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EDITORIALE DELLA DOMENICA. VENT’ANNI DI NOTIZIE

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Vent’anni di notizie, prima con il giornale “La Notizia” e poi con la testata giornalistica “Civico 93”. Infatti, tutto è iniziato nel 2003 con un editoriale che sembra scritto oggi spiegando il motivo di tale iniziativa: “Realizzare un canale stabile e sistematico di comunicazione con la nostra cittadina; raggiungere i centri del potere politico e amministrativi, i nuclei operativi dei vari comparti cittadini e, soprattutto, l’opinione pubblica con un organo di stampa adeguato”.

Progettare un organo di informazione non è però una operazione facile. Gli argomenti da proporre devono rispondere alle diverse esigenze di informazione e di cultura, aprire nuovi spazi di dibattito e di confronto, ricercare nuovi modi di leggere ed interpretare aspetti del presente e del passato.

Scopo della iniziativa è stato quello di presentare principalmente il mezzo offerto alla gente di ritrovarsi e lavorare assieme per lo sviluppo sociale ed economico, la promozione culturale, turistica e la tutela del territorio e dell’ambiente.

L’operazione diventa sempre più difficile quando la realtà cui si rivolge appare caratterizzata da importanti momenti evolutivi che coinvolgono sia il piano socio-economico che, in modo più lato ma ugualmente incisivo, gli orientamenti culturali di mentalità. In questo quadro vivace e mutevole risulta problematico, ma stimolante, cogliere ed avvertire come i mutamenti e le trasformazioni vengono percepiti e vissuti dalla comunità locale e come si rapportano al patrimonio di memorie, di tradizione, di consuetudini di cui tutti noi dovremmo essere depositari e custodi.

Con questa consapevolezza e con tutte le incognite che una proposta di questo tipo comporta ecco l’organo di informazione che, nelle intenzioni della redazione, è destinato a riflettere nei contenuti la realtà di un movimento moderno che, oltre a tenersi ancorato alle sue memorie, vuole ampliare i suoi orizzonti culturali anche per una maggiore partecipazione ai vari problemi della società.

E’ stato indispensabile impostare la professionalità avendo presenti le regole etiche e deontologiche. L’ansia della notizia deve sempre osservare l’etica. Civico 93 si è dato regole di comportamento anche perché vuole andare oltre la notizia con approfondimenti sui vari argomenti domandandosi sempre il “perché” delle cose con lo scopo di instaurare un rapporto personale e duraturo con ognuno dei lettori.

Il miglior modo di conservare un’amicizia e il rispetto verso l’altra parte tenendo presente l’obiettività e l’osservanza della verità. In virtù di detta linea di condotta, Civico 93 si auspica di trovare ancora spazio nel quale operare confidando in una sicura collaborazione con i lettori i quali sono gli unici giudici imparziali del successo di una formula editoriale.

Il Direttore

ESTATE SANNICANDRESE 2023 – GLI EVENTI DI OGGI

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Ecco gli eventi organizzati per oggi 30 luglio:

  • Ore 9:30/12:30 e 16:00/20:30 – Torre aragonese di Mileto – Mostra manufatti di legno e dipinti ad olio di Carmine e Luigi Ciavarella (dal 24 luglio al 4 agosto)
  • Ore 10:00 – Torre aragonese di Mileto – Mostra statica di Mini Cooper del Club “Mersey Mini Club Italia”
  • Ore 21:30 – Corso Garibaldi “Sagra contadina” a cura di Traditional 365

𝟰𝟭^ 𝗦𝗔𝗚𝗥𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗔𝗥𝗡𝗘 𝗗𝗜 𝗖𝗔𝗣𝗥𝗔 𝗔𝗖𝗤𝗨𝗔 𝗘 𝗦𝗔𝗟𝗘 E 𝟯𝟮^ 𝗦𝗔𝗚𝗥𝗔 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗠𝗨𝗦𝗖𝗜𝗦𝗞𝗔

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𝗗𝗼𝗺𝗲𝗻𝗶𝗰𝗮 𝟲 𝗔𝗚𝗢𝗦𝗧𝗢 𝟮𝟬𝟮𝟯

Cortile ex scuola elementare – Via Roma, 4 // Rignano Garganico

La Pro Loco di Rignano Garganico è lietissima di invitarvi alla “41^ Sagra della Carne di Capra acqua e sale” ed alla ” 32^ Sagra della Musciska”.

La manifestazione culinaria più longeva di Capitanata ritorna. Piatti tipici, buona musica di Michele Merla e l’azz band group e l’incantevole borgo di Rignano Garganico, saranno il mix perfetto per una splendida serata d’estate.

APERTE LE ISCRIZIONI ALLA SUMMER SCHOOL “PARCO ARCHEOLOGICO DEL GARGANO”

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Sono aperte le iscrizioni alla Summer School “Parco Archeologico del Gargano, Verso un sistema integrato dei Parchi Archeologici del Parco nazionale del Gargano” organizzata dall’Ente parco nazionale del Gargano che si svolgerà dal 28 agosto al 2 settembre.

Il corso è destinato a studenti universitari, docenti di scuola superiore, funzionari pubblici e varie figure professionali e sarà strutturato in lezioni frontali e laboratori sul campo.

Le aree tematiche sono: comunità di patrimonio, paesaggi rurali storici, geositi e patrimonio paleontologico, tutela del patrimonio, strumenti e tecnologie per i beni culturali, digitalizzazione dei beni archeologici, diagnostica per i beni archeologici, restauro e conservazione dei beni culturali, sistemi informativi geografici, fruizione e salvaguardia dei siti archeologici, comunicazione dei beni culturali, strategie di gestione dei parchi archeologici, archeologia partecipata, archeologia pubblica, rigenerazione territoriale, economia civile e beni comuni.

Potranno assistere ai lavori della Summer School come uditori anche partecipanti alle singole sessioni, previa registrazione giornaliera, ai quali verrà rilasciato attestato di partecipazione come “uditore” in caso di raggiungimento del 90% delle ore totali.

Non è previsto limite di età. Sono ammessi fino ad un massimo di 20 partecipanti, selezionati in base al curriculum.

L’iniziativa è patrocinata da vari soggetti tra questi l’Università di Foggia che attraverso il DISTUM riconoscerà 1 CFU agli studenti partecipanti.

Per partecipare alla Summer School occorre compilare il form on-line di iscrizione (qr-code).

Il programma completo è disponibile a questo link https://www.parcogargano.it/archeosummerschool2023/

TURISMO SUL GARGANO. ZANGARDI: “BILANCIO POSITIVI AL PRIMO GIRO DI BOA”

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“A Lido del Sole, a Rodi Garganico e su tutto il Gargano la stagione turistica prosegue. Non c’è ancora il sold out, in media le strutture segnano una percentuale di riempimento attorno all’80%, ma le prenotazioni in corso per agosto e settembre aumentano giorno dopo giorno. Siamo qui per garantire a tutti ospitalità, relax, divertimento e una delle fasce costiere più belle del Mediterraneo”.

Bruno Zangardi, presidente del Consorzio degli operatori turistici Gargano Ok, al primo vero giro di boa della stagione turistica, esprime ottimismo.

“Ogni stagione è caratterizzata da opportunità e difficoltà”, aggiunge. “Noi operatori turistici del Gargano, da aprile a settembre inoltrato, siamo abituati a lavorare ‘pancia a terra’ per accogliere al meglio le persone che giungono da ogni parte d’Italia e del mondo. Negli anni passati, abbiamo superato in modo eccellente i problemi dovuti al Covid, facendone un’opportunità per migliorare ancora le nostre strutture, per ampliarle e modulare in maniera più funzionale e sicura villaggi, camping, alberghi, case vacanze, servizi. Non ci scoraggiamo mai. La nostra categoria è il primo presidio del territorio per salvaguardarne integrità, bellezza, paesaggi. Sulle coste garganiche abbiamo il mare più pulito e le spiagge meglio attrezzate della Puglia”.

I primi dati del “giro di boa” della stagione riguardano le strutture consorziate di Rodi Garganico, Lido del Sole, San Menaio, Peschici, Vieste, Monte Sant’Angelo, Mattinata e Torre Mileto.

“C’è una riscoperta del Gargano da parte di francesi e tedeschi, mentre per quanto riguarda i turisti italiani abbiamo notato un incremento di presenze da Toscana, Lazio, Calabria. É pienamente confermato il dato che riscontrammo già a Pasqua, col ritorno di molte famiglie che da tempo hanno eletto il Gargano come ‘casa’ delle loro vacanze.

GINO LISTA APPREZZATO. “L’aeroporto Gino Lisa di Foggia sta funzionando bene”, spiega Zangardi. “I turisti apprezzano molto la possibilità di poter arrivare più velocemente a destinazione utilizzando, finalmente, una struttura aeroportuale pienamente attiva. Questa è certamente la novità più positiva dell’estate 2023. Tutte le strutture del Consorzio Gargano Ok continuano a fare una grande pubblicità allo scalo foggiano con i propri clienti. Il Gino Lisa rappresenta una straordinaria possibilità di lavorare anche a una destagionalizzazione seria, con numeri di certo meno rilevanti del periodo clou delle vacanze, ma con una diversificazione di servizi e aperture anche nei segmenti dei mesi in cui molte persone amano raggiungere le località balneari e i borghi dell’area interna per dei fine settimana all’insegna del relax, del benessere e della scoperta più lenta delle bellezze garganiche”.

IL CARPINO IN FOLK INIZIA IL SUO VIAGGIO ITINERANTE DA RODI GARGANICO

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L’edizione 2023 del Festival è un programma dal 30 Luglio al 10 Agosto:

3 anteprime: Rodi Garganico, Carpino e Peschici

1 serata di presentazione letteraria nel centro storico

3 serate di spettacoli musicali in Piazza del Popolo

30 Luglio 2023

La stazione di Rodi Garganico, località balneare del Gargano ricca di agrumeti, ospiterà la prima anteprima del Carpino In Folk 2023, in collaborazione con le Ferrovie del Gargano, il concerto dei MUSICI E CANTATORI DI CARPINO, conservatori e divulgatori delle tradizioni musicali carpinesi, garganiche e del sud Italia, continuando a diffondere l’enorme patrimonio culturale degli storici cantori: Andrea Sacco, Antonio Maccarone e Antonio Piccininno.

Un viaggio che segna l’arrivo, poggiare le valigie e godersi lo spettacolo che la nostra terra offre.

