Home Blog Pagina 838

SAN NICANDRO: PUBBLICA ILLUMINAZIONE, E’ GUERRA APERTA IN COMUNE

Dicevo in un precedente articolo  che,   la  nuova  Giunta   del  sindaco    avv. P. P. Gualano,  con l’adozione della  delibera n° 4  in data 21.01.2016  ( e che modifica ed integra in maniera  “inequivocabile e decisiva“  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015),  disponeva la revoca immediata  in  autotutela“ degli atti  inerenti la gara aggiudicata in via definitiva alla società Menowatt srl  nel  2013, attraverso la nomina del nuovo responsabile del servizio di pubblica illuminazione, arch. A. Marrocchella. Con ciò  ravvisandosi  nel  provvedimento giuntale  “concreti motivi di interesse pubblico  violati  e comunque  tali da rendere inopportuna, o anche solo sconsigliabile, la  stipula di un  nuovo contratto”,  nonostante l’intercorsa corrispondenza intercorsa tra il Comune e la società Menowatt, resasi disponibile ad una consistente riduzione dell’importo contrattuale solo dopo l’aggiudicazione definitiva  effettuata con determina del 2013, rimasta   sospesa dell’efficacia giuridica in assenza di impegno di spesa. Pure dicevo, dopo la spesa improduttiva di un qualsiasi risultato di “efficienza e risparmio energetico” per il Comune, di  oltre a  2 milioni di euro  in 10 anni, che di certo  vi  era ed è solo il contenzioso aperto con la precedente ditta  SPIM srl, che aveva stipulato analogo contratto nel 2010 e  la prosecuzione  provvisoria del servizio  attraverso una miriade di determine  di dubbia legittimità e convenienza  stessa per il Comune,   in presenza di  affidamenti  diretti e senza gara. E, soprattutto senza dati riguardanti l’effettuazione dei collaudi tecnici ed amministrativi, nonché la predisposizione per tempo di  un nuovo progetto esecutivo e  di un capitolato d’appalto d’oneri aggiornato nella normativa, ma interamente da  rifinanziare con i soldi del Comune.

Per i curiosi,  basta  leggere la delibera di Giunta Comunale n° 04 del 21.01.2016, per rendersi conto delle erroneità manifeste,  sia  dei  conti  economici per qualche centinaia di mila euro, sia del danno procurato o procurabile  ancora  alle casse comunali, ma  soprattutto  in termini di ricaduta sulla qualità  del  servizio oggetto di reiterate denunce  di disservizi che non tengono ancora in conto dell’ inquinamento luminoso prodottosi nel tempo (6 anni)  e dei maggiori consumi di circa il 30%, attribuiti alla mancata sostituzione delle lampade esistenti  con quelle  al  “led” ed al flusso luminoso disperso con immissione nell’atmosfera di CO2. Oltre al fatto che, l’adeguamento strutturale al codice della strada degli impianti e messa in sicurezza  normativa di settore, seppure sia  stato avviato dalla SPIM srl, non risulta poi portato  a termine, dopo la rescissione anticipata del contratto n° 777/2010 e la liquidazione di ben 18 stati d’avanzamento dei lavori effettuati  (e non pagati  interamente dal Comune) nel  periodo tra il 2010 ed il  2012. La possibilità di una rinegoziazione dell’offerta economica “post gara”, risulta esclusa dai pareri legittimamente espressi successivamente alla gara del 2013 con motivazioni agli atti, dagli Organi di controllo interni ed esterni al Comune, ma non riconosciute proprio dall’allora  responsabile del servizio  tant’ è che il Sindaco, avv. P.  P. Gualano, per la prima volta nella storia amministrativa del Comune, ha dovuto far ricorso ad  un nuovo  decreto,  dopo  il  n° 2 del 19.01.2016, per  dare esecuzione al procedimento di “revoca“ della gara  disposto  d’urgenza con la delibera di G.C.  n° 4  in data  21.01.2016 (e    che modifica   ed integra in maniera  “ inequivocabile e decisiva “  la precedente delibera  n° 119 del 31.10.2015), per  ingiungere la consegna di  tutta  la documentazione amministrativa, entro il termine di gg. 3,  dalla notifica del decreto n° 5 del 25.02.2016, perché ?  Nel frattempo, risulta però scaduto l’ennesimo affidamento temporaneo  del servizio  e l’impianto  in precarie condizioni  di funzionamento  e peculiarità delle aree da illuminare  presenta  stranamente  reti  in  diverse  zone dell’abitato allacciate ai contatori di privati, che si  sono sostituiti  da svariati anni al  Comune,   che per  tempo non ha controllato la  buona esecuzione delle opere  affidate  agli  stessi lottizzanti e costruttori di immobili, poi finiti miseramente in procedure di fallimento, perché? L’obiettivo primario ancora da raggiungere resta quello di “efficientamento energetico”, realizzato tramite   la riqualificazione degli impianti, il loro miglioramento prestazionale, il potenziamento dei servizi offerti e l’aumento delle capacità gestionali di coloro ai quali sono affidati, diventa, in nome della sostenibilità ambientale, un vero e proprio motore di sviluppo economico, tecnologico, sociale e solidale.

La Direttiva 2006/32 all’art. 3 definisce “il rapporto tra i risultati in termini di rendimento, servizi, merci o energia e l’immissione di energia”. In altre parole l’efficienza energetica rappresenta la capacità di un sistema, fornitore di un servizio, prodotto e/o prestazione, di utilizzare al meglio l’energia che gli viene fornita anche attraverso l’utilizzo diverso di fonti energetiche (pannelli solari, pale eoliche, ecc.) per ottenere il risultato voluto. A parità di prestazione, quanto meno consumo nel fornirla, tanto più sono “energeticamente efficiente” e quanto più promuovo l’efficienza energetica negli usi finali dell’energia tanto più ne risparmio. La nostra  rete di pubblica illuminazione, difatti,  solo  una volta riqualificata e resa  efficiente, diventerà struttura portante ed aggregante di una nuova classe  di  tecnologie,  quelle  che in nome del progresso e della salvaguardia del territorio e dell’ambiente,  trasformerà anche il  nostro   Comune,  come  già  avvenuto da anni  nelle altre  Città Intelligenti del futuro. Quelle “città“ confezionate su misura dell’esigenze dei cittadini che le abitano  e che combattono con il   Sindaco gli sprechi  in  qualsiasi forma  anche di risorse umane, diversamente  utilizzabili anche per la pulizia delle strade, o no ? Intanto non si spiegano  le ragioni   effettive   della  così detta   “guerra“,   ormai apertasi all’interno del  Comune per la gestione di questo importante servizio, fonte  di “inquinamento luminoso ”  e  di maggiori consumi  derivanti ( circa il  30%),  sia dalla  mancate sostituzione delle lampade  con  quelle al  “led”,  sia  della  dispersione dei flussi luminosi (requisiti fotometrici) in dipendenza diretta delle caratteristiche delle strade rispetto  al nuovo “codice”  ed  indirizzata a garantire la sicurezza attraverso l’esigenza  visiva  degli  utenti   e  dell’ambiente, che  non mancherà di  nuovi risvolti  in altre sedi,  per  le attribuite competenze all’ANAC  di Cantone e  delle Procure, non esclusa quella della Corte dei Conti. Per dovere di informazione e di cittadinanza attiva.

