LA CAPITANATA È UN MUSEO A CIELO APERTO

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Guardate attentamente la cartina che illustra questo post, con particolare riferimento alle tonalità di verde che contraddistinguono i diversi comuni.

La provincia di Foggia è tra le più colorate. Il comprensorio Foggia-Manfredonia esibisce la stessa tonalità di verde di Napoli, e soltanto l’area di Roma presenta un verde ancora più scuro.

Che significheranno mai le diverse sfumature di colore? Alzi la mano chi non ha pensato che l’intensità del verde stia a designare qualcosa di negativo: criminalità, dissesto stradale e via discorrendo.

Invece no, cari amici e lettori di Lettere Quotidiane. Quel verde sta ad indicare la concentrazione di beni culturali ed architettonici, e che Foggia e Manfredonia stiano al passo con Napoli, Bari e Lecce, e siano secondi soltanto a Roma, è davvero qualcosa che sorprende, e che dovrebbe indurre ad un’attenta riflessione sulla bellezza che ci circonda e non conosciamo e, fatale conseguenza, non valorizziamo.

Devo confessarvi d’aver rinvenuto questi dati sorprendenti in un contesto che con la bellezza e la cultura c’entra assai poco. Si tratta, infatti della “Mappa dei rischi dei comuni italiani” di recente pubblicazione, ad iniziativa dell’Istituto Nazionale di Statistica e di Casa Italia, Dipartimento della Presidenza del Consiglio.

L’iniziativa ha lo scopo di offrire un quadro informativo integrato sui rischi naturali in Italia, e tra i diversi indicatori presi in considerazione ai fini della valutazione del rischio c’è anche l’indice di concentrazione dei beni culturali ed architettonici, con le sue rappresentazioni infografiche, che compendiamo nelle cartine che potete vedere nel post.

La Capitanata è la provincia più colorata di Puglia e tra le più colorate dell’intero Mezzogiorno e dell’intero Paese, con dati davvero entusiasmanti: in provincia di Foggia figurano ben 1500 beni culturali (su 8.957 dell’intera Regione) e ben 1426 beni architettonici (su 8.468).

A far da traino sono Foggia e Manfredonia, rispettivamente con 275 beni culturali e 272 beni architettonici e Manfredonia (158 e 148).

Le diverse sfumature di verde designano le cinque fasce in cui è stata suddivisa la concentrazione di beni culturali e architettonici. Il verde più intenso indica una particolare concentrazione, quello meno intenso – il verdino, per intenderci – indica una concentrazione significativa.

Per la Capitanata ne viene fuori una interessante mappa a “macchia di leopardo”. Oltre a Foggia e Manfredonia, presentano significative emergenze culturali ed architettoniche (li elenco da nord a sud) Serracapriola, San Paolo Civitate, Apricena, San Nicandro Garganico, Ischitella, Vico del Gargano, Peschici, Vieste, Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Severo, San Marco in Lamis, Lucera, Troia, Bovino, Ascoli Satriano e Cerignola.

Un autentico museo a cielo aperto, quello rivelato dalla mappa disegnata da Istat e Casa Italia.

Concludo con un sommesso, inquietante, interrogativo: quanta consapevolezza vi è, nella classe dirigente di Capitanata, di questo inestimabile patrimonio?

Ogni discorso di sviluppo e di futuro della Capitanata dovrebbe passare per un’attenta valorizzazione del patrimonio culturale ed architettonico, come anni fa sosteneva l’allora rettore dell’Università di Foggia, Giuliano Volpe. La sua rimase la classica voce che grida nel deserto. Tanto è vero che, dopo aver scelto di vivere a Foggia, deluso dalla scarsa risposta del territorio, ha pensato bene di tornarsene a Bari.

Geppe Inserra