sociali

Giordano Leonardo

ANCORA EMERGENZA RANDAGISMO A SAN NICANDRO

In attesa dell’inizio dei lavori del nuovo canile comunale non cessa l’emergenza randagismo a San Nicandro. I luoghi dove viene avvertito di più il fenomeno e, quindi, il pericolo sono la sede centrale delle Poste e la zona all’interno del Poliambulatorio della stazione. Già da tempo la dirigenza dell’ufficio postale ha segnalato al comune la presenza di un vero e proprio “canile” nella zona vicina al Postamat in quanto sono ancora in molti a lamentarsi che non possono effettuare prelevamenti dalla cassa contanti per la presenza di cani che non fanno avvicinale nessuno o per la paura delle stesse persone. Per il Poliambulatorio stessa storia che si verifica soprattutto nelle ore serali. Il problema si aggrava ancora di più in quanto ci sono persone che in entrambi i posti citati portano da mangiare ai cani sempre nelle ore serali. Insomma una situazione che continua a creare disagi e che, a tutt’oggi, sembra complicato risolverla.

LE CENTO CANDELINE DEL CANTORE SECOLARE DI CARPINO, ANTONIO PICCININNO

Temperamento forte, amore per la vita, per la famiglia, per i compagni e un forte attaccamento al paese che gli ha dato i natali un secolo fa, Antonio Piccininno (Pecceninne), il cantore con le nacchere, è nato il 18 febbraio 1916 a Carpino, in provincia di Foggia. All’età di due anni perde entrambi i genitori a causa dell’influenza spagnola e viene affidato ai nonni materni. A otto anni deve già contribuire al mantenimento della famiglia ed è mandato a guardare le pecore. Nei boschi di quello che oggi è il Parco Nazionale del Gargano i pastori adulti gli tramandano i canti popolari che lui ripete ossessivamente guardando le pecore. Diventato adulto lascia il mestiere del pastore e si dedica alla coltura dei campi. Pastore e, contadino, con le sue 100 primavere rappresenta una delle “personalità più interessanti, autentiche e complesse della tradizione musicale del Gargano. Cantatore eccellente, tra i più anziani del paese, porta con sé un bagaglio di conoscenze che lascia quale eredità culturale alle nuove generazioni. La sua testimonianza di vita, la sua interpretazione canora e la sua raccolta di canti sono punti di riferimento imprescindibili per un’adeguata comprensione della sua unicità. Il suo percorso si colloca in un ambito intermedio tra oralità e scrittura, frutto di stratificazioni in progress di apprendimento, dalla fase mnemotecnica orale del periodo giovanile, alla fase della partecipazione diretta ai riti collettivi delle serenate e dei balli (quando non ancora defunzionalizzati), alla fase dell’appropriazione autodidattica della scrittura per la raccolta dei canti popolari (Villani S., 2008)”.

In occasione dei festeggiamenti per i suoi cent’anni, giovedì pomeriggio 18 febbraio ore 17 nel palazzo baronale di Carpino si svolgerà un incontro organizzato dal Carpino Folk Festival insieme al Comune di Carpino e al Parco Nazionale del Gargano con gli studiosi e gli artisti che hanno attinto dal suo bagaglio di conoscenze popolari per narrarne la vita artistica attraverso il repertorio, le esperienze, le preferenze, gli atteggiamenti, le abilità, in una parola l’identità del cantore che instancabilmente continua a tramandare quella che fu la sua cultura: tra gli altri, son attesi lo studioso Francesco NASUTI, l’etnomusicologo Salvatore VILLANI, l’attrice Caterina PONTRANDOLFO, Eugenio BENNATO e Teresa De SIO.

A seguire la presentazione di “Chi sona e canta no nmore maje”, il nuovo CD dei Cantori di Carpino con la voce di Pecceninne. In serata in Piazza del Popolo la famiglia ha organizzato il taglio della torta e successivamente il live gratuito dei Cantori di Carpino e degli amici di Pecceninne che coriaceo ha già stabilito che canterà a sua volta per i presenti. Quindi, tutti ancora una volta ad aspettare il momento quando si alzerà e si recherà sul palco per esibirsi in colorite e applaudite introduzione alla personalità del Cantore. Inizierà con la descrizione delle origini del canto popolare carpinese e racconterà la sua storia personale come esempio di quelle di altri cantori. Verseggerà le strofe che andrà poi a cantare intercalandole con curiose spiegazione della vita di una volta e quando ormai col suo parlare schietto avrà accattivato le simpatie e gli animi, trascinerà il suo pubblico in una vertiginosa tarantella in modalità rudianella.

Non esistono parole per significare la realtà di un nonno che canta la ninna nanna ad un pubblico in religioso silenzio e non esiste cantore in attività più anziano. Per questa ragione il 18 febbraio 2016 sul Gargano avverrà qualcosa di unico con quest’artista particolare che a 100anni, con un vigore sorprendente ed una serenità contagiosa, va ancora in giro a cantare sonetti d’amore. Sempre presente sul palco del Carpino Folk Festival, Piccininno come tutti i Cantori di Carpino è oggetto di studi sulle tradizioni musicali italiane; Antonio in particolare viene interessato per la prima volta da tali studi nei primi anni 80 da Roberto Lèydi, considerato tra i fondatori dell’etnomusicologia scientifica in Italia, ed è portato alla ribalta nazionale dai cantautori e musicisti Eugenio Bennato (la prima esibizione fuori dai contesti tradizionali risale all’8 aprile 1980 presso il Teatro San Ferdinando di Napoli) e Teresa De Sio.

BENNATO, LA MAGIA DELLA MUSICA DI ZE’NDONJO PECCENINNE NON HA EGUALI NEI CINQUE CONTINENTI

Antonio Piccininno compie 100 anni. 100 anni di un artista, un compleanno che ci fa tutti felici, ma un artista non ha età, come non ha età l’arte che si trasmette alle generazioni e lascia un segno indelebile.

Piccininno ripete sempre affettuosamente che mi è grato per averlo portato in giro per il mondo. Ma sono io grato a lui, come a Sacco e a Maccarone, per avermi concesso di far conoscere la forza poetica del sud, la magia della musica di Carpino che non ha eguali nei cinque continenti. Auguri caro zio Antonio, e non smettere di guidarci per i prossimi anni. EUGENIO BENNATO

RINALDI,  ANTONIO PICCININNO UN PATRIMONIO MUSICALE INSCINDIBILE DALLA SUA VITA

Come è mia consuetudine, privilegio l’ascolto all’esposizione e alla retorica, perciò sono andato a cercare diverse interviste che zio Antonio ha rilasciato, per il piacere di ascoltarlo, come se fossi io a intervistarlo (cosa che non ho mai avuto il piacere di fare).  Mi sono segnato solo alcune sue parole, che mi sembrano una bella sintesi di quello che la sua vita e la sua passione hanno rappresentato, anche nei confronti della trasmissione nel tempo di un patrimonio secolare di cui lui e gli altri grandi vecchi sono stati il medium migliore (più della televisione, della radio e degli altri mezzi di comunicazione).  Perché loro ci hanno trasmesso il patrimonio musicale non come cultura separata dalla vita, ma come parte inscindibile della loro vita stessa, che era anche fatica, isolamento, solidarietà e amore per la terra e l’ambiente che sapevano rispettare, più di noi.

Dalla voce di zio Antonio, che vecchio davvero non sembra essere diventato mai:

Sono nato nel 1916, non c’era niente, né luce né acqua né televisione.

Avevamo questi canti.

Non li ho fatti io, ce li hanno dati i nostri antenati e noi li abbiamo portati avanti.

Poi è arrivata la televisione, con i canti moderni, e la popolazione li ha abbandonati.

