MARINACCI: “IO STO CON I PASTORI E GLI AGRICOLTORI DELL.A MIA TERRA”

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Ebbi già modo di scrivere, solo da qualche decennio, che le cose sul nostro promontorio, a causa dell’inerzia in cui versava e versa, non la classe impiegatizia, ma l’attuale dirigenza del Parco Nazionale del Gargano (che non è stata, fino ad ora, volano di iniziative e di sviluppo per la crescita omogenea e onesta del territorio), non andavano affatto bene, SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA! Mi posso permettere di fare questa spietata ma oggettiva analisi torico-economico-ambientale e culturale che sa di dolore per le speranze perdute per questa terra e la sua brava gente e assolutamente di MATRICE NON POLITICA E PARTITICA! Me lo impone una coscienza civica perché sono figlio vero di questa montagna xhe conosco palmo a palmo e fui uno dei primi (insieme a persone dello spessore operativo e culturale come Giovanni Ferrandino, Filippo, Fiorentino, Pasquale Soccio, Cristanziano Serricchio, Mimmo Aliota, Sabino Acquaviva e chiedo scusa a qualche altro amico dimenticato) a fare le “barricate” contro chi il Parco non lo voleva. Sono ancora il solo vivente di quella squadra e di cotanto senno (spero per molto tempo ancora), però non era questo il P.N.G. che sognavamo di donare alla nostra gente e ai nostri figli. Sognavamo di realizzare un territorio dove tutto fosse salvaguardato ma dal quale l’uomo non sarebbe mai stato cacciato ed ostacolato nelle sue attività agro-silvo-pastorali. Anzi, le avrebbe incrementate con metodi antichi ma tecnologie e parametri igienico-sanitari al passo con i tempi, creando occupazione per i giovani; salvaguardia delle razze ovi-caprine, bovine ed equine in via di estinzione, perché non produttive e competitive con le nuove razze che, oltre a creare inquinamento genetico avrebbero distrutto, nel giro di pochi anni un patrimonio non più recuperabile; Salvaguardia ponderata delle foreste, reimpianti forestali e cantieri annessi che avrebbero creato mano d’opera per la gente delle aree interne con l’aiuto di giovani professionisti locali. Appoggiai con entusiasmo, perciò, il simbolo che la buon’anima di Matteo Fusilli ci propose, perché quel simbolo aveva l’uomo al centro del sistema parco con il cielo, mare e terra da corolla8 se oggi dovessi fare un simbolo per far denotare l’attuale situazione comatosa in cui il P.N.G. versa ed è sempre più lontano dal grido di dolore degli allevatori ed agricoltori, rifarei lo stesso simbolo SENZA L’UOMO, perché, oggi, è l’uomo il grande escluso dal parco e l’ambiente non è tutelato affatto). Mi preoccupai, come deputato parlamentare di capire interessi ed amore della gente del Gargano nella riperimetrazione avvenuta nel 2001, cercando di mettere tutti d’accordo ad un tavolo tecnico politico- amministrativo, ambientalistico e venatorio. Arrivarono, di conseguenza, fondi per valorizzare usi, costumi, tradizioni e attività agro-silvo-pastorali del parco e TUTTE LE AREE DEL GARGANO e anche per l’ assunzione di impiegati ( quasi tutti bravi e impiegati modello ma una dirigenza politico-tecnica, che da alcuni anni è la vera piaga del Parco e ne frena addirittura lo sviluppo in modo fondamentale , forse, irreversibile e non voglio ancora dire discriminatorio per aree). Oggi, dopo, oltre 20 anni, devo ricredermi su questo sistema gestionale del parco che si è insediato in via S. Antonio Abate (come i proci nella casa di Ulisse e Penelope) che è molto distante dalle esigenze della gente e molto propenso ad esose progettazioni di facciata realizzate ed abbandonate ma che nulla portano alla crescita del territorio. Territorio che si sta spopolando, giorno dopo giorno, perché in questo parco, così come concepito ultimamente, NON C’E’ POSTO PER L’ESSERE UMANO…ANZI…NOI ABITANTI RESIDENTI-RESISTENTI SIAMO QUASI UN PESO E LE NOSTRE ATTIVITA’ ATAVICHE CHE SONO STATE LA NOSTRA QUINTESSENZA DI UN’ECONOMIA ANTICA FATTA DI SANGUE, SACRIFICI E SUDORE VENGONO OSTACOLATE, NON SALVAGUARATE, OFFESE E VILIPESE DALLE ATTUALI ISTITUZIONI CON LACCI, LACCIOLI E UNA BUROCRAZIA ASSURDA DOVE DICE UN VECCHIO PROVERBIO:” IL NO TI SPICCIA E IL SI TI IMPICCIA!!”! Infatti, i giovani vanno via, senza speranza di un ritorno, perché non c’è all’orizzonte una sola attività produttiva che essi possano realizzare. Gli anziani muoiono di solitudine ed in uno stato di abbandono senza servizi degni del nome e che vengono tolti alla gente giornalmente…E TUTTI ZITTI! Le attività stagionali vanno alla grande, non sicuramente grazie al parco ma solo perché si danno da fare con fiere e investimenti vari e perché viviamo in una montagna bella e magica dove la gente ci viene, ma non per merito del P.N.G. . Oggi, a questa piaga burocratica ostativa che determina, in molti casi, la morte di territori delle aree interne che si spopolano, sempre più, si aggiunge il “menefreghismo finto ambientaloide” verso la falcidia di greggi, da parte del lupo e del sovrannumero esorbitante di cinghiali che distruggono le colture delle aree interne utili per il cibo del bestiame negli inverni delle aree interne.

