Il Presidente del Gruppo consiliare “Noi a Sinistra per la Puglia”, Enzo Colonna comunica che è stato pubblicato due giorni fa un avviso pubblico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia finalizzato a raccogliere le manifestazioni di interesse da parte di proprietari di fondi agricoli disponibili a ottenere, in concessione d’uso, strumenti di trappolamento e recinti di cattura per cinghiali (reperibile da questo link: http://www.parcoaltamurgia.gov.it/index.php/bandi-avvisi/2132-avviso-7).
Si tratta di una prima concreta risposta alla vera e propria emergenza rappresentata dalla presenza e dall’attività di questi animali la cui popolazione continua a crescere in maniera incontrollata, determinando danni per tutto il territorio. In mancanza di adeguate misure di contenimento di questo fenomeno, infatti, si registrano con sempre maggiore frequenza episodi di distruzione di numerose colture con conseguenti ripercussioni negative per tante imprese agricole e zootecniche che operano sul territorio, senza considerare, da un lato, il pericolo che questi animali rappresentano per cittadini, escursionisti e turisti che, a piedi, in bicicletta o in auto, percorrono le strade del Parco, e, dall’altro le devastazioni della fauna e della flora tipiche del territorio murgiano o dei muretti a secco e degli altri manufatti caratteristici del nostro paesaggio rurale.
Si tratta di un tema su cui insisto da tempo e per il quale ho anche promosso una serie di iniziative (un’importante e utile audizione in commissione consiliare nel maggio dello scorso anno, interrogazioni, sollecitazioni, incontri con vertici dell’assessorato regionale all’Agricoltura, di strutture universitarie di ricerca e dell’Ente Parco).
In realtà, la difficoltà di risolvere o arginare in tempi brevi un fenomeno, la cui gravità preoccupa molto soprattutto gli operatori agricoli e gli allevatori, è in gran parte dovuta alla complessità del quadro normativo nazionale in materia, dal momento che il Parco dell’Alta Murgia rappresenta un’area protetta con tutti i conseguenti vincoli relativi alla possibilità di esercitare qualsivoglia tipo di attività venatoria.
È chiaro a tutti, ovviamente, che questo avviso pubblico, per quanto certamente molto utile e opportuno, da solo non può bastare. Come sostengo da tempo, è necessario affrontare questa delicata questione su un piano più sistemico e generale, intervenendo (pur con tutte le difficoltà relative alla ripartizione delle diverse competenze in materia) soprattutto sul piano normativo e regolamentare.
A questo proposito il Parco dell’Alta Murgia e Assessorato regionale all’Agricoltura stanno lavorando alla definizione di uno specifico regime venatorio per l’attività di caccia nelle zone contigue all’area protetta, cioè quelle immediatamente esterne al Parco, in modo da limitare il fenomeno, mentre, da un altro punto di vista, è necessario mettere in campo una iniziativa finalizzata a realizzare anche sul nostro territorio una vera e propria ‘filiera’ delle carni da cinghiale, con centri di macellazione e trasformazione dedicati alla carne selvatica. A tutto questo deve aggiungersi l’impegno che stiamo profondendo in IV Commissione consiliare per l’approvazione della proposta di legge, a firma di Donato Pentassuglia, in materia di danni provocati dalla fauna selvatica che mi auguro venga presto licenziata in via definitiva in Consiglio in modo che possa rappresentare un’altra importante risposta soprattutto attraverso una articolata previsione di misure di prevenzione, misure di controllo e di indennizzi a favore soprattutto degli operatori economici che subiscono danni causati da questi animali.