EDITORIALE DELLA DOMENICA. ESSERE SANNICANDRESI: “PERCHE’?”

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La San Nicandro di oggi ha sicuramente qualche anomalia, specialmente se si guarda al suo passato e tale anomalia sembra essere una perdita di appartenenza alla comunità e, di conseguenza, una perdita di identità collettiva. Certe volte pare cambiato tutto e le testimonianze sono lì proprio per dimostrarle.

Abbiamo dimenticato la nostra storia che faceva di San Nicandro il centro garganico a cui tutti si ispiravano. Abbiamo dimenticato la nostra cultura, le nostre bellezze architettoniche, il nostro centro storico, le nostre tradizioni, i nostri personaggi che sono entrati nella storia.

Appartenere ad un territorio vuol due sentirsi a casa propria e non è così se poi siamo noi stessi a provocare il degrado cittadino, se poi siamo noi stessi a non pagare l’immondizia o a buttare l’immondizia ovunque. Sentirsi a casa propria significa valorizzare tutto l’associazionismo locale, vuol dire parlare con le persone e sapere di essere ricambiato e non criticato perché i pensieri non sono uguali a quelli degli altri, sentirsi a casa vuol dire credere in una politica ragionevole che aiuta e che fa crescere la comunità e non in una querelle continua che ne rallenta sicuramente l’azione.

Ed ancora, sentirsi a casa propria in una cittadina di 14 mila abitanti (?) vuol dire conoscere quale percorso fare per il futuro di San Nicandro e condividerlo con gli altri. Invece sembra esserci un senso di arrendevolezza come se tutto fosse già predestinato, come una lenta agonia che ci consuma giorno dopo giorno, come se il futuro si sia fermato altrove dimenticandosi di questo nostro straordinario territorio.

Molti danno colpa alla politica del motivo che questo trend sia in continua crescita. Anche in questo c’è un po’ di verità perché, in passato, cattivi esempi c’è ne sono stati ma non è detto che bisogna essere inermi e non reagire alle manchevolezze altrui. Facciamo questo atto di responsabilità, facciamoci venire la voglia di essere sannicandresi, di credere che i fiori più belli crescono sempre nei terreni più aridi, che la scelta di vivere qui sia quella giusta perché la nostra storia è qui e non altrove. Lasciamoci affascinare dalle bellezze della nostra terra e favoriamo il turismo, ridiamo slancio alla nostra agricoltura, diamo valore a tutto l’associazionismo con un coinvolgimento totale nelle varie attività, lasciamoci alle spalle le incomprensioni e invitiamo la politica ad essere attenta e vigile sui bisogni collettivi magari anticipandone anche i contenuti, invitiamo la politica a capire il perché del nostro calo demografico e i motivi per i quali la gente emigra.

Se non ci riprendiamo il senso di appartenenza a questa nostra comunità, oltre al sorpasso culturale ed economico da parte di altri comuni, San Nicandro sarà ricordato magari per i fiori secchi e per Donato Manduzio, ma soprattutto per le opportunità perdute.

Il Direttore