 

ESTATE SANNICANDRESE 2023 – GLI EVENTI DI OGGI

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Ecco gli eventi organizzati per oggi 29 luglio:

  • Ore 9:30/12:30 e 16:00/20:30 – Torre aragonese di Mileto – Mostra manufatti di legno e dipinti ad olio di Carmine e Luigi Ciavarella (dal 24 luglio al 4 agosto)
  • Ore 21:00: Palazzo Zaccagnino “Mi innamoravo di tutto” (Poesie e musica)
  • 0re 21:00: Corso Garibaldi “Le massaie in piazza” a cura di Traditional 365
  • Ore 20:30: Mostra statica di Mini Cooper del Club “Mersey Mini Club Italia”

IL SUCCESSO NON E’ CIO’ CHE SI OTTIENE, MA QUELLO CHE SI LASCIA

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La sua vera entità si misura nel lungo periodo. Raggiungere un traguardo è importante, ma non può diventare una schiavitù. Meglio metterci passione e leggerezza

Una ricerca attraverso Google su «Come si ottiene il successo», che di solito viene abbinato a uno stato di grazia, a una vita serena e fortunata, porta a quasi 40 milioni di risultati. La popolazione di una media nazione. Comprensibile, visto che il successo è un obiettivo quasi naturale nell’uomo, e inoltre nell’era del «tutto e subito», dell’Io, Io, Io, dell’apparire e del super narcisismo dilagante, viene considerato quasi il timbro di una vita riuscita. E, al contrario, il segno indelebile di un fallimento qualora il traguardo non venga raggiunto. Con un equivoco di fondo: il vero successo può essere cosa molto diversa da una posizione che comporta visibilità, potere e soldi. Ognuno di noi, ne siamo sicuri, conosce persone che possono considerarsi «di successo», ma non hanno l’ansia di mostrarlo o di conquistare una specifica posizione con i relativi benefit. Fanno. Con semplicità e serenità, e con la consapevolezza che non bisogna pagare qualsiasi prezzo per qualsiasi risultato.

SUCCESSO

Se volessimo provare a semplificare, potremmo dire che nella civiltà del presentismo, il successo ha due facce. L’essere e l’apparire. E non è scontato che coincidano, l’importante è sapere cogliere la differenza. Il successo dell’apparire è fatto di cose sostanziali, comunque utili, ed è più che legittimo inseguirlo. La carriera, i soldi, il potere. Insomma, quelli che in una pagella esistenziale potremmo definire i buoni risultati della vita. Poi c’è l’essere: ovvero ciò che resta del successo conquistato nella vita, quanto consegniamo a chi viene dopo di noi. Dovendo scegliere, la seconda categoria è sicuramente più solida: il successo non è ciò che otteniamo, ma quello che lasciamo.

COME AVERE SUCCESSO

Ovviamente, i consigli manualistici su un tema così complesso sono infarciti di banalità. Ne citiamo tre, nel diluvio di parole, che ci sembrano tra le più stravaganti: agire, avere buona salute, svegliarsi presto. Senza la salute non si va da nessuna parte, e potremmo fermarci qui. Come l’indolenza, ovvero il non agire, è un limite in generale nella vita, e non solo per raggiungere il successo. Avere buona salute: solo per il successo? Quanto a svegliarsi presto, potremmo fare un elenco telefonico di persone che hanno ottenuto straordinari risultati nella vita non alzandosi all’alba per correre ( e rincorrere) verso le loro ambizioni. Piuttosto: perché non avere il sogno di ottenere il successo rincorrendo le proprie passioni?

RICERCA DEL SUCCESSO

Ma pur volendo dare per buoni tutti i consigli, ne manca uno, il più importante, che risale ad Aristotele: «È possibile fallire in molti modi, mentre avere successo, riuscire, è possibile in un modo soltanto». Che significa? Semplice: il successo, l’ottenere dei risultati, anche in presenza di fortissime ambizioni e di enorme talento, sono traguardi che non si possono raggiungere senza un metodo. Un percorso, che di fatto mette insieme tante cose. Compresi i rischi di diventare ossessivi, spregiudicati, compulsivi. Gonfiarsi come palloni nella caccia al successo e nell’averlo, almeno sulla carta, raggiunto.

E qui veniamo al vero rischio-spreco del successo. Quando ci ammaliamo o per raggiungerlo o per il fatto che non sappiamo gestirlo. Ciò può avvenire anche alle prime curve del percorso, per esempio nel rapporto tra genitori e figli, colpendo l’intera famiglia. Madri e padri che spingono i bambini ad avere successo, a essere sempre e comunque i primi della classe, a farcela magari ignorando chi sta dietro, altro non fanno che sfibrare entrambi. Genitori e figli. I primi che si sentono elicotteri nei confronti dei figli; i secondi che devono avere la libertà di sbagliare e di rialzarsi. Se, come e quando vogliono.

OSSESSIONE DEL SUCCESSO

La parte più pericolosa del successo, una volta raggiunto, è il suo sinonimo: una droga.  La letteratura in materia ci racconta tutto e di più, nell’infinità di personaggi logorati da questa forma di dipendenza. Ma anche la cronaca aiuta a mostraci la nudità, e se volete la tragicità, di chi vive solo e sempre nella bolla del successo, fino a diventarne schiavo. Non può farne a meno. Mai. Non può sentirsi neanche un secondo escluso dal suo circolo. Mai. E dunque soffre, va appunto in astinenza, nel caso di una qualsiasi, anche banale, caduta dal podio. Il meccanismo della dipendenza dal successo è alimentato, in particolare, dalla nevrosi della tecnologia e dei social in particolare. Altro esempio: avere più follower, più fan, più persone che ti cercano nella palude del web, ti fa sentire una persona di successo. All’opposto, se non hai questa sorta di rete del consenso (virtuale, non dimentichiamolo) rischi di andare in depressione. Sei solo. Ma se approfondisce meglio, c’è il rischio che scopri che proprio per effetto della dipendenza creata, il successo non governato, non gestito, non ammorbidito, porta alla solitudine. Sei solo di fronte allo specchio nel quale ammiri e ti ammiri.   O ti respingi, fino a odiarti.

Dunque, più che i metodi per avere successo, dovremmo concentraci, vivendo in piena libertà e responsabilità il percorso che abbiamo scelto, traguardi compresi, su ciò che ci vaccina dai rischi degli sprechi legati al successo e alla sua cattiva ricerca e\o gestione. E qui basta una parola, una sola: equilibrio. Con tante possibili declinazioni: senso della misura, curiosità (che significa anche voglia di conoscere e non solo di scalare), passione, leggerezza, conoscenza, apertura verso l’altro, senso della condivisione. Cose semplici ma utilissime per scacciare i demoni del virus che di solito si accompagna al successo: l’hybris. Il più grave peccato per i greci, una delle strade per l’Inferno nella Divina Commedia del cristianissimo Dante Alighieri. E l’hybris comprende tutte le patologie del successo, innanzitutto il fatto di essere equivalente a una droga: è una forma di delirio di onnipotenza, di sentirsi nella condizione di potere fare tutto e il suo contrario. Di illuminarsi per ciò che luccica nell’esteriorità del successo, ma di spegnersi come una candela nell’interiorità dell’anima consumata da una felicità che di fatto non è mai arrivata. (non sprecare)

“NOTE DI GUSTO” ALLA MASSERIA PIANA DELLA MACINA

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Martedì 1° Agosto “Note di Gusto” alla Masseria Piana della Macina con “On My Path” in tour (Antonio Simone – pianoforte & keyboards Angelo Verbena – contrabbasso Marcello Spallucci – batteria)

PROGETTO DISCOGRAFICO

L’album “On My Path”, firmato dallo stesso pianista e compositore Antonio Simone e prodotto dalla etichetta discografica Dodicilune pone l’attenzione sulla ricerca musicale e l’originalità che ne derivi grazie all’ utilizzo di un linguaggio che nella moderna musica jazz dia vita ad una produzione che metta al centro dell’attenzione, non solo la stessa materia musicale, ma che sia un connubio tra Musica e Filosofia.

Dopo le tappe internazionali di New York e Madrid il trio approda in Masseria per la rassegna “Note di Gusto”.

Food dalle 20:30.

Live ore 22:00

Per info e prenotazioni: 3334756300 – 3204561551

DAL 30 LUGLIO IL TRAGHETTO MANFREDONIA – ISOLE TREMITI

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Con decorrenza dal 30 Luglio fino al 3 settembre 2023, il traghetto, Manfredonia-Isole Tremiti, inizierà ad effettuare le traversate tutti i giorni della settimana, ad eccezione del mercoledì, offrendo ai viaggiatori una comoda e affascinante esperienza di viaggio nel cuore del Mar Adriatico. “Con il Traghetto Manfredonia-Isole Tremiti si aprono nuove connessioni per il turismo” ribadisce il Presidente della Provincia di Foggia avv. Giuseppe Nobiletti.  Anche quest’anno, il finanziamento della Regione Puglia, ha reso possibile l’avvio del servizio sperimentale di trasporto marittimo, un’importante opportunità per potenziare la connessione tra le due località e promuovere il turismo in tutto il Gargano.  Sarà una grande occasione per i turisti, quella di poter osservare, dal mare, le fantastiche baie della penisola garganica. La messa in funzione di questo servizio di trasporto marittimo, non solo consentirà all’area Sud Garganica di accedere più facilmente alle incantevoli Isole Tremiti, ma offrirà anche ai turisti, provenienti da altre regioni, l’opportunità di esplorare questa meravigliosa destinazione.

Un obiettivo sul quale si è lavorato tanto e che oggi, finalmente, vede l’avvio del Servizio di Trasporto Marittimo tra Manfredonia e le splendide Isole Tremiti, per garantire un servizio di trasporto affidabile, sicuro e confortevole per tutti i passeggeri; una navigazione che permetterà, durante il viaggio, di ammirare la bellezza della costa del Gargano, con l’auspicio, di poter replicare e far crescere i dati di utilizzo del servizio

Info, prenotazioni ed orari su: garganodamare.it o sul sito istituzionale provincia.foggia.it

EVENTO “LUCERA SARACENA” PER L’OTTOCENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELLA COLONIA MUSULMANA

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Nel 1223, a seguito della ribellione degli abitanti musulmani della Sicilia, l’Imperatore Federico II di Svevia decise di creare in terra di Capitanata un insediamento popolato solo dai saraceni superstiti. Nasceva così la “colonia saracena di Lucera” anche detta, in latino, Luceria Saracenorum.

