I BISOGNI DEL CANE A CIELO APERTO POSSONO DIVENTARE UN REATO

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Molti lettori di Civico 93 hanno segnalato la presenza sulle strade cittadine di San Nicandro di cani che lasciano i “bisogni” sulla rete stradale della cittadina chiedendo un massiccio intervento sanzionatorio per i proprietari.

A tale proposito si pubblica un interessante articolo de “Il Resto del Carlino” su questa specifica tematica.

Lasciare i bisogni del cane sui luoghi comuni, così come anche in periferia o nelle aree di sgambamento, oltre ad essere incivile può addirittura rientrare nei reati di imbrattamento, per il quale è prevista una sanzione molto pesante. Chi decide di tenere un cane si prende le responsabilità delle azioni compiute dall’animale. Così come in caso di aggressione o di esagerato disturbo della quiete pubblica, anche quando il cane “segna il territorio” e il proprietario se ne infischia, quest’ultimo dovrà pagarne le conseguenze. Perfino la Cassazione è intervenuta in materia, stilando un vademecum del corretto comportamento del padrone degli animali, e stabilendo che se il cane sporca, il padrone è tenuto a pulire. Il suo senso civico dovrebbe, comunque, farglielo capire senza scomodare la Corte Suprema, il Codice penale, il Ministero della Salute e i singoli Comuni, costretti a emanare ordinanze su ordinanze su questo problema. Ma si sa, per cose anche molto più importanti, quando il Signore distribuì il senso civico ed etico molti erano in sciopero.

Il cane fa i bisogni, soprattutto se cucciolo, dopo aver giocato, mangiato e dormito, quindi prima di portarlo in una pubblica strada è bene portarlo in un prato dove può sporcare, quindi con apposito sacchettino si raccolgono gli escrementi e si buttano negli appositi contenitori. Se il cane si abitua a fare i bisogni sull’erba, in maniera coerente e continuativa, se siete per strada e per caso al cane dovesse scappare un bisogno impellente, vedrete che vi spingerà verso un prato o un’aiuola per trovarsi a suo agio durante l’evacuazione. Il Codice penale punisce chi lascia gli escrementi del cane non raccolti in un luogo pubblico (per strada, sul marciapiede, nell’androne di un palazzo, ecc.). In particolare, commette reato chiunque deturpa o imbratta cose mobili altrui, e si rende sanzionabile con una multa fino a 103 euro. La sanzione, però, va da 300 a 1.000 euro se il fatto viene commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici o privati. In questo caso è prevista anche la reclusione da 1 a 6 mesi. Lo stesso succede con la pipì. Permettere al nostro quattro zampe di farla sul muro di un edificio o sulla ruota di un’auto in sosta può essere reato di imbrattamento, così come lasciare i suoi escrementi in giro. Le pene previste, dunque, sono le stesse. Questo è un problema soprattutto dei cani maschi che tendono a fare delle marcature verticali su muri e porte. Portare con sé una bottiglia d’acqua lenisce un pochino il problema, ma se prima di portarlo in città gli si fa fare un bel giro in campagna e durante la passeggiata in città lo si tiene non dalla parte dei muri il cane è meno stimolato a marcare.