G.B. Della Torre

APRICENA, DIMINUISCE LA TASSA SULL’IMMONDIZIA

Sarà ancora più leggera la bolletta dell’immondizia (Tari) per i Cittadini di Apricena. Nella seduta di giovedì 25 febbraio la Giunta Comunale ha stabilito le nuove tariffe per l’anno 2016 che saranno abbattute del 10 per cento rispetto ai tagli già effettuati lo scorso anno. “Siamo felici e orgogliosi di questo importante risultato, frutto di una grande programmazione della nostra Amministrazione e dell’impegno costante dei nostri Cittadini, bravi a raccogliere e differenziare sempre meglio i rifiuti”, commentano il Sindaco Antonio Potenza e l’Assessore all’Igiene Urbana Giuseppe Solimando. “Come avevamo annunciato – ricorda il Sindaco – siamo riusciti a portare a termine questo importante risultato per il secondo anno consecutivo. Siamo stati lungimiranti e abbiamo avuto il merito di far capire ai nostri Concittadini che ”più differenziamo meno paghiamo”. Un concetto che gli Apricenesi hanno fatto proprio e che ci ha consentito, in questo nostro biennio di mandato, di abbassare la Tari quasi del 20%”. “Un obiettivo – spiega Solimando – raggiunto grazie al grande lavoro dei nostri uffici, con il Dirigente del settore Igiene Urbana Giovanni Papalillo, ma soprattutto perché abbiamo ottenuto percentuali di raccolta differenziata che ormai si attesta al 70%. In due anni siamo passati dal pagare una ecotassa regionale di 25 euro al quintale (soglia massima) al valore minimo stabilito dalla Regione Puglia, pari a 5.17 euro al quintale. Inoltre, per la prima volta nella storia di Apricena, abbiamo avviato una vendita seria dei rifiuti riciclati che hanno prodotto ricchezza per la nostra Città consentendo ulteriori risparmi. Nel solo 2015 (da aprile a dicembre) abbiamo venduto rifiuti riciclabili (carta, plastica, vetro, ecc), per 90mila euro”. “Risultati inimmaginabili due anni fa – prosegue l’Assessore – che hanno portato Apricena nel gruppo dei Comuni “Ricicloni” della Puglia, prima Città tra i Comuni di media grandezza in provincia di Foggia per percentuali di raccolta. Infatti, lo scorso mese di dicembre siamo stati insigniti della premio speciale “Teniamoli d’occhio”, istituito dalla Regione Puglia e da Legambiente, come modello da seguire per la differenziazione dei rifiuti”. “Dal nostro insediamento – riprende Potenza – abbiamo stravolto il sistema della raccolta rifiuti, creando un settore ad hoc in Comune che si occupasse di Igiene Urbana. L’ufficio ha riorganizzato il servizio “porta a porta”, con un nuovo bando pubblico e una nuova azienda che ha ottimizzato il lavoro, spostando alla mattina il solo orario di raccolta. Abbiamo contenuto i costi, spostando il conferimento rifiuti in una discarica più vicina rispetto a Deliceto. Nei prossimi giorni, inoltre, saranno consegnati i mastelli (bidoni) nominativi con codice a barre, per avere un controllo sempre maggiore e a breve inaugureremo il nuovo Centro di Raccolta Comunale appena realizzato in Contrada Imperatore. Abbiamo davvero fatto una rivoluzione e siamo felici che i Cittadini ci stiano seguendo e stanno apprezzando il nostro lavoro. È soprattutto merito loro – chiude il Sindaco – se oggi riusciamo ad abbassare la bolletta e ad aumentare costantemente il livello di raccolta differenziata”.

RICONVERSIONE DEGLI OSPEDALI DI SAN SEVERO, LUCERA E CERIGNOLA

E’ dibattito in Capitanata sulla riconversione della rete ospedaliera provinciale. Un confronto che a Cerignola, Lucera e San Severo sta coinvolgendo mondo politico e sociale. «Non facciamo battaglie di retroguardia, non difendiamo strutture sanitarie inadeguate a preservare la salute dei cittadini dei territori interessati», sostiene Carlo Simone, presidente provinciale di Confesercenti. «La nostra Associazione di categoria non si tira indietro, è pronta a recitare il ruolo che gli spetta nella sua qualità di realtà di Rappresentanza a condizione che la Regione non perpetui la politica dei due tempi attuata dai predecessori: prima chiudere le strutture che ritiene inadeguate e poi procedere alla riorganizzazione della Sanità del territorio per garantire un servizio sanitario finalmente efficiente e a misura di cittadino». A parere del presidente di Confesercenti «occorre che contestualmente alla deospedalizzazione si proceda alla realizzazione degli interventi di potenziamento della sanità territoriale».

Immancabile il riferimento al dibattito politico che si sta consumando in queste ore. «Condividiamo la politica di ampliamento dei servizi distrettuali – aggiunge il presidente Simone – sia da un punto di vista strumentale che strutturale, in modo da aumentarne l’accessibilità e migliorare la qualità della vita e la salute delle comunità. Sì all’obiettivo che permetterà di completare il piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e trasformarli in presidi territoriali di assistenza, sì alla realizzazione di poliambulatori specialistici». Poi la richiesta. «Ma il potenziamento delle dotazioni tecnologiche dei servizi di diagnostica, specialistica e chirurgia ambulatoriale distrettuali – sostiene Simone -, l’ammodernamento della rete dei punti di raccolta del sangue, l’ampliamento del servizio di telemedicina ed il completamento della filiera dei servizi sanitari territoriali e riabilitativi per pazienti cronici deve avvenire contestualmente alla riconversione degli attuali ospedali».

PRESENTATA LA RICERCATRICE ASSEGNATARIA DELLA 2^ BORSA DI STUDIO AIRC “ENZO MANDUZIO”

È la dott.ssa Gemma Macchia, del Dipartimento di Biologia – Università di Bari, la ricercatrice assegnataria della II borsa di studio AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) intitolata ad Enzo Manduzio ed istituita dal Lions Club San Nicandro Garganico.

