EMERGENZA CINGHIALI. SCALERA: “VANNO ABBATTUTI, CACCIA 365 GIORNI ALL’ANNO”

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 “Gli agricoltori sono esasperati, la gente è impaurita.  I cinghiali stanno mettendo a ferro e fuoco le campagne distruggendo tutto ciò che trovano davanti. Non si tratta più di una emergenza, ma di una vera e propria guerra che i nostri agricoltori combattono a mani nude contro un nemico che la Regione Puglia ancora non riesce a fermare – ha dichiarato il consigliere Antonio Paolo Scalera – Non c’è più tempo. I danni ormai sono incalcolabili con circa 200 episodi di danni alle colture e oltre 120 sinistri.

“In provincia di Taranto i numeri parlano chiaro e l’unica strada che resta è la caccia ai cinghiali 365 giorni l’anno. Il loro l’abbattimento è l’unica soluzione. Tra i comuni di Ginosa, Laterza, Castellaneta, Palagianello, Palagiano, Massafra e Martina Franca la situazione è drammatica e più di terzo dei danni causati dalle scorribande degli ungulati è riconducibile al territorio di Castellaneta.

“La settimana scorsa avevo inoltrato un’interrogazione urgente all’assessore regionale all’agricoltura – ha proseguito il consigliere Scalera – sull’argomento “cinghiali” e dall’inizio dell’anno sono state ben due le audizioni che ho chiesto, audizioni avvenute alla presenza delle associazioni di categoria degli agricoltori, dei cacciatori e degli ambientalisti. Sino ad ora nulla è stato fatto.

“Adesso è il momento di azioni forti con strumenti straordinari. Il tempo della burocrazia è ampiamente scaduto. Il nostro territorio va messo in sicurezza. Agli agricoltori va garantita la giusta tranquillità per portare avanti in maniera serena il loro lavoro fatto di enormi sacrifici e alle nostre comunità va garantita la sicurezza stradale e l’incolumità fisica.

“Ho ripresentato una nuova richiesta di audizione urgente – ha concluso Scalera, anche  nella sua veste di vice presidente della V Commissione Ambiente della Regione Puglia – per audire nuovamente l’assessore all’agricoltura, le associazioni di categoria degli agricoltori, le associazioni venatorie e quelle degli ambientalisti sperando che vengano messe immediatamente in campo azioni forti e decise anche nelle aree protette come il Parco delle Gravine e nelle aree definite circa 30 anni fa come zone di ripopolamento e cattura”.