Non riconosciamo più il valore di questa virtù. Eppure, è fondamentale per risolvere i conflitti. Una persona mite rispetta gli altri e la natura
Beati i miti. Erediteranno la Terra. Il messaggio evangelico delle Beatitudini offre ai miti una prospettiva che rovescia il loro status: la violenza e il dominio che hanno subito nel corso della vita diventerà un’egemonia indirizzata al bene di tutti. Un premio con il meritato controllo del Creato.
MITEZZA
Eppure, la mitezza, al di fuori di specifici circuiti quasi tutti di impostazione religiosa, pensiamo alle comunità di monaci e frati o alle associazioni di volontari che si impegnano, anche con grandi rischi personali, per una pace sempre difficile o anche solo per una tregua, sembra essere uscita dai nostri radar. Non ne riconosciamo il valore, non la consideriamo utile, ma semmai controproducente e fonte di possibili sconfitte. Qualcosa di simile, anche se in modo meno marcato, è avvenuto per la gentilezza.
IMPORTANZA DELLA MITEZZA
Viviamo tempi di conflitti, anche aspri. Guerre che sono esplose nel mondo, come in Ucraina, per sete di potere e di conquiste, come se le lancette della Storia fossero tornate improvvisamente indietro. Scontri che si consumano nelle nostre case, nei luoghi del vivere comune, con lo scandalo dei femminicidi che da solo basterebbe a dare la misura della nostra involuzione rispetto al valore della mitezza. Non facciamoci illusioni: il conflitto esiste, ed esisterà sempre, in qualsiasi comunità. E negarlo significa solo chiudere gli occhi di fronte alla realtà oppure mettere la testa sotto la sabbia. Ma proprio l’immanenza del conflitto dovrebbe indurci a riscopre l’importanza della mitezza. Per non sprecarla e farne buon uso.
MITEZZA PER RISOLVERE CONFLITTI
La mitezza è allo stesso tempo un metodo, uno stile di vita, uno strumento per conquistare autorevolezza e credibilità. Fate un banale esperimento. Se affrontare un conflitto familiare, di qualsiasi portata, senza il metodo della mitezza, il rischio dell’implosione dei rapporti diventa altissimo. Le relazioni potrebbero non reggere all’urto frontale del conflitto. La mitezza come metodo, invece, vi consente di acquisire un minimo di distanza dalla febbre dello scontro. E potrebbe indurre anche l’antagonista, o gli antagonisti, a fare lo stesso. I rapporti umani, ricordiamolo, sono sempre soggetti a una legge fondamentale della fisica: a ogni azione corrisponde una reazione di segno uguale e contrario. Un uomo mite, Ghandi, ha insegnato come anche le rivoluzioni si possano fare senza macchiarsi le mani con il sangue, ma il vessillo della mitezza, capace di spiazzare anche gli avversari più crudeli.
MITEZZA COME STILE DI VITA
La persona mite ha un suo stile di vita. Un suo modo di esprimersi e di rapportarsi agli altri. Conosce e pratica la sobrietà. Detesta qualsiasi forma di violenza. Non è mai “forte con i debole, e debole on i forti”, ma semmai il contrario. E non considera la mitezza come una sconfitta laddove l’umanità tende al conflitto e alla competizione, al narcisismo e agli interessi esclusivi dell’Io, tutti elementi poco compatibili con la mitezza. Le persone miti, una volta che vengono riconosciute come tali, acquistano una visibile autorevolezza. Sono considerate credibili e affidabili. Vanno rispettate, e non derise.
COME INSEGNARE LA MITEZZA
Lo psichiatra e scrittore Eugenio Borgna ha scritto un libro bellissimo, Mitezza (edizioni Einaudi) dove ci invita a insegnare, e non solo a scuola ma innanzitutto nelle nostre famiglie, la mitezza. Un antidoto contro la violenza, l’arroganza, il narcisismo che avvelenano le nostre società. Borgna spiega bene come la mitezza sia contagiosa e ricorda, condividendola, l’antica distinzione di Norberto Bobbio tra mitezza e mansuetudine. La mitezza è attiva, capace di cambiare il modo di stare con gli altri e di scoprire, come una torcia, la nostra interiorità. La mansuetudine è passiva, e non esprime energia.
MITEZZA E SOSTENIBILITÀ
La mitezza appartiene di diritto alla cassetta degli attrezzi per un’autentica sostenibilità. Il rispetto di ciò che non ci appartiene, ma semmai abbiamo in custodia, pensiamo alle risorse naturali, è una scelta naturale per le persone miti. Che hanno a cuore la natura e non la violentano, come sentono l’impellenza della giustizia, senza mai scivolare nel moralismo, negli estremismi e nei giudizi facili. La mitezza è una prova di maturità che l’uomo è riuscito a superare, e con la quale non potrà che vivere meglio. E qui torna in mente la parabola evangelica: sono i miti che conquistano il mondo e lo cambiano, forse anche prima di finire in Paradiso. (nonsprecare)