Il dossier di candidatura delle Faggete vetuste europee è stato ufficialmente presentato all’Unesco dopo la sottoscrizione a Parigi da parte di tutti gli ambasciatori Unesco in rappresentanza degli stati membri. Per l’Italia a firmare c’era Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente d’Italia presso l’UNESCO dal 2013.
In ballo c’è il processo di realizzazione della rete europea delle foreste vetuste di faggio come patrimonio naturale dell’Umanità “Beech Forests – Joint Heritage of Europe” in cui rientrano anche le faggete della Foresta Umbra, polmone verde del Parco Nazionale del Gargano.
“E’ una candidatura a cui teniamo particolarmente e che adesso è ufficiale a tutti gli effetti, spiega il presidente del Parco Nazionale del Gargano Stefano Pecorella . Per il Gargano, già premiato dall’Unesco grazie al Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo, sarebbe una grandissima soddisfazione e un’opportunità di promozione in più per un territorio che ha tante altre meraviglie naturalistiche, paesaggistiche e culturali da offrire al visitatore”.
I faggi della Foresta Umbra, per la qualità del clima, riescono a vivere fino a 300 anni quando l’età media di quest’albero di solito non supera la soglia dei 200. Un dato fornito dai ricercatori del Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia (DAFNE) dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, che hanno studiato anche l’ecosistema boschivo del Parco nazionale del Gargano dimostrando come si sia assistito ad un vero ritorno del bosco: dai 40mila ettari registrati nella metà degli anni ’80 si è passati agli oltre 60mila di oggi.