Nella mattina del 27 febbraio 2016, presso l’ I.I.S.S. De Rogatis-Fioritto, alla presenza del dirigente scolastico Francesco Donataccio, dei ragazzi dell’istituto, del presidente del consiglio comunale di San Nicandro Garganico Domenico Fallucchi che ha anche moderato l’evento e del presidente del Lions Club San Nicandro Garganico Gianpaolo Manduzio, la dott.ssa Gemma Macchia ha parlato del progetto specifico di ricerca sul cancro che ha portato avanti durante tutto lo scorso anno grazie ai fondi raccolti per la borsa di studio conseguendo anche importanti risultati. Durante l’incontro si è parlato, inoltre, di nutrizione e di comportamenti da adottare per cercare di prevenire questa malattia.

L’istituzione di questa seconda borsa di studio è stata possibile grazie a diverse iniziative benefiche del Lions Club San Nicandro tra le quali “IL FOGGIA PRO AIRC”, manifestazione che ha visto il Foggia Calcio disputare un’amichevole allo stadio di San NIcandro contro una rappresentativa locale e l’evento “UN CALCIO ALL’IM…POSSIBILE” – Partita di calcio con protagonista la Nazionale Italiana Attori – per il quale il Presidente ha rinviato l’appuntamento al prossimo 15 aprile, a San Marco in Lamis, per la terza edizione.

L’incontro rappresenta solo una delle tappe del percorso di prevenzione intrapreso dal LIons Club per la sensibilizzazione dei giovani su tematiche così rilevanti.

Comunicato stampa

SAN NICANDRO: LA TERZA PALAZZINA SANITARIA, MARINACCI PRECISA CHE…

STO PENSANDO ALLE NUOVE STRUTTURE SANITARIE CHE CI SONO STATE DATE….ALLA “STRENUA LOTTA” CHE IL SINDACO E L’ASSESSORE GIORDANO HANNO FATTO IN OGNI SEDE (IN) COMPETENTE…AL PROGETTO ESECUTIVO CHE HANNO APPROVATO IN CONSIGLIO COMUNALE…AGLI INCONTRI CON L’ ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, CON IL DIRETTORE PROVINCIALE DELL’ ASL, OLTRE CHE AVERE PRESO A PUGNI IL PRESIDENTE EMILIANO PER ” COSTRINGERLO ” A DARCI QUESTA STRUTTURA DELLA TERZA PALAZZINA…SENTITE DELLE DUE L’UNA…SE E’ VERO TUTTO QUESTO, IO VI PROPONGO DI FARLI SANTI SUBITO…PERO’ SE NON FOSSE VERO…OGNI VOLTA CHE LI INCONTRIAMO DICIAMOGLI CHE SONO SOLO DEI POVERI ” BUSCIARDI E ZAPPERI “…SENZA SCRUPOLI NATURALMENTE!!…IO SONO CONVINTO CHE QUESTI ELEMENTI CHE DA TRE ANNI CI PRENDONO IN GIRO…SANTI SUBITO NON LI POSSIAMO FARE…ALLORA?? C’E’ SEMPRE LA SECONDA STRADA…BUSCIARDI E ZAPPERI SENZA SCRUPOLI!!..PERO’ SE NON SI AFFRETTANO A DIRLA LORO…LA VERA VERITA’ VE LA DIREMO NOI DELLA SEZIONE DEL CDU …meditate gente…meditate chi sono questi che ci governano…SEMPRE PRONTI AL CONFRONTO…SU TUTTO QUELLO CHE DICONO DURANTE LA CAMPAGNA ELETTORALE…E CHE NON FANNO DURANTE IL MANDATO SOSTENUTI DA FUORIUSCITI DI ALTRE COMPAGINI !!

Nicandro Marinacci

TELECAMERE SULLE AUTO DEI VIGILI, UN’IDEA PER SAN NICANDRO

I comuni pugliesi si stanno adoperando per le casse comunali ed escogitano novità interessanti per mettere nel mirino che sporca l’ambiente, che getta sigarette per terra, chi versa rifiuti ove non dovrebbe, ecc. Il comune di Lecce, per esempio, ha installato su alcune macchine dei vigili urbano una telecamera correlata da sistema di geolocalizzione in tempo reale. Questo espediente consentirà di filmare e fotografare targhe di auto e contestare la relativa violazione in tempi molto ravvicinati.

Un esperimento del genere potrebbe essere senz’altro utile per San Nicandro per individuare chi abbandona rifiuti, chi butta carta, fazzolettini, mozziconi di sigarette per strade per irrogare sanzioni a vantaggio della finanza locale. Insomma contro l’abbandono di “cicche” si stanno mobilitando tutti i comuni. Noi quando?

IL GIORNO BISESTILE 29 FEBBRAIO, QUANDO RICORRE E PERCHE’

Il 2016 avrà un giorno extra sul calendario, il lunedì 29 febbraio, e per questo viene detto anno bisestile. Nel calendario gregoriano, attualmente in uso, questa data extra cade negli anni divisibili per 4 ma non in quelli divisibili per 100 a meno che non siano anche divisibili per 400. Lo scorso anno bisestile è stato quello del 2012 e il prossimo sarà quello del 2020. Il giorno 29 febbraio viene anch’esso denominato bisestile, traendo origine dalla parola ‘bissextile”, ovvero un sesto giorno in più nel cammino verso le calende di marzo.

Perchè esiste il giorno bisestile – L’aggiunta del 29 febbraio viene fatta per evitare lo slittamento delle stagioni, che per l’appunto ogni 4 anni accumulerebbero circa 1 giorno di ritardo. Per tale motivo gli anni classici, da 365 giorni, vengono intercalati ogni 4 anni da quelli bisestili, ovvero con 366 giorni, come quello attuale.

Più tecnicamente questa aggiunta ha l’obiettivo di colmare il gap tra l’anno gregoriano in uso con l’effettivo anno solare, che per l’appunto corrisponde al ciclo delle stagioni ovvero al tempo impiegato dal Sole a tornare al punto di partenza , ma visto dalla Terra. Tuttavia a causa del moto di precessione del nostro pianeta, questa posizione viene raggiunta circa 20 minuti prima dell’effettivo giro dirivoluzione della Terra attorno al Sole; da qui lo sfasamento degli equinozi e quindi delle stagioni con ritardo accumulato anno per anno rispetto al calendario gregoriano.

