MARLINTREMITI, ASSEGNATE LE PRIME 2 BORSE DI STUDIO

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Assegnate le prime 2 borse di studio messe a disposizione dal Marlintremiti per l’anno in corso. Nonostante il periodo di incertezza dovuto dall’emergenza sanitaria, sono pervenute tante domande di partecipazione al bando da parte degli studenti di varie Università nazionali. Un bel segnale di ottimismo che gratifica il nostro impegno a favore della ricerca e il nostro desiderio di sostenere studenti meritevoli nei loro studi.

Le borse di studio “MareTremiti2020” sono state assegnate a Martina Fattobene di San Severino Marche (MC) e a Martina Mazzetti di Roma premiate per i due interessanti progetti, uno “terrestre” da sviluppare sull’Isola di San Domino e dedicato alla “terapia forestale” e l’altro subacqueo dedicato alle cavità carsiche situate tra i 15 e 30 metri di profondità al largo della costa nord-orientale dell’Isola di Caprara dell’Arcipelago delle Isole Tremiti.

Martina Fattobene

iscritta presso l’Università di Camerino – (Macerata) con il progetto:

“Studio delle emissioni di composti biogenici organici volatili (BVOC) della vegetazione dell’isola di San Domino (Tremiti)”

Relatore Prof.ssa Silvia Zamponi dell’Università degli Studi di Camerino.

Correlatore Prof. Mario Berrettoni dell’Università degli Studi di Camerino.

Descrizione del Progetto di ricerca. La “terapia forestale” rappresenta uno strumento di medicina preventiva. Questa disciplina, attraverso il metodo scientifico, analizza la relazione terapeutica tra uomo ed ambiente forestale ed i suoi effetti benefici.

Si tratta di un ambito di ricerca interdisciplinare ed inclusivo che integra studi su vegetali, esseri umani, salute ed economia. Si intende sviluppare questa idea di terapia forestale nella Pineta dell’isola di San Domino che rappresenta un unicum sia dal punto di vista ambientale che paesaggistico ed antropico.
Il progetto prevede la realizzazione di una serie di campagne di misura quali/quantitative volte a determinare i composti biogenici emessi dalla vegetazione presente attraverso l’uso di strumentazione specifica.
Il progetto si articola nelle seguenti fasi:

  1. Speciazione delle sostanze biogeniche emesse mediante tecniche analitiche con campionamento in situ ed analisi ex-situ
  2. Misure in situ aspecifiche correlabili alla quantità totale di BVOCs emessi
  3. Andamento temporale delle emissioni.

La realizzazione di tutti e tre i punti sarà funzione della durata del progetto e della tempistica delle misure.

Martina Mazzetti iscritta presso l’Università della Tuscia – (Viterbo)

con il progetto: “Zonazione dello zoobenthos sessile in cavità carsiche sottomarine delle Isole Tremiti”

Relatore Prof.ssa Roberta Cimmaruta  dell’Università degli Studi della Tuscia

Correlatore Esterno Prof. Enrico Miccadei dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara

Correlatore Esterno: Prof.ssa Maria Flavia Gravina  Università di Roma “Tor Vergata”

Descrizione del Progetto di ricerca

Il progetto mira a studiare le associazioni di invertebrati bentonici ad Anellidi Policheti della famiglia Serpulidae e a Briozoi nelle cavità carsiche situate tra i 15 e 30 metri di profondità al largo della costa nord-orientale dell’Isola di Caprara dell’Arcipelago delle Isole Tremiti (FG), in particolare il Sifone di Punta Secca e gli Anfratti del Pianoro delle Cernie. Le grotte e le cavità sottomarine rappresentano un habitat particolare per una grande varietà di specie rare ed uniche e racchiudono in se stesse valori geologici, mineralogici, biologici e paleontologici di particolare rilevanza ecologica e naturalistica. L’ambiente delle cavità sottomarine si può considerare una sorta di “isola ecologica” in quanto rappresenta un tipo di habitat afitale, isolato dagli habitat simili, nell’ambito degli ambienti litorali eufotici. Nelle grotte e cavità sommerse i principali fattori ambientali che condizionano le comunità biologiche sono la luce, l’idrodinamismo e l’apporto trofico, le cui variazioni, a differenza dell’ambiente di mare aperto dove esse si svolgono lungo gradienti di decine o centinaia di metri, si manifestano entro distanze di pochi metri. Dal punto di vista biologico, pochi sono i gruppi di organismi marini adattati a vivere in cavità sommerse ed a colonizzare le volte e le pareti rocciose delle stesse; si tratta, infatti, quasi esclusivamente di organismi animali, in grado di vivere in condizioni di semi o completa oscurità e capaci di aderire ai substrati solidi offerti dalla conformazione delle cavità stesse. Tra questi, gli invertebrati dei gruppi dei Policheti Serpulidae e dei Briozoi sono tra i gruppi sessili dominanti. Nell’ambito degli ecosistemi bentonici, le cavità sommerse rappresentano quindi degli ambienti peculiari, unici e di particolare interesse per l’allargamento delle conoscenze scientifiche; ciò nonostante, la maggior parte degli studi condotti finora riguardano i popolamenti delle cavità presenti nel bacino del Mediterraneo Nord-Occidentale e di alcune cavità del bacino Orientale, mentre scarse sono le informazioni relative ai popolamenti delle cavità delle coste italiane del Basso Adriatico. Dal punto di vista biologico si intende caratterizzare, inoltre, lo zoobenthos lungo il gradiente esterno-interno delle cavità prescelte; si cercherà di studiare la composizione in specie dei Policheti Serpulidae e dei Briozoi, le abbondanze e la distribuzione spaziale dei singoli taxa e, relativamente ai Briozoi, delle forme di crescita delle loro colonie; mi propongo anche di analizzare i resti calcarei dei tubi di Serpulidi e delle colonie di Briozoi in carote di sedimenti accumulati nei depositi delle cavità (tanatocenosi e/o tafocenosi) per ricostruire la successione delle associazioni bentoniche utile per capire l’evoluzione dei popolamenti e quindi la storia delle cavità stesse. Dal punto di vista geomorfologico, il presente progetto si inserisce in un più ampio studio multidisciplinare di tali sistemi sommersi, che prevede in particolare la caratterizzazione geologica di dette cavità: infatti, si andrà a perimetrare le aree carsiche interessate e a misurare i parametri geomorfologici attuali delle cavità, anche grazie a software adeguati in ambiente GIS, per carpirne la loro genesi e la loro evoluzione attuale.