Cosa caratterizzò Lucera in quel periodo? Ci fu integrazione pacifica o conflitto tra religioni? Com’era la situazione nel Regno di Sicilia in quel periodo? Come venivano trattati i musulmani dall’Imperatore Federico II?

Risponderanno a queste domande e ad altri interrogativi il prof. Fulvio Delle Donne dell’Università della Basilicata e il giornalista e saggista Mario Prignano, caporedattore centrale del Tg1, venerdì 11 Agosto 2023 alle ore 18:45, presso la splendida cornice del giardino del Circolo Unione, in Piazza Duomo, nell’evento dal titolo “Lucera Saracena – 800° Anniversario della fondazione della colonia saracena di Lucera”, co-organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale “Gens Capitanatae APS” e dal Circolo Unione di Lucera.

Ad 800 anni dalla sua fondazione e nell’ambito del processo di candidatura della città di Lucera a Capitale della Cultura 2026, sarà un alto momento di divulgazione scientifica e occasione per conoscere nuovi metodi della divulgazione, attraverso le attività della rievocazione storica.

I saluti saranno a cura di Silvio Di Pasqua, presidente del Circolo Unione di Lucera e di Giuseppe Pitta, sindaco del Comune di Lucera.

Interverranno Alessandro De Troia, presidente di “Gens Capitanatae APS” e Gianni Finizio, presidente di “APS Cinque Porte Storiche Città di Lucera”.

Al termine degli interventi e durante la serata, saranno previsti momenti di rievocazione storica con le Associazioni “Gens Capitanatae APS”, “Ensamble Bona Fides” di Lucera e “Impuratus” di Bitonto.

L’evento è supportato dall’AICS – Associazione italiana Cultura e Sport, comitato provinciale di Foggia, dai portali web “Mondi Medievali” e “Lucera: memoria e cultura” e si inserisce nel partnerariato tra “Gens Capitanatae APS” e “APS Cinque Porte Storiche Città di Lucera” nel progetto “Patrimoni Generativi” promosso dal Comune di Lucera e finanziato dal bando regionale “Puglia Capitale Sociale 3.0”.

Fulvio Delle Donne è professore di Letteratura latina medievale e umanistica presso l’Università degli Studi della Basilicata, dove insegna anche Storia medievale. Nella sua ampia produzione scientifica coniuga metodi e interessi storici con quelli filologico-letterari, coprendo un arco cronologico che va dal VI al XV secolo. Ha pubblicato più di venti volumi, tra edizioni critiche (ospitate presso numerose case editrici nazionali e internazionali) e studi monografici stampati da prestigiose case editrici; ha pubblicato, poi, in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo più di 150 saggi, divisi tra importanti volumi, prestigiosi repertori enciclopedici internazionali e riviste scientifiche internazionali.

Mario Prignano, nato a Lucera, vive a Roma. Laureato in Scienze politiche all’Università di Perugia, giornalista radiotelevisivo (Tg1 e Radio1) e di carta stampata (Sole 24 Ore, Libero, l’Espresso, settimanali Rcs), dal luglio 2019 è caporedattore centrale del Tg1. Dal 2003 al 2013 ha insegnato “Giornalismo politico e parlamentare” all’Università del Molise da cui ha tratto la sua prima fatica editoriale, “Il giornalismo politico” (Rubbettino, 2007). Quale saggista storico, appassionato per la ricerca storica e in particolare per la storia della Chiesa, è autore di “Urbano VI, il papa che non doveva essere eletto” (Marietti 2010) e “Giovanni XXIII, l’antipapa che salvò la Chiesa” (Morcelliana, 2019). Ha recentemente curato con il prof. Amedeo Feniello il volume “Papa, non più papa. La rinuncia pontificia nella storia e nel diritto canonico”.

𝗪𝗘𝗟𝗙𝗔𝗥𝗘: 𝗙𝗜𝗡𝗔𝗟𝗠𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗖𝗢𝗦𝗧𝗜𝗧𝗨𝗜𝗧𝗢 𝗜𝗟 𝗖𝗢𝗡𝗦𝗢𝗥𝗭𝗜𝗢 𝗗𝗘𝗜 𝗖𝗢𝗠𝗨𝗡𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟’𝗔𝗠𝗕𝗜𝗧𝗢 𝗙𝗚

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Questa mattina, presso il Comune di San Marco in Lamis alla presenza del notaio Antonio Longo, sindaci, delegati e funzionari dei Comuni di 𝗦𝗮𝗻 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗶𝗻 𝗟𝗮𝗺𝗶𝘀, 𝗦𝗮𝗻 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗥𝗼𝘁𝗼𝗻𝗱𝗼, 𝗦𝗮𝗻 𝗡𝗶𝗰𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗚𝗮𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗥𝗶𝗴𝗻𝗮𝗻𝗼 𝗚𝗮𝗿𝗴𝗮𝗻𝗶𝗰𝗼, hanno ufficialmente costituito il 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗼𝗿𝘇𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗙𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗜𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹’𝗜𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 dell’Ambito territoriale sociale FG2.

Un giorno da scrivere agli annali, atteso da molto tempo dopo che i comuni dell’Ambito hanno lavorato alla fase propedeutica, con ultimo atto le delibere di consiglio comunale di approvazione della convenzione e dello statuto, nell’inverno scorso.

Tra i primi ad essere costituito in Puglia, il consorzio è soggetto pubblico autonomo che oltrepassa, quindi, la vecchia organizzazione del Piano di Zona avente un comune capofila, a cui faceva capo l’intera organizzazione. Sarà ora il nuovo soggetto, che da consorzio di servizi diventa di “funzioni e servizi”, ad erogare tutte le prestazioni in tema di welfare dei quattro comuni, dopo che si sarà dotato di una sua struttura amministrativa, con all’apice un direttore generale che coordinerà funzionari e dipendenti.

Il Consorzio è costituito dall’Assemblea dei Sindaci, che per il primo anno avrà come presidente il sindaco di San Giovanni Rotondo Michele Crisetti e vice presidente il sindaco di Rignano Garganico Luigi Di Fiore e da un Consiglio di Amministrazione, costituito da quattro delegati di fiducia dei sindaci: 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗩𝗶𝗹𝗹𝗮𝗻𝗶 per San Marco in Lamis, con funzioni di presidente del CdA, 𝗖𝗶𝗻𝘇𝗶𝗮 𝗣𝗲𝘀𝗰𝗮𝗿𝗮 per San Nicandro Garganico, con funzioni di vicepresidente, 𝗩𝗶𝗻𝗰𝗲𝗻𝘇𝗼 𝗗𝗶 𝗠𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 per San Giovanni Rotondo e 𝗡𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗦𝗮𝗿𝗮𝗰𝗶𝗻𝗼 per Rignano Garganico.

Grande la soddisfazione espressa dai sindaci dei quattro comuni Merla, Crisetti, Vocale e Di Fiore, che possono contare ora su una grande squadra per aumentare quantità e qualità dei servizi sociali sul territorio.

CARABINIERI ARRESTANO ALTRE 4 PERSONE SU ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE

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Nelle giornate del 14, 19 e del 26.07.2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione complessivamente ad altre quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dalla Sezione del Riesame misure cautelari del Tribunale Penale di Bari a carico di altrettante persone, molte delle quali già detenute in varie carceri del territorio nazionale per motivazioni diverse. Si tratta di altri provvedimenti cautelari personali divenuti esecutivi dopo il motivato appello della Procura della Repubblica di Foggia al rigetto della richiesta di misura cautelare da parte del GIP del Tribunale dauno dopo la richiesta di cattura avanzata dalla Magistratura requirente nei confronti delle decine di detenuti che, il 9 marzo 2020, in occasione della maxi rivolta e successiva evasione in massa dal carcere di Foggia da parte di numerosi detenuti, sarebbero stati protagonisti di vere e proprie azioni di devastazione e saccheggio all’interno della Casa Circondariale della città. Come si ricorderà, in quella circostanza, vennero appiccati incendi all’interno della struttura carceraria, ci furono atti di violenza contro appartenenti della Polizia Penitenziaria, gravi danneggiamenti e comunque, come contestato nelle ordinanze in riferimento, un vero e proprio turbamento dell’ordine pubblico. Altre persone erano state già arrestate, nelle settimane precedenti, con le stesse modalità di oggi. Altri detenuti ancora, invece, sono stati già condannati – a seguito di giudizio abbreviato – davanti al GUP del Tribunale di Foggia, sempre per i medesimi fatti. Il reato di devastazione e saccheggio di cui all’articolo 419 del codice penale, in questa fase del giudizio e non ancora quindi divenuto definitivo, costituisce una grave violazione di Legge prevista dal nostro ordinamento, poche volte oggetto di imputazione a livello nazionale data la particolare configurazione giuridica di tale ipotesi delittuosa. Questi ennesimi arresti ad opera del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, su coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, si aggiungono quindi ai numerosi precedenti arresti, sia in flagranza che su provvedimento cautelare o definitivo, riguardanti sempre la questione dell’eccezionale evasione dal carcere di Foggia di circa 3 anni fa, concernenti, oltre alle evasioni in quanto tali, anche le rapine e le violenze commesse all’esterno dell’Istituto di Pena ai danni di cittadini e attività commerciali. Quest’ultimi fatti, in particolare, sono stati già definiti con ordini di carcerazione emessi, lo scorso mese di Dicembre 2022, dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bari, ed eseguiti sempre dai militari del Nucleo Investigativo Carabinieri di Foggia.

In particolare, ancora una volta, sono stati determinanti ai fini dell’emissione dei provvedimenti restrittivi in questione, l’acquisizione e l’elaborazione delle immagini dei diversi sistemi di video sorveglianza individuati nell’immediatezza dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri, nonché le numerose annotazioni di servizio redatte in quella drammatica circostanza anche da parte dello stesso personale della Polizia Penitenziaria di Foggia.

PRESENTATA A VIESTE LA 7^ EDIZIONE DE “LA SETTIMANA DELL’OLIO 2023”. IL PROGRAMMA

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Torna per il settimo anno consecutivo a Vieste, sul Gargano, l’appuntamento con “La Settimana dell’Olio”, organizzata dal Comune di Vieste, con il patrocinio di Regione Puglia, Ente Parco Nazionale del Gargano, GAL Gargano, Associazione Italiana Frantoiani Oleari, Associazione Nazionale Città dell’Olio, CNA, Slow Food.