Edoardo Ferrara

11-12 MARZO: SI SCOPRE IL NUOVO VOLTO DELL’AREA DELLA BASILICA DI SIPONTO

C’è un nuovo landmark nel paesaggio del Gargano. L’archeologia incontra l’arte contemporanea. Questo originale connubio è stato reso possibile dalla scelta coraggiosa del Segretariato Regionale MIBACT per la Puglia e della Soprintendenza Archeologia della Puglia che hanno voluto e realizzato un’installazione in rete metallica leggera e trasparente. Il progetto è del giovane artista Edoardo Tresoldi che ha riletto e interpretato gli spazi un tempo occupati dall’antica basilica paleocristiana, affiancando la nuova struttura a quella esistente del XII secolo. L’opera si integra nel paesaggio e costituisce uno degli esiti del progetto di valorizzazione del parco archeologico di Siponto (Manfredonia). “Qui l’antico ha incontrato l’arte contemporanea – racconta Luigi La Rocca, Soprintendente Archeologo della Puglia – ma il contesto archeologico non ha fatto da sfondo o da semplice location per installazioni artistiche, piuttosto si è fuso con l’opera contemporanea e l’ha utilizzata a fini conservativi e didattici, contribuendo a restituire la terza dimensione e i volumi originari ad architetture ormai scomparse”.

Venerdì 11 e sabato 12 marzo due giorni per preview e inaugurazione. Opening per la stampa, talk con esperti del settore, concerto di musiche medievali e suggestioni luminose. Il giorno successivo workshop con le Accademie d’arte e taglio del nastro. PPAN collabora con il Segretariato Regionale per la Puglia per il piano di comunicazione. Per informazioni e approfondimenti scrivere a eventi@ppan.it o info@ppan.it

fonte: http://www.ppan.it/stories/dove-l-arte-ricostruisce-il-tempo/

PARTITI, FINO A 150MILA EURO PER UN SEGGIO

Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero hanno ben poco: quei “contributi volontari” in realtà sono obbligati in forza di scritture private, atti notarili e contratti fatti sottoscrivere ai candidati prima di metterli in lista. Chi non si impegna a versare non viene candidato, chi non versa non sarà ricandidato. I partiti hanno anche fatto in modo che i versamenti (a loro stessi) siano esentasse. Ecco le quotazioni, partito per partito. Con 150mila euro il Pd è quello che, a conti fatti, propone il seggio al prezzo più caro. Segue la Lega, che ai suoi candidati ne chiede145mila, poi i Cinque Stelle, 114mila euro più quanto avanzato della diaria (che versano però allo Stato). Forza Italia, ormai in declino, si accontenta di 70mila euro. Ecco il “tariffario” della democrazia in Italia, dove dal 2008 –  complice il Porcellum e i listini bloccati – tutti i partiti impongono ai propri candidati ed eletti una tassa sullo scranno in Parlamento, nei consigli regionali e nei comuni. Le chiamano “erogazioni liberali” ma di libero, in realtà, hanno ben poco: quei “contributi” sono tanto obbligati da fungere come condizione stessa della candidatura e della permanenza nelle Camere in forza di scritture private, atti notarili e contratti. Da corrispondere anche in comode rate. Chi non sottoscrive l’impegno decade dalla lista. L’eletto che non versa viene deferito alle “commissioni di garanzia” e non ricandidato al prossimo giro, salvo conguaglio. Così i partiti, senza eccezioni, si vendono i seggi alla luce del sole, così li vincolano poi in forza di statuti, regolamenti finanziari e perfino di pretesi “codici etici”. Un pratica che non fa scandalo e non tramonta mai. Tanto che già si preparano i nuovi “contratti” in vista delle prossime amministrative. Il commercio delle candidature passa sotto silenzio. Non come la famosa “multa” da 150mila euro con cui i Cinque Stelle pensano d’imporre ai propri eletti il vincolo di fedeltà per arginare transfughi e dissenzienti. Quel “patto di candidatura” che viene proposto – senza eccezioni – da quasi dieci anni a questa parte non è però migliore: si fonda sempre sulla preventiva sottoscrizione di obbligazioni patrimoniali della persona, con l’aggravante (semmai) di agire non sul vincolo di mandato quanto sull’accesso dei cittadini all’esercizio democratico dell’elezione. “E’ una pratica estorsiva”, arriva a dire l’ex tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi che all’ultima tornata delle politiche stracciò assegni e contratti in via dell’Umiltà. Di sicuro è un veleno altrettanto fatale per la vita democratica che incrocia, non a caso, analoghi dubbi di incostituzionalità. Ma mica per ragioni “alte”, come può essere l’insindacabilità del mandato elettivo: per la pretesa dei partiti di esentare dal Fisco le “restituzioni” dei loro eletti. Beneficio che, manco a dirlo, hanno prontamente concesso (a se stessi). Per legge.

Thomas Mackinson (ilfattoquotidiano)

RIAPRE IL POSTAMAT IN PUGLIA

Da lunedì prossimo, 29 febbraio 2016, tutti gli sportelli ATM di Poste Italiane saranno aperti 24 ore su 24, e non più solo nell’orario di apertura degli sportelli, nell’intero territorio regionale della Puglia e della provincia di Matera. Il risultato è stato ottenuto grazie al proficuo incontro che si è svolto a Roma tra il presidente del Movimento Consumatori della Puglia ed il responsabile delle relazioni istituzionali di Poste Italiane. Un respiro di sollievo per i tanti correntisti impossibilitati a prelevare denaro il orario non di ufficio. La sollecitazione da parte del Movimento dei Consumatori ha avuto buon esito anche per il timore da parte delle Poste di possibili chiusure di conti da parte di correntisti.

LELLO CIAVARELLA NUOVO PRESIDENTE DELLA PRO LOCO

Rinnovate le cariche sociali dell’associazione Pro Loco di San Nicandro Garganico. Cambio della guardia alla presidenza. Il nuovo incarico è affidato a Lello Ciavarrella, già vice presidente. Il suo vice e Mario Caruso con i nuovi dieci consiglieri: Domenico Notaro, Teresa Pretorino, Giorgio De Rogatis, Tommaso Vocino, Mario Giordano, Michele De Pilla, Antonio Cruciano, Giuseppe Pastucci, Gianni Di Lella e Michele Di Paola.

Al nuovo direttivo l’auspicio che l’associazione continui l’opera di sensibilizzazione per lo sviluppo del territorio nella certezza di una più stretta collaborazione con l’amministrazione comunale ed un più stretto coordinamento con le altre associazioni.

SAN NICANDRO GARGANICO, CONOSCIAMO MEGLIO QUESTO PAESE (ULTIMA PARTE)

Poiché i tre articoli sulla “Storia di San Nicandro” hanno fatto rilevare migliaia di visualizzazioni, si vuole proporre un ulteriore contributo (in quattro puntate) di notizie di carattere storico, mitico e turistico per la conoscenza di San Nicandro.

