Parla la senatrice Annamaria Fallucchi intervistata dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Ecco alcuni stralci.
Tra mare, cielo e terra. Vederli oggi sembrano quasi una icona di un passato che non esiste più. Quelle ingegnose piattaforme in legno che un tempo servivano ai pescatori per la pesca con le reti direttamente sul mare, oggi rappresentano un mix di ingegnosità, arte e tradizioni.
Sono i trabucchi (o trabocchi come sono chiamati in Abruzzo, saliscendi o bilancini e bilancioni a seconda della zona) che, dopo centinaia di anni, diventano il simbolo del duro lavoro, dei sacrifici e del sudore versato da intere generazioni di pescatori. Uomini di mare esperti che, proprio grazie a questi manufatti sulle rive delle coste del Mar Adriatico, riuscivano ad assicurare una scorta alimentare di pesce anche nei periodi più infelici.
Per tutelare questi antichi manufatti si sono mobilitati Comuni, Regioni e intere comunità. Alcuni sono stati ricostruiti e sono funzionanti, altri sono stati riconvertiti in attività di ristorazione. Per tutti quelli esistenti è stata presentata la candidatura per il riconoscimento come beni immateriali dell’umanità.
Ma, nel frattempo, potrebbe arrivare anche una legge dello Stato per tutelarli e valorizzarli. Nei giorni scorsi, infatti, è stato presentato al Senato un disegno di legge («Disposizioni per la tutela e la salvaguardia dei manufatti e delle macchine per la pesca tradizionali esistenti sul demanio marittimo, lacuale e fluviale») firmato anche dalla senatrice pugliese Annamaria Fallucchi di Fratelli d’Italia, originaria di San Nicandro Garganico. La prima firmataria è stata, invece, Etel Sigismondi, coordinatore di FdI in Abruzzo.
Senatrice Fallucchi, come nasce questo Disegno di legge?
“L’intento è quello di dare alle Regioni la possibilità di agire sul consolidamento, la valorizzazione e se necessario, la ricostruzione dei trabucchi dato che sono molto frequenti episodi di loro danneggiamenti a causa del maltempo o dell’alta marea. Ma non solo: il disegno di legge contiene anche la richiesta di deroga alla normativa Bolkestein, in quanto questi luoghi non possono essere trattati alla stregua degli stabilimenti balneari”.
È una legge che punta i riflettori a livello nazionale e, quindi, anche e soprattutto sulla Puglia, con particolare riferimento al Gargano
“Sulla costa garganica si trova il maggior numero di trabucchi pugliesi (uno è presente anche a Barletta e trani, ndr) che hanno però necessità di essere valorizzati. La parte tra Peschici e Vieste è quella in assoluto più ricca. L’obiettivo è il patrimonio Unesco con il Gargano che potrebbe essere meta del turismo internazionale”