Dal 28 agosto al 1° settembre 2023 la capitale del turismo pugliese ospiterà un mondo di appuntamenti alla scoperta dell’oro verde. L’evento, presentato oggi in conferenza stampa a Bari, prevede mercatini, corsi di assaggio, spettacoli, degustazioni, laboratori, cooking show, speech e incontri a tema rivolti agli abitanti di Vieste, ai turisti, ai curiosi e agli appassionati di olio.

“La Settimana dell’Olio”, infatti, mira a far conoscere ai numerosi visitatori che scelgono Vieste per le vacanze estive un mare diverso, fatto di ulivi e dei loro frutti; a creare connessioni tra gli operatori del settore, a favorire una formazione mirata e una maggiore conoscenza dell’olio extravergine di oliva.

«La Settimana dell’Olio in programma a Vieste» – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia – «è un esempio concreto di come è possibile tenere insieme le comunità locali, attive nella produzione dell’olio, con la volontà di estendere la riflessione sul valore salutistico e di promozione del territorio che l’olivicoltura ha alle nostre latitudini. È un sistema inclusivo che ruota attorno ad un prodotto come l’olio extravergine d’oliva, ambasciatore assoluto della Puglia nel mondo. Come assessorato stiamo lavorando sul Complemento di sviluppo rurale 2023-2027 per quello che sarà il nuovo piano straordinario olivicolo della Regione Puglia: ma è importante avere le comunità locali che siano d’esempio nel fare rete per la valorizzazione del nostro olio di qualità. Passare dal paesaggio, dalla cultura dei nostri ulivi, all’assaggio degli oli che permette di comprendere le qualità organolettiche del prodotto, è un avanzamento culturale fondamentale per la tenuta della salute delle persone e dell’intero sistema economico-produttivo della nostra Regione».

«Siamo davvero felici di organizzare a Vieste, per il settimo anno consecutivo, questo appuntamento che ha l’obiettivo di promuovere il principale prodotto agroalimentare del territorio. Crediamo nella promozione e nella valorizzazione dell’olio, nella formazione dei produttori e dei ristoratori. Lavoriamo con continuità per diffondere una maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo prodotto», ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura del Comune di Vieste Dario Carlino.

A ribadire l’importanza de “La settimana dell’Olio” è stata anche Sabrina Pupillo, direttrice organizzativa dell’evento, tecnologa alimentare e assaggiatrice professionista di olio, che ha dichiarato: «”La Settimana dell’Olio” fa parte di un progetto più ampio, messo in campo dal Comune di Vieste per la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva e per la crescita del comparto olivicolo-oleario viestano. Le attività divulgative rivolte al grande pubblico consentono di accrescere la consapevolezza del consumatore, facendogli conoscere le caratteristiche di un vero extra vergine. Dall’altro lato le attività formative e di confronto, maggiormente dirette agli operatori del settore, consentono ai produttori sia di accrescere le proprie conoscenze in un’ottica di miglioramento qualitativo continuo e costante della produzione olearia, sia di fare rete con altri produttori e attori della filiera provenienti da più parti d’Italia. Le attività in programma si svolgono su tutto il territorio viestano: dalle aziende agricole ai frantoi, dal borgo al mare. L’olio diventa quindi il filo conduttore che accompagna il visitatore alla scoperta del territorio e delle sue realtà produttive».

Dal 28 agosto al 1° settembre sono attesi a Vieste non solo produttori, ma anche nomi importanti di assaggiatori, chef e sommelier provenienti da diverse parti d’Italia. Tra gli ospiti di questa edizione ci saranno Giuseppe Cupertino, presidente della Fondazione Italiana Sommelier Puglia e Sommelier dell’olio; Monica Caradonna, conduttrice insieme a Tinto (Nicola Prudente) di Pizza Doc su Rai 2 e già al timone dello show Linea Verde Discovery; Indra Galbo, giornalista e capo panel Gambero Rosso e vice curatore della guida Oli d’Italia. E poi, ancora, Francesca Petrini, frantoiana e Presidente nazionale CNA Agroalimentare, e Savino Muraglia, titolare del Frantoio Muraglia e Presidente Coldiretti Puglia, che insieme a Toni Augello porteranno “Chip”, il microfestival d’innovazione sociale, all’interno della 7^ edizione de “La Settimana dell’Olio”.

Ad aprire la manifestazione, lunedì 28 agosto alle ore 11 presso Tenuta Padre Pio, sarà l’incontro con Grani Futuri – il movimento culturale, economico e sociale ideato nel 2016 da Antonio Cera, che si pone come obiettivo la valorizzazione della terra e del pane – che prevede un focus su saper abbinare e riconoscere un buon pane e un buon olio. Oltre a “Pane & Olio” saranno tanti gli abbinamenti dell’oro verde: con yoga, musica, libri, talk, pesca, cocktail, cibo e pizza.

Immancabile il format con “A tu per tu con il produttore”, che prevede assaggi guidati di oli extra vergini di oliva con “Le Tre Colonne”, il Consorzio di tutela e valorizzazione dell’olio di Puglia IGP e la Cooperativa Agricola Colli Etruschi.

Durante “La Settimana dell’Olio” ci sarà, inoltre, la premiazione delle aziende vincitrici di ExtraGargano 2023, il concorso dedicato agli oli extra vergini di oliva del territorio diretto da Nicolangelo Marsicani. Il produttore cilentano, consulente, assaggiatore di oli extra vergini di oliva, esperto e specializzato in tecniche di estrazione dell’olio, terrà un incontro sulla corretta conservazione dell’extra vergine per il mantenimento delle sue caratteristiche qualitative.

Non mancherà lo Show Cooking Oliocentrico a cura dello chef Mario Falco, presidente dell’associazione Cuochi Gargano e Capitanata e di Emanuela Carbonara de Il cucchiaio saporito.

Spazio anche all’arte con il live painting a cura di Francesca Maiorano RedCinnamoon; alla poesia con “Versiam…oli”, la declamazione di poesie sull’olio e l’ulivo e alla musica con le live band.

Tutte le sere la Piazza di Marina Piccola ospiterà il Mercatino dei produttori, una vetrina esclusiva delle eccellenze olearie del Gargano.

LA SETTIMANA DELL’OLIO 2023 – PROGRAMMA

Lunedì 28 AGOSTO

_Ore 11:00   Tenuta Padre Pio

Pane & Olio. La Settimana dell’olio incontra Grani Futuri. Saper riconoscere e abbinare un buon pane e un buon olio

_ ORE 18:00   Trabucco di Santa Croce

Pesca & Olio. Esperienza di pesca dal Trabucco e degustazione guidata di oli EVO. In collaborazione con l’associazione La Rinascita dei Trabucchi storici

_ ORE 20:00   Piazza Marina Piccola

MixOilogy, cocktails all’extra vergine

_ ORE 21:30   Piazza Marina Piccola

ExtraGargano 2023. Premiazione delle aziende vincitrici del concorso oleario

_ ORE 22:00   Piazza Marina Piccola

LIVE BAND Musica Live

Martedì 29 AGOSTO

_ORE 07:00   Oliveto Medina

Yoga & Olio. Yoga in oliveto e colazione oleocentrica

_ORE 10:30   Oleificio San Luca

A tu per tu con il produttore. Speech e assaggi guidati con il Consorzio di tutela e valorizzazione dell’olio di Puglia IGP

Qualità & Olio. La corretta conservazione dell’extra vergine per il mantenimento delle sue caratteristiche qualitative. A cura di Nicolangelo Marsicani, Direttore Concorso ExtraGargano

_ ORE 17:00   Azienda Agricola Prencipe

Musica & Olio. Concerto di musica classica tra gli ulivi

_ ORE 20:00   Piazza Marina Piccola

Show cooking oliocentrico a cura dello chef Mario Falco, Presidente dell’associazione cuochi Gargano e Capitanata, e di Emanuela Carbonara de Il cucchiaio saporito

_ ORE 22:00   Piazza Marina Piccola

LIVE BAND Musica Live

Mercoledì 30 AGOSTO

_ ORE 10:30   Oleificio Fratelli Vieste

A tu per tu con il produttore: assaggi guidati di oli extra vergini di oliva con Le Tre Colonne

_ ORE 18:00   Terrazza Hotel Falcone

Cibo & Olio: abbinamenti a cura di Giuseppe Cupertino, Presidente Fondazione Italiana Sommelier Puglia

_ ORE 20:30   Piazza Marina Piccola

Pizza & Olio: abbinamento olio extra vergine di oliva e pizza con Monica Caradonna conduttrice di Pizza Doc – Rai 2

_ ORE 20:30   Piazza Marina Piccola

Live Painting a cura di Francesca Maiorano RedCinnamoon

_ORE 22:00   Piazza Marina Piccola

LIVE BAND Musica Live

Giovedì 31 AGOSTO

ORE 10:30   Tenuta Mandrione

A tu per tu con il produttore. Assaggi guidati di oli extra vergini di oliva con la Cooperativa Agricola Colli Etruschi

_ ORE 17:00   Lega Navale di Vieste

VERSIAM…OLI declamazione di poesie sull’olio e l’ulivo

_ ORE 19:30   Piazza Marina Piccola

Oli d’Italia 2023. Assaggi guidati di extra vergini del Gargano presenti nella guida oli del Gambero Rosso. A cura di Indra Galbo, capo panel Gambero Rosso

_ ORE 21:00   Piazza Marina Piccola

Libri & Olio. Presentazione libro “Oleotursimo. Opportunità per imprese e territori” con Dario Stefàno

_ ORE 22:00   Piazza Marina Piccola

LIVE BAND Musica Live

Venerdì 1 SETTEMBRE

_ORE 11:00   Piazza Marina Piccola

Viaggio sensoriale tra gli extra vergini di ExtraGargano a cura di Oleum

_ ORE 19:30   Piazza Marina Piccola

CHIP il micro festival di innovazione sociale con Toni Augello, Francesca Petrini e Savino Muraglia

_ORE 20:30   Piazza Marina Piccola

Talk & Olio. I percorsi dell’extra vergine: dalla valorizzazione e tutela del territorio alla valorizzazione del prodotto.

_ ORE 22:00   Piazza Marina Piccola

LIVE BAND Musica Live

La partecipazione a tutti gli appuntamenti è ad ingresso libero, i posti sono limitati. Prenotazione obbligatoria al 320.3869243.