Altra originale manifestazione folkloristica, per il Gargano, è quella della festa del Carnevale che si svolge a San Nicandro. Nelle maschere predomina la classica coppia paesana del “pastore e della pacchiana”. La donna indossa una gonna in castorino nero, bordata da fasce trapunte in oro che, a seconda del numero (una, due, tre) indicano il ceto sociale di chi la indossa. Una banda dorata indica che la donna appartiene al ceto medio, due alla classe superiore e tre alla nobiltà. Sul davanti una ricca “vantera” in seta sgargiante; il corpetto, in velluto, è privo di maniche e sotto di esso appare una candida camicia di trina. Un fiammante fazzoletto in seta a vivaci colori in testa ed un altro, pure in seta, sulle spalle completano l’antico abbigliamento delle signore di San Nicandro. Il già ricco costume viene ancora arricchito dai gioielli di famiglia, tramandati di generazione in generazione. Collane, fermagli, goliere, orecchini, braccialetti d’oro splendono al tiepido sole e rendono più solenne la classica bellezza delle donne del luogo. Accanto ad esse l’uomo indossa il tradizionale costume in velluto marrone con i calzoni al ginocchio, calze bianche e gambali in velluto. Le maschere che fanno corteo alla classica coppia, rievocano nelle loro mascherature le antiche figure tanto care al popolo che ama lasciare le proprie preoccupazioni per godere in letizia ed in serenità questa festa antica che si svolge ancora secondo la tradizione del passato.

Fanno parte della tradizione popolare e del folklore anche i proverbi sannicandresi, che si ritrovano anche in altre parte d’Italia con lievi varianti ed in essi si scorge, abilmente celato sotto il sorriso, il consiglio e l’ammonimento. Un proverbio assai in voga qui è questo: “Na vota sola c’ mbenn Cola” cioè “una volta sola si impicca Cola”. Equivalente all’altro “una volta casca l’asino al fosso” e trae origine dalla leggenda di un certo Cola dissipatore e gaudente a cui il padre, morendo, fece credere di non lasciare niente. Disperato e in miseria, Cola decise di impiccarsi. Detto fatto: legò il cappio ad un trave e nel momento di passare la testa nel nodo scorsoio, la trave, per il peso, si ruppe e una pioggia di monete d’oro cadde sulla testa dell’aspirante suicida. Il padre, previdente, aveva nascosto qui il tesoro. Di nuovo ricco, Cola però aveva imparato la lezione ed agli amici che lo invitavano a scialacquare rispondeva: “Na vota sola c’ mbenn’ Cola”.

Se si fa uno sgarbo ad un ragazzino sannicandrese costui, aprendo la mano e facendo osservare il palmo, dirò: “Sott’ a sta mana n’g chiov” (sotto questa mano non ci piove). Il che significa che, alla prima occasione, egli reagirà adeguatamente allo sgarbo. Un altro significativo proverbio sannicandrese, e, in genere, di tutti i popoli del Gargano è quello: “Omm’n d’ vin, cent’ e nu carlin” (uomini di vino, cento un carlino. Il carlino era una moneta equivalente a 17 soldi) per ammonire che gli ubriachi non vengono tenuti in considerazione. E ancora “A Natal nu bell’ spid’ a Pasqua nu bell’ v’stit’” (A Natale un bello spiedo – cioè una tavola ricca – ed a Pasqua un bel vestito), vale a dire “ogni cosa a suo tempo. E Poi “Ogne lena tè lu fum’ soja” (ogni legna ha il suo fumo, come per dire che nessuno è privo di difetti. “Pacc’ e p’cc’ninn Dij l’aiuta” (Pazzi e piccini Dio li aiuta) è il proverbio che dimostra come Dio prediliga i bisognosi d’aiuto. Uno dei più saggi ed originali dei proverbi del luogo è questo “Cvadd’ d’ carrozza, bona giuv’ntù, mala v’cchiezza” (I cavalli di carrozza buona gioventù e cattiva vecchiezza). Ciò significa che il cattivo autogoverno di ognuno non deve provocare la triste sorte cui vanno incontro i cavalli che, amorosamente curati durante il vigore della gioventù, quando diventano vecchi ed inutili vengono mandati al macello; quindi l’ammonimento a provvedere bene al proprio futuro.

Ai piedi della montagna, circondato dal verde, San Nicandro offre al visitatore l’inestimabile dono di una ospitalità arcaica e sincera, perchè innata da secoli nel cuore del popolo. E, insieme ad essa, il forestiero troverà amicizia disinteressata, quiete e tranquillità. Udrà al mattino cantare l’allodola e la notte l’usignolo che veglia sui merli dell’antico castello svevo,

Ma San Nicandro ha anche la sua bellissima spiaggia, è quella di Torre Maletta.l La località prende il nome da una bianca torre sul mare, ai piedi della montagna che, al tempo delle incursioni dalmate e turche, come tutte le torri del Gargano, funzionava da torre di avviso in caso di pericoli di invasioni provenienti dal mare. In questi ultimi tempi è sorto a Torre Maletta un interessante centro turistico balenare in constante sviluppo che durante la stagione estiva è assai frequentati dai bagnanti provenienti dai paese vicini Apricena, Lesina, Poggio Imperiale, San Severo oltre, naturalmente, i sannicandresi. Una nota di folklore è data dalle costruzioni a trullo, simili a quelle di Alberobello, famose in tutto il mondo, In loco funzionano egregiamente quattro ristoranti i cui  cuochi sono degli autentici specialisti dei piatti tipici del luogo di mare ed in special modo della zuppa di pesce confezionata col freschissimo pesce pescato sul posto. Completano il centro turistico tre “night clubs” con ottimi complessi che allietano le lunghi notte della riviera garganica.

Anche San Nicandro, con i suoi dintorni si sta allineando al turismo moderno. Inoltre qui si può trovare della buona caccia; non lontano si pescano le anguille squisite, vi sono ottimi e genuini prodotti della pastorizia locale, quindi latticini, giuncate, uova di bufala, ricotta, ecc. L’olio è ottimo e puro, in vino sincero, la frutta abbondante e nulla manca per definire questo luogo un paradiso terrestre.

