Le persone semplici sono eleganti per natura. Non si presentano con inutili orpelli e affettazioni. E non sono schiave del narcisismo
Non è semplice essere semplici. Come scriveva Giacomo Leopardi, che scavava senza paraocchi nella profondità dell’animo umano, l’uomo è portato per sua natura «all’artifizio e all’affettazione» e in generale «i mezzi più semplici, veri e sicuri, sono gli ultimi che troviamo». Non è, come potrebbe sembrare, un modo per complicarsi la vita. Ma è solo un’idea banalizzata, riduttiva, schematica, della semplicità. Più che una virtù, la consideriamo un cedimento, una resa. Specie nell’era della competizione, del merito, delle competenze, del superare l’altro altrimenti non sei nessuno. E invece la semplicità ha un enorme valore, estetico ed etico.
La semplicità è una qualità. E l’essere semplici rafforza la nostra personalità, non la indebolisce. Una sciagurata distorsione semantica, alla quale corrisponde un’idea declinante della semplicità, ha fatto sì che attorno a questa parola si siano andati moltiplicando sinonimi tutti di segno negativo. Semplicione, sempliciotto, solo per fare due esempi. persone di scarso spessore, di poco peso, e quindi anche poco affidabili. Il contrario del valore e del peso specifico della semplicità. dote da coltivare e da non sprecare.
IMPORTANZA DELLA SEMPLICITÀ
Avete mai ascoltato la musica di Ludovico Einaudi, straordinario musicista piemontese e di nipote di Luigi, il secondo presidente della Repubblica Italia nonché fondatore della più prestigiosa casa editrice italiana? Fatelo. Non solo perché parliamo di un artista molto amato dal grande pubblico, capace di vendere oltre 1 milioni di dischi, con tournée mondiali che fanno puntualmente il “tutto esaurito”, ma per il fatto che tutta la musica di Einaudi, secondo la sua definizione, è «un elogio alla semplicità». Un elogio che mette insieme Mozart e i testi minimalisti, la musica etnica con quella classico-romantica, il rock con il jazz, l’elettronica con la tradizione. E consente al musicista di attraversare tutti i generi, senza convenzioni, senza luoghi comuni, senza barriere. Ma con enorme creatività: da qui il suo successo internazionale.
VALORE DELLA SEMPLICITÀ
Già, credo che la semplicità sia creativa per definizione. Ci libera da orpelli inutili, quelle che ogni tanto si definiscono «sovrastrutture» e ci porta, con dolcezza e con naturalezza, verso il noi stessi, ciò che siamo veramente e non ciò che appariamo. Un esercizio tutto da riscoprire nell’era dell’apparenza velocissima, quanto porosa e inconsistente, dell’esserci a tutti i costi, magari per scalare una carriera o per qualche euro in più in tasca, senza mai però restare grazie a una vera solidità, a un segno che riesca a permanere oltre la nostra esistenza.
La semplicità ci restituisce il senso dei gesti, delle parole, dello spazio, e delle cose in generale. Che cosa c’è di più semplice di un dizionario dove si recuperano, e si utilizzano senza avarizia, parole come “grazie”, “scusa”, “prego”? Parole che, nella loro essenzialità, pesano però ai fini della qualità delle nostre relazioni, e non sono mai sprecate. A differenza di tanti sproloqui auto-celebrativi che siamo costretti ad ascoltare da parte di persone che, quando le incontriamo, ci salutano così: «Ciao, come sto?».
ELOGIO DELLA SEMPLICITÀ
Quanto allo spazio, ogni angolo del Bello e finanche della Grande Bellezza, non solo quella di una singola città ma della Natura nel suo complesso, ispira semplicità. Un albero che ci copre con la sua ombra. Un fiore che ci acceca con i suoi colori. Uno spaccato di mare, montagna, collina, incastrato ancora nella magia del silenzio. Luoghi semplici, scoperte semplici, che possono però dare al nostro stile di vita, benessere, empatia, voglia di condivisione.
Esiste qualcosa di più semplice, nella tastiera degli affetti (familiari, amicali, sentimentali), di una carezza, di un bacio? Anche qui: nulla di pirotecnico (poi ognuno è libero di baciare come vuole…), ma un gesto, uno solo, in grado di restituirci il piacere, l’emozione, il batticuore, di darci e di trasmettere qualcosa che se non è amore gli rassomiglia molto.
CHE COSA VUOL DIRE UNA PERSONA SEMPLICE?
Una persona semplice ha un suo stile di vita, e innanzitutto una sua personalità che riesce a esprimere anche sul piano estetico. La semplicità, come la sobrietà, è eleganza. Diceva Balzac, che amava scrivere con semplicità, ma con una forza narrativa che lo ha reso universale ed eterno: «L’uomo di buon gusto deve essere semplice nei suoi bisogni». Appunto: semplice. Non indifferente, senza ambizioni, senza sogni, senza aspettative (anche economiche, ovviamente). No, solo semplice: allo stesso modo, quando il successo arriva, e quando il vento gira contro. Semplice che significa forte, solido, consapevole delle proprie qualità ma anche dei propri limiti. Ecco perché senza assolutamente voler comparare il nostro sito al valore della musica di Einaudi, possiamo dire che anche Non sprecare, con il suo intero impianto di notizie, consigli e riflessioni, è un elogio della semplicità. (non sprecare)