FALLUCCHI: “IL VINCOLO DI MANDATO”

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Ho letto l’intervista del presidente della regione Puglia, Emiliano che afferma:” io lavoro per la Repubblica Italiana, non lavoro per singole forze politiche” ribadendo che “facciamo tutto in amicizia “.

Mi riferisco alla nomina di Rocco Palese ad assessore della sanità regionale. Si, proprio quel Rocco Palese! Vi ricordate? Quello che fu candidato per il centro destra a Presidente alla Regione Puglia contro Vendola! Quello che per tanti anni è cresciuto sotto l’ala di Fitto! Quello che per tante volte è stato eletto al Parlamento Italiano grazie ai voti del centro destra! Quello che ha presentato un piano sanitario regionale

totalmente opposto a quello di Vendola ed Emiliano!

Ma al di là della sua moralità politica, vi sembra normale tutto questo? Vi sembra normale che il presidente Emiliano nomini assessore regionale, per giunta alla sanità, Rocco Palese? Rispondendo candidamente che lui lo ha fatto per amicizia?

D’altra parte, senza andare troppo lontano, lo stesso è accaduto a San Nicandro che vede il PD insieme ad altri ex di centro destra che professavano: “mai col PD”.

Il tema del trasformismo politico, soprattutto a livello nazionale i cui deputati dovrebbero dare il buon esempio, è un fenomeno strettamente legato al cosiddetto vincolo di mandato, contemplato dall’articolo 67 della Costituzione Italiana, che in effetti consente ad un eletto di agire liberamente e di decidere di cambiare gruppo politico di appartenenza anche nel corso della stessa legislatura, generando, di fatto, un crescente numero di cambi di gruppo, complicando il già incrinato rapporto fra elettori ed eletti, rendendo difficile la

comprensione dei processi politici. Per queste ragioni, da un po’ di tempo c’è l’esigenza di una parte del mondo politico di modificare l’articolo 67 della Costituzione Italiana, che è stato emanato, LO VOGLIO RICORDARE A LETTERE CUBITALI, nel dopo guerra quando si andava al voto con il sistema proporzionale, ossia con la nostra cultura politica, che ha tante anime, quando l’eletto rispondeva direttamente ai suoi elettori,

che quanto meno potevano mandarlo a quel paese, come si sol dire, se non rispondeva più alle esigenze del territorio o alle sue stesse idee.

I due aspetti sono sicuramente legati tra loro, dato che non è più il popolo a decidere chi mandare a governarci. In altri Paesi, come il Portogallo, l’iscrizione ad un partito diverso da quello per il quale si è stati eletti significa perdere il mandato parlamentare (articolo 160 della Costituzione Portoghese). Il principio dovrebbe applicarsi in ogni elezione politico – amministrativa, come accade in tanti Paesi del mondo. Certamente cambiare la Costituzione è un processo lungo e complicato, ma ho trovato interessante e facilmente attuabile la proposta di modificare i regolamenti parlamentari, nazionali o regionali che siano.

Ma mi chiedo, è giusto farlo o si preferisce continuare così? Secondo me è giusto farlo. Tra l’altro, passare dal sistema elettorale proporzionale a quello maggioritario, senza possibilità di scegliere i nostri deputati, non mi sembra che ci abbia fatto fare un salto di qualità.

Domenico Fallucchi