Fino a poco tempo fa questi luoghi erano conosciuti solo da pochi e raffinati viaggiatori; oggi il turismo di massa li sta svelando agli italiani e stranieri che conserveranno, per anni, vivo nella loro memoria il ricordo della bellezza intatta di questi luoghi paradisiaci e della umana ospitalità degli abitanti di uno dei luoghi più belli d’Italia. (Fine)

Luigi Scocco

LA REGIONE PUGLIA: “VALORIZZARE I MERCATINI”

Il commercio, oggi fortemente in crisi, può rappresentare un supporto decisivo per la qualificazione delle nostre città. I mercatini nei pensieri della Regione Puglia, ne ha parlato l’Assessore regionale Loredana Capone durante un convegno organizzato sull’argomento, sottolineando come i mercatini in area pubblica costituiscano patrimonio collettivo. “Abbiamo una grande sfida davanti – ha affermato – ma anche una grande opportunità: economica, turistica, culturale. La Direttiva europea 2006/123 prevede che tutte le Amministrazioni comunali predispongano le procedure di selezione pubblica per il rinnovo delle concessioni dei posteggi su aree pubbliche entro luglio 2017. Non possiamo e non dobbiamo sciupare questo tempo. È importante procedere, con il supporto delle associazioni di categoria, alla salvaguardia di ciò che ha ben funzionato, al censimento di tutte le realtà che più hanno caratterizzano, in questi anni, le nostre città. Si tratta di un patrimonio enorme che, oggi, abbiamo il dovere di proteggere. La Puglia è costellata di piccoli mercatini che sono il tratto unico della nostra regione e attorno ai quali ruota gran parte dell’economia del territorio. L’applicazione della Direttiva dovrà tenere conto, allora, che il commercio ambulante in Puglia è la forma più antica di distribuzione commerciale e che rappresenta un quarto degli addetti del comparto. Ma è importante anche non temere il cambiamento, che per la Regione Puglia significa miglioramento, maggiore capacità di rispondere ai nuovi fabbisogni della comunità e alle nuove regole del marcato. Non dobbiamo temerlo, anzi, insieme dobbiamo incoraggiare l’innovazione delle attività commerciali. Il commercio, oggi fortemente in crisi, può rappresentare un supporto decisivo per la qualificazione delle nostre città, un fattore determinante di crescita, di animazione sociale e di riqualificazione urbana. I mercati su aree pubbliche, in particolare, possono integrare l’attività di vendita con il valore del turismo, l’artigianato tipico, e contribuiscono a migliorare la gestione e la promozione del territorio”.

UNIVERSITA’ FOGGIA, UNITA’ DI TOSSOCOLOGIA FORENSE A LAS VEGAS

Superando la dura selezione introdotta da quest’anno dal comitato scientifico internazionale, l’Università di Foggia farà parte delle poche accademie italiane ammesse all’American Academy of forensic sciences in programma a Las Vegas (Nevada) dal 22 al 27 febbraio p.v.: una presenza, quella di UniFg ai congressi annuali dell’A.A.F.S., sostanzialmente ininterrotta dall’anno di fondazione dell’Istituto di medicina legale (2000) ad oggi. E come sempre fanno parte della cronaca nera verificatasi in Capitanata, durante l’anno scorso, i casi che saranno affrontati e discussi a Las Vegas e che stavolta vedono protagoniste le evidenze scientifiche emerse dalle attività condotte dall’Unità di tossicologia forense dell’Asl Foggia di Cerignola (coordinata appunto dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Foggia).

Al primo caso (Human Scent Evidence — Volatile Organic Compounds (VOCs): A Unique Trace From Science to Criminal Investigation) hanno lavorato Cristoforo Pomara, Alessandro Bellifemina, Dania De Carlo, Carmela Fiore, Palmira Fortarezza, Margherita Neri, Irene Riezzo e Marcello Rendine dell”Istituto di medicina legale UniFg: attraverso complesse indagini, eseguite in laboratorio, sono stati presi in considerazione quegli elementi che è impossibile cancellare dalla scena del crimine, mettendo a punto una ricerca scientifica volta alla repertazione, identificazione e conservazione dei composti volatili (VOCs) liberati nell’aria o sugli oggetti dall’autore di un crimine. Grazie a questi studi è stato possibile identificare l’odorotipo umano specifico e, soprattutto, avviare un progetto di formazione di un’unità cinofila in grado di rilevare l’odore lasciato dal reo sulla scena del crimine per procedere, in una seconda fase, all’esatto riconoscimento dello stesso fra altri eventuali sospettati. Per questo ambizioso traguardo ci si è avvalsi della insostituibile collaborazione di Mylo Knaight, labrador maschio, da anni in servizio presso la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia.

Al secondo caso (K9 Water Searches and Volatile Organic Compounds (VOCs): A Method to Aid in Determining the Location of Submerged Human Bodies) invece hanno lavorato Marcello Rendine, Cristoforo Pomara, Carmela Fiore, Palmira Fortarezza, Francesco Sessa e Irene Riezzo: analizzando a fondo la consolidata prassi delle organizzazioni malavitose di occultare cadaveri in cisterne o pozzi artesiani, così come il fenomeno delle morti da annegamento per i continui sbarchi di clandestini sulle coste italiane, hanno reso sempre più pressante per gli inquirenti l’esigenza di disporre di un “dispositivo” atto a rilevare la presenza di corpi umani sommersi. A questa esigenza ha risposto la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia, in collaborazione con l’Unità di tossicologia forense dell’Asl Foggia e il Dipartimento di anatomia dell’Università di Malta, conducendo un progetto di ricerca volto ad identificare in laboratorio gli elementi volatili (VOCs) rilasciati sulla superficie dell’acqua da corpi di cadaveri sommersi. Dall’identificazione di questi composti organici ne è scaturito un programma di formazione di un’unità cinofila in grado di segnalare con assoluta precisione la presenza, non rilevabile ad occhio umano, di corpi occultati dall’acqua: l’unità cinofila, operante presso la Sezione dipartimentale di medicina legale dell’Università di Foggia, risponde al nome di Crownwood Magic Song “Amos”, giovane labrador maschio di due anni.

Inoltre a Las Vegas sarà protagonista anche il caso di San Fortunato da Serracapriola, ovvero l’autopsia – condotta attraverso l’analisi approfondita col mezzo del Carbonio 14 – sui resti del corpo custoditi nella nicchia della chiesa di Santa Maria in Silvis eseguita dal prof. Cristoforo Pomara. Attraverso i suoi resti, su espresso desiderio della curia locale, l’Istituto di medicina legale dell’Università di Foggia è riuscito a risalire all’altezza, alla costituzione, al periodo della morte e forse anche alle cause dell’uomo che la comunità di Serracapriola venera come San Fortunato. Una conquista scientifica che è finita nella monografica dal titolo “Fortunato, anatomia di un Santo”, di cui è autore lo stesso prof. Cristoforo Pomara, pubblicata nella collana “VestigiA” per conto dell’Università di Foggia presso le Edizioni del Castello (Foggia, 2015).

 

WWF: “DIFENDI IL LUPO, FIRMA ORA!”

