La giornata internazionale della donna, definita comunemente Festa della Donna o Giornata della Donna, si celebra l’8 marzo per ricordare tutte le conquiste delle donne in campo economico, politico e sociale ma anche le discriminazioni e le violenze cui le donne sono state sottoposte in passato e, in alcune parti del mondo, ancora sono sottoposte. L’8 marzo ha, quindi, un significato ben diverso da quello che il consumismo moderno ha voluto imprimergli, le connotazioni attuali di questa data sono: i festeggiamenti, il regalare mimosa o fiori alle donne, cene fuori tra donne che si mettono in ghingheri. Tutto mero consumismo che cozza in maniera tremenda contro il reale significato di questa giornata celebrativa che poco ha a che vedere con quello che oggi le donne festeggiano l’8 marzo. Serve una giornata per sentirsi donne o per ricordare di esserlo? Serve una giornata per festeggiare l’essere donna? L’8 marzo non è un giorno di festa ma una celebrazione per le donne che riuscirono ad ottenere tutti i diritti che noi donne moderne di oggi diamo per scontati: diritto di voto, uguaglianza sul lavoro, parità tra i sessi, tutte cose ottenute grazie alle lotte di grandi donne del passato.
L’8 marzo… perchè si celebra la donna?
Ci sono molte leggende e racconti che circolano in merito a questa data; quello più accreditato, e che purtroppo ho visto anche essere dato come spiegazione della celebrazione a bambini di quinta elementare, è che si ricorda in quella data la morte di più di un centinaio di donne, avvenuta in un incendio in una fabbrica di New York. Le operaie, sempre secondo questa versione dei fatti, rimasero intrappolate nella fabbrica e perirono, proprio il giorno 8 marzo. Ma la storia non dice proprio questo. In effetti l’incendio della fabbrica in cui perirono le operaie ci fu davvero, ma accadde il 12 marzo, e soprattutto molto tempo dopo che si celebrava già la Giornata della donna.
Giornata della donna, quel che ci dice la storia
Questa giornata celebrativa nacque negli Stati uniti, come “Woman’s Day”, il 3 maggio 1908, quando a una delle conferenze del partito socialista di Chicago, alle quali erano invitate a partecipare anche le donne, in mancanza dell’oratore ufficiale prese la parola la socialista Corinne Brown, che era una ferma sostenitrice dei diritti delle donne e per la loro “liberazione”. Proprio durante il suo intervento in questa conferenza Corinne Brown affrontò il discorso dello sfruttamento da parte dei datori di lavoro nei confronti delle operaie, che tra l’altro ricevevano un salario bassissimo e avevano un orario di lavoro quasi intollerabile. Inoltre sempre nella stessa giornata venne affrontato anche il discorso delle discriminazioni sessuali nei confronti della donna e dell’estensione del diritto di voto alle donne. Dopo quella conferenza, che però non ebbe un effetto immediato, il Partito socialista americano decise «di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». La prima giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti.
Dall’America al mondo
La vera svolta della Giornata della donna si ebbe però nel 1910. Il un lungo sciopero di 20.000 operaie di New York durato tre mesi, dal novembre 1908 al febbraio 1909, fu considerato dal Partito socialista come una manifestazione che difendeva in pieno i diritti delle donne. E proprio per questo motivo alla Conferenza internazionale delle donne socialiste, che nel 1910 si svolse a Copenaghen, si decise di istituire in tutto il mondo una giornata che fosse dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Negli Stati Uniti la Giornata della donna continuò a tenersi alla fine di febbraio, mentre in Paesi come Germania, Austria, Svizzera, Danimarca, la prima Giornata della donna fu tenuta il 19 marzo del 1911.
Perchè l’8 marzo?
La celebrazione della Giornata della donna fu interrotta durante la Prima Guerra Mondiale, ma quando l’8 marzo 1917 a San Pietroburgo, le donne si unirono in una grande manifestazione nella capitale per rivendicare la fine della guerra, che non suscitò nessuna reazione da parte dei Cosacchi ed incoraggio il popolo alle successive manifestazioni che portarono alla rivoluzione che provocò il crollo dello Zar. L’8 marzo 1917 quindi è rimasto come il giorno in cui, grazie alle donne russe, ebbe inizio la Rivoluzione Russa. Per questo motivo nel 1921, la seconda Internazionale delle donne comuniste fissò come data celebrativa per la Giornata della donna l’8 marzo. In Italia per la prima volta la Giornata della donna fu celebrata il 22 marzo 1922.
Da celebrazione a festa…
Quello che era nato come un giorno che serviva a celebrare i diritti delle donne, a innalzare il loro ruolo nella storia e nella politica dell’epoca, quello che era un giorno per celebrare il coraggio e la determinazione delle donne, è ora un giorno che è stato completamente stravolto. Le donne usano l’8 marzo per avere una giornata libera, mentre questa data era nata proprio per commemorare la libertà delle donne. In questa data oggi le donne escono si divertono, festeggiano l’essere donna, senza neanche sapere il perchè lo fanno, dando per scontato che ci debba essere una giornata che serva a festeggiare le donne (si son mai chieste queste donne perchè non c’è una festa dell’Uomo?), senza chiedersi perchè si celebrano le donne e cosa hanno fatto per meritarlo. Fosse per le donne di oggi, probabilmente non esisterebbe nessun 8 marzo. Parlo da donna, libera e orgogliosa di esserlo, orgogliosa soprattutto di quello che le mie predecessore hanno fatto per far sì che io oggi possa vantare la mia libertà. Per quanto mi riguarda è 8 marzo tutti i giorni, poichè tutti i giorni festeggio il mio essere donna e non ho bisogno di una data sul calendario che mi ricordi di farlo.
Patrizia Del Pidio