SAN NICANDRO, CHIUSURA AL TRAFFICO DI STRADA CITTADINA

Emanate l’ordinanza relativa ai giorni 1 e 2 agosto 2023, dalle ore 8,00 alle ore17,00:

1– la chiusura al traffico veicolare Via dei Sabini, nel tratto da Via dei Volsci a Via degli Ausoni, nonché il divieto di fermata nella zona d’intervento;

2– il segnalamento del cantiere dovrà essere conforme al disciplinare tecnico relativo agli schemi segnaletici dei cantieri stradali

L’Impresa esecutrice dei lavori, dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari per la sicurezza e la fluidità della circolazione e mantenerli in perfetta efficienza sia di giorno che di notte e per la sicurezza del personale addetto alle operazioni, di apporre gli sbarramenti necessari alla chiusura e la cartellazione di preavviso, facilitando l’accesso e l’uscita a veicoli di residenti, garage e attività lavorative poste all’interno dell’area di cantiere, anche con l’apposizione di cartelli di preavviso di chiusura della strada, nonché adottare idonei accorgimenti atti a garantire la sicurezza al passaggio dei pedoni, significando che questo Ente non si riterrà responsabile per eventuali danni cagionati a persone o cose;

Il provvedimento ha validità dalle ore 8,00 alle ore 17,00 dei giorni 1 e 2 agosto 2023, salvo proroghe o differimenti, da concordare con il locale Comando di Polizia Locale.

IL CULTO DI SAN NAZARIO MARTIRE

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“Presso la riva meridionale del lago di Lesina, propriamente nella contrada San Nazzaro, trovasi un’acqua salina – termale, che scaturisce da più sorgenti, sensibilmente al livello del mare al piede di una collina con dolce pendenza, rivestita di uliveti, appunto dove incomincia la pianura, al limite del terreno pietroso ed il piano, composto di profondo terriccio paludoso del lago di Lesina. Le dette acque, dopo un corso di circa 2 km, vanno a scaricarsi nel lago, inalveato parte dalla natura e parte dall’arte e la loro corrente anima un molino. Non havvi alcuna strada da San Nicandro, dalla quale è distante 10 km verso N.O., né dalla stazione ferroviaria di Poggio Imperiale, dalla quale è distante 12 km.

Origine geologica

A circa 4 km dalla sorgente, alla falda della montagna marmorea esiste un meato di terreno, dal quale non di rado, specialmente nell’inverno, sorge un vapore caldo, che dovrà segnare la sede di chimiche decomposizioni operatisi in seno alla roccia calcarea ed il punto ove prendono origine e si termalizzano le acque saline di cui si parla. Temperatura – tiepida 29°. Fin qui non esiste una buona analisi di quest’acqua, pertanto ci associamo pienamente al desiderio del dott. Lombardi, che se ne faccia eseguire una più completa, essendo l’unica sorgente di questa natura nell’intiera provincia e così di grande importanza.

Proprietà mediche. Il dott. Lombardi sperimentò che quest’acqua agisce come potente diuretico, e l’impiegò interamente nelle idropsie, nelle itterizie non accompagnate da malattia organica del fegato, come pare nelle affezioni gottose; esternamente poi è ottima per tutte le piaghe atoniche, tranne quelle che sono sostenute da cacchessia palustre”. (Tratto da “Cenni storici e geologici delle proprietà fisiche, chimiche e mediche delle singole sorgenti sulle acque minerali d’Italia”, raccolte ed ordinate per cura di Guglielmo Jervis, Torino, Firenze 1868). Parlare di epoche così lontane, senza essere confortati da documenti che possono riempire tanti vuoti e capire come si sono svolti gli eventi, è cosa ardua e difficile. Dobbiamo allora attenerci alla tradizione orale e a qualche leggenda che ci possono essere di guida durante tutto questo percorso.

Consideriamo allora tre aspetti importanti per avere una situazione più chiara degli avvenimenti: –   Podalirio e il suo culto tra le genti daunie;

– La Geografia di Strabone;

– L’avvento del cristianesimo e il divieto dei culti pagani, soprattutto di divinità mitologiche.

(L’imperatore romano Teodosio I con l’editto del 391 d. C. vietava questi culti e, successivamente, Teodosio II proclamava il cristianesimo come religione di stato). Fu proprio durante questo periodo che molti templi, dedicati al culto di divinità pagane, furono consacrati al culto di Santi e Martiri della persecuzione pagana.

Ma veniamo al nostro S. Nazario Martire. Della sua vita si sa molto poco. Sicuramente di origine milanese figlio di Africano, pagano e di Perpetua, cristiana. Nazzaro, chiesto e ottenuto il battesimo da S. Lino papa, cominciò a predicare la fede cristiana. Vende i suoi beni e ne distribuisce il ricavato ai poveri. In alcune raffigurazioni appare in divisa da soldato, come la statua del Nostro Santo. Il martirologio romano cita quattro soldati romani, martiri sotto Diocleziano e Massimiano, tra cui S. Nazzaro. Accusato dall’imperatore fuggì a Nizza, dove gli fu affidato il giovane Celso. Il giudice Tommaso, su ordine di Nerone, condanna Nazzaro e Celso, perché cristiani, ad essere gettati in mare. Si salvano dall’annegamento. In seguito si recano a Treviri dove sono arrestati e condotti a Roma. Una nuova fuga li riporta a Milano e qui Nazzaro abbraccia il padre, convertitosi al cristianesimo. Ricercati da Dento, soldato di Nerone, i Nostri sono di nuovo arrestati. Il prefetto Anolino condanna Nazaro e Celso al supplizio e subiscono il martirio con la decapitazione fuori Porta Romana a tre Moros. La loro persecuzione risale al periodo 303-304, epoca in cui gli imperatori Diocleziano e Massimiano emisero quattro editti di persecuzione contro i cristiani.

 

Il culto di S. Nazzaro si diffuse ad opera di S. Ambrogio, dopo il rinvenimento del corpo del Santo a porta Vercellina. In seguito S. Ambrogio trasferì le reliquie nella Basilica degli Apostoli a Porta Romana. S. Ambrogio fu uno dei primi e più zelanti apostoli dell’uso di deporre le reliquie dei santi martiri sotto l’altare in occasione della dedicazione delle chiese. Nell’anno 395, scoperti i corpi di Nazzaro e Celso, lascia il secondo al suo posto e celebra una solenne traslazione del corpo di Nazzaro alla Basilica degli Apostoli. Colloca le reliquie alquanto indietro all’altare, dove sono deposte le reliquie degli Apostoli Andrea, Giovanni, Tommaso, in modo che sia in testa alla linea della croce, che costituisce la forma della Basilica.

Nell’occidente vi sono molte chiese dedicate a S. Nazzaro fino dai tempi di S. Ambrogio. Nell’anno 400 il culto del santo si è propagato in tutta Italia. Arriva a Nola con Paolino negli stessi anni ed è probabile che arriva anche in provincia di Benevento, in Capitanata, precisamente nel feudo di Lesina, dove poi nascerà Poggio Imperiale, nel territorio del quale esisteva una cappella rurale dedicata al Santo.

Infatti, dove ora sorge la cappella Santuario di S. Nazario M., esisteva una chiesetta dedicata al dio podalirio, guaritore di mali.

Questa chiesetta, dopo l’editto di Teodosio II, fu dedicata a S. Eleazzaro. C’è un Eleazzaro, soldato romano della legione tebana, martirizzato con 400 legionari, perché si erano rifiutati di venerare le divinità pagane. C’è anche un altro Eleazzaro, 90enne, martirizzato, perché predicava il cristianesimo.

Ma veniamo al nostro Santo: Nazzaro, Lazzaro, Nazario, nome ricordato in alcuni canti dialettali Lazzàre, ha subìto delle trasformazioni nel tempo, ma tutti e tre i nomi si riferiscono al Santo martire figlio di Africano, pagano e di Perpetua, cristiana. Il culto di S. Nazario m. nel territorio di Lesina e Poggio Imperiale è nato spontaneo, forse anche perché si trovava nella nostra zona una guarnigione di soldati romani ed i legionari, convertiti alla fede cristiana, veneravano Nazario come protettore.

Un’antica leggenda, tramandata di generazione in generazione e raccontata dai nonni, anche se poco attendibile, racconta dell’apparizione del Santo ad alcuni pastori che pascolavano il loro gregge nei pressi della chiesetta. Un’altra leggenda, ancora meno attendibile, (perché S. Nazario non è mai passato per le nostre contrade, come si legge nelle fonti storiche che parlano della vita del Santo), racconta che il Santo, perseguitato, sia passato dalle nostre parti e stanco e piagato, si sia seduto su un macigno situato nei pressi del fiumicello Caldoli, per riposarsi e per lavarsi le piaghe di cui aveva infetto le gambe. Proprio perché queste acque hanno proprietà terapeutiche, alcune guarigioni di devoti sono attribuite al Santo.

“…I transumanti, poi, come scrive MARIA TERESA CALZONA LALLI, “La Madonna nella religiosità del tratturo: la Madonna, i santi e le devozioni nella sacralità dell’itinerario transumante”, Andria 2001, p. 290, portavano con sé anche il loro mondo religioso e spesso facevano riferimento ai santi venerati nei loro borghi: san Rocco, san Cristinziano e san Gaudenzio, il quale ci libera dai rignuoli, cioè i brufoli. Altri santi hanno viaggiato con i transumanti e sono stati adottati nei paesi della Daunia: da Venafro è arrivato san Nazario martire, venerato in un piccolo e frequentatissimo Santuario posto al confine di Lesina, Poggio Imperiale ed Apricena. Da Triveneto è arrivato il culto dei santi Celso e Nicandro, che è diventato patrono di Sannicandro Garganico…”. Nazaro deriva dall’ebraico Nazar che significa “consacrato”. L’onomastico viene festeggiato il 28 luglio in ricordo di S. Nazario di Milano, martirizzato con la decapitazione.