E’ arrivata la modernità!

Però noi, gli altri canti li abbiamo sempre mantenuti attivi, grazie anche ai ricercatori, che dal dopoguerra sono venuti e ci hanno istradato.

I giovani oggi rispondono bene, ma se c’hann’ambarà… sono ‘tosti’.

Non hanno la passione di imparare.

Piuttosto le donne, imparano qualche cosa.

I miei auguri di buon compleanno al nostro magnifico vecchio.

GIOVANNI RINALDI (storico e ricercatore)

MARENGO, UN ONORE AVER CONOSCIUTO LA PASSIONE DI ZE’NDONJO PECCENINNE

“Che bella notizia, sono davvero felice per il grande ze Pecceninne! Non posso che unirmi alla gioia di questo importante avvenimento”: lo afferma DAVIDE MARENGO il regista di Craj il film documentario sulla musica popolare pugliese, tratto dall’omonimo spettacolo-concerto di Teresa De Sio con Giovanni Lindo Ferretti, Matteo Salvatore, i Cantori di Carpino e Uccio Aloisi, presentato al Festival di Venezia 2005 nella sezione “Giornate degli Autori”, vincendo allo stesso festival il premio “Lino Micciché” Miglior opera prima. “Il messaggio sincero – prosegue Marengo – che mi sento di dare è che grazie a Teresa De Sio e al film Craj, che ho avuto l’onore di dirigere, ho avuto il privilegio di conoscere la potente musica dei Cantori di Carpino e in particolare la dolcezza e la passione di Antonio Piccininno, portatore di una musica che viene da lontano e che continuerà ad andare lontano. Un grande abbraccio e tantissimi auguri”.

Associazione Culturale Carpino Folk Festival

ESCE DOMANI IL FILM “ONDA SU ONDA” CON IL SANNICANDRESE ALBERTO MONTE DIRETTORE DI PRODUZIONE

 

Dopo “Sole a catinelle” con Zalone, “Un posto sicuro” nelle sale dal 3 dicembre scorso, ecco un altro film in cui il sannicandrese Alberto Monte ha collaborato come Direttore della Produzione. Si tratta del film “Onda su onda” che esce oggi nelle sale italiane girato interamente nella capitale sudamericana di Montevideo in Uruguay. Ruggero (Alessandro Gassmann) è un cuoco solitario e Gegè (Rocco Papaleo) un esuberante cantante che deve raggiungere Montevideo per un concerto, occasione imperdibile per il suo rilancio. All’inizio tra i due non corre buon sangue, ma un evento inaspettato li costringerà ad una amicizia forzata. Nella capitale uruguagia li accoglierà una donna, Gilda Mandarino (Luz Cipriota), l’organizzatrice dell’evento. Ma non tutto andrà come previsto…

Un altro traguardo di sicuro successo nella carriera di Alberto Monte che ormai, nell’ambiente della cinematografia, è già un nome affermato visto anche la qualità del prodotto ottenuto ed i nomi dei notissimi attori con cui ha lavorato. Ad Alberto Civico93 gli augura di raggiungere traguardi sempre prestigiosi in modo che nei tanti film di cui ancora si dovrà occupare ci sia un pezzo di anima sannicandrese di cui la nostra comunità potrebbe essere veramente orgogliosa.

404 MILIONI PER LA SANITA’. EMILIANO: “DA OSPEDALE A TERRITORIO, VERA SVOLTA”

“Siamo ad una vera svolta che non ci consente alcun altro tipo di ragionamento, né di campanile né di altra natura, se non quello ispirato a criteri di territorialità, solidarietà ed economicità. Con l’ultimo piano di riordino sono state chiuse in Puglia molte strutture ospedaliere con l’intesa, con i territori, che sarebbero state riaperte con funzioni non ospedaliere ma sociosanitarie, soprattutto medicina del territorio. Molte cose di straordinaria importanza che prima venivano scaricate sugli ospedali, ad altissimo costo, ora potranno essere gestite in modo diverso, direttamente sul territorio”. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano presentando in conferenza stampa questa mattina, presso il Consiglio regionale, il piano di investimenti (programmazione 2014/2020) di Fondi europei (FESR), per un totale di 404 milioni di euro, che permetterà alla Regione Puglia di sostenere il miglioramento e il potenziamento dei servizi di assistenza e cura extraospedalieri. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato anche l’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro, il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia Giovanni Gorgoni e i direttori generali delle sei Asl pugliesi. La prima fase, avviata già a fine dicembre per una ricognizione dei fabbisogni, in sintonia con gli organi tecnici dell’Assessorato al Welfare e del Dipartimento Salute, le Direzioni generali delle Asl e le are tecniche, ha consentito l’individuazione di 139 progetti, di cui 66 hanno una priorità alta e ammontano a più di 230 milioni di euro, 52 sono stati definiti con una priorità media e ammontano a circa 200 milioni di euro e 21 hanno una priorità bassa e si assestano sui 60 milioni di euro.

“Quello che presentiamo oggi dunque, in connessione con il piano di riordino ospedaliero – ha aggiunto Emiliano – è il vero punto di svolta della sanità pugliese che consiste nel riequilibrare il sistema, in molti casi ancora molto ospedalocentrico, sul territorio. Ciò si rende necessario non solo perchè questa è una regola che deriva da un migliore trattamento delle patologie, e quindi dall’interesse del cittadino, ma soprattutto perchè questo ci consente di abbassare la nostra spesa sanitaria. Noi spendiamo di più per un cittadino malato che non per un cittadino sano. Quando accade questo, vuol dire che sei organizzato male. E non solo in Puglia, ma in Italia. Il Servizio Sanitario Nazionale infatti negli anni è diventato il più potente meccanismo, distorto, di spesa pubblica. Tornare indietro e disincrostare questo sistema è un obiettivo che si può realizzare, dal nostro punto di vista, con questo processo cui stiamo lavorando e che comprende, tra le altre cose, investimenti in tecnologia, per esempio poter curare le persone da casa e monitorarle, o avere la possibilità di prevenire le malattie cardiologiche e gestire gli scompensi cardiaci”. Per Emiliano è necessario dunque che nel piano di riordino ci sia una inversione di tendenza con una vocazione al sociosanitario e al territorio molto più spiccata rispetto al passato. “E questo perché evidentemente – ha concluso il Presidente – il processo è giunto a maturazione e le regole che ci sono imposte sono molto particolari. Ad esempio, il costo del personale ha dei limiti fortissimi in sanità. Noi dovremmo decidere venerdì prossimo (a Roma in commissione sanità ndr) cosa fare della quota eccedente la cifra che dobbiamo pagare come stipendi e che ammonta a circa 242 milioni di euro. Dovremmo decidere cioè quale parte di questa somma andrà in deroghe sulle assunzioni del personale e quale invece andrà sul rinforzo del sistema del quale stiamo parlando oggi con l’utilizzo di altre fonti di finanziamento quali i fondi europei. Stiamo cercando di recuperare il tempo perduto e credo che a breve potranno partire i cantieri che doteranno molti comuni di queste strutture delle quali c’è una vera e propria fame”.

