L’automobilista che ha subito danni alla sua vettura dopo la collisione con un cinghiale e che si chiede chi le pagherà i danni, potrebbe trovare una valida risposta in una recente sentenza della Corte di Cassazione proprio su un caso simile.
La terza sezione civile, nel gennaio del 2020 ha preso una decisione destinata a fare storia, visto che ha rigettato il ricorso della Regione Abruzzo condannata già in due precedenti occasioni a pagare il risarcimento ad un automobilista che aveva subito con la sua vettura una violenta collisione con un cinghiale, per strada.
Aveva chiamato in causa la Regione e sia il giudice di pace che il tribunale dell’Aquila presso la quale la Regione aveva fatto ricorso, gli avevano dato ragione. Così, sempre la Regione, si era rivolta alla Corte di Cassazione sperando che annullasse le precedenti sentenze.
Cosa che non è avvenuta. Anzi. La Suprema Corte ha sancito che la responsabilità del risarcimento per danni cagionati dagli animali selvatici appartenenti alle specie protette e che rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato (e il cinghiale lo è n.d.r.) va imputata alla Regione, in quanto è l’ente al quale spetta la funzione di emanare leggi oltre che di amministrare, programmare, coordinare e controllare le attività che riguardano la gestione della fauna selvatica. Anche quando delega ad altri enti o associazioni tali attività. Può, al massimo, rivalersi contro questi ultimi nel caso in cui non siano state attuate le misure che avrebbero dovuto impedire il danno ma in via principale rimane la “titolare” della responsabilità.
Una sentenza destinata a diventare popolare, visto il moltiplicarsi di incidenti e di danneggiamenti di vario genere da parte dei cinghiali. (lanuovaprovincia.it)