Investire fondi del PNRR per almeno iniziare a rifare la Rete Idrica Nazionale tagliando lo spreco d’acqua! Una risorsa tutelata che potrebbe essere usata per irrigazione dei campi e non solo.
Massimiliano Fazzini (climatologo – docente universitario –Coordinatore nazionale – Area tematica Rischio Climatico – Società Italiana Geologia Ambientale): “C’è poca acqua e non la possiamo e dobbiamo più sprecare! Dopo un inverno siccitoso e scarsamente nevoso, in particolare sulle Alpi centro-occidentali, la situazione sta esponenzialmente peggiorando. Se è confermato che in certe aree della Padania occidentale non piove da 80 giorni e che la poca neve caduta sui nostri monti è totalmente fusa – talvolta sino ai 3400 metri di quota – e che la quota dello zero termico in questi giorni sta sfiorando i 4500 m. – con valori di temperatura che ieri hanno toccato i 5°C sulla vetta del Monte Rosa – c’è davvero da preoccuparsi. Le “disponibilità” idrologiche “stoccate” esistenti al momento sono già limitate del 30-35% rispetto alle medie del periodo. Le temperature dell’aria raggiungeranno il valore massimo tra l’ultima decade di luglio nelle aree più distanti dal mare e la prima decade di agosto per quelle lungo le coste. I nostri vicini della Francia stanno peggio. In Italia bisogna evitare una cattiva gestione delle reti idriche. Le soluzioni ci sono: ridurre la dispersone idrica della rete nazionale, una politica di sensibilizzazione a non sprecare acqua nelle case e non solo”.
“Le temperature occorse mediamente nel territorio italiano dall’inizio dell’anno sono state davvero elevate, con un generale surplus di circa un grado ma il mese di maggio ha sfiorato l’anomalia positiva verificatasi nel maggio 2003 e quantificata rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020 in circa 1.9°C. Ci siamo fermati a poco più di 1,8°C ed anche la prima metà del mese di giugno è stata contraddistinta da valori positivi dei valori medi che al momento rasentano l’eccezionalità climatologica. Ad esempio, nella giornata odierna in almeno 250 stazioni di rilevamento termometrico esistenti in Italia, si sono superati i 34°C, con picchi massimi di 38°C a Carbonia. Ma i conti si faranno a fine mese; anche in previsione di un imminente forte ondata di caldo prevista da oggi sino al prossimo week-end, dunque sembrerebbe auspicabile che le medie complessive del mese in corso saranno ancora una volta molto elevate. Consideriamo infine che sino ad ora che siamo stati “fortunati”, visto che nella vicina Francia sud orientali nella giornata di ieri sono stati battuti molti record termici assoluti e non mensili, con valori massimi sino ad oltre 43°C”. Lo ha affermato Massimiliano Fazzini, climatologo, docente universitario, Responsabile del Team sul Rischio Climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale, tra i maggiori esperti italiani, meteorologo dei Mondiali di sci di Cortina.
Preoccupa la persistente mancanza di precipitazioni con deficit del 55%! Il 70% al Nord! Lo zero termico a 4500 metri!
