La lealtà è una virtù senza compromessi: o dentro o fuori. Spesso siamo sleali per paura. Diceva Confucio: «Mettete la lealtà al di sopra di ogni cosa, e non abbiate paura di correggere i vostri errori»
Siate leali. E fatelo per convenienza, prima ancora che per una scelta morale. La lealtà paga, anche se non sempre nel breve periodo, è una virtù che migliora qualsiasi aspetto della vita, a partire dalle relazioni umane, dal nostro rapporto con gli altri.
LEALTÀ
Le piccole e grandi bugie, le furbizie, i detti e non detti, sono tutte cose che possono procurare (modesti) vantaggi nell’attimo breve del tempo, ma alla lunga è la lealtà, l’avere una parola e rispettarla, che rende una persona più credibile, più autorevole e più attraente. È solo una questione di tempo.
IMPORTANZA DELLA LEALTÀ
In quanto virtù dai mille vantaggi, la lealtà non conosce vie mediane. O dentro, o fuori, o sei una persona leale, e quindi affidabile, oppure hai una tendenza a mentire, e quindi assumi le sembianze di una persona pericolosa. Non accettando il compromesso, la lealtà in qualche modo plasma il nostro carattere, e infatti la parola deriva del latino legalitas, che indica appunto una componente del carattere. Non un pezzetto della nostra personalità, ma una sorta di architrave.
ESSERE LEALI
Dalla singola persona l’atteggiamento di essere preso sulla parola, come un punto di onore, si allarga all’atteggiamento dei popoli. Non nascondiamolo: gli italiani, come buona parte dei popoli latini, hanno una fastidiosa tendenza alla bugia, alla mezza verità, al relativizzare i fatti. E ciò ci rende meno credibili e affidabili. Per gli anglosassoni, invece, la lealtà, per quanto impegnativa, è una condizione che non può essere aggirata. E chi mente, nella vita pubblica come nella vita privata, paga un prezzo durissimo per le sue bugie. Pensate a quanti ministri e personaggi potenti, in America, sono stati costretti a dimettersi per avere detto una, e una sola, bugia. Oppure pensate a quanti anni di carcere si scontano negli Stati Uniti per l’evasione fiscale, una forma di slealtà del cittadino verso lo Stato. In Italia, invece, la bugia è talmente cronica che ci fa sorridere, la consideriamo una forma lieve di vizio, quasi non ci facciamo caso, e finiamo tutti, prima o poi, per utilizzarla. Proprio perché agli italiani piacciono i bugiardi.
BENEFICI DELL’ESSERE LEALI
La lealtà, che un tempo era anche una questione di onore e di amor proprio, due concetti piuttosto obsoleti, espande sicurezza. Un uomo che riesce a essere, nella continuità di un rapporto, rassicura la sua donna, e quindi, altra convenienza, è una virtù molto seduttiva. Al contrario, il bugiardo o il mezzo bugiardo, due categorie di persone sleali, appaiono fragili, incerti, poco rassicurati. Meglio non fidarsi. E lo stesso meccanismo si genera nell’amicizia: un vero amico non può non essere leale, non può non essere una persona della quale ci fidiamo. Senza se e senza ma.
Qualche volta siamo sleali non per cattiveria o per furbizia, ma solo per paura. La paura di dire la verità, di confessare uno sbaglio, di riconoscere con autocritica ciò che non funziona in un nostro comportamento. Diventiamo sleali per autodifesa, e facciamo ancora più danni. Confucio, grande conoscitore degli uomini, diceva: «Mettete la lealtà e la fiducia al di sopra di ogni cosa, e non abbiate paura di correggere i vostri errori». Appunto, sbagliare è umano, e riparare deve diventare possibile senza arrampicarsi lungo l’impervio sentiero della slealtà. Che prima o poi riporta nel burrone.
Infine, la lealtà ci rende più liberi e più sereni con la nostra coscienza. Non scivolare nella palude della bugia cronica, significa guardarsi allo specchio con l’occhio dritto, non abbassato, ed essere, anche in un momento delicato, nella condizione di non cedere ai sensi di colpa. E pazienza se, qualche volta, c’è da pagare un prezzo, in quanto per esempio mantenere ciò che si è promesso può andare contro i propri desideri. È un conto che vale la pena di saldare.
RIFLESSIONE SULLA LEALTÀ
Ma la lealtà non è solo una forma di sincerità verso l’altro, un modo per tenere saldo il patto fiduciario che lega due persone negli affetti o lo stato e il cittadino nella dimensione della vita pubblica. C’è qualcosa della lealtà che la collega alla sostenibilità. Il mondo sottosopra, insostenibile, è innanzitutto ingiusto nel modo con il quale inganniamo gli altri. I più deboli, ovviamente. Non approfittiamo, per esempio, del progresso tecnologico e della globalizzazione per aumentare i dividendi da distribuire, ma semmai per aumentare, come sta avvenendo ormai da troppi anni, la concentrazione della ricchezza. Sui grandi temi ambientali, la lealtà ci vincola innanzitutto alla natura e agli equilibri che sottintende, siamo circondati da atteggiamenti sleali, impegni presi e non mantenute, grida d’allarme che puzzano di fariseismo. E in fondo, Greta finora ha avuto già un grande merito: smascherare, in modo palese, questa commedia degli inganni e mettere qualche carica di dinamite sotto il castello delle bugie. Una scossa che poteva arrivare solo dall’energia e dalla spavalderia di una ragazza della sua età. (nonsprercare.it)