LA TIPICITA’ E L’UNICITA’ DEL CARNEVALE SANNICANDRESE

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Il carnevale sannicandrese lo è sempre stato e continuerà ad essere sempre il più originale di tutta la nostra provincia con la sua spontaneità, la sua fantasia, il suo folklore, la sua musica, la sua satira e i travestimenti dei personaggi che lo animano. Anche se con il passare del tempo si è evoluto mutandone i vecchi contenuti, il carnevale a San Nicandro conserva sempre la sua schiettezza e spontaneità.

Come non ricordare la satira e l’ironia di “Tr’ppetta e Cusimicchj” ripresa da Michele Grana. Poi “U ditt”, teatro in vernacolo che si ripete a fase alterne. Si ricorda i tre gruppi di qualche tempo fa: La storia d’ cummar jatta, Cart a long’, U cunciurtin – la trid’ca. Ed ancora tante maschere singole che rappresentano pezzi della quotidianità locale. Poi i carri allegorici con la loro sfilata che movimenta allegramente tutte le strade che attraversano. E come non puntare gli occhi sugli ori delle Pacchiane accompagnate dai loro Pastori sulla preziosità di quel vestito che incanta e che affascina lo sguardo di chi ancora non lo conosce.

A tutto questo si aggiunge la gastronomia tipica del carnevale con i “Pupurat”, gli “Struffoli” natalizi in veste carnevalesca, i “Cantucci”, le “Chiacchiere”, le “Castagnole”, ecc.

Una storia particolare ed originale che è solo sannicadrese a cui occorre prestare attenzione oltre che sotto l’aspetto squisitamente culturale, anche dal punto di vista turistico anche nella considerazione che ha più di 500 anni di vita. Non si deve lasciare una manifestazione di questa elevata statura culturale alla sola attenzione della cittadinanza ma all’occhio e all’apprezzamento di tutta la nostra provincia magari con un gruppo di lavoro che pensi già al prossimo anno e che si dedichi solo alla organizzazione dell’evento e alla conservazione della sua unicità. (foto:GlioridelGargano)

IN ALLEGATO: LA FOTO DELLE DUE PACCHIANE