Il modo più semplice per arrivare alla Cappella Santuario di San Nazario Martire è quello di prendere la A14 ed uscire poi al casello Poggio Imperiale – Lesina. Una volta fuori dell’autostrada, ci si trova in una rotonda che si percorre a metà e poi, seguendo le indicazioni, ci s’immette nella superstrada a scorrimento veloce del Gargano. Dalla Rotonda sono circa 7 Km. Scipione Mazzella, dopo aver parlato nel suo libro di Porcina o Apricena e di San Severo, dice: “Strabone scrive nel 6° libro che nel territorio Dauno ad un colle nominato Drion si vedevano nel suo tempo due templi. L’uno era sulla più alta cima, consacrato a Calcante, a cui, coloro che si recavano per domandare l’oracolo, sacrificavano un montone nero e si coricavano sulla pelle; l’altro tempio era dedicato a Podalirio in basso alla radice del colle lontano dal mare 100 stadi. Da quel tempio nasceva un fiumicello salutifero all’infermità dei bestiami; onde si può ben credere che tali templi in questi convicini luoghi fossero stati”. Il Fraccacreta suppone che sul tempio dedicato a Podalirio fosse stato edificato il romitaggio di S. Nazario M.

Alle pendici dei monti garganici, di fronte al lago e al mare, sul confine di quattro comuni, Lesina, Poggio Imperiale, Apricena e Sannicandro Garganico, sorge l’antico romitaggio dedicato al martire San Nazario. La cappella rurale del Santo è nel “tenimento di Lesina” e la sua origine risale, forse, al 1050, anno in cui Petronio, conte di Lesina, edificò nei suoi feudi il celebre monastero dedicato a San Giovanni Battista. Mario Fiore sostiene che la fondazione della cappella rurale sia avvenuta in un periodo successivo e precisamente dal 1077 ai primi del secolo XIII (1221).

“Vi era un’antica chiesa, le cui vestigia ancora vi sono, dedicata a S. Eleazzaro, volgarmente detto S. Nazario, donato dal conte Petronio e i suoi successori conti di Lesina al monastero di San Giovanni in Piano, come appare nei Privilegi che si conservano nella filza IV dell’archivio”.

La storia della cappella nei primi tempi è strettamente legata a quella del monastero di San Giovanni in Piano. L’unico avvenimento interessante, e che qui sembra giusto rilevare, fu il terremoto del 30 luglio 1627. Distrusse, infatti, tutti gli edifici del territorio di Lesina ed anche la cappella rurale di San Nazario. Non esistono atti e documenti relativi alla nostra cappella, perché i vescovi beneventani rinunciavano alle sacre visite, essendo la zona molto malarica e sempre infetta da molti malanni. Dopo il terremoto la cappella rurale di San Nazario fu subito ricostruita, conservando sempre quella sua forma primitiva di casa colonica, avendo soltanto un archetto a forma di campanile per distinguerla dalle altre case coloniche, che erano sparse nella zona.

Perché questa celere ricostruzione? Tale celerità si deve all’importanza che il territorio di San Nazario rivestiva in quello più ampio del comune di Lesina. “Il quadrone di San Nazario, infatti, è uno dei cinque quadroni franchi nel territorio di Lesina, in cui tutto si può seminare, senza serbare porzione alcuna di locati, i quali solamente vi possono pascolare, né altri, siano essi di Lesina o della Procina, ai quali è espressamente proibito il pascolo, come appare dagli ordini regi, che si conservano nella filza IV dell’archivio”.

Come è sorto il culto di San Nazario? Non certamente dalla colonizzazione dei monaci benedettini, che fin dal X secolo avevano irradiato con il loro benefico influsso le nostre terre. Questo culto è sorto sicuramente dalla fede del popolo che, negli stessi luoghi dove gli antichi onoravano le virtù terapeutiche di Podalirio, volle ringraziare la divinità per i benefici concessi, a causa delle acque salutari del fiume Apri o Caldolo. Così elesse a nume tutelare del luogo il Santo. Scrive Giuseppe De Leonardis: “Tiepide sono le acque di Poggio Imperiale o Terranova e quelle del Caudolo, che scaturiscono presso la chiesetta rurale di S. Lazzario; sono così dette, perché calde due gradi più dell’atmosfera, sparse di sale di Epson.

Tali acque, oltre ad essere lievemente mineralizzate, presentano un grado di termalità particolarmente elevato, compreso tra i 16° e i 26° nel corso di tutto l’anno. Il motivo della tiepidità di alcune sorgenti, tra cui quella del Caldoli, va ricercata nelle pubblicazioni del Manicone e dello stesso De Leonardis, i quali la spiegano in questo modo: “Il dotto signor Luigi Izzo, allora vicario Generale della regia Badia di San Giovanni in Lamis, nel febbraio del 1795, all’alba e al tramonto vedeva sollevarsi una densa colonna di fumo per circa venti palmi in linea retta. Il fumo sollevandosi prendeva la forma di un ombrello e poi in vari trapezi si disperdeva per l’aria”. Questo fenomeno, mai veduto prima, spaventò garganici e pugliesi. Luigi Izzo, mosso da curiosità, si recò sulla bocca del Monte Granata, a circa sei miglia da San Marco in Lamis e udì provenire dal fondo come uno strano macinare di mulino e dalla bocca venire fuori vapori acquei, esalazioni aeriformi, emananti una strana puzza.

 

Queste sono le osservazioni fatte dopo la visita alla bocca: – Osservò che il fumo era di colore bigio; – Osservò che il fumo, disperdendosi per l’aria, lasciava una piccola puzza; – Osservò che ponendo le mani sulla buca, quando mancava il fumo, potevano resistere piacevolmente al calore. La stessa buca somministrava calore come un forno spento da poco; – Osservò che quando avvicinava l’orecchio alla buca, si sentiva molto bene un fragore simile al flusso e riflusso delle onde del mare; – Infine posa sulla bocca (della buca) un foglio di carta, otturò eventuali fori esterni e dopo dieci minuti lo ritrovò tutto bagnato. Da queste osservazioni il Manicone ha dedotto che non esiste nessuna vulcanicità del Monte Granata e che le correnti sotterranee d’acqua calda sono quelle che alimentano alcuni rivoli della zona, tra cui il Caldoli, che scorre nei pressi della cappella di san Nazario.

La rustica cappella, sebbene ingrandita per due terzi nel 1904, non è stata diversa dalle tante casette sparse qua e là per la campagna, se non avesse avuto il solito archetto di fabbrica con la piccola campana e la croce sulla sommità della facciata.

Nell’interno vi era un altare nel muro di fronte alla porta, con sopra la nicchia, la statua del giovane Santo e sulle pareti imbiancate gli ex voto di cera ed i quadri, rappresentanti le grazie che il Santo ha voluto concedere ai suoi devoti.

Dinanzi all’altare c’è un macigno fatto liscio dal tempo e levigato dalle mani dei pellegrini. La fantasia popolare afferma che lì s’era seduto il Santo per riposarsi e per lavarsi, con l’acqua benefica e calda del fiume che scorre a pochi passi, le piaghe, di cui aveva infette le gambe. Questo sasso, in ricordo del Santo, anche oggi viene baciato come una reliquia.Dietro la chiesetta vi era un pozzo alle cui acque si attribuivano salutari virtù. Più lontano c’era un laghetto, dove andavano a tuffarsi coloro che, piagati, cercavano la salute.Ad una cinquantina di passi verso levante, all’ombra di un fico selvatico, zampillava la sorgente del piccolo fiume sopra ricordato[1].

In questa zona zampillano alcune fonti d’acqua termale, già analizzate da chimici che vi hanno riscontrato proprietà terapeutiche assai efficaci per l’artrite e il reumatismo. Così scrive Raffaele Centonza: “Dalla gentilezza del sig. Raffaele Zaccagnino mi è stata favorita la seguente analisi dell’acqua del fiume Caldola, eseguita nel 1872 dal chimico prof. Silvestro Zinno: solfato di calcio 0,33 – cloruro di sodio 0,30 – cloruro di magnesio 0, 16 – ioduro di magnesia 0, 15 – carbonato di calcio 0, 27 – carbonato di soda 0,20 – silice 0,17 – materie organiche 0, 27 – perdita 0, 136”.

Speciale Devozione nutre per questo Santo la popolazione dell’intero Gargano.

San Nazario martire

A migliaia si riversano in questo luogo, il 27 e 28 luglio di ogni anno, i pellegrini dei circostanti paesi. Nella notte tra i due giorni sopra nominati, questa zona, un tempo orribilmente malarica, si rianima come d’incanto. I devoti, che accorrono per credenza o per svago dai paesi garganici e dai dintorni, riempiono di accampamenti il luogo, illuminato da fanali e lanterne.

Per l’occasione ripetono una vecchia cantilena: “Santo Lazzàro in mezzo tre confini Lesina, Terranova, la Prucìna”.

E i devoti cantano:

“…La cocce de sante Lazzàre

come c(e)’adore e come c(e)’ adore,

c(e)’adore u’ bòne Gesù

e sante Lazzàre aiutece tu .

La fronte de sante Lazzàre

Come c(e)’adore e come c(e)’adore,

c(e)’adore u’ bòne Gesù

e sante Lazzàre aiutece tu…

U còre de sante Lazzàre

come iè bèlle e come iè bèlle,

iè bèlle tutte quante

e sante Lazzàre facce la grazia.

U pède de sante Lazzàre

Come c(e)’adore e come c(e)’ adore,

c(e)’adore sèmpe de chiù

e sante Lazzàre aiutece tu …

Parecchi anni fa ecco come erano vissuti questi giorni da chi, poco curandosi delle difficoltà del viaggio e delle punture d’innumerevoli zanzare, accorreva in questo luogo. Quelli che erano giunti la sera precedente cercavano di trovare un rifugio per la notte sotto i numerosi ulivi della rocciosa falda del Gargano ad est della Cappella. Altri si sistemavano sulla brulla pianura e sotto tende improvvisate. I venditori di ogni sorta di mercanzia trovavano posto davanti alla chiesetta e sulla strada che va verso Sannicandro Garganico. I lumicini degli accampamenti, i fanali e le lanterne delle baracche dei venditori davano una visione fantastica a chi, per sventura, era costretto a dimorare in questo luogo. Fin dai primi albori tutta questa gente si riuniva davanti al Santuario, svegliata anzitempo dal pessimo riposo e dalle zanzare. I nuovi arrivati facevano ressa davanti alla porta, aumentavano il numero già elevato dei presenti, per trovare posto nella chiesa ed assistere alla celebrazione della prima messa. Nell’interno della stretta chiesa i devoti, pigiati come acciughe in salamoia, gridavano, imploravano a voce alta nella convinzione che il Santo potesse elargire copiosamente le sue grazie.

