1. Se i sondaggi non sbagliano, potrebbe esserci un governo di centro destra trainato dalla Meloni che ora sembra europeista quasi convinta… Ma la vera Meloni è questa o quella del famoso comizio in Spagna?
Giorgia Meloni è una sola. Coerente, affidabile, appassionata e, soprattutto, seria. Anche se fa comodo a chi non ha argomenti descriverla come una specie di personaggio da doppia personalità. Fratelli d’Italia non si è scoperto europeista perché non è mai stato contro l’Europa. Ciò che chiediamo e che vogliamo è un’Europa diversa, più democratica, più solidale, più consapevole di dover governare materie comuni (penso alla difesa, ad esempio) lasciando alle Nazioni il compito di occuparsi di questioni interne. L’Europa di De Gaulle, insomma. Un’Europa dei popoli e non un club per pochi eletti. Ciò che vogliamo fare e che faremo è difendere gli interessi nazionali fino in fondo. Esattamente come ci chiedono gli italiani. Ed esattamente come fanno gli altri.
2. Per quanto riguarda la sicurezza e il contrasto all’immigrazione illegale la posizione di Fratelli d’Italia sembra essere quella del blocco navale, mentre Salvini vuole rimettere i Decreti Sicurezza e Forza Italia una politica di accoglienza controllata. Tre posizioni diverse. Cosa fare allora?
Nel centrodestra, a differenza di quello che avviene altrove, non esistono posizioni diverse. C’è un programma comune in cui tutti si riconoscono. Firmato e depositato ufficialmente da tutte le forze della coalizione. Anche questa storia delle divergenze è uno stratagemma poco credibile per cercare di mischiare le carte. L’immigrazione va regolata, senza se e senza ma. I flussi hanno bisogno di regole e gli ingressi irregolari vanno fermati. Questo è il principio in cui tutti ci riconosciamo. Anche perché è esattamente l’immigrazione clandestina la prima nemica dell’integrazione e dell’accoglienza. Basti pensare che i flussi migratori in ingresso con la sinistra sono stati praticamente tutti esauriti da chi è entrato in Italia illegalmente pagando gli scafisti. Penalizzando i veri profughi ma anche chi vuole arrivare in Italia per lavorare e rispettare le regole. Soprattutto in agricoltura, come in Capitanata sanno benissimo le organizzazioni agricole e gli imprenditori agricoli. Blocco navale significa, in accordo con l’Europa e con le autorità dei Paesi da cui arrivano i migranti, una selezione rigorosa delle partenze, con hot spot nei luoghi in cui gli scafisti fanno i loro affari per impedire questa ignobile tratta di uomini che si riversano nelle nostre strade portando illegalità e disperazione. Questa è la nostra proposta. Una proposta seria, che difende le regole, la legalità e gli interessi nazionali.
3. Il Pnnr rappresenta una grande occasione per la modernizzazione dell’Italia e per la ripartenza economica della Nazione. È fondamentale utilizzare al meglio le risorse, tenendo conto del nuovo contesto emerso a seguito della guerra in Ucraina e della crisi energetica. Cosa vuol dire esattamente questo? SI parla di voler rinegoziare il Pnnr, ma l’Europa continua a dire che solo lievissimi ritocchi possono essere accettati. Allora come se ne viene fuori?
Esattamente. Il PNRR è una storica ed irripetibile occasione, soprattutto per il Sud. Si tratta di finanziamenti, tanti finanziamenti, che vanno spesi bene, innanzitutto per superare i deficit infrastrutturali del Mezzogiorno. Ma come diceva lei questo disegno non può non tenere conto dello scenario in cui ci troviamo. Semplicemente perché è stato pensato e costruito in un contesto diverso. L’invasione russa all’Ucraina ha cambiato molte cose. E ci pone oggi un’emergenza nuova e inaspettata: quella dell’approvvigionamento energetico. Ecco perché pensiamo che il PNRR debba essere modificato, aggiornato, adeguato alla situazione attuale. Perché siamo dentro
un’emergenza nuova che merita risposte adeguate. Fratelli d’Italia non ha mai parlato di annullare il PNRR o di stravolgerlo. Ma, appunto, di aggiornarlo. Come ad esempio ha proposto di fare il Portogallo a guida socialista, ricevendo la condivisione di Paolo Gentiloni, che non è un pericoloso sovranista. Ecco perché chi dice che con Fratelli d’Italia si perderebbero le risorse che sono state assegnate all’Italia mente sapendo di mentire, con una propaganda falsa e gravissima, perché indebolisce non il nostro partito, ma l’immagine dell’Italia. E noi, che in questi anni siamo stati fuori dal governo, abbiamo sempre fatto opposizione (un’opposizione costruttiva e patriottica) agli esecutivo, mai alla nostra Nazione.
4. La sinistra parla di una deriva democratica se vince la Meloni. Nel programma di Fratelli d’Italia si parla di presidenzialismo, quindi cambiare la nostra Costituzione che si dice sia la più bella del mondo. Lei vede questo pericolo?