“Con questa importante dotazione finanziaria – ha aggiunto Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare – tendiamo ad implementare soprattutto i servizi sul territorio, i servizi sociosanitari, ma cerchiamo anche di dare attuazione a quanto previsto dal piano di rientro già nel 2010, cioè la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse. E’ un impegno preso da questo governo e dal Presidente Emiliano che oggi mostra la sua concretezza. Abbiamo detto ai direttori generali che nei prossimi 90/120 giorni dovranno essere avviati i cantieri”. “Quella garantita dai finanziamenti Fesr è una opportunità che coglieremo pienamente – ha sottolineato infine Giovanni Gorgoni, Direttore del Dipartimento Salute – e in questa fase di avvio del nuovo piano di riorganizzazione ospedaliera diventa una occasione preziosa di sostegno al potenziamento della sanità territoriale. Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con tutti gli organi tecnici delle Asl che conoscono i territori e le esigenze, a loro chiederemo il sostegno continuo alla realizzazione delle progettualità nel rispetto dei termini previsti. Insieme a loro e ai tecnici dell’Assessorato e del Dipartimento abbiamo definito priorità e cronoprogrammi in un’ottica di multidisciplinarietà che è l’unica possibile quando l’obiettivo unico è il miglioramento dello stato di salute e benessere dei cittadini”. (s.n.)

I progetti finanziati con fondi Fesr dovranno essere funzionali al completamento del piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e saranno quindi utilizzati per la realizzazione di nuove strutture sanitarie territoriali, poliambulatori specialistici, consultori, strutture dei dipartimenti territoriali (prevenzione, salute mentale, dipendenze patologiche e riabilitazione). Tra le direttive strategiche ci sono inoltre il sostegno alla interventi di riconversione di immobili per la realizzazione di strutture extraospedaliere per le cure intensive per anziani gravemente insufficienti, per le cure palliative a pazienti oncologici e malati terminali, per la riabilitazione. I progetti finanziati con fondi Fesr prevedono anche il potenziamento delle dotazioni tecnologiche dei distretti socio-sanitari per il sostegno alla specialistica ambulatoriale e includono obiettivi di sviluppo della telemedicina per l’integrazione dei servizi ospedale-territorio. Nella fase di ricognizione dei fabbisogni e di individuazione delle progettualità da cantierizzare è stata prevista una scala di priorità (alta, media e bassa) che consentirà di avviare subito gli interventi immediatamente cantierabili (entro 90 giorni) e in fasi successive quelli che necessitano di una fase di progettazione.  In particolare, sulla base della ricognizione effettuata fino a questo momento e che potrà subire lievi modifiche, i progetti a priorità alta sono così distribuiti: 20 nella Asl Foggia, 15 nella Asl Bari, 5 nella Asl Taranto, 9 nella Asl Brindisi, 7 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.  I progetti a priorità media invece sono così distribuiti: 8 nella Al Foggia, 16 nella Asl Bari, 2 nella Asl Taranto, 6 nella Asl Brindisi, 10 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.

LETTERA APERTA AI CONSIGLIERI COMUNALI DI SAN NICANDRO, SI PARLA DI METANO MA NON TUTTI SANNO CHE…

All’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale, previsto per il 18 c.m., è stata posta l’indizione di una  nuova  gara di appalto per  la fornitura e distribuzione del  gas  metano negli ambiti territoriali dei  24  Comuni di  “Foggia Nord” , di cui 9 sono montani come il nostro. La distribuzione interessa una popolazione di 295.241 abitanti, con una rete complessiva di km. 948 ed un consumo di circa mc. 65 mila (rif.to al 2012). La tipologia di gara è prevista dal D.Leg.vo del 01.06.2011 e da svarianti altri decreti Ministeriali, nonché dalla delibera n° 407/R/GAS dell’Autorità per l’Energia. Il  regolamentato  ha stabilito, “ sia gli aspetti organizzativi fra gli Enti locali appartenenti all’ambito per l’emissione dei documenti di gara e per la gestione del servizio, gli obblighi informativi del gestore uscente agli Enti locali e al gestore subentrante, i provvedimenti applicativi del calcolo del valore di rimborso in conformità con la normativa primaria vigente, il bando di gara tipo e il disciplinare di gara tipo, includenti i criteri di valutazione dell’offerta, a cui la stazione appaltante deve attenersi, le disposizioni per la verifica di offerte anomali e gli oneri, una tantum e annuali, che il gestore deve riconoscere agli Enti locali ,    sia   i criteri per la definizione del corrispettivo una tantum per la copertura degli oneri di gara per l’affidamento del servizio di distribuzione”.

La storia del “metano“, per quanto è possibile sintetizzare agli attuali e giovani amministratori, riguarda oltre  un  ventennio  di problematiche  insorte dopo l’aggiudicazione alla società MUCAFER srl in ATI (associazione temporanea di imprese),  dalla quale sarebbe poi scaturito il successivo contratto intercorso con il Comune, senza una reale copertura finanziaria. I progetti di massima allegati all’offerta ed al contratto rimasero pressoché abbandonati dal Comune per circa un decennio, tanto da essere diventati, tra i tanti progetti rimasti inutilizzati, gli “scheletri negli armadi”, di cui spesso si sparla nei passaggi tra un’amministrazione ed un’altra, a spunto di accuse reciproche di “mala amministrazione”. Il contratto, in assenza di finanziatori privati, ovverossia di finanziamenti pubblici che si sperava dovessero miracolosamente cadere dal cielo (o per grazia ricevuta dai santi padroni), è stato rescisso   dall’amministrazione Marinacci divenendo ancora oggi il tormentone delle amministrazioni successive a seguito di pronunciamento del Consiglio di Stato. Pure rischia di diventare un tormentone il “collaudo tombale” redatto da una commissione di esperti, sulla concessione della rete metanifera affidata a “trattativa privata “alla società PITTA gas, rimasto da sempre chiuso (e tenuto gelosamente nascosto), nel cassetto di qualche improvvido funzionario, senza una stima del valore residuale attribuito agli impianti. Collaudo che ha ignorato, sia le modifiche arbitrariamente introdotte nella realizzazione ridotta   delle reti metanifere, per circa 2 milioni di euro, sia le somme poste inizialmente a carico del privato a giustificazione dell’affidamento a “trattativa privata”, nonché l’importo annuale del 10% sugli utili di gestione che non risultano essere mai stati versati al Comune per la concessione e gestione del servizio in regime di “qualità” e di manutenzioni  programmate.

Detto ciò, per fare una doverosa informazione di quanto è avvenuto in passato, restando da sempre disponibile al confronto pubblico su queste ed altre problematiche che interessano, per senso civico, tutta la nostra cittadina in stato di “dissesto” finanziario.  Anche perché, per quanto è dato di sapere, le somme riconosciute alla società MUCAFER, non vengono ancora interamente saldate, su un importo di circa un milione di euro, oltre ad interessi e spese legali. Voglio augurami che, in occasione del prossimo Consiglio Comunale, si voglia avviare una seria discussione, per la tutela degli interessi generali del Comune, in presenza di contenzioso ancora in atto con le società subentrate alla Pitta gas nelle gestione dal 2010 del servizio e che dovranno ancora ricevere il pagamento degli indennizzi sullo stato di consistenza delle reti esistenti, se giammai redatto ed approvato compiutamente.

  1. B. Della Torre

AUMENTA IL POSTO DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO, MA E’ BOOM VOUCHER

Nel 2015 il numero complessivo delle assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) è risultato di 5.408.804 segnando una netta crescita rispetto agli anni precedenti (+11% sul 2014 e + 15% sul 2013). Tale crescita è stata determinata essenzialmente dai contratti a tempo indeterminato: le relative assunzioni sono risultate quasi 1,9 milioni segnando un incremento del 47% rispetto al 2014. Quelle a full time sono meno del 60%, una percentuale in linea con gli anni precedenti. E’ rimasto sostanzialmente stabile il numero di assunzioni con contratti a tempo determinato, mentre sono diminuite le assunzioni in apprendistato (-20%). Per le cessazioni si registra una modesta riduzione: -2%. Un rilevante dato di flusso è relativo alle trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato. Quelle che hanno interessato i contratti a tempo determinato sono risultate circa 500.000: rispetto al 2014 la crescita è risultata appena inferiore al 50%. Anche i rapporti di lavoro già regolati da contratto di apprendistato e divenuti rapporti normali a tempo indeterminato, essendo concluso il periodo formativo, sono aumentati (+23%). In virtù di queste dinamiche, la percentuale dei nuovi rapporti di lavoro attivati/variati a tempo indeterminato sul totale dei rapporti attivati/variati è stata del 41% rispetto al 32% del 2014. Per i giovani fino a 29 anni, questa quota è passata dal 24,5% al 33,6%.

