IL COMPLESSO ROMANO E TARD0 ANTICO DI SANTANNEA

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Su un’altura prospiciente la laguna di Lesina, 6 km a Nord-Ovest di Sannicandro, V. Russi individua le rovine di una villa romana. La località Santannea, indicata localmente anche con il significativo toponimo “i vecchi muri”, rivelò strutture molto interessanti inservibili, nel contesto archeologico garganico, che comprende le ville di Avicenna nella piana di Carpino è finito Agnuli presso Mattinata.

I resti della bitta si estendono su un’area molto vasta concentrandosi maggiormente in due zone.

Il primo ambiente sul lato nord della collina occupa un’area di circa 450 ma con muri alti sino a 4 mi; le strutture più o meno contemporanea e (I secolo a.C.) presentano sia l’opera incerta sua quella reticolata. Un grande vano, di circa 250 mi si trova al cento della costruzione. Probabilmente questo ambiente faceva parte della struttura di costruzione all’interno del complesso, i cui ambienti erano adibiti a usi secondari.

Il secondo ambiente situato un centinaio di metri s Sud-Est del primo, lungo l’orli della collina, con un’area di cerca 500 ma, non presenta elementi sufficienti che consentono un suo inquadramento nel contesto stesso della villa.

Da notizie raccolte da gente del posto si è potuto accertare la presenza di una necropoli, con tombe e fissa chiuse da tabelloni, nella pianura immediatamente sottostante e la esistenza di una leggenda secondo la quale verso il 470 d.C. gli abitanti del casale di Sant’Elena abbandonarono questo sito a causa delle escursioni provenienti dal mare e fondarono la “Terra Vecchia”, nuclei primordiale di Sannicandro. Il Rellini dè notizia del ritrovamento lungo il tratturo di una tomba forse paleocristiana ricollegabile all’insediamento tardo-antico ricordato dalla leggenda.

La zona sottostante la villa ha subito nel corso dei secoli dei cambiamenti che opportunamente individuati ci potrebbero fornire dei dati riguardanti la realtà agricola collegata all’insediamento

Si è presa in considerazione un’area di 275 ettari delimitata da due corsi d’acqua che defluiscono nella laguna e che distano tra loro circa 2 Km. L’area divisa in tre parti presenta una prima fascia di 80 ettari parallela alla laguna trovandosi attualmente ad una quota massima di soli 2 ma s.l.m. La perizia Zuccaretto eseguirà il 13 febbraio 1598 a causa della vertenza tra l’Università di Sannicandro e la S. Casa A.G.P. per la definizione dei confini del territorio, ci dimostra come là estensione della laguna potesse variare nel corso di pochi decenni: “…Il territorio di Sannicandro cominciando dai termini si Santo Lazzaro età finisce al numero tre dove dicono vi sia ancora un arbore antico che si potesse vedere per le canne folte e il pantano…”.

Una seconda fascia di circa 100 ettari a 3,5 metri s.l.m. ed una terza di altri 100 ettari erano destinate probabilmente alla coltivazione del grano, come lo è tuttora.

Tenute di medie dimensioni, quale poteva essere la villa di SANTANNEA ebbero una certa importanza nella vita economica dell’Italia del I secoli a. C

Tutta la zona immediatamente circostante la villa di Santannea molto probabilmente era occupata da oliveti: secondo Catone un oliveto della superficie di 249 iugeri doveva essere lavorata da 13 persone.

Concludendo, uno scavo attento potrebbe individuare le funzioni di ogni ambiente della villa, per estendere poi lo studio dell’intera zona, coinvolgendo così l’aspetto agricolo, quello economico e quello sociale, dando in questo modo rilievi anche alla produttività di coloro che hanno diviso la loro esistenza da schiavi tra una cella angusta e il lavoro dei campi.

Franco Nardella (Atti della VI esposizione archeologica sul Promontorio Garganico tra Tardoromano e Paleocristiano)