Bloccare lo svuotamento dei centri storici, con la relativa perdita di identità. Sostenere il piccolo commercio, schiacciato dalla grande distribuzione, dalla concorrenza di Amazon, e dalla scomparsa di intere categorie di attività. Rilanciare i negozi di prossimità, le famose botteghe di quartiere. Impedire che molti immobili restino senza un inquilino.
Ci sono tanti motivi che stanno spingendo diverse amministrazioni locali, in tutta Italia, a finanziare chi decide di aprire un negozio in città. A Livorno, per esempio, il comune, con l’aiuto dell’amministrazione regionale, offre 800 euro al mese, per un anno intero, a chi apre un negozio di prossimità.
In diversi centri in provincia di Firenze, come Barberino del Mugello, Figline e Incisa nel Valdarno, sono previsti contributi a fondo perduto per aprire un’attività commerciale nei centri storici. E resistere, come riescono a fare pochi vecchi negozianti, alla doppia concorrenza di Amazon e dei cinesi. Qualcosa del genere si vede anche a Seriate, in provincia di Bergamo, nella periferia di Milano, a Magione, in Umbria, ed a Bari, dove per questi interventi l’amministrazione ha deciso di attingere da fondi europei. (nonsprecare)