Sarà istituito dal Gruppo Stilmarmo e intitolato a Claudio D’Amato Guerrieri, fondatore della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari
E’ in arrivo un prestigioso “premio”, che celebrerà la miglior tesi di laurea sulla “Pietra di Apricena”.
Ad annunciarlo è Alfonso Masselli, responsabile delle relazioni esterne del noto gruppo industriale Stilmarmo di Apricena, del cui bacino estrattivo (secondo in Italia, dopo quello di Carrara) rappresenta il player di spicco a livello internazionale.
«Con questa iniziativa intendiamo invogliare i laureandi in architettura di tutto il mondo a sviluppare la propria tesi sulla “Pietra di Apricena”, schiudendo nuovi orizzonti sui suoi molteplici impieghi nell’architettura, nelle costruzioni e nelle economie circolari. E, nello stesso tempo, vogliamo intercettare nuovi talenti, le cui idee sono il nutriente principale di quelle imprese che vorranno continuare ad esserci. Sarà un riconoscimento prestigioso sin dai nastri di partenza e premierà quelle tesi sperimentali che offriranno maggiori spunti in materia di innovazione e sostenibilità, su cui si giocherà la partita internazionale dei prossimi anni ed alla quale il gruppo Stilmarmo intende partecipare non da semplice spettatore».
Com’è nata questa iniziativa?
«Ascoltando il brano “Non è così male” di Santi Francesi, il talentuoso giovane duo di “X Factor 2022”. Un inno a darsi da fare e a non restare a guardare. “Che cosa me ne faccio di un clacson se non ho voglia neanche di suonare”? Ecco il verso chiave del brano, su cui tutti siamo chiamati a riflettere seriamente. Noi di Stilmarmo il “clacson” vogliamo suonarlo con forza e determinazione».
Un premio, dunque, prestigioso. In che senso?
«E’ nostra intenzione istituirlo con la collaborazione del nostro autorevole partner istituzionale: il Politecnico di Bari, l’unico politecnico d’Italia ad essersi altamente specializzato sulla pietra. Affideremo l’intera gestione del premio (dal bando alla proclamazione del vincitore) al suo Dipartimento di Architettura, presso il quale insegna il massimo esperto di pietra in Italia, Giuseppe Fallacara, professore ordinario di progettazione architettonica nonché tra i venti esperti mondiali dell’Accademia della Pietra della Fondazione Hermés, la celebre maison della moda».
«Ma sarà un premio prestigioso anche e soprattutto per la sua intitolazione. Vogliamo, infatti, dedicarlo a Claudio D’Amato Guerrieri, il fondatore della Facoltà di Architettura del Politecnico di Bari. La sua è una storia di lungimiranza e originalità. Ma anche di caparbietà. Mentre negli anni ‘90 del secolo scorso tutti erano accecati dall’avanzare della tecnologia, lui guardava al territorio pugliese, al “terreno” dove da sempre è esistita la sua distintiva risorsa: la pietra, simbolo e testimone cangiante di cultura. Ne diventò paladino per dimostrare che i nuovi strumenti possono, attraverso un innovativo progetto didattico, dare luce, vita, all’antico dna dei pugliesi, protesi nella cultura del mediterraneo. E, visti i risultati conseguiti negli anni dal Politecnico di Bari, primo del sud d’Italia e tra i migliori d’Europa, la sua idea progressista si è rivelata assolutamente vincente».
Sarà un bando chiuso o aperto?
«Apertissimo. Altrimenti non potrebbe portare il nome di Claudio D’Amato Guerrieri. I talenti sono come le stelle dell’universo. Per individuarli dobbiamo aprirci al mondo. E col Politecnico di Bari questo sarà possibile, considerati i suoi consolidati collegamenti con le più prestigiose università di tutto il mondo, tra cui l’americana New York Institute of Technology. Ovviamente, noi tifiamo Italia, ricca di giovani talenti ma il più delle volte costretti ad emigrare. Nel nostro piccolo, vogliamo contribuire a frenare la fuga dei cervelli».
In cosa consisterà il premio?
«Questo è uno di quegli aspetti che dovremo necessariamente definire col Politecnico di Bari. E lo faremo molto presto. Il nostro auspicio è che il premio sia presentato al “Marmo+Mac”, la più importante fiera mondiale dedicata all’intera filiera della produzione litica, che si terrà a Verona dal 26 al 29 settembre, dove esporremo i nostri nuovi prototipi, frutto delle attività di “Ricerca & Sviluppo” che condividiamo da tempo col Politecnico di Bari».
Questo premio cosa rappresenterà per la città di Apricena?
«Il trampolino di lancio verso una nuova era. Auspichiamo che Apricena diventi molto presto sede distaccata del Politecnico di Bari con un’offerta formativa completa. Pensiamo ai corsi di laurea in architettura ed in ingegneria mineraria. Il nostro impegno c’è. E lo abbiamo dimostrato anche con l’iniziativa dei “corsi master” del medesimo politecnico, che prossimamente saranno attivati ad Apricena, anche grazie al gran lavoro svolto dall’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Antonio Potenza, che, con lodevole lungimiranza, ha subito sposato la nostra iniziativa siglando un apposito “accordo quadro” col Poliba», conclude il responsabile delle relazioni esterne del Gruppo Stilmarmo.
Cenni biografici sul Professor Claudio D’Amato Guerrieri
Nato il 22 dicembre 1944, si laurea nel 1971 all’Università “La Sapienza” di Roma, nella Facoltà di Architettura, conseguendo un diploma di perfezionamento per il restauro e lo studio dei monumenti. Torna nella sua amata terra, la Puglia, fondando, nel 1989, a Bari, la Facoltà di Architettura, confluita, nel 1991, nel neocostituito Politecnico di Bari, primo Politecnico del Mezzogiorno.
Si occuperà, dal 1990 e per tutta la vita, che si spegne a Roma il 6 agosto 2019, di far crescere la sua creatura, la “Scuola Barese di Architettura”, caratterizzata dalla fortissima identità regionale ma pronta all’innovazione di una storia e una tradizione già di per sé favolosa. Il suo impegno è stato riconosciuto a livello accademico sia nazionale che internazionale.
Dal 1978 realizzò molte opere in tutta Italia, partecipando alla “X Mostra Internazionale di Architettura” della Biennale di Venezia come curatore della rassegna “Città di pietra”.
Nel 2003 diviene membro del INTBAU (International Network for Traditional Building, Architecture & Urbanism, l’associazione che sostiene l’edilizia tradizionale mantenendone il carattere locale), a testimonianza dell’importanza che aveva per Claudio D’Amato Guerrieri l’architettura tipica della sua terra.
Tanto è il suo impegno e dedizione al proprio lavoro che, nel 2016, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce il Premio “Presidente della Repubblica”, il premio nazionale per le arti (in foto, il momento della consegna del premio).