Le dinamiche descritte consentono di registrare, a fine 2015, un saldo – per l’universo osservato – tra assunzioni e cessazioni pari a 606.000 posizioni di lavoro: questo saldo misura l’incremento dello stock di posizioni di lavoro intervenuto rispetto alla situazione di fine 2014. E’ presumibile che a questo incremento nel numero di posti di lavoro corrisponda un analogo incremento nel numero di occupati dipendenti regolari.

La crescita delle posizioni di lavoro dipendente è stata trainata dall’incremento dei contratti a tempo indeterminato (+764.000 rispetto a fine 2014). A determinare tale incremento hanno concorso sia le assunzioni che le trasformazioni.

Per quanto riguarda l’insieme delle posizioni di lavoro con contratti diversi dal tempo indeterminato (tempo determinato, intermittente, apprendistato, somministrazione) si registra, sempre nel confronto con la situazione a fine 2014, una modesta contrazione (-158.000 posizioni di lavoro). Tale dinamica risulta dovuta non ad una flessione della complessiva domanda per tipologie contrattuali diverse dai contratti a tempo indeterminato quanto alla crescita delle trasformazioni verso il tempo indeterminato. Sul totale delle attivazioni di posizioni di lavoro con contratto a tempo indeterminato (oltre 2,4 milioni sommando assunzioni e trasformazioni) quelle che risultano beneficiarie dell’esonero sono pari a 1,44 ml. (61% del totale). Le attivazioni con esonero sono perciò quasi il doppio dell’incremento sul 2014 registrato da assunzioni e trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato una crescita delle retribuzioni intermedie (tra 1.250 euro e 2.250) con una diminuzione della quota sia di quelle inferiori che di quelle superiori. Per i contratti a termine si evidenzia un leggero slittamento verso retribuzioni maggiori, con una riduzione della quota di quelle inferiori a 1.500 euro.

Per quanto riguarda i buoni lavoro, nel 2015 risultano venduti 114.921.574 voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento medio nazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (69.172.879), pari al 66%. In presenza di un utilizzo corretto dello strumento, se ad ogni voucher corrisponde effettivamente un’ora di lavoro, il volume di ore remunerate dai voucher venduti nel 2015 corrisponde a circa 57.000 unità di lavoro equivalenti.

CAPITANATA, LETTERA-APPELLO ALLE ISTITUZIONI PER LA CRIMINALITA’ IN AGRICOLTURA

Il “Comitato per la Legalità e la sicurezza in agricoltura” ha inviato alle più alte istituzioni nazionali, provinciali e alle Forze dell’Ordine una lettera in cui si propone una serie di misure concrete per contrastare con più vigore l’escalation della criminalità in provincia di Foggia. La Missiva è stata inviata nello specifico al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al ministro degli Interni, al Prefetto di Foggia, al Procuratore della Repubblica di Foggia, al Questore di Foggia e al Comandante dei Carabinieri di Foggia. Ecco il contenuto della lettera.

Il sottoscritto Di Mola Pietro in qualità di Presidente del “Comitato per la Legalità e la sicurezza in agricoltura”, con sede in Lucera (FG), Le scrive per portarla a conoscenza che in data 23/09/2015 si è costituito un gruppo di cittadini, circa 200 titolari di aziende agricole, molti altri vi stanno aderendo, con atto pubblico a mezzo del notaio A. Maria Lembo. Il suddetto Comitato, ha per oggetto lo scopo e la cultura della legalità e della democrazia. In Assemblea generale, tenutasi in data 29/01/2016, dopo aver constatato, a malincuore, l’assenza delle Cariche Istituzionali Pubbliche, preposte alla sicurezza del territorio Foggiano, tempestivamente invitate a partecipare alla seduta, si è ampiamente trattato, dando la parola a tutti i richiedenti, il tema della sicurezza nelle aree rurali del foggiano messa quotidianamente in pericolo dal dilagare di bande criminali; di come fronteggiarle insieme alle FF.OO. e di come sconfiggerle. Nei vari interventi gli associati hanno portato ciascuno la propria esperienza quotidianamente vissuta in campagna e si è potuto delineare così un quadro estremamente preoccupante circa la sicurezza nelle campagne. Negli ultimi 3-4 anni vi è stato un aumento esponenziale dei furti di trattori, di mezzi agricoli, di gasolio, senza contare il flagello dei furti di rame a carico delle linee elettriche che stanno mettendo in ginocchio il sistema agricolo del nostro territorio. Purtroppo si registra una totale assenza delle FF.OO. , forse per carenza di organico e di mezzi, che ha consegnato di fatto il territorio nelle mani di bande criminali che nottetempo agiscono indisturbate. Per noi del Comitato l’investimento sulla sicurezza è una priorità alla pari di altre riforme alle quali si sta lavorando. La situazione che vive il nostro territorio non solo non consente nuovi investimenti ma sta mandando in fumo investimenti già effettuati ed in gran parte finanziati con il PSR 2007/2014 da poco concluso. A tal proposito vogliamo evidenziare che la situazione attuale determina un circolo vizioso attraverso il quale la CE finanzia l’acquisto di mezzi agricoli per migliorare la competitività delle aziende agricole, ma in realtà tali finanziamenti finiscono nelle tasche della malavita. Possiamo tranquillamente affermare quindi, che nel desolante vuoto istituzionale in cui versa il nostro territorio, ad oggi la principale beneficiaria dei fondi pubblici è la criminalità e considerato che il PSR 2014/2020 sarà a breve operativo, auspichiamo che lo Stato prenda provvedimenti urgenti al fine di evitare il perdurare di una situazione aberrante come quella descritta. L’assemblea, pertanto, è venuta nella determinazione di avanzare delle proposte agli Organi dello Stato responsabili della sicurezza dei cittadini, anche di quelli che sono costretti a vivere in campagna, come segue: 1) Tornare ad assumere uomini e donne nelle Forze dell’Ordine, bandendo un maxi concorso per assumere almeno 10.000 unità, cosa che non si fa da molti anni e che ha creato un deficit nelle FF. OO. di almeno 40.000/45.000 unità in un momento storico che vede il dilagare della criminalità. 2) In attesa di tali provvedimenti, è doveroso l’impiego dell’esercito, così come già avviene in altre città d’Italia, in base a quanto previsto dalla Legge 125/2008 che ha convertito il d.l. 92/2008, recante misure urgenti in materia di pubblica sicurezza, la quale ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze Armate. La nostra provincia meritava già da tempo tale intervento ma purtroppo le nostre autorità locali non hanno mai provveduto in tal senso. Chiediamo con forza l’impiego di tale contingente per arginare una situazione di emergenza che rischia di mettere in ginocchio le nostre aziende ed un territorio che vive prevalentemente di agricoltura. Si vuole ricordare che in alcune città (vedi Padova) tale provvedimento è stato già adottato ed è operativo da diversi anni. Lungi dal voler fare paragoni con altre realtà non comprendiamo perché le nostre Autorità locali, al solo sentire la parola Esercito inorridiscano, quando in una situazione di emergenza come la nostra bisognerebbe mettere in campo tutti i mezzi a disposizione per fronteggiarla. 3) Formare un pool di inquirenti, appartenenti alla P.G., presso il Tribunale di Foggia con un P.M. che coordini il lavoro, tenti di individuare i componenti delle varie bande facendo ricorso ai vari sistemi di indagine (intercettazioni telefoniche ed ambientali, sollecitazione di fonti informative e collaborazione con le forze dell’ordine locali) al fine di assicurarli alla giustizia; 4) Preparare la creazione di un nuovo titolo di reato, quello di “furto di attrezzi agricoli” con pena prevista da 8 a 12 anni di reclusione (tanti nuovi reati il Legislatore ha creato in questi ultimi tempi per arginare fenomeni che il comune sentire ha evidenziato: il reato di stalking, omicidio stradale, femminicidio, ecc.); 5) Modificare l’art. 52 codice penale – legittima difesa – nei termini che riguardano il comma 2 lettera b, con l’eliminazione delle parole “quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione”. Tale modifica appare opportuna perché l’agricoltore se nottetempo, accortosi di un furto in atto nella propria azienda, esplode un colpo di fucile a scopo intimidatorio ed inavvertitamente colpisce uno dei ladri in azione, ad oggi ne risponde penalmente. Tale evenienza è inaccettabile e ingiustificabile per noi onesti cittadini. Il ladro che volutamente si pone in una situazione di illegalità, introducendosi in un’azienda agricola, al fine di depredarla dei sui beni strumentali, sa di correre rischi minimi essendo tutelato da una legge, che nella peggiore delle ipotesi, gli garantisce un risarcimento danni (per se o per i suoi familiari) attraverso un processo civile. La modifica della norma sulla legittima difesa, tra l’altro, è auspicata da più parti d’Italia e ciò in seguito ai numerosi fatti di cronaca che non lasciano indenne nemmeno il Nord Italia. Uno Stato, degno di questo nome, deve garantire la sicurezza a tutti i suoi cittadini e non ricordarsi di loro solo quando devono pagare le tasse. Non è più ammissibile lasciare interi territori abbandonati a se stessi e poi accanirsi contro il cittadino onesto che, suo malgrado, ha difeso un suo diritto. Un illustre Magistrato di recente ha dichiarato quanto segue: ”attualmente la domanda che si pone lo Stato è sino a che punto il cittadino abbia il diritto di agire, cioè a difendersi quando viene aggredito.Passati questi limiti lo Stato lo punisce, mentre un ordinamento liberale dovrebbe capovolgere questo concetto e domandarsi fino a che punto lo Stato ha il diritto di punire una persona che si difende da un’aggressione che lo stesso Stato non è riuscito ad impedire. Il patto sociale che il cittadino fa con lo Stato risiede proprio nel devolvere l’esercizio dei suoi diritti naturali allo Stato e se lo Stato è inadempiente il cittadino si riprende questi diritti: il cittadino non ha firmato una cambiale in bianco irreversibile.” Noi abbracciamo in toto quanto affermato dal Procuratore aggiunto Carlo Nordio, in quanto ad oggi noi residenti nelle campagne e, non vogliamo che si dimentichi, “custodi del territorio”, viviamo nella costante paura di perdere tutto da un momento all’altro ma, non meno importante, nella costante certezza di non essere protetti e di non poterci difendere. Il Comitato e tutti gli aderenti sono convinti che se si darà luogo all’attuazione delle su estese proposte, semmai migliorandole, lo Stato potrà riappropriarsi di un territorio che ad oggi gli appartiene solo sulla carta. Distinti saluti Il Presidente del Comitato

