EDITORIALE DELLA DOMENICA. SAN NICANDRO DEVE ESSERE PIU’ OTTIMISTA

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L’articolo sulla chiusura dell’unico negozio di scarpe a San Nicandro ha suscitato notevole scalpore ma molti commenti hanno rivelato che non bisogna mai darsi per vinti e sperare sempre in un domani migliore. Insomma bisogna essere più ottimisti e noi cercheremo di esserlo anche se dobbiamo veramente metterci tanta buona volontà.

Essere ottimisti vuol dire che la nostra economia cambierà e, quindi, si avrà un lento ma progressivo trend favorevole che farà dimenticare il passato. Saremo più ottimisti, però, quando vedremo sparire la precarietà che domina tutti i settori della vita economica e, soprattutto, quando la disoccupazione sarà finalmente abbattuta ai minimi accettabili.

Essere ottimisti vuol dire che il governo provvederà a risolvere i problemi del suo territorio. Saremo più ottimisti, però, quando sapremo che si troveranno nuovi fondi per il dissesto del territorio da Nord a Sud.

Essere ottimisti vuol dire vedere l’altro come persona uguale a noi qualunque sia il colore della sua pelle. Saremo più ottimisti, però, quando sapremo ricordare che siamo tutti emigrati dall’Africa e quando ai cori razzisti contro giocatori di colore le società di calcio, oltre a chiedere scusa, non si appellino più alla giustizia sportiva.

Essere ottimisti vuol dire che con la riforma sulla giustizia tutti avranno un equo processo senza lungaggini burocratiche. Saremo più ottimisti, però, quando sapremo che anche i potenti e politici avranno un equo processo togliendo loro i tanti privilegi di cui godono.

Essere ottimisti vuol dire che anche a San Nicandro l’economia farà da traino per lo sviluppo e che finalmente ci sarà un dialogo tra tutte le forze politiche. Saremo più ottimisti, però, quando vedremo intorno ad un tavolo maggioranza e opposizione guardarsi negli occhi, allontanare il passato e disegnare il nostro futuro.

Essere ottimisti vuol dire credere che la politica possa cambiare, ma saremo più ottimisti quando tutti insieme possiamo condividere un progetto comune che riporti San Nicandro all’apice del territorio garganico come lo era una volta e non fermarsi alla marginalità in cui è stata relegata da tempo da una politica miope e senza progettualità

Il Direttore