Una novità assoluta doveva essere quella della processione dei Santi Patroni di San Nicandro svoltasi ieri per le vie della cittadina garganica se fosse stata accompagnata da un gruppo di pacchiane con i costumi tradizionali di San Nicandro. Se n’era parlato tanto di questa iniziativa in quanto non si è mai visto un connubio simile in passato anche se in zone del vicino Abruzzo, Molise, Sardegna ma anche in molte altre parti dell’Italia, esiste già questa tradizione di religiosità accompagnata dai costumi tradizionali.
Questo, quindi, non significa affatto mischiare il sacro con il profano in quanto proprio la tradizione è quanto più di “sacro” possieda una comunità. Il modo di vestire passa, il vestito tradizionale, invece, no perché è parte integrante della cultura locale, della sua storia e del dovere che hanno i giovani a far rivivere il passato del proprio territorio da tramandare ai posteri. Una staffetta continua che non deve mai fermarsi, un passaggio di testimone da una generazione all’altra.
Poi ognuno la pensa come vuole. C’è chi è un po’ reticente in quanto si continua a vedere la pacchiana solo nelle manifestazioni carnevalesche. Per costoro sarebbe stato un sacrilegio la sua partecipazione alla processione; per altri, invece, la novità di questa festa patronale che avrebbe potuto scrivere la storia di questa comunità, una storia che riporta al passato e che si proietta nel futuro.
Per i sostenitori di questa seconda tesi, religiosità e tradizione diventano un binomio culturale che pone le basi ad una curiosità collettiva che può contagiare anche i paesi viciniori in un insieme di culture che fa della “garganicità” un orgoglio identificativo. Il passato non è fatto solo di ricordi, ma di emozioni che si ripetono nel tempo e la pacchiana in processione, sempre per questi sostenitori, sarebbe riuscita a ben coniugare la religiosità dell’evento con la cultura popolare dei credenti.
I puristi “religiosi” affermano, invece, l’esatto contrario e riconoscono che tutto questo poteva avvenire solo nel passato quando il paese era in festa per gli eventi religiosi e le donne indossavano i vestiti più belli. E quale poteva essere il vestito più bello se non quello della pacchiana?
Tradizione e religiosità hanno una duplice valenza in quanto, internamente alla comunità, contribuiscono a ricostruire o rinsaldare reti di rapporti, a fornire occasioni di associazione e di attività creativa comune mettendo in primo piano elementi condivisi di storia e di appartenenza.
Il Direttore