A TRINITAPOLI MUORE UN 13ENNE DOPO LA PARTITA, IN CAMPO SENZA DEFIBRILLATORE

Ancora un’altra morte in campo dopo una partita di calcetto. E’ accaduto a Trinitapoli nello spogliatoio. La struttura era sprovvista di defibrillatore. Secondo quanto racconta uno zio del 13enne non vi era il defibrillatore neppure nell’ambulanza che è intervenuta sul posto e il mezzo non era medicalizzato. E’ arrivata poi un’altra ambulanza con defibrillatore e con il medico a bordo ma, purtroppo, non c’era più niente da fare.

Si fa un ulteriore appello alle associazioni sportive di San Nicandro di attenersi alle disposizioni sanitarie previste e, quindi, con la disponibilità del defibrillatore in campo per tutti i tipi di avvenimenti sportivi per evitare situazioni critiche nella speranza che tali aventi non abbiano più a verificarsi.

LA LEGGENDA DI URIA E IL SACRIFICIO DI NUNZIA

Al lago di Varano è legata una leggenda molto suggestiva. Si racconta che tanti anni fa, al posto delle acque del lago, esisteva una città, “Uria”, governata da re Tauro. Un popolo dai comportamenti violenti e scellerati che scatenarono l’ira di Dio. Dio, infastidito dalla loro cattiveria, riversò sulla città un diluvio che distrusse quasi tutto. Una sola persona si salvò: una ragazza del nume “Nunzia”, una fanciulla dal cuore semplice che trascorreva le sue giornate all’insegna della preghiera, del lavoro e del suo innamorato. Nunzia, rendendosi conto della catastrofe che si stava riversando sul suo paese e soprattutto vedendo il suo innamorato in pericolo, lanciò un gomitolo di lana tra le acque per salvare il suo promesso sposo; purtroppo il suo tentativo fu invano: non riuscì a salvarlo, ma quel gesto fermò il diluvio.  Una sola abitazione si salvò: la casa di Nunzia.  Si dice ancora che l’anima della ragazza continui ad aleggiare tra le acque del lago Varano e che in certe notti si sente il suo canto straziante che ancora canta all’Amore perduto.  Così nasce la Chiesa dell’Annunziata del Crocifisso di Varano, meglio conosciuto come la Chiesa del Santissimo Crocifisso di Varano. (vicodelgarganoinfoeventi)

LA NUOVA FICTION DI RAI1 “BACIATO DAL SOLE” GIRATA NEL GARGANO

Ancora tanto Gargano su Rai1. Infatti, dopo “Questo è il mio paese” girato a Vico del Gargano, arriva, lunedì 22 febbraio, “Baciato dal sole”, una coproduzione Rai Fiction e Pepito Produzioni girato nel nostro Gargano. La fiction, diretta da Antonello Grimaldi, si articolerà in 12 puntate suddivise in sei serate. “Baciato dal sole” racconta la storia di Elio Sorrentino, un ragazzo pugliese che si trasferisce a Roma per partecipare a un talent show. Pare però che i risultati siano truccati, e anche quando le cose sembrano andare per il meglio Elio dovrà fare i conti con un passato doloroso e con amicizie pericolose. “Baciato dal sole” vanta un cast d’eccezione: Elio Sorrentino è Guglielmo Scilla, in arte Willwoosh, alla sua prima esperienza come protagonista in una serie tv. Ritroviamo anche Giuseppe Zeno e Lorena Cacciatore, che abbiamo avuto modo di apprezzare ne Il paradiso delle signore nei panni rispettivamente del direttore Pietro Mori e della “venere” Lucia. Presenti anche Nina Torresi, da I Cesaroni, Luigi Di Fiore che ha già partecipato a numerose fiction tra cui Un posto al sole e Distretto di polizia, Antonella Attili e Pietro Bontempo nei panni di genitori di Elio, e una splendida Barbara Bobulova. Alla fiction parteciperà anche la cantante Noemi nei panni di se stessa.

