FOGGIA, SOVRAFFOLLAMENTO E MANCANZA DI PERSONALE NEL CARCERE DI FOGGIA

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“Il carcere di Foggia è il più sovraffollato in Puglia e tra i più sovraffollati d’Italia. Ospita quasi il doppio dei detenuti, 673 detenuti, su una capienza di 364. Diverse parti sono fatiscenti o da ristrutturare; gli spazi, a cominciare dalle celle, sono largamente inadeguati; il personale pari a 240 unità è gravemente carente e secondo i sindacati è quasi la metà di quello che necessiterebbe; il personale medico è quasi inesistente e per problemi che potrebbero essere trattati in carcere oppure programmati, si finisce col ricorrere al pronto soccorso degli ospedali pubblici e questo manda in tilt un sistema già molto compromesso, esponendo il personale del carcere e gli stessi cittadini a rischi particolarmente gravi che vanno di sicuro evitati (nei giorni scorsi, ha fatto scalpore l’accompagnamento di un detenuto straniero di 34 anni al pronto soccorso del Policlinico di Foggia per una cisti, patologia ritenuta dai medici del nosocomio di certo non particolarmente grave. In tale occasione tre poliziotti sono stati impegnati per ore al pronto soccorso, prima che il detenuto venisse visitato, mentre l’art. 17 del Regolamento penitenziario prevede che un detenuto possa uscire dal carcere solo per imminente pericolo di vita dello stesso); per non parlare di come vengono gestiti i detenuti con problemi psichiatrici che non ricevono una risposta adeguata al loro bisogno di salute, mentre la legge prevede un percorso di sostegno specialistico e cure adeguate”. Lo ha dichiarato in un comunicato stampa Nunzio Angiola, ex parlamentare, attualmente consigliere comunale a Foggia e segretario provinciale di “Cambia”.

“Se si pensa – ha continuato Angiola –  alle possibili soluzioni, sicuramente, una riforma legislativa potrebbe aiutare. Rivedere le leggi penali per ridurre il ricorso alla detenzione, soprattutto per i reati minori e non violenti, sarebbe un passo avanti. Inoltre, è necessario migliorare il sistema giudiziario, accelerando i processi e riducendo i tempi di custodia cautelare.

Bisognerebbe anche puntare di più sulle misure alternative alla detenzione, come la detenzione domiciliare o i lavori socialmente utili. Queste misure non solo riducono il numero di persone in carcere, ma possono anche aiutare i detenuti a reintegrarsi nella società in modo più efficace.

Infine, è fondamentale investire in programmi di reintegrazione per ridurre la recidiva. Aiutare gli ex detenuti a trovare un lavoro, un alloggio e un supporto sociale è essenziale per impedire che ritornino al crimine

In Italia, il sovraffollamento carcerario è stato oggetto di critiche e condanne anche da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che ha sottolineato come le condizioni di vita in alcune carceri italiane siano inaccettabili. Negli ultimi anni, sono state avviate alcune riforme per cercare di migliorare la situazione, ma il problema resta complesso e richiede un impegno costante e deciso da parte delle istituzioni”.

Per questo motivo – ha concluso Angiola – abbiamo presentato in Consiglio comunale a Foggia un ordine del giorno che impegna Sindaca e Giunta ad attivarsi, in relazione alle competenze di ognuno, presso il Ministero della Giustizia, la Prefettura, la Regione Puglia, l’ASL, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Riuniti di Foggia  e le altre istituzioni preposte, affinché siano garantiti idonei investimenti alle strutture del carcere di Foggia, che non consentono livelli accettabili di vita soprattutto in certe stagioni; affinché si investa su nuovi spazi per combattere il sovraffollamento che ha superato ogni limite di decenza; affinché il carcere sia messo nelle condizioni di assicurare forme di relazione e assistenza nel pieno rispetto del dettato costituzionale;  affinché ai tanti uomini e alle tante donne che lavorano nel carcere di Foggia sia consentito di prestare il loro servizio in ambienti e condizioni adatti alla missione che lo Stato si propone di svolgere; affinché sia potenziato il personale che opera nel carcere di Foggia, non solo riguardo agli agenti di polizia penitenziaria preposti a mantenere l’ordine e la sicurezza, soprattutto in situazioni di emergenza o di conflitto tra detenuti, ma anche al personale amministrativo, educativo e sanitario, tutti ruoli cruciali per il funzionamento efficace e umano degli istituti penitenziari; affinché sia assicurata ai detenuti una risposta adeguata al loro bisogno di salute, attraverso il coordinamento e la proficua collaborazione tra il personale medico e paramedico interno e quello dei nosocomi pubblici; affinché, last but not least, si ponga un argine al dramma dei suicidi che rappresentano una vergogna per un Paese civile ed avanzato come l’Italia. Il Consiglio Comunale deve prendere una posizione”.