Parecchi fatti miracolosi sono successi, testimoniati e raccontati dai nonni. Passato questo fervore di popolo nei due giorni predetti e nell’ottava della festa del Santo, durante tutto l’anno la Cappella Santuario diventa una zona deserta, popolata solo da pochi pastori, da mucche e da bufali.

Nel 1893 la Cappella era ancora rappresentata dal clero di Lesina, ma, a tale epoca, avvenuta l’erezione a parrocchia autonoma della chiesa di Poggio Imperiale, la cappella stessa passò sotto la giurisdizione della nuova cura, che coincise con lo stesso territorio civile definito nel 1806 dal ripartitore demaniale Biase Zurlo. Tutto questo non piacque ai lesinesi, che più volte cercarono di conquistare il diritto perduto. Tentarono tutti i mezzi, senza escludere la violenza e il furto, rubando la statua dalla cappella rurale e trasportandola in Lesina. Il 28 aprile 1894, il sindaco di Lesina, protestando per non so quali tumulti avvenuti nella cappella di San Nazario, mandò sul luogo il Brigadiere delle guardie municipali ed il segretario comunale a suggellare la porta con assi inchiodati e mettendo una nuova serratura. Di fronte a tale atto, il parroco di Poggio Imperiale, don Brunone Leone, querelò il sindaco di Lesina, sig. Giacomo Matteo Troiano. Egli lamentava che da quasi un anno, in modo indegno, aveva privato la popolazione di Poggio Imperiale del possesso della cappella di San Nazario.

 

La causa fu discussa davanti alla Regia Pretura Mandamentale di Apricena, ed il pretore del tempo, avvocato Alfonso Giannessini, con sentenza del 22 luglio 1894, condannò il sindaco di Lesina a consegnare, nel termine di tre giorni, al vicario don Brunone la chiesa di San Nazario, situata nel territorio di Poggio Imperiale e lo condannò al pagamento di mille lire. Il pretore, inoltre, autorizzò il vicario, qualora il sindaco non rispettasse tali disposizioni, di aprire la porta con la forza e fare apporre una nuova serratura, a spese del sindaco di Lesina.

Dopo tali episodi, S. E. il cardinale Camillo Siciliano di Rende, arcivescovo di Benevento, sotto la cui giurisdizione si trovavano Poggio Imperiale e Lesina, pure affermando il diritto del parroco di Poggio Imperiale sulla cappella di San Nazario, si riservava per sé il diritto di nominare il rettore. Il 5 settembre 1927 il parroco don Giovanni Giuliani senior scriveva a monsignor Oronzo Durante, Vescovo di San Severo, che quel luogo malarico aveva bisogno di un eremita per la Cappella di San Nazario. Segnalò il sig. Pasquale Cognetta persona buona e degna di affidamento.Il sei settembre dello stesso anno la Curia Vescovile autorizzava il parroco di Poggio Imperiale ad assumere il Cognetta quale eremita della Cappella di San Nazario. Il nuovo cappellano del luogo don Giovanni Giuliani junior, don Nannino, si è adoperato per rendere più accogliente e più presentabile il luogo ai visitatori. L’impegno di don Nannino, la sua costanza e caparbietà hanno permesso di realizzare ben presto il suo sogno: quello di rendere il Santuario di San Nazario un luogo degno di culto e devozione.

Ecco cosa diceva a chi gli chiedeva il perché di tanto lavoro: “Si va avanti un passo ogni giorno, ma si va avanti. S. Nazario deve diventare un Santuario, S. Nazario deve inserirsi negli itinerari del turismo mistico del Gargano, S. Nazario deve costituire un relax, una quiete spirituale e fisica, un ristoro d’anima e di corpo”. Don Giovanni, tenendosi con una mano sollevato il grembo della sottana impolverata e con l’altra indicando ai curiosi una catasta di mattoni, incitava i muratori a darsi da fare: “Qui ogni mattina si scarica materiale”. Il vecchio e cadente oratorio è stato demolito e al suo posto, con il beneplacito del vescovo di San Severo, mons. Valentino Vailati, con l’assunzione di molti debiti da parte di don Nannino, si è eretto un nuovo tempio, accanto al quale sorge una confortevole “Casa del Pellegrino”. I lavori iniziarono durante l’estate del 1967 ed ora si possono ammirare delle opere che fanno onore non solo a Poggio Imperiale, ma a tutti i comuni del Gargano. Don Nannino, infatti, voleva qualcosa di più. Testimone e costruttore di carità a favore dei più bisognosi, quelli che il vangelo chiama “poveri, ultimi”, iniziò e condusse una vera campagna pubblicitaria. Interessò Enti, Istituti vari, giornali, mettendo in movimento tutte le sue amicizie per raccogliere contributi da ogni parte.

L’opera iniziata non è stata portata a termine per la prematura scomparsa del compianto don Nannino. Ai suoi successori si fa l’augurio di non disperdere il frutto di tanto lavoro e di continuare a seminare e raccogliere in un campo già abbondantemente dissodato e coltivato.

Oggi, come si è detto già da più parti, San Nazario è considerato una tappa obbligata dell’incantevole itinerario per quelli che si recano alla Montagna Sacra del Gargano. (Alfonso Chiaromonte)

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CELLE SAN VITO, INAUGURATA STATUA DI CARLO I° D’ANGIO’. PRESENTE ANCHE REALTA’ SANNITA E REPORTAGES

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Un piccolo paese dal grande cuore e dalle salde radici. Celle di San Vito, 140 abitanti, in provincia di Foggia, è il più piccolo comune della Puglia. Graziosissimo e sempre ben tenuto dai suoi abitanti, svetta trai monti con il suo elegante profilo, nel quale sono immediatamente riconoscibili la Porta dei Provenzali e la bellissima chiesa di Santa Caterina.

Entrandovi e percorrendo le sue strade bianche, osservando l’abitato in pietra, ricco di elementi ornamentali, sembra di essere catapultati in un’altra epoca. Ma non crediate: la strada per arrivarci è perfetta e ben asfaltata e, quando nevica, le squadre in azione per ripulire il centro e i dintorni sono immediatamente operative ed efficacissime.

Il 22 luglio 2023 si è svolta la cerimonia di inaugurazione della statua di re Carlo I d’Angiò, il fondatore di questo graziosissimo paese. Celle ed il vicino comune di Faeto costituiscono l’unica isola di lingua franco-provenzale presente nel Sud Italia. Un’eredità importante e preziosa, che gli abitanti custodiscono da sempre con grande orgoglio. La sindaca di Celle, Palma Maria Giannini, che ha fortemente creduto in questo progetto, ha invitato per l’occasione la Console generale di Francia per il Sud Italia, Lise Moutoumalaya, che ha conquistato tutti i presenti con il suo sorriso incantevole e la gentilezza dei suoi modi.

«Da oggi l’Italia e la Francia, Celle di San Vito e Parigi non si sentono più cugini ma sorelle legate da un rapporto di vera amicizia», ha detto la sindaca Giannini, che ha anche consegnato alla Console le chiavi della città ed un bellissimo quadro raffigurante Celle di San Vito.

Dal canto suo, Madame Moutoumalaya ha affermato: «Nel sud Italia c’è molto cuore francese. Apprezzo tantissimo questa iniziativa e vi prometto che mi impegnerò a promuovere questo bellissimo territorio portando qui tanti turisti francesi».

Alla Console è stato anche consegnato il gagliardetto della Associazione Culturale Francoprovenzale di Puglia in Piemonte.

Dunque, una cerimonia carica di simbolismi, che rafforzano ancora di più il senso di radicamento, di appartenenza e di identità degli abitanti di Celle, facendo di questo comune una entità forte, che sfida i secoli e la storia.

All’evento hanno presenziato moltissime autorità politiche locali, regionali e nazionali.

Per l’occasione, è stata invitata anche la stampa sannita. Un invito personale è stato, infatti, rivolto dalla sindaca di Celle, a due testate: Realtà Sannita e Reportages Storia & Società.

Annamaria Gangale, di Realtà Sannita, ha dichiarato: «Ringrazio la sindaca Giannini per il gradito invito e sono oltremodo felice di aver conosciuto una così bella realtà: una perla pugliese circondata da immensi boschi e accarezzata dal vento. Come ha ben sottolineato la prima cittadina, in un mondo globalizzato è essenziale preservare e valorizzare le proprie unicità, ma pensando in grande e unendo le forze per il bene del territorio. Grazie all’ottimo piano di comunicazione messo in campo, questo piccolo borgo italiano è entrato nel circuito turistico nazionale e internazionale, tant’è che, tra le altre cose, è stato realizzato anche un grazioso Albergo Comunale. Arrivati a Celle di San Vito si capisce subito che a capo della comunità vi è una donna, perché il tocco femminile e l’attenzione al più piccolo particolare lo si trova in ogni via, in ogni anfratto, in ogni angolo e la sindaca, che tutti chiamano affettuosamente e semplicemente Maria, è davvero molto amata».

Lucia Gangale, che ha studiato in Francia e che è direttore responsabile di Reportages, rivista semestrale nata nel Sannio, ma a vocazione internazionale (la rivista è, infatti, multilingue), ha potuto conversare in lingua francese con la Console Moutoulomaya, soprattutto a proposito del recente gemellaggio tra Benevento e Bénévent-l’Abbaye.

Le due inviate hanno anche potuto partecipare all’elegante cena di gala, che si è svolta nella sala cerimonie dello storico Castello a Via dei Provenzali, ed al successivo spettacolo di fuochi pirotecnici in Piazza Magrone. L’intera manifestazione è stata allietata dalla banda musicale “Città di Pannarano”.

Nel XIII secolo Carlo I d’Angiò, dopo aver liberato Lucera dai Saraceni, concesse ai suoi soldati di richiamare le proprie famiglie e di stabilirsi presso le cellette dei monaci situate alle pendici di Monte San Vito. Dieci di queste famiglie misero radici in questo posto magnificamente posizionato, fondando Celle di San Vito e dando così vita a una comunità di lingua francoprovenzale.

La statua bronzea di Carlo d’Angiò, opera dello scultore faetino Leonardo Scarinzi, è alta 1.70 e straordinariamente espressiva. Nella targa del basamento è impresso il nome della sindaca Giannini, che resterà ad imperitura memoria. La statua è posizionata sul belvedere dietro l’Arco dei Provenzali, dove la vista spazia sul vicino comune di Faeto e dove il vento la fa da padrone, volgendo le spalle a ovest dove tramonta il sole, a ricordare le origini di una lunga e importante storia.

