Nell’attesa della costruzione del nuovo trabucco a Torre Mileto, si vuole ricordare che i trabucchi del Gargano hanno rischiato l’estinzione come ben evidenziato da Angela Campanile nel suo libro “Il Trabucco” di cui si riportano alcune considerazioni.
“I trabucchi, grande genialità dell’uom, negli anni sessanta, oltre a dover fare i conti con le tempeste e le mareggiate, hanno dovuto combattere contro: ingiuste imposizioni burocratiche che ne limitarono l’uso, tasse demaniali esagerar, pesca indiscriminata sottoposta, motopescherecci piccoli e grandi che scandagliano i fondali, motoscafi e modo d’acqua che sfrecciano lungo le coste senza regole e inquinamento del mare.
Costruiti per lo più in zona demaniale, sono soggette a concessione annuale e rinnovabile fin a quando lo stato lo ritiene opportuno. Fino a quando il trabucco era considerato un mezzo di sopravvivenza la concessione veniva rilasciata con più facilità (bastava infatti averne i requisiti: foglio di pesca, iscrizione al registro pescatori prof sionisti, risultare residenti nella zona di richiesta) oggi la costa è protetta e la pesca non è più l’attivi dominante, la concessione viene rilasciata con maggiore difficoltà.
Purtroppo il trabucco, antico marchingegno, ha rischiato l’estinzione a causa dei problemi che, per fortuna, sono in via di risoluzione.
Il primo dei problemi riguarda l’aspetto giuridico: negli anni ottanta tutti i trabucchi subirono la sospensione della concessione demaniale e furono pertanto sospesi i pagamenti dei canoni e le rischiate di rinnovo delle concessioni il cui iter nel frattempo si era reso più complicato.
Il secondo problema è l’aspetto economico: la costruzione e la manutenzione di un trabucco hanno dei costi talmente rilevanti che la vendita del poco pescato non riesce a sostenere.
Il terzo problema è di origine sanitaria: è vietata la pesca a tutti quei trabucchi ricadenti tra il bacino portuale e gli impianti di depurazione.
I più danneggiati da questa iniziativa risultano i trabucchi di Vieste.
Il Demani, dopo anni di silenzio, ha chiesti ai trabucchisti cifre onerose per gli arretrati e questi, impossibilitati a sanare il contenzioso, si sono visti costretti ad abbandonare questo tipo di lavoro che per generazioni ha rappresentato l’unica fonte di esistenza.
Tutto questo è avvenuto tra la indifferenza di chi era convinto che i trabucchi avevano ormai fatto il loro tempo e che potevano anche essere bruciati o cadere a pezzi.
È stata Italia Nostra che insieme al WWF ha lanciato l’allarme, attivandosi in una campagna di sensibilizzazione sia degli organi competenti sia dell’opinione pubblica”.