Che sia chiaro: IO SONO PER LA DIFESA DI TUTTA LA FAUNA SELVATICA TANTO CHE NE FECI E NE FACCIO UNA BANDIERA CONTRO CHIUNQUE CERCHI DI DISTRUGGERLA, METTENDOCI LA FACCIA E LA TASCA…E NON DA ORA …DA SEMPRE! SONO SEMPRE STATO ( l’ho scritto solo dal 1996 e ho lottato senza risultato, fino ad ora) A FAVORE DELLA CACCIA APERTA TUTTO L’ANNO SUL MODELLO AUSTRIACO E DI ALTRI PAESI EUROPEI CHE DI PARCO POSSONO DARCI QUALCHE LEZIONE E SONO DETERMINATO CONTRO OGNI TIPO DI BRACCONAGGIO… PERCHE’ TUTTO DEVE AVERE UNA REGOLA E CI DEVE ESSERE UN RISPETTO RECIPROCO TRA L’UOMO E L’AMBIENTE ALTRIMENTI IL SISTEMA SALTA! Ed è quello che sta per succedere sul Gargano. STA PER SALTARE IL SISTEMA perché sono venute men quasi tutte le misure di salvaguardia, non per l’ambiente…MA PER L’UOMO…E L’UOMO COMINCIA A NON POTERNE PIU’! SI ASSISTE INERMI A BRANCHI DI LUPI CHE CI FALCIDIANO LE GREGGI CHE SI ALLEVANO CON SUDORE E FATICA , senza che ci sia un equo indennizzo certo ed in tempi dovuti per tali danni, perché non c’è la salvaguardia, da parte degli enti preposti, di prodotti nostri e gli stessi vengono deprezzati ab origine e perfino scartati( una pecora costa circa 20 euro ed un agnello ha un prezzo irrisorio, la capra garganica sta scomparendo perché non tutelata affatto, è scomparso, quasi del tutto, il patrimonio equino e la mucca podolica viene giornalmente massacrata perché non produttiva e competitiva con altre razze, ecc.). Non parliamo del territorio che a cause di inefficienze amministrative locali (nessuna opposizione al P.I.R.T.T.2013) vede imbalsamato e mortificato un territorio e gli operatori che in esso ci vivono e vorrebbero creare sviluppo ma tutto è vietato…anche il malumore! Allora cosa fare? Disse il mai compianto Gino Bartali :” tutto sbagliato…tutto da rifare!”. E’ inutile uscire ancora con “stronzate” finto propositive per far vedere di cambiare affinché si plachi la nascente protesta e poi, non cambi mai niente, come dare il cane al pastore, dare altre elemosine varie, ecc. Quando si istituì il P.N.G. la gente era padrona vera delle sue terre, dei suoi pascoli, delle sue greggi e del suo territorio. Con l’avvento del P.N.G. la gente del Gargano subì un vero e proprio esproprio finto ambientale e non fu più padrona del suo territorio. Territorio che già da millenni aveva sempre salvaguardato perché distruggerlo significava distruggere se stessa. Infatti, ci sono territori di privati cittadini inseriti nell’area parco che, di fatto, non sono più di proprietà dell’antico proprietario, perché essi sono vincolati e fatto divieto di quasi tutte le attività agro-silvo-pastorali. A tutto ciò aggiungasi la novella piaga( e se non si prendono veri provvedimenti seri , a breve e lungimiranti, non sarà ultima) del ritorno del lupo che fa stragi di bestiame e dell’aumento spropositato di branchi di cinghiali che sono diventati infestanti per il territorio che distruggono colture utili alla sopravvivenza del bestiame e dell’uomo nelle arre interne, oltre tanti dinieghi, lacci, laccioli, divieti e atti malavitosi vari che si perpetrano a danno dell’ambiente, come taglio e furti di legna, perché giornalmente la gente sfiduciata abbandona le aree interne e, quindi, non c’è più l’atavica ed efficace guardiania. Cosa fare nell’immediato? In primis convocare un tavolo tecnico-operativo con tutti gli operatori impegnati nei settori agro-silvo-pastorali del Gargano che non veda nessuno sul “banco degli imputati” ma che apra un dibattito concreto sul da farsi senza strumentalizzazioni politico-partitiche di nessun genere, perché il Gargano non si può dividere in questo momento e con una battaglia vitale per il futuro dei nostri giovani ed operatori di settore e per la stessa sopravvivenza di un Ente Parco Nazionale del Gargano che non può più essere diretto come fino ad ora! Se la lotta è seria e deve raggiungere dei risultati senza protagonismo e strumentalizzazioni a sfondo politico di masse di operatori esasperati…IO CI STO’ E STO DA SEMPRE CON I PASTORI E GLI AGRICOLTORI DELLA MIA TERRA!

ON. NINO MARINACCI