SAN NICANDRO, QUALCHE LEGGENDA IN PIU’

Una leggenda fa derivare il nome e quindi le stesse origini di San Nicandro dall’ antenato popolo che viveva sul Monte Devio. Essendo spesso assalito, saccheggiato dai nemici slavi, turchi e saraceni che rapirono le più belle ragazze, gli abitanti di Monte Devio decisero di trasferirsi in un posto più tranquillo, nel canale “ LO TURCHIO”, formando un piccolo villaggio. Tuttavia i nemici li trovarono e li assalirono nuovamente.
Il popolo cambiò ancora zona e decisero di trasferirsi su un piccolo monte chiamato “ Terra Vecchia”, dove costruirono un villaggio circondato da un grande muro. La popolazione si scelse un capo e lo nominarono PRINCIPE, che però si rivelò scellerato e tiranno. La popolazione cominciò a soffrire, alcuni si riunirono formando una banda di Briganti per combattere le leggi disumane del Principe. Uno dei capi dei Briganti fu condannato a morte, anche se i soldati del Principe non riuscivano a catturarlo, mentre il villaggio continuava ad essere saccheggiato dai turchi, slavi e saraceni. Il capo dei briganti decise di fare una proposta al Principe: se cancelli la condanna a morte contro di me, i nemici li affronto io. Il Principe accettò e il Brigante e i suoi fedeli uomini riuscirono a circondare e vincere i nemici e se ne erano liberati per sempre. Il Brigante, come promesso, venne assolto dalla sua condanna e divenne il liberatore del paese. Gli abitanti lo chiamarono “uomo guerriero”, che a quel tempo NIC che significava uomo e ANDRO che significava guerriero.

Sviluppatosi quindi in epoca medievale intorno all’attuale centro storico, oggi è reso visibile dagli stretti archi bianchi di calce, il corteo di ripide scalinate di calcare create per collegare le case costruite su vari piani.
E’ inoltre disteso su una luminosa collina, tra secolari ulivi a dalla spiaggia di Torre Mileto frazione balneare di Sannicandro Garganico, dove la leggenda narra del naufragio di Diomede, reduce dalle guerre di Troia, intorno al 1100 a.c. Sulla prima collina del promontorio del Gargano che si affaccia sul mare, troviamo l’antica chiesa di S. Maria del Monte D’Elio, intorno alla quale, pare, sia nato il primo nucleo della futura Sannicandro avvenuto intorno al 663 d.c. Poco distante dalla chiesa, scendendo verso il mare, si può visitare la “Grotta dell’Angelo”, che riveste una notevole importanza per quanto concerne lo studio del fenomeno carsico.
Si narra che nella preistoria i cacciatori del paleolitico vi si stabilirono lavorando utensili in selce con i quali incidevano graffiti lineari e serpeggianti.  Proseguendo si può ammirare la selvaggia bellezza di Torre Mileto, le dimore fortificate, localmente dette “casini”, nei dintorni di Sannicandro sono rilevanti elementi paesaggistici, in particolare quello di Palmieri e di Caruso costruzioni particolarmente importanti per la loro struttura architettonica. Nell’antico borgo di Sannicandro Garganico si può visitare il castello di Federico II risalente al 1238. All’interno del borgo vi è la chiesa di S. Giorgio. Adiacente al castello si trova la Chiesa Matrice dedicata a S. Maria del Borgo cosiddetta per via di un grande spazio murato e abitato, munito di porte e bastioni comunicanti con il castello attraverso una via sotterranea. Altri scrigni d’arte, cultura, fede e tradizione sono rappresentati dalle chiese di S. Giovanni, SS. Maria delle Grazie, Pietà o Morte, dei Morticelli. Sulla collina che sovrasta Sannicandro Garganico c’è la chiesa di S. Giuseppe (un tempo dimora di eremiti). (cartolinedatuttoilmondo)

SCUOLA, CONSIGLI DI CLASSE, QUANDO DEVE ESSERE PAGATO LO STRAORDINARIO

Le ore di lavoro eccedenti il consentito, svolte dai docenti nei consigli di classe, devono essere pagate con lo straordinario: lo ha stabilito il Tribunale di Torino con la sentenza numero 164 del 29 gennaio scorso con la quale ha condannato l’amministrazione ad indennizzare tre insegnanti di quanto dovuto, oltre al pagamento degli interessi e delle spese legali. I tre docenti avevano dovuto prestare servizio per un numero notevole di consigli di classe, nonostante il tetto stabilito dal contratto che fissa le riunioni nel numero massimo delle quaranta ore annuali. Tra l’altro, il contratto stesso obbliga i dirigenti scolastici a tener presente, nella predisposizione delle attività, del fatto che molti insegnanti hanno consigli in più classi, con il risultato di sforare, spesso, le 40 ore annuali previste dal contratto. Il problema non è nuovo. Ogni anno, infatti, si ripropone puntualmente la prassi delle ore eccessive dei consigli di classe con molti docenti che si rassegnano a lavorare gratuitamente, anche se la legge lo vieta. Infatti, l’articolo 29 del contratto di lavoro stabilisce che il numero massimo di ore annuali per i consigli di classe è fissato in quaranta, più altrettante ore per le riunioni del collegio degli insegnanti e per le riunioni collegiali scuola-famiglia. Andare oltre alle quaranta ore, sia nel primo che nel secondo caso, comporta il pagamento dello straordinario di 17 euro e 50 centesimi lordi all’ora, secondo le tariffe stabilite dalla tabella numero cinque del contratto di lavoro. Sulla base di questi importi, il Tribunale di Torino ha fissato l’indennizzo dei tre insegnanti ricorrenti, rispettivamente, in 1.063,12, 315 e 705,77 euro. Andare oltre le ore fissate per i consigli di classe accade spesso nelle scuole italiane, nonostante il rischio al quale vanno incontro gli stessi presidi. Infatti, pur di portare a termine le attività, i dirigenti scolastici si espongono al rischio di azioni legali in quanto, in caso di disfatta dell’amministrazione, come nel caso dei tre docenti che hanno presentato ricorso, la Corte dei Conti potrebbe agire con diritto di rivalsa nei confronti dei presidi, oltre ad azioni di natura disciplinare.

C.L.

LA PROCURA DI FOGGIA APRE ALTRO SPIRAGLIO SU LEGALITA’ E ABUSIVISMO COMMERCIALE

Il provvedimento della Magistratura oltre che ovviamente sul piano legale è pienamente condividibile nella valutazione che se la cosa pubblica viene danneggiata o occupata illegalmente e chi dovrebbe intervenire se ne astiene, legittimando di fatto le condotte illegittime, la comunità abbandona gli spazi pubblici e gli stessi saranno occupati dalla criminalità. Le dichiarazioni del Procuratore Aggiunto d.ssa Francesca Romana Pirrelli, che la illegalità diffusa genera criminalità sembra un invito ai cittadini ed alle istituzioni ad intervenire in merito. L’abusivismo commerciale con occupazione delle aree pubbliche era già stato oggetto di intervento della magistratura e della Polizia Municipale, a seguito del quale un operatore venne fatto segno di colpi di arma da fuoco mentre rientrava presso la propria abitazione. Successivamente, data la gravità del fenomeno, nell’aprile 2014 in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si concordò che la Polizia Municipale avrebbe provveduto in quanto settore di specifica competenza, il Questore avrebbe assicurato il sostegno della Forza Pubblica ed il Comune avrebbe messo a disposizione i mezzi necessari per procedere alle rimozioni.

Il D. Lsvo nr 114/1998 prevede, per il commercio abusivo su area pubblica non solo una sanzione amministrativa di importo elevato ma anche la confisca delle attrezzature e della merce; confisca che ha più valenza della eventuale contestazione di un illecito penale.  Siamo fiduciosi che il Comune di Foggia, nelle sue articolazioni, non si asterrà dagli interventi di competenza, continuando l’opera sinergica già iniziata nel 2015 e bloccata poi da valutazioni illegittime. E, in particolare, non verrà consentito l’esercizio di attività abusive in prossimità dei luoghi già oggetto d’intervento da parte della Magistratura e dell’Arma dei Carabinieri, vanificandone di fatto l’attività. Così come siamo certi che in tale attività la Polizia Municipale, data la riconosciuta gravità della situazione, avrà il necessario supporto delle forze dell’ordine.