“Quello che però preoccupa di più è la persistente mancanza delle precipitazioni organizzate. Un’ evidenza che persiste mediamente in molte aree del territorio nazionale da oltre un anno – ha continuato Fazzini – ma che in quest’anno meteorologico (che, ricordo, inizia il primo dicembre) evidenzia un deficit meteorico medio del 55% circa, con valori più elevati al nord (sino al 70% sulla porzione nord-occidentale del paese) e persino con qualche lieve controtendenza positiva all’estremo sud. E si pensi che la poca acqua caduta si è concentrata quasi ovunque in soli 15- 25 giorni. Difficile comprendere senza un’accurata analisi scientifica basata su moltissimi parametri (o variabili) il perché di questo comportamento meteorico; fatto sta che dopo un inverno siccitoso e scarsamente nevoso, in particolare sulle Alpi centro-occidentali, la situazione sta esponenzialmente peggiorando anche e soprattutto in relazione alle elevate temperature che si stanno verificando. E non c’è proprio da ben sperare, viste le elaborazioni dei modelli numerici di previsione meteorologica a breve e medio termine. Se è confermato che in certe aree della Padania occidentale non piove da 80 giorni e che la poca neve caduta sui nostri monti è totalmente fusa – talvolta sino ai 3400 metri di quota – e che la quota dello zero termico in questi giorni sta sfiorando i 4500 m. – con valori di temperatura che ieri hanno toccato i 5°C sulla vetta del Monte Rosa – c’è davvero da preoccuparsi, probabilmente mai come stavolta. Delle condizioni in cui versano i nostri principali corsi d’acqua, da nord a sud se ne parla ampliamente da giorni e, attualmente, le “disponibilità” idrologiche “stoccate” esistenti al momento sono già limitate del 30-35% rispetto alle medie del periodo; tenendo pertanto conto che la stagione estiva inizia oggi e che negli ultimi anni si è spesso estesa temporalmente almeno sino alla fine del mese di settembre, la situazione sembrerebbe davvero critica. E allora, se è sacrosanto tutto ciò che da anni si predica – quaestua sul climate change, maggiore richiesta di acqua s.l., sprechi diffusi derivanti da cattive gestioni delle reti idriche ecc – problematiche per le quali da tempo dovrebbe essere stata attuata una politica ad hoc – ora dobbiamo assolutamente concentrarci tutti su un concetto: c’è poca acqua e non la possiamo e dobbiamo più sprecare. Anche perché il futuro non sembrerebbe per nulla roseo e allora tutti noi dobbiamo tentare con piccole azioni quotidiane di mitigare la problematica e di adattarci alle nuove condizioni derivanti da un probabile nuovo clima. E soprattutto occorrono urgentemente progetti di un certo spessore – di cui noi tecnici parliamo peraltro da tempo – che permettano di “disporre” in tempi più brevi possibili, di adeguate quantità di acqua per i più diversi settori di utilizzo. Per il bene nostro e soprattutto delle future generazioni”.
E da oggi è Estate! Le temperature dell’aria raggiungeranno il valore massimo tra l’ultima decade di luglio, nelle aree distanti dalle coste e la prima decade di Agosto nelle le zone lungo le coste.
“Alle ore 5.37 di oggi, 21 giugno, è avvenuto il Solstizio d’Estate 2022. Il fenomeno che segna sui calendari l’inizio della stagione estiva nell’emisfero boreale del Pianeta e che, di fatto, coincide con la giornata più lunga dell’anno. In effetti il termine Solstizio deriva dal latino – ha concluso Fazzini – dall’unione della parole ‘sol’ cioè Sole e dal tema del verbo ‘stit’, cioè fermarsi. Durante il solstizio il Sole rimane al di sopra dell’orizzonte più di quanto fa in tutto il resto dell’anno. Esso raggiunge il punto più elevato nel cielo e irradia la sua luce per la durata massima sull’emisfero nord rispetto a tutti gli altri 365 giorni. In Italia, oggi mediamente si avranno 15 ore e 15 minuti di soleggiamento mentre il giorno civile sarà decisamente più lungo; ad esempio a Milano, si potrà riconoscere una persona senza l’ausilio dell’illuminazione artificiale dalle 4.50 alle 22 circa. Ciò non significa però che il 21 giugno sia mediamente il giorno più caldo dell’anno. In effetti il bilancio radiativo del sistema terra-mare-atmosfera differisce non poco da quello che si avrebbe considerando solamente la “durata” potenziale del soleggiamento; la terraferma impiega ulteriori 34 giorni a raggiungere il massimo riscaldamento ed i mari circa 45 giorni per raggiungere la temperatura massima. E poiché l’atmosfera si riscalda attraverso il calore ceduto da questi due “mezzi” allo strato d’aria sovrastante, le temperature dell’aria raggiungeranno il valore massimo tra l’ultima decade di luglio nelle aree più distanti dal mare e la prima decade di agosto per quelle lungo le coste.
SIGEA