Chiediamo al Ministro dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Gian Luca Galletti @glgalletti, e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini @sbonaccini, di non concedere le deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale prevista nel “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” che sarà discusso ed approvato dalla Conferenza Stato – Regioni entro il mese di marzo. Il lupo è una specie particolarmente protetta da leggi nazionali ed internazionali per l’enorme impatto che ha avuto la sua storica persecuzione da parte dell’uomo. La specie è oggi in evidente ripresa, ma non può essere ritenuta fuori pericolo nel territorio nazionale a causa della persistenza di minacce quali l’ibridazione con il cane, il bracconaggio, le collisioni con veicoli e malattie come il cimurro. La bozza del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia, nella sua ultima versione, prevede deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale, con la possibilità di autorizzare l’abbattimento legale del 5% della popolazione del lupo stimata oggi in Italia. Se il Piano sarà approvato nella versione attuale 60 lupi potranno essere abbattuti ogni anno legalmente nel nostro paese, in un contesto in cui già centinaia di lupi vengono brutalmente uccisi dal bracconaggio con il fucile, bocconi avvelenati o lacci di filo metallico. Almeno 300 lupi sono così uccisi ogni anno dal bracconaggio e se si aggiungono le morti accidentali per investimenti stradali si stima già oggi nel nostro Paese una mortalità causata direttamente dall’uomo tra il 15 – 20% della popolazione, considerando una popolazione minima stimata di 1200/1500 lupi, comprendendo sia popolazione appenninica che alpina.

Le richieste del WWF

Chiediamo per questo al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, e al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, di non consentire gli abbattimenti legali del lupo e assicurare invece attraverso il “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” in corso di approvazione un maggiore impegno per:

  • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;
  • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;
  • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;
  • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;
  • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;
  • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

 

LAVORO PER IMPIEGATI E COMMERCIALI IN BARTOLINI

Per coloro che cercano lavoro nel settore della logistica e dei trasporti, sono attive al momento delle interessanti opportunità di lavoro presso il corriere Bartolini, che cerca principalmente impiegati e commerciali per il suo organico. Ecco quali sono le posizioni di lavoro attive al momento e come ci si può candidare alle selezioni. Bartolini è oggi una azienda leader nel settore della logistica e del trasporto delle merci. E’ un corriere veloce e affidabile, specializzato nella consegna di diverse tipologie di spedizioni e nella fornitura di servizi logistici di supporto alla movimentazione ed alla distribuzione delle merci. In questo momento il gruppo Bartolini è alla ricerca di numerose figure professionali per incrementare il suo organico. Le risorse saranno impiegate su tutta la rete, che, come è noto, coinvolge tutto il territorio italiano, trattandosi di una azienda leader nella logistica.

Ecco quali sono le principali posizioni aperte attualmente in Bartolini – alla fine l’indicazione anche del numero di profili ricercati:

  • IT Infrastructure Project Manager BOLOGNA SEDE 1
  • ISIC Impiegato Ufficio Sicurezza BOLOGNA SEDE 1
  • IM2 GR Impiegato Operativo GROSSETO 1
  • IPC PDint. Impiegato ufficio prese e consegne PADOVA INTERPORTO 1
  • IAC PIlav Impiegato Assistenza Clienti PISA LAVORIA 1
  • COM IN RML Commerciale Interno ROMA LA RUSTICA 1
  • COM IN TO Commerciale Interno TO ORBASSANO 1
  • IPC TO Impiegato operativo TO ORBASSANO 2.

Per rispondere a queste offerte di lavoro, controllare quali sono le sedi delle posizioni aperte e anche per sapere quali sono i requisiti minimi richiesti per ogni figura professionale, è possibile visitare la seguente pagina internet, da cui è possibile anche sottomettere il proprio cv:

https://www.cvwebasp.com/brt/formweb/FormCV.asp?

L’EUGENETICA E LE MALATTIE NEUROSPICHIATRICHE

Lunedì 29 febbraio, alle ore 9.30, nell’aula magna dell’Istituto Casa Sollievo – Mendel di Roma (con entrata da piazza Galeno 5), si svolgerà il convegno dal titolo “L’Eugenetica e le Malattie Neuropsichiatriche”. L’evento formativo, che si svolge in coincidenza con la nona Giornata Mondiale delle Malattie Rare, è organizzato dalla Lega Italiana Ricerca Huntigton e Malattie Correlate con il patrocinio della Società Italiana di Psichiatria, l’Osservatorio Malattie Rare e l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza.

La malattia di Huntington è una malattia rara, genetica, neurodegenerativa, ereditaria, che colpisce nel nostro paese circa 6.500 persone e che ha alle sue spalle una storia di discriminazioni susseguitesi nel corso di secoli, dovute sia ai movimenti involontari (“còrea”, dal greco “danza”), che al disturbo mentale, cui spesso si accompagna, al punto da essere la patologia umana con il più alto tasso di suicidi. Partendo dalla storia di questa specifica patologia, il convegno intende indurre una riflessione e veicolare un messaggio di vicinanza a tutti coloro che soffrono a causa della loro condizione di salute. Il convegno del 29 febbraio metterà a confronto il punto di vista della scienza, della religione, dell’industria, del mondo della comunicazione e dei pazienti. Il programma prevede gli interventi di Angelo Vescovi (direttore scientifico IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza), Ferdinando Squittieri (resp. Unità Ricerca e Cura Huntington e Malattie Rare IRCCS Casa Sollievo), Antonio Pizzuti (docente di Genetica Medica, Università La Sapienza di Roma), Gerardo Favaretto (vice presidente Società Italiana di Psichiatria), Ilaria Ciancaleoni Bartoli (direttore Osservatorio Malattie Rare), Antonella Veneziano (direttore Multiple Sclerosis & Neurodegenerative Disorders Teva Italia), Riccardo Di Segni (rabbino capo di Roma), monsignor Lorenzo Leuzzi (Vescovo ausiliario di Roma). La riflessione sarà arricchita dal confronto con i pazienti. L’incontro è rivolto a medici, rappresentanti di organizzazioni religiose e culturali, associazioni di pazienti, istituzioni pubbliche, pazienti e familiari, organi di informazione e a tutti coloro che sono interessati al tema delle malattie rare.