Questa dell’emergenza democratica se dovesse vincere la destra è la solita retorica della paura che si presenta ad ogni elezione. La verità è che i nostri avversari non hanno argomenti, non hanno idee. E così si rifugiano nella demonizzazione dell’avversario. È una delle loro più consolidate tradizioni. Nessuno vuole calpestare la Costituzione né instaurare una specie di regime. La nostra proposta è dare più potere ai cittadini, riducendo quello delle consorterie dei partiti che troppo spesso, come abbiamo visto in questa legislatura, calpestano la volontà popolare. Ed il presidenzialismo va esattamente in questa direzione. D’altro canto un sistema presidenziale esiste negli Stati Uniti, che non mi sembrano un regime dittatoriale. Un sistema semipresidenziale esiste in Francia, che è una Nazione che piace molto alla sinistra e a cui lo stesso D’Alema diceva di volersi ispirare. Anche in questo caso la verità è che la sinistra si dice contraria al presidenzialismo perché con un sistema simile non è possibile stare al governo perdendo le elezioni, come è accaduto fino ad oggi.
5. Questa è la sua seconda esperienza ad una campagna elettorale, prima per la Regione Puglia ed ora per il Senato. I temi sono diversi, però, in caso di elezione, che le auguro, lei rappresenterà l’intera provincia di Foggia. Quali sono i punti del programma di Fratelli d’Italia che riguarda la nostra regione e, quindi, la nostra provincia? Quali istanze del territorio lei porterà in Senato?
Sì, è la mia seconda esperienza elettorale. E come la prima volta è una emozione straordinaria incontrare i nostri cittadini, ascoltarli, confrontarsi con loro, accogliere le loro ansie, le loro necessità ed i loro bisogni. Alle scorse regionali ho avuto il privilegio e l’onore di essere la donna più votata del centrodestra. Questa volta, come diceva lei, la campagna elettorale è completamente diversa. Votiamo innanzitutto per scegliere a chi affidare il governo dell’Italia. Ma votiamo anche perché le istanze del territorio siano rappresentate meglio e in modo più forte a Roma. Cosa che purtroppo in questi anni non si è verificata. Da questo punto di vista i punti forti del programma di Fratelli d’Italia e del centrodestra sono quelli di far contare di più e meglio la Capitanata sulle questioni strategiche la riguardano: penso ai temi dell’ammodernamento infrastrutturale, alla piena valorizzazione della nostra immensa potenzialità turistica, all’investimento sulle nostre eccellenze agricole e agroalimentari, alla nostra vocazione geografica ad essere una delle più importanti piattaforme logistiche dell’intero Mezzogiorno. Con me in Senato intendo portare la voce di chi quanti, purtroppo, non hanno voce: famiglie, imprese. Tasselli fondamentali della nostra società in questi anni lasciati senza punti di riferimento e che hanno il diritto di tornare ad avere rappresentanza ed attenzione.
6. Nella presentazione dei candidati di Fratelli d’Italia della provincia di Foggia è stato ripetuto un concetto che certamente la riguarda da vicino. E che la centralità della nostra Provincia come terra a vocazione agricola non solo in Puglia, non solo nel Meridione, ma in tutta la linea Adriatica. Un settore a lei molto caro?
Beh, è del tutto evidente che la Capitanata ha nell’agricoltura il suo asset più importante. Siamo la provincia più agricola d’Italia, quella che vanta un numero di produzioni di qualità di straordinario valore. Siamo una colonna portante del made in Italy in agricoltura ma anche nel campo dell’enogastronomia. Da imprenditrice so bene quanto questa ricchezza abbia bisogno di essere valorizzata ed esaltata. So benissimo quanto sia necessario accompagnarla e sostenerla, come dicevo prima, innanzitutto con un sistema infrastrutturale che sia all’altezza dei suoi bisogni. Questa è una priorità su cui intendo lavorare da subito in caso di elezione. Non possiamo perdere altro tempo, perché ne abbiamo già perso abbastanza. E le nostre imprese hanno l’urgenza di ripartire subito, di tornare ad essere competitive sui mercati nazionali ed internazionali. Scommettere sull’agricoltura di Capitanata, per dirla in modo politico e valoriale, vuol dire scommettere sulle nostre radici, sulla nostra identità, su ciò che siamo. Questo vuol dire amare l’Italia, questo vuol dire amare il Mezzogiorno, questo vuole dire amare la nostra bellissima provincia.
7. Un’ultima domanda. Riconoscendo che questa legge elettorale è stata fata con i piedi, in quanto è vietata la preferenza, perché gli elettori dovrebbero votare Lei e non gli altri?
Sì, questa legge elettorale è senza dubbio una legge elettorale pessima. Ed infatti Fratelli d’Italia non l’ha votata, contestandola quando il Partito Democratico, che oggi se ne lamenta, l’ha pensata ed approvata in Parlamento. Ai cittadini che sto incontrando sto dicendo una cosa chiara: bisogna votare innanzitutto per Fratelli d’Italia, che è l’unico partito in grado di assicurare serietà, coerenza e di garantire stabilità. Un partito che fa ciò che dice e dice ciò che fa, senza giochetti di palazzo. Dare forza a Fratelli d’Italia e al centrodestra significa portare al governo una coalizione coesa, con valori condivisi, con un programma chiaro e con una visione limpida del futuro. Il voto alla mia persona, dentro questo quadro, significa portare più Capitanata a Roma, permettere che la mia esperienza personale ed imprenditoriale sia messa al servizio della mia terra, portare a Roma chi sarà sul territorio ogni giorno, che sarà ogni giorno disponibile all’ascolto al confronto e che si batterà quotidianamente affinché le ragioni della Capitanata siano centrali nell’agenda di governo del centrodestra.