Scritto di getto, all’ombra della splendida campagna di Fattoria Rovello a San Paolo di Civitate, in provincia di Foggia, FIGLI & FIGLIASTRI, FIORI DALLA TERRA ARIDA, è un esempio autentico di letteratura familiare che si fa testimonianza e ponte sociale.
Sullo sfondo la voglia di riscatto tutta meridionale e l’amore per una terra, l’Italia, mai davvero unita: con una storia ancora tutta da scrivere, dove riecheggiano gesta e leggende di briganti, le stesse escluse dai libri di scuola.
Una personalità eclettica quella di Fernando Longo, creativo e da sempre trascinatore, che questa volta vuole lasciare il segno attraverso il racconto e la cronaca famigliare, come già fatto da imprenditore, sportivo e cantautore, consegnandoci volti, storie e scenografie di una comunità, a disegnare un vero e proprio manifesto popolare.
Con la prefazione dello scrittore e poeta Michele Carmine Giuliano, a cui lo legano amicizia e ricordi d’infanzia, Fernando Longo inizia a raccontarsi ricordando una frase per lui emblematica:“La fortuna è la capacità di riconoscere le opportunità e saperle sfruttare”, qualità che ha segnato il suo percorso imprenditoriale e non solo, senza rinunciare all’attenzione per gli altri, al dibattito e allo scambio d’opinione, all’altruismo e all’apertura verso il prossimo, all’intolleranza per le ingiustizie, alla difesa dei più deboli.
Ma dal cilindro dei ricordi ecco sbucare i giochi di strada, giochi poveri, che richiedevano ingegno e creatività e che accendevano la fantasia dei più piccoli. Su tutti quello del “Mazze e licche”, seguito da “ù Rutìllǝl” fatto con i tappi delle sospirate gassose, per giungere a Cavàllǝ e Cavallìttǝ, “Zàppǝ o pèscǝ”, Spàcca matunèllǝ, “Ì quattǝ Pǝntúnǝ” e “Ù Sdǝllìttǝ”.
Si affacciano poi i ricordi di scuola, tra i volti degli amici e la libertà negata, costretti nelle aule per sviluppare interminabili pagine di “Mazzarèllǝ”: fuori la strada, le fionde, gli alberi d’ulivo, le biciclette. A sedare gli animi più agitati la temibile bacchetta, usata con sapienza e malizia dai maestri, di cui si ravvivano ancora i dolori alle mani al solo nominarla.
Diversi i compagni di scuola che poi hanno fatto strada, ricorda Longo, tra cui il boxer Luigi Minchillo, lo scrittore, poeta e ricercatore storico Michele Carmine Giuliano o lo scultore Mario Guerra.
Ma inevitabilmente la memoria sconfina nel mare della famiglia, tra i volti generosi di genitori, fratelli e sorelle ripescando tutte le esperienze condivise sin da bambini, fino a ritornare indietro nei secoli, al nonno, all’Unità d’Italia, all’emigrazione per l’America, al ritorno ed al riscatto con l’acquisto di un palazzotto dove finalmente si aveva il privilegio di dormire al piano superiore, lontano dagli animali sistemati al pianoterra.
Una storia di lavoro, sacrifici e affermazione quella dei Longo, che ci parla di un tempo che ha attraversato due guerre mondiali per ripartire e partecipare al “miracolo italiano”, allo sviluppo di una nazione sempre meno povera e più produttiva ed evoluta.
FIGLI & FIGLIASTRI, FIORI DALLA TERRA ARIDA prosegue con vigore, tra testo e fotografie che rendono tangibili memorie e narrazione e che ci regalano un piccolo mondo antico, con le sue tradizioni, i mestieri, le feste, i piatti tipici, i rituali religiosi, ancora vivo sotto le ceneri del braciere: il mondo della civiltà contadina.
Un libro da leggere tutto d’un fiato, con un focus sul valore della famiglia e dei diversi ruoli famigliari, che corre lungo l’asse della vita con la creazione di una propria famiglia, l’imprenditoria, l’amore per la campagna e Fattoria Rovello, lo sport, con l’equitazione e il podismo e la musica, con la fondazione de I Gabbiani del Sud negli anni ‘70 e de I Cantori di Civitate nei primi del 2.000, ma senza mai dimenticare un dibattito ed una ferita sempre aperti: il rapporto mai risolto tra nord e sud, a rivendicare i meriti e i diritti di un meridione che si vuole conquistato, abusato e mai rispettato.