LA PESCA DEI RICCI NEI MARI PUGLIESI SI FERMA PER TRE ANNI

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Si ferma per tre anni la pesca dei ricci nei mari pugliesi – Scatta oggi, e per i prossimi tre anni, il fermo sulla pesca dei ricci nei mari pugliesi. La proposta di legge è stata approvata lo scorso 28 marzo dal Consiglio regionale ed è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione lo scorso 20 aprile.

“Si chiude così”, sottolinea il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, “il cerchio di un iter complesso, partito dalla mia proposta di legge condivisa con pescatori, ricercatori e ambientalisti, ben accolta da tutti coloro che amano il mare e la natura. Vietato pescare i ricci nei nostri mari per consentire il ripopolamento dei fondali a rischio desertificazione a causa del prelievo massiccio degli ultimi anni. Non basta il periodo di fermo biologico nei mesi di maggio e giugno, serve uno stop di tre anni per lasciare ai ricci tempo e modo per riprodursi”.

La ragione è presto detta: l’abbondante consumo di ricci, ormai piatto apprezzato su larga scala. “Da alimento per pochi, il riccio di mare è diventato una moda gastronomica sempre più diffusa”, continua Pagliaro, “alimentando un mercato ormai fuori controllo. Per un solo piatto di spaghetti con ricci di mare ne servono almeno 25 esemplari, e non è stata più rispettata neppure la taglia minima consentita per il prelievo: sette centimetri di diametro”.

La legge vieta la pesca ma non la commercializzazione di ricci di provenienza extra regionale.

La notizia del fermo sulla pesca dei ricci nei mari pugliesi evidenzia la necessità di una gestione sostenibile delle risorse ittiche, non solo a livello regionale, ma anche globale. Il sovrasfruttamento delle risorse marine è un problema che affligge molte parti del mondo e richiede azioni concrete da parte di governi, pescatori, scienziati e consumatori.

Il consumo di prodotti ittici come il riccio di mare ha visto un aumento esponenziale negli ultimi decenni, alimentando una domanda sempre maggiore che, se non gestita correttamente, può portare a una riduzione delle popolazioni ittiche e alla compromissione degli ecosistemi marini. Questo è il motivo per cui le leggi come quella approvata in Puglia sono importanti, in quanto limitano l’accesso alla risorsa, consentendo alle popolazioni di recuperare e riprodursi.

Tuttavia, la gestione sostenibile delle risorse ittiche non può limitarsi alle singole regioni o paesi. È necessario un approccio globale che preveda la collaborazione tra paesi per la condivisione di informazioni e strategie di gestione, l’implementazione di misure di controllo e la creazione di reti di aree marine protette.

Inoltre, i consumatori hanno un ruolo cruciale nella promozione di una gestione sostenibile delle risorse ittiche. Scegliere prodotti ittici provenienti da pratiche di pesca sostenibili e responsabili è fondamentale per ridurre l’impatto delle attività di pesca sull’ambiente marino e garantire la sopravvivenza delle specie ittiche a lungo termine.