DAL 13 AGOSTO NIENTE ACQUA PER L’AGRICOLTURA

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Dal 13 agosto, la diga di Occhito non avrà più la quantità d’acqua necessaria per soddisfare anche le esigenze irrigue della provincia di Foggia, oltre a quelle prioritarie dell’uso potabile per la popolazione che, con le risorse attuali, resta assicurata almeno per i prossimi 9 mesi. Ogni giorno, infatti, in assenza di piogge, la disponibilità dell’invaso posto al confine col Molise si riduce in media di circa 1.700.000 metri cubi d’acqua. Quando la disponibilità totale arriverà a 45milioni di metri cubi, lo stop all’uso irriguo sarà inevitabile. È quanto emerso mercoledì 7 agosto durante l’incontro tenutosi al Comune di Foggia tra la sindaca Maria Aida Episcopo, l’assessore Lorenzo Frattarolo, i rappresentanti provinciali delle organizzazioni agricole e la dirigenza del Consorzio di Bonifica della Capitanata. Alla riunione, convocata per discutere dell’emergenza idrica vissuta dalla città capoluogo e da tutta la Daunia, per CIA Agricoltori Italiani è intervenuto il presidente provinciale Angelo Miano. “Tra meno di una settimana, non ci sarà più acqua per l’agricoltura di Capitanata”, spiega Miano. “La siccità e l’inadeguatezza delle infrastrutture idrico-irrigue del territorio contribuiranno in modo determinante a ridurre del 40% i raccolti di pomodoro, con un danno enorme per gli agricoltori. La produzione di cereali è già crollata, ma le perdite sono e saranno pesanti nei prossimi mesi anche per i settori olivicolo, ortofrutticolo e zootecnico”, aggiunge il presidente di CIA Capitanata.

“La siccità è ormai un dato strutturale e tutto fa pensare che la situazione peggiorerà ancora nei prossimi anni, per questo motivo CIA Capitanata è tornata a proporre ciò che diciamo da anni: occorre lavorare subito al potenziamento delle infrastrutture da cui poter recuperare l’acqua che serve ad alimentare il sistema agricolo e a preservare migliaia di posti di lavoro”.

TRE GRANDI OPERE. Per CIA Agricoltori di Capitanata, è necessario lavorare immediatamente all’implementazione di tre grandi opere: la prima è rappresentata dalla costruzione di una condotta di soli 10 chilometri per far arrivare, fino al ripartitore di Finocchito, una parte dei 200 milioni di metri cubi d’acqua che – annualmente – confluiscono a mare dalla diga del Liscione, in Molise. “Si tratta di un’opera che potrebbe essere realizzata in tempi relativamente brevi”, aggiunge Miano. “Per realizzarla, occorre un accordo di programma tra la Regione Puglia e la Regione Molise”. La seconda grande opera essenziale per scongiurare la desertificazione dell’agricoltura di Capitanata nei prossimi anni è la realizzazione ex novo della diga di Palazzo d’Ascoli, un nuovo invaso che recupererebbe circa 72 milioni di metri cubi d’acqua. Il Governo ha stanziato 8 milioni di euro per il progetto. La terza grande opera di cui si parla da più di 20 anni è la realizzazione della diga di Piano dei Limiti, un invaso che sarebbe posto a valle della diga di Occhito così da recuperare almeno 42 milioni di metri cubi d’acqua. Quest’ultima è l’opera che necessita dell’investimento più ingente, costerebbe circa 400 milioni, ed è già pronto da anni il relativo progetto esecutivo.

DRAMMA SOCIALE ED ECONOMICO. “Quella di cui stiamo parlando non è l’emergenza di un settore, ma il dramma sociale ed economico di un territorio che, senza l’agricoltura, perderebbe migliaia di posti di lavoro”, afferma Miano, “e che negli ultimi 30 anni è stato caratterizzato da un progressivo spopolamento destinato ad aumentare ulteriormente qualora il comparto primario e le industrie di trasformazione dovessero continuare a fare i conti con decrementi a due cifre nelle rese dei raccolti. Occorre superare gli ostacoli burocratici e gli egoismi politici che, finora, hanno causato il congelamento di opere importantissime e della cui necessità si discute da decenni. Con oltre 500mila ettari di superficie agricola utilizzata, quello di Foggia è uno dei più distretti agricoli più vasti d’Europa. Per l’ulteriore sviluppo di alcune colture d’eccellenza, quella del pomodoro su tutte ma più in generale per tutto il settore dell’ortofrutta, potenziare la risorsa irrigua è fondamentale. Un potenziamento necessario anche se si vuole favorire la nascita di nuovi complessi industriali nel settore della trasformazione agroalimentare, decisivo per completare la filiera e incrementare il valore aggiunto delle produzioni.