CONVOCATO PER GIORNO 17 FEBBRAIO IL CONSIGLIO COMUNALE

E’ stata disposta la convocazione del Consiglio Comunale in sessione straordinaria urgente, in seduta di prima convocazione, per il giorno 17.02.2016 alle ore 18,00 e in seconda convocazione alle ore 18,00 del giorno 18.02.2016 presso l’aula magna dell’istituto di Piazza IV Novembre con il seguente ordine del giorno:

  1. Conferimento alla Provincia di Foggia della delega ad operare in qualità di Stazione Appaltante per l’espletamento della gara inerente l’affidamento del servizio di distribuzione del gas naturale in forma associata ai sensi dell’art. 2, comma 1, del DM del 12/11/2011 n. 226.
  2. Adesione al Patto dei Sindaci.
  3. Adesione all’Associazione “Borghi Autentici d’Italia”, per il recepimento del “Manifesto dei Borghi Autentici”, del “Codice Etico e di Responsabilità Sociale” e per l’adozione dello Statuto Sociale e del Regolamento Associativo Interno (R.A.I).
  4. Interrogazioni e interpellanze. Il

ISTMO SCHIAPPARO: ABBATTIMENTI, LESINA SOTTOSCRIVE PROTOCOLLO CON LA PROCURA

E’ stato licenziato all’unanimità dalla Giunta comunale, un Protocollo d’Intesa tra il Comune di Lesina e la Procura della Repubblica di Foggia, che ha l’obbiettivo di avviare, con la Procura, azioni di controllo e monitoraggio del fenomeno abusivo e per “disciplinare le modalità tecniche ed operative per l’abbattimento di manufatti abusivi realizzati nel territorio comunale”. L’amministrazione comunale di Lesina, questa volta, sembra intenzionata a fare sul serio, e ciò che è scritto nella delibera approvata dalla Giunta non lascia spazio a dubbi: “l’abusivismo in genere, e quello in area protetta in particolare, costituisce un enorme piaga sociale da debellare e reprimere con tutti i mezzi che la legge mette a disposizione delle istituzioni”.  Il Comune di Lesina, pertanto, fornirà ogni supporto alla Procura della Repubblica, e procederà all’espletamento delle operazioni di abbattimento, mettendo a disposizione i propri uffici, le strutture tecniche e gli organi di polizia comunali. La decisione presa dal Comune di Lesina non è nuova. Infatti, lo scorso anno, il Parco Nazionale del Gargano aveva stipulato un Protocollo con la Procura di Foggia per procedere proprio alla demolizione di costruzioni abusive che sorgono nel territorio del Parco del Gargano. In Procura, infatti, è stato istituito un vero e proprio Ufficio Demolizioni, coordinato da due magistrati e alcuni agenti della polizia municipale e del Corpo Forestale dello Stato, che ha già provveduto alla demolizione di circa 50 immobili nel giro di un anno disseminati sul territorio dell’area Parco. (istmoschiapparo.blog)

IL BANDO PER I CARNEVALI STORICI DEL MINISTERO BENI CULTURALI

Il Carnevale di questo anno è ormai consegnato agli archivi della storia sannicandrese. Per il prossimo anno una novità importantissima per gli organizzatori dell’evento e per l’amministrazione comunale. La novità consiste nella possibilità di contributi da parte del Ministero dei Beni Culturali. Infatti, già nel 2015, era possibile accedere alla concessione dei contributi per la promozione dei Carnevali storici nei territori ma il bando forse non è stato molto pubblicizzato e, pertanto, solo pochissimi ne hanno avuto conoscenza. Le condizioni perr la partecipazione erano il riconoscimento del valore storico e culturale nell’ambito della “Tradizione Italiana” e la capacità di implementare le condizioni di attrattività e competitività turistica territoriale. Si è certi che il carnevale di San Nicandro abbia i requisiti per l’accesso ai contributi per la specificità dell’evento e per i suoi trascorsi storici (non deve essere dimenticato che la coppia “Pastor e Pacchiana” ha vinto il primo premio a Roma durante il periodo fascista). Per il 2015 la scadenza della presentazione della domanda alla Direzione Generale Turismo era fissata alle ore 12:00 del 7 dicembre. Una data che è meglio annotarla in rosso sul calendario da parte degli organizzatori e dell’assessorato al turismo per intercettare la pubblicazione del bando già da qualche mese prima di dicembre e predisporre la documentazione necessaria. Civico93 è a disposizione per qualunque forma di collaborazione al fine dell’ottenimento contributi per la nostra manifestazione carnevalesca.

SAN FAUSTINO 2016: ORIGINI DEL PROTETTORE DEI SINGLE CHE SI CELEBRA IL 15 FEBBRAIO

Avete trascorso un San Valentino guardando le coppie festeggiare romanticamente insieme? Siete un po’ invidiosi perché non avete ancora incontrato l’anima gemella o perché avete appena chiuso una storia? Niente paura, il calendario dà anche a voi la possibilità di trascorrere una piacevole giornata rigorosamente dedicata ai single, siano essi per scelta o purtroppo per necessità. Ecco dunque che potrete approfittare della ricorrenza di San Faustino che cade il 15 febbraio, proprio il giorno dopo San Valentino. San Faustino era un nobile bresciano vissuto nel II secolo d.C., nato da famiglia pagana, fu convertito al cristianesimo dal vescovo Apollonio durante l’Impero di Adriano. Proprio per questo fu decapitato, dopo anni di torture insieme al fratello Giovita, il 15 febbraio di un anno compreso tra il 120 e il 134. Il due fratelli, divenuti Santi, furono nominati anche i protettori di Brescia, dove ancora oggi si ricordano con un’importante fiera. Il 15 febbraio, data del loro martirio, è diventato il giorno del calendario nel quale si ricordano. Trattandosi della data immediatamente successiva a San Valentino, Faustino è quindi diventato il protettore dei single.

Frasi San Faustino: pensieri e dediche originali e divertenti

La ricorrenza di San Faustino è quindi il giorno perfetto per scambiare una frase d’auguri con amici e parenti che non abbiano legami sentimentali. La propria condizione di single è considerata sinonimo di gioia e libertà, in contrapposizione con le catene del matrimonio e del fidanzamento. Ecco per voi una selezione di dediche originali e spiritose per il giorno dedicato alle persone che ancora non hanno incontrato l’amore:

  • Ci sono persone che si sposano per un colpo di fulmine e altre che rimangano single per un colpo di genio.
  • Meglio soli che male accompagnati!
  • Sono single per evitarvi mia madre come suocera. Dovete solo ringraziarmi.
  • Oggi è San Faustino, giornata mondiale delle porzioni singole e del forno a microonde.
  • L’essere single mi ha fatto capire quanto sia importante questo giorno: buon San Faustino a tutti voi!
  • Zitello è bello, auguri di buon San Faustino.
  • Certo che sono single per scelta. Di un altro però!
  • Ricordati che la vera libertà è dei single, non distruggerla.

Annalisa Dorigo

PUBBLICA ILLUMINAZIONE, LA GIUNTA GUALANO REVOCA LA GARA. PROCEDURA DA RIFARE, MA CHI PAGHERA’?