IL SENATO APPROVA LE UNIONI CIVILI

Con 173 voti a favore e 71 contrari è stato approvato in Senato il maxiemendamento che disciplina le unioni civili. Un solo articolo, composto da 69 commi, che introduce un nuovo istituto specifico per le persone dello stesso sesso, ai sensi degli articoli 2 e 3 della Costituzione disciplinando le convivenze di fatto. Cosa prevede la legge? La legge istituisce per la prima volta in Italia “l’unione civile tra persone dello stesso sesso” come “specifica formazione sociale”, allacciando quest’ultima espressione all’articolo 2 della Costituzione, che impegna la Repubblica a riconoscere e garantire “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Il testo prosegue dicendo che per contrarre un’unione civile bisogna essere “due persone maggiorenni dello stesso sesso” e bisogna fare una dichiarazione pubblica davanti a un ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni, come per i matrimoni civili. La dichiarazione viene registrata nell’archivio dello stato civile. Non possono contrarre unioni civili le persone che sono già sposate o sono parte di un’unione civile con qualcun altro; quelle interdette per infermità mentale; quelle che sono parenti; quelle che sono state condannate in via definitiva per l’omicidio o il tentato omicidio di un precedente coniuge o contraente di unione civile dell’altra parte; quelle il cui consenso all’unione è stato estorto con violenza o determinato da paura. Le due persone possono scegliere quale cognome comune assumere, tra i loro due (per i matrimoni, invece, è ancora obbligatoria la scelta del cognome dell’uomo); si può anche anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome. Le due persone concordano una residenza comune e possono decidere, come per il matrimonio, di usare il regime patrimoniale della comunione dei beni. Il comma 20 dice ancora esplicitamente che al fine di tutelare diritti e doveri, “le disposizioni che si riferiscono al matrimonio” in tutte le altre leggi, e quelle che contengono le parole “coniuge” e “coniugi”, si intendono applicate alle persone che si uniscono civilmente. La morte di una delle due persone determina lo scioglimento dell’unione, così come lo determina la volontà di scioglimento di una delle due persone manifestata davanti all’ufficiale di stato civile. In questo caso l’unione si scioglie dopo tre mesi dalla dichiarazione.

La legge estende alle unioni civili altre norme riferite al matrimonio nel codice civile: per esempio riguardo la detenzione in carcere o la malattia e il ricovero di una delle due parti, il ricongiungimento familiare se una delle due persone è straniera, il congedo matrimoniale, gli assegni familiari, i trattamenti assicurativi. Le persone che si uniscono civilmente possono designarsi a vicenda per prendere decisioni in caso di malattia o in caso di morte, per esempio sulla donazione degli organi o i funerali. Se una delle due persone muore, e quella persona era anche il proprietario della casa di residenza, l’altra persona ha il diritto a continuare ad abitare nella casa per due anni o per un periodo pari al periodo di convivenza se superiore a due anni, ma comunque non oltre i cinque anni; la persona che sopravvive ha anche diritto all’eredità e all’eventuale pensione di reversibilità. Se una coppia vive in affitto, alla morte della persona titolare del contratto l’altra persona ha la facoltà di subentrargli. Le coppie unite civilmente possono accedere alle graduatorie per assegnare le case popolari come le coppie sposate. Valgono per le coppie unite civilmente le stesse norme del matrimonio anche in caso di partecipazione comune a un’impresa. In caso di cessazione della convivenza di fatto, il giudice può stabilire il diritto di una delle due parti di ricevere alimenti qualora versi in stato di bisogno, come per i matrimoni civili.

Cosa manca rispetto al matrimonio civile

– La possibilità esplicita di chiedere l’adozione del figlio biologico del partner
– L’obbligo di usare il cognome dell’uomo come cognome comune
– L’obbligo di attendere un periodo di separazione da sei mesi a un anno prima di sciogliere l’unione (bastano tre mesi)
– L’obbligo di fedeltà
– La possibilità di sciogliere l’unione nel caso che non venga “consumata”
– L’obbligo di fare le “pubblicazioni” prima di contrarre l’unione (ilpost)

CAGNANO, REVOCATA ORDINANZA. DA DOMANI SI TORNA A PESCARE LE COZZE

Gli ultimi rapporti di prova rilasciati dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata di Foggia del 9, 16 e 18 febbraio 2016 sono risultati conformi per la presenza di biotossina algale liposolubile nei limiti della normativa sanitaria. Dopo circa quattro mesi, con protocollo ufficiale N. 0021147 del 25 febbraio 2016, il Dipartimento di Prevenzione – ASL di Foggia ha disposto la revoca dell’ordinanza di divieto temporaneo e cautelativo della raccolta, della commercializzazione e dell’immissione al consumo umano diretto di molluschi bivalvi vivi allevati nella zona di produzione S.A.  2.1 – Area Nord Gargano. L’ordinanza sarà notificata nel pomeriggio ai presidenti delle cooperative di acquacoltura e agli Enti competenti. Una buona notizia per i mitilicoltori di Cagnano Varano dopo un lungo periodo di sofferenza.  Soddisfatto il sindaco Claudio Costanzucci Paolino. “Dopo la grave crisi che ha colpito i mitilicoltori, ci attiveremo con tutte le procedure necessarie per chiedere lo stato di calamità. Il Tavolo Tecnico convocato martedì scorso presso il Comune di Cagnano Varano, alla presenza di ARPA Puglia, ASL FG, ISMAR-CNR di Lesina, IZS di Foggia, Alleanza delle Cooperative di Pesca e dei presidenti delle cooperative locali, testimonia la disponibilità ad impegnarci a garantire agli operatori una fattiva collaborazione e una gestione più efficiente delle problematiche che interessano il settore della mitilicoltura.” (teleradioerre)

INAUGURATO OGGI IL CENTRO LUDICO PER L’INFANZIA

Il Centro Ludico dell’Infanzia, sito in via Lauro, apre ufficialmente i battenti per un prossimo avvio delle sue attività. Alle ore 16:00 di oggi è stata organizzata una cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità civili e religiose della città. Dopo il taglio del nastro tricolore da parte del sindaco Gualano, accompagnato dal sindaco di Rignano Garganico, ecco la benedizione della struttura da parte di Padre Lorenzo. Presenti molti amministratori della nostra cittadina e famiglie con i bambini.

Sia il sindaco che l’assessore ai Servizi Sociali, Leo Giordano, precisano che il Centro Ludico, rivolto a circa 24 bambini di età compresa 03-36 mesi ed alle loro famiglie, si propone come modello organizzato per l’assistenza alla prima infanzia e per il sostegno alla genitorialità. Nella struttura i bambini saranno impegnati la mattinata in attività ludico-ricreative per lo sviluppo delle capacità sensoriali e della socializzazione. Il Centro metterà a disposizione delle famiglie un’equipe di esperti. La nostra città si è dotata quindi di una nuova struttura per la crescita armoniosa dei bambini. A tutto questo, si aggiunge la considerazione che il centro offrirà uno sbocco occupazionale a quattro giovani professionisti impegnati nel campo dell’educazione e della formazione.