Lo storico medievale Giovanni Villani, nella sua monumentale opera Nuova Cronica (che fu continuata da due dei suoi figli), scrisse: «Questo Carlo fu savio, di sano consiglio, e prode in arme, e aspro, e molto temuto e ridottato da tutti i re del mondo, magnanimo e d’alti intendimenti, in fare ogni grande impresa sicuro, in ogni aversità fermo e veritiere d’ogni sua promessa, poco parlante, e molto adoperante, e quasi non ridea se non poco, onesto com’uno religioso, e cattolico; aspro in giustizia […] grande di persona e nerboruto, di colore ulivigno, e con grande naso, e parea bene maestà reale più che altro signore; molto vegghiava e poco dormiva, e usava di dire che, dormendo, tanto tempo si perdea».

𝐑𝐎𝐃𝐈 𝐆𝐀𝐑𝐆𝐀𝐍𝐈𝐂𝐎 𝐄’ “𝐂𝐈𝐓𝐓𝐀’ 𝐂𝐀𝐑𝐃𝐈𝐎𝐏𝐑𝐎𝐓𝐄𝐓𝐓𝐀”

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𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐛𝐫𝐢𝐥𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐜𝐨𝐜𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐬𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐢.

Questa mattina presso la sede di Via Gentile della 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐏𝐮𝐠𝐥𝐢𝐚 a Bari, il Vicepresidente della Giunta Avv. Raffaele Piemontese, ha consegnato alla Città di Rodi Garganico un 𝐃𝐞𝐟𝐢𝐛𝐫𝐢𝐥𝐥𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐒𝐞𝐦𝐢𝐚𝐮𝐭𝐨𝐦𝐚𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐄𝐬𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨 (𝐃𝐀𝐄), 𝐮𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐢𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐢𝐧𝐝𝐢𝐬𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐢 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐞 𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐯𝐞𝐝𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐝𝐢𝐚𝐜𝐚. L’utilizzo, entro pochissimi minuti, di un defibrillatore, utilizzabile anche da personale non sanitario, opportunamente formato, può salvare la vita alla persona colpita da arresto cardiaco.

Per l’Amministrazione comunale, che ha aderito all’iniziativa messa in campo dalla Regione Puglia “ 𝐏𝐮𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐫𝐝𝐢𝐨𝐩𝐫𝐨𝐭𝐞𝐭𝐭𝐚” per ottenere un presidio per la defibrillazione precoce, erano presenti alla consegna del dispositivo il Consigliere Michele Colafrancesco e il Presidente del Consiglio comunale, Domenico Trombetta.

Il dispositivo sarà custodito temporaneamente presso il Comando della Polizia Locale in attesa di essere collocato a breve in una postazione dedicata all’esterno del Palazzo di Città. L’AReSS Puglia (Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale) realizzerà  𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐛𝐫𝐢𝐥𝐥𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 aperto ai volontari, mettendo in campo competenze e cultura della prevenzione.

INCENDI, CIA PUGLIA: “SERVE NUOVO PIANO DI PREVENZIONE E CONTRASTO”

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“La Puglia è una torcia. É una tragedia che si ripete ogni anno. Così va in fumo il nostro futuro e avanza una devastante desertificazione del territorio. Vanno ripensati e rafforzati tutti gli elementi del sistema anti-incendio che da emergenziale va trasformato in preventivo”.

É Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a intervenire nel dibattito successivo alle giornate più drammatiche per la Puglia, con decine di incendi e migliaia di ettari di boschi, macchia mediterranea, campi e perfino zone urbane in fiamme. “Sul Gargano sono stati distrutti 900 ettari di alberi e vegetazione, l’Alta Murgia sta affrontando un’emergenza che non è da meno, a Ginosa si sono vissuti momenti drammatici, mentre ciò che è accaduto in Salento, dove è dovuto intervenire perfino l’esercito, deve farci prendere lucidamente coscienza di quanto si sia sfiorata la tragedia e di come il pericolo non sia affatto cessato. Donne e uomini dei Vigili del Fuoco, della Protezione Civile regionale, di Arif e delle associazioni dei volontari di protezione civile e dei canadair meritano il nostro plauso: ogni anno, queste persone affrontano una lotta impari, non solo contro la follia criminale di chi appicca gli incendi ma anche con condizioni climatiche sempre più estreme che favoriscono lo scatenarsi del fuoco. Tra queste persone ci sono anche tantissimi agricoltori: spesso sono proprio loro a intervenire per primi, a dare una mano con trattori, mezzi per l’irrigazione e serbatoi d’acqua messi a disposizione per spezzare il fronte delle fiamme”, aggiunge Sicolo.

“Ci sono pochi canadair, i mezzi a disposizione sono insufficienti, non ci sono una rete e strutture logistiche adeguate a questo nuovo scenario ‘californiano’, in cui le temperature folli raggiunte ormai su tutta la Puglia, unite a forti venti di scirocco e all’azione sempre più criminale di piromani senza scrupoli, mettono a repentaglio la vita delle persone, con le fiamme che arrivano ad avvolgere edifici e case, come accaduto nel Salento, o a mandare in fumo 900 ettari di boschi e vegetazione in un solo giorno, che è quanto accaduto nel Parco Nazionale del Gargano”. “É una situazione nuova, almeno in parte, dunque per la scarsa prevenzione e l’insufficiente dotazione degli interventi non è il caso di additare nessuno, ma è chiaro che occorre una svolta. In questo senso, torniamo a ricordare e a ribadire che – se adeguatamente supportati e nell’ambito di un più vasto e articolato nuovo piano straordinario di prevenzione – anche le aziende agricole possono dispiegare i propri mezzi, la conoscenza del territorio e la propria esperienza al servizio di una vasta e capillare opera di difesa delle aree più a rischio. Facciamo qualcosa subito. Non possiamo permettere che la Puglia sia ridotta a un deserto di cenere”.

ALBANESI D’ITALIA, “VALLEZERIA” E’ LA FESTA PIU’ GRANDE DELLA PENISOLA

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“Vëllazëria”, la Festa della Fratellanza che si terrà a Casalvecchio di Puglia sabato 29 e domenica 30 luglio, sarà il più grande raduno italiano delle comunità arbëreshë, le popolazioni della Penisola di origine albanese. Arriveranno gruppi da Sicilia, Calabria, Molise, Taranto, ospiti da Albania e Kosovo, che si uniranno alle associazioni e ai gruppi folk arbëreshë di Casalvecchio di Puglia.

LA SFILATA DEI GRUPPI. La due giorni della “Festa della Fratellanza” comincerà sabato 29 luglio, alle ore 11, in Largo Santa Maria delle Grazie, con l’accoglienza dei gruppi e degli ospiti, per poi proseguire alle ore 13 con un Convivium di benvenuto. Nel pomeriggio, dalle ore 16, i maestri Admir Shkurtaj e Antongiulio Galeandro condurranno lo stage di canto e musica arbëreshë nei locali della scuola Celozzi. Alle ore 18, in Piazza Padre Pio, si darà il via all’inaugurazione ufficiale della Festa della Fratellanza, con la contemporanea apertura della mostra intitolata “Albania ieri e oggi”. A seguire, le stupende e suggestive “Vallje”, le sfilate in costumi tradizionali per le vie del paese. Parteciperanno gruppi da San Marzano di San Giuseppe (Taranto), Ururi (Campobasso); Santa Sofia d’Epiro, Cerzeto e Civita (tutti e tre dalla provincia di Cosenza). Ad essi, si uniranno i gruppi folk e le associazioni di Casalvecchio di Puglia, oltre che ospiti e artisti provenienti dalla Sicilia, dal Kosovo e dall’Albania. Sempre sabato 29 luglio, in programma la spettacolare cena street food alle ore 20 e poi grande serata di musica e danze popolari alle ore 22, quando sul palco saliranno Rrënjët e Vëllazëris; Bashkim Etnofolk.

L’ABBRACCIO DEL BORGO. La seconda giornata, quella di domenica 30 luglio, sarà aperta alle ore 10.30 dalla ‘Gjtonie’, il tour alla scoperta dell’architettura, dell’artigianato e delle tradizioni locali coordinato dalla guida turistica Franca Palese. Si tratta di un vero e proprio “abbraccio del borgo” ai gruppi arbëreshë provenienti da tutta Italia. Dopo la pausa pranzo, le attività riprenderanno alle ore 16, con uno stage di canto e musica arbëreshë. In Piazza Padre Pio, dalle ore 18.30, si terrà la presentazione del Film Netflix “Arberia”, con l’intervista a Caterina Misasi, attrice protagonista. Alle ore 20, in Corso Skanderbeg, grande cena collettiva in modalità street food. A seguire, la “Notte di Vëllazëria”, con le esibizioni degli Shega (musica pop-arbereshe) e di Valerio Scanu insieme alla Melos Orchestra diretta da Francesco Finizio.

LA FESTA. Ad aprire “Vëllazëria” ci saranno importati ospiti istituzionali. Tanti e autorevoli gli ospiti che arriveranno dall’Albania, per rinnovare un patto di amicizia scritto nella storia e alimentato dall’antica fondazione e dalle radici culturali di Casalvecchio di Puglia. E poi arte, accoglienza, laboratori, musica, stand gastronomici, danze del folclore albanese. Tutto in due giorni durante i quali sarà possibile scoprire le origini di un legame profondo e fecondo tra Casalvecchio di Puglia e l’Albania. Casalvecchio di Puglia, tra il XV e il XVI secolo, fu popolato dagli albanesi venuti in Italia a seguito di Giorgio Castriota Skanderbeg per combattere al fianco di Ferdinando I d’Aragona contro Giovanni D’Angiò. Il paese rappresenta fieramente una delle 50 comunità albanesi di antica tradizione residenti in Italia, gli arbëreshë, comunità che conservano e promuovono la conoscenza di una fortissima identità storico-culturale e linguistica

I GRUPPI FOLK. Saranno presenti i Tallandishat të Katundit e gli Ansambli Muzikor S.K.A. NDËR, entrambi di Casalvecchio di Puglia (FG); Muzëkë e rë, da San Marzano di San Giuseppe (TA); Yllazët të Rëgjënda, da Ururi (CB); Shqiponjat, da Santa Sofia d’Epiro (CS); Shpirti Arbëresh, da Cerzeto (CS); Gruppo Folk di Civita – Civita (CS).