Le autorità pubbliche sempre più spesso hanno fatto ricorso da svariati anni a varie forme di partenariato con il settore privato (PPP) anche per garantire l’erogazione di servizi pubblici, in particolare ciò è avvenuto a livello locale. Infatti, servizi pubblici incentrati sulla gestione dei rifiuti o sulla distribuzione idrica o elettrica vengono sempre più spesso affidati ad imprese, sia pubbliche che private o miste. La gestione di uno di questi servizi ad un terzo, può però avvenire solo nel pieno rispetto del diritto sancito oltre che dal Codice degli appalti pubblici e delle concessioni dalle norme di diritto Comunitario, anche se questo servizio è considerato di interesse generale. Dico questo perché le norme cambiano sostanzialmente specialmente in termini di “revocazione” degli atti di gara pubblica adottati più o meno legittimamente dalle stazioni appaltanti nel complesso settore costituito dagli appalti pubblici. D’altra parte, se è sicuramente vero che la cooperazione tra pubblico e privato può determinare vantaggi microeconomici, consentendo di realizzare un progetto con il miglior rapporto “qualità-prezzo”. Pur tuttavia, non deve essere considerata una soluzione “miracolosa”, specialmente in tempi di difficoltà nell’accesso al credito da parte delle imprese e di palese rescissione economica. D’altronde per la realizzazione di opere pubbliche la possibilità di vederle realizzate dall’Ente Pubblico, non può essere attribuita al “gratta e vinci”, ma occorre valutare attentamente se l’opzione del partenariato comporti un plusvalore reale rispetto ad altre opzioni come la stipulazione di un contratto d’appalto di tipo più classico.  La convenienza di tale operazione deve essere valutata concretamente, caso per caso, attraverso l costruzione di un parametro, così detto Comparatore del Settore Pubblico (CSP), che non è altro che il costo ipotetico in cui incorrerebbe il soggetto pubblico nel realizzare il progetto nelle varie fasi, fino all’esecutivo. La normativa tutt’ora in costante sviluppo doveva portare al “PRIP“ ( Piano Regolatore Illuminazione Pubblica),  in base alle  linee guida  GAB/DEC/2010/153 del 05/08/2010  sull’inquinamento  luminoso, entrata  in pieno regime a far data dal 15.04.2015, con il divieto assoluto di uso di determinate tipologie di  lampade ormai cadute in desuetudine .

Per quel che ricordo sintetizzo che,  la Giunta Comunale con  delibera n° 63 del 31.07.2007,  incaricava  l’allora Responsabile del Servizio  (e che risulta ora lo stesso  individuato dalla Giunta in data  21.01.2016),   di predisporre tutti gli atti progettuali e di gara  per la “ messa a norma ed  efficienza energetica nella riduzione dei consumi energetici dell’illuminazione pubblica”, poi affidato in  appalto  alla società SPIM srl di Manfredonia  che stipulava  con il Comune  il contratto d’appalto n° 777 del  07/06/2010, poi rescisso con delibera di G.C. n° 26 del 7.03.2012, con la quale si ricaricava il responsabile del servizio di riprendere in consegna l’impianto e di predisporre gli atti per una nuova gara, stante l’inadempienza del Comune  nei pagamenti degli stati d’avanzamento dei lavori. Il Comune su successiva determina n° 58 del 6.6.2013 del nuovo responsabile del servizio, pubblicava in data 12.06.2013 un bando di gara finalizzato sempre alla   “messa a norma ed efficienza energetica nella riduzione dei consumi energetici dell‘illuminazione pubblica”  cittadina,  in  un periodo  di  5 anni, con la spesa complessiva di circa  1 milione di euro. E, con successiva determina n° 87 del 20.08.2013, si approvava il verbale di gara del 17.07.2013, mentre con altra determina n° 58 del 12.02.2014, veniva disposta l’aggiudicazione definitiva alla società Menowatt srl di Grottammare (AP). In tutti questi anni la gestione è avvenuta con affidamenti saltuari ed a ditte diverse lasciando l’intera rete, realizzata attraverso diversi appalti spezzatati, affidati a ditte diverse, con costi dei consumi in continua ascesa. In circa 10 anni di sporadici interventi, non è dato sapere  cosa sia  stato effettivamente realizzato attraverso la spesa che doveva portare al raggiungimento degli obiettivi programmati, stante i diversi pareri rassegnati al sindaco Gualano dagli organi di controllo interni ed esterni al Comune e resi pubblici dall’adozione in data 21.06.2016 della  delibera di G.C. che prende in esame gli atti amministrativi   che hanno portato all’aggiudicazione della gara ed alla  decisione reiterata di  annullamento in autotutela  dopo la delibera di G.C. n° 119 del 31.10.2015.

Infatti, la  nuova Giunta del  sindaco P. P. Gualano, con l’adozione della  delibera n° 4  in data 21.01.2016  (e    che modifica ed integra in maniera  “inequivocabile e decisiva “  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015), dispone la revoca immediata in autotutela attraverso la nomina del nuovo responsabile del servizio  ravvisando “concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna, o anche solo sconsigliabile, la prosecuzione della stessa”, già prima della stipula del nuovo contratto .  Quello che resta di certo è, dopo la spesa del Comune di circa 2 milioni di euro, sia il contenzioso in atto con la precedente ditta SPIM srl su contratto del 2010, sia quello possibile e derivante dall’annullamento della gara aggiudicata alla ditta Menowatt srl nel 2013, nonch la prosecuzione provvisoria del servizio in assenza di dati riguardante i collaudi e la predisposizione di un nuovo progetto interamente da finanziare. E, soprattutto, chi pagherà i danni economici prodotti alle casse comunali ed in termini di ricaduta sulla qualità del servizio (inquinamento luminoso, maggiori consumi, adeguamento degli impianti e messa in sicurezza normativa)? Non sarà forse questa ostacolata decisione, fra le altre, la causa reale del rimpasto avvenuto di tutta fretta nella Giunta Gualano, se proprio in calce al documento politico di “Forza Italia”, allegato all’approvazione del bilancio 2016, si parla in maniera esplicita di questo appalto ritenuto forse non tutto legittimamente da “rinegoziare“?

  1. B. Della Torre

PENSIONE DI RIVERSIBILITÀ, SINDACATI: ‘RAPINA LEGALIZZATA’ DA PARTE DEL GOVERNO RENZI

É il tema riforma pensioni a tenere banco e, di giorno in giorno, arrivano sempre nuove indiscrezioni. Questa volta si parla della pensione di reversibilità che, secondo i sindacati, sarebbe messa in seria discussione da parte del Governo Renzi. “Il Governo vuole far cassa sulla pelle delle vedove, andando a toccare la pensione di reversibilità”, è questo l’annuncio lanciato dal segretario generale Spi CGIL Ivan Pedretti, secondo il quale, alla Commissione Lavoro della Camera sarebbe arrivato un disegno di legge delega del Governo Renzi, contenente un punto molto controverso relativo proprio al diritto alla pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità, cosa contiene il ddl del Governo Renzi?

In sostanza, questo disegno di legge propone una considerazione diversa da quella che era finora della pensione di reversibilità. Fino a questo momento, infatti, tale prestazione era considerata previdenziale. Adesso, si vorrebbe trasformarle in prestazioni assistenziali. Tutto ciò cosa significa? Significa che tale prestazione sarà legata al reddito Isee e, di conseguenza, al reddito familiari e non più quello individuale. Di conseguenza, coloro i quali potranno accedere alla pensione di reversibilità saranno sicuramente di meno.

Per Ivan Pedretti è una “rapina legalizzata” quella che sta mettendo in atto il Governo Renzi nei confronti dei cittadini. La pensione di reversibilità, afferma, è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti ed è un danno soprattutto alle donne in quanto l’età media dell’uomo è sicuramente più bassa e tale trattamento viene percepito soprattutto da loro. Tra l’altro, le donne verrebbero colpite doppiamente in quanto, come ben sappiamo, godono di una pensione che in media è inferiore rispetto